Attualità
Acai, Ardolino:”Aumenti e speculazioni a danno dei cittadini. Sanzionare pratiche scorrette e calmierare prezzi”
«A pagare le crisi di ogni genere sono sempre e solo i cittadini, ormai da due anni costantemente nel mirino di aumenti senza limiti e speculazioni». Ad affermarlo è il segretario nazionale di Acai onlus, associazione di tutela degli inquilini e dei consumatori, l’irpino Giovanni Ardolino.
«ll caro vita – prosegue il rappresentante sindacale – ha sempre colpito lavoratori, pensionati, precari, disoccupati e studenti che non vedono adeguato il proprio reddito, spesso modesto, all’inflazione e alle condizioni di vita o che purtroppo sono senza una forma di sostentamento, se non le misure sociali, per chi ne ha diritto, che fortunatamente esistono. Ma negli ultimi due anni, in Irpinia come nel resto del Paese, la situazione è diventata insostenibile e assolutamente vergognosa. Dall’emergenza Covid 19, alla conseguente crisi economica, dagli spropositati aumenti energetici, alle conseguenze degli squilibri geopolitici e degli scenari di guerra. Con l’aggravante che nelle aree interne a vecchi problemi, si aggiungono nuove difficoltà, in tanti casi gestite con grande dignità ed in silenzio.
Alle impennate dei prezzi di generi sanitari (guanti monouso, mascherine, gel igienizzanti per le mani, disinfettanti), registrati con la diffusione della pandemia, ingiustificate e frutto di una scandalosa speculazione sulla salute delle persone, che ancora perdura, calmierata solo in parte e tardivamente, grazie all’intervento economico dello Stato, sono seguiti gli aumenti di ogni genere di prodotto e servizi, perché alcune attività hanno pensato di caricare, nonostante i ristori ricevuti, i mancati incassi, unicamente sulle spalle dei consumatori, anch’essi già duramente colpiti. E poi la stangata sui costi energetici, che secondo le previsioni doveva essere di un cospicuo 40%, ma ha raggiunto addirittura l’incredibile soglia del 140%, che ha riguardato tutti trasversalmente, ma in maniera più accentuata i consumatori, su cui ogni categoria ha fatto pesare i maggiori costi. Una logica iniqua, sciocca e insostenibile: perché se si sovraccarica enormemente il cittadino utente di costi aggiuntivi, non si potrà che avere una contrazione dei consumi, oltre che un impoverimento generale della comunità. Come se tutto ciò non bastasse, si è registrato anche l’aumento di farina, pane e prodotti da forno, un aumento considerato dagli stessi osservatori del settore immotivato, dunque l’ennesima speculazione, ovviamente sulle spalle di lavoratori, pensionati, studenti. Adesso gli scenari di guerra, frutto di scontri geopolitici ed economici gestiti nei luoghi del potere internazionale, tutt’altro che con saggezza, provocano nuove paure, squilibri sociali, giochi affaristici su gas, petrolio e altri prodotti, con gli immancabili speculatori di turno pronti a continuare le loro sporche pratiche, denunciate anche dal governo, ma con l’effetto di determinare ancora aumenti a 360 gradi. Senza contare le inefficienze di tanti servizi pubblici o privati a valenza pubblica, spesso gestiti male ed in maniera eccessivamente onerosa, che creano disagi agli utenti, peggiorando la qualità della vita.
Davvero a poco o nulla servono i provvedimenti assunti dal governo Draghi. Occorrerebbero invece, insieme ad una seria strategia complessiva per il benessere sociale e lo sviluppo, più controlli in generale, sanzioni adeguate contro speculatori e approfittatori, un calmieramento dei prezzi, che come è stato dimostrato è possibile, oltre che doveroso, ed una assunzione di responsabilità collettiva».
«I cittadini onesti sono stanchi ed arrabbiati – conclude Ardolino – e pronti a mettere in essere ogni tipo di protesta contro il carovita, le aziende scorrette, gli speculatori e l’indifferenza ed incapacità delle istituzioni europee, nazionali e locali, che non hanno in alcuna considerazione i loro bisogni ed i loro diritti».
Attualità
Educare alla parità di genere – tra pari”, domani la presentazione del progetto presso la Sala Conferenze del Palazzo degli Uffici
L’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino venerdì 22 novembre 2024 alle ore 10,30 presso la sala Conferenze del Palazzo degli Uffici presenta un progetto che si rivolge agli studenti della scuola secondaria di II grado per Educare alla parità attraverso l’ innovazione didattica, dal titolo “Educare alla parità di genere – tra pari”.
Il progetto didattico “Educare alla parità di genere – tra pari” presentato dalla dott.ssa Rossella Schiavo, responsabile del Centro Antiviolenza ANANKE dell’Ambito Territoriale A1 con sede ad Ariano, ha lo scopo di prevenire atti di violenza contro le donne attraverso percorsi educativi e formativi destinati alle studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di II grado di Ariano in via sperimentale e nella forma di ricerca – azione.
Il progetto prevede di coinvolgere un numero di studenti delle classi terze e dopo la formazione essi stessi opereranno nei gruppi di studenti del proprio istituto secondo il modello didattico “pear to pear”.
L’iniziativa nasce dall’intesa tra gli Assessorati all’istruzione e alle Politiche Sociali, l’Azienda Speciale consortile per le politiche sociali dell’Ambito Territoriale A1 e le scuole superiori di Ariano. Dopo la sperimentazione il progetto sarà esteso alle altre scuole del territorio.
Dopo i saluti di:
Enrico Franza
Sindaco di Ariano Irpino
Laura Cervinaro
Consigliera Provinciale
Augusto Morella
Presidente Azienda speciale consortile per la gestione delle politiche sociali Provincia di Avellino n. A1
Pasqualino Molinario
Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ariano Irpino
Grazia Vallone
Assessore all’Istruzione e alle Politiche Giovanili del Comune di Ariano Irpino
Interverranno:
Rossella Schiavo
Psicologa – Azienda speciale consortile Avellino A1 – Sportello “Ananke”
Tiziana Aragiusto
Dirigente Scolastica, reggente ISS “De Gruttola”
Massimiliano Bosco
Dirigente Scolastico, ISS “Ruggero II”
Giovanni Mingione
Dirigente Scolastico, reggente Liceo “P. P. Parzanese”
Interventi degli studenti
Attualità
Rsu Ispettorato del Lavoro: solidarietà alle colleghe aggredite a Sirignano, necessario garantire sicurezza dei dipendenti
La Rappresentanza sindacale unitaria dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Avellino, composta da Mario D’Andrea, Carminantonio Vacchiano e
Maria Luisa Candela, nell’esprimere piena solidarietà alle due colleghe aggredite nei giorni scorsi in un’attività commerciale di Sirignano, mentre svolgevano il proprio lavoro, approfittando della presenza in città di alti dirigenti dell’ente, giunti appositamente presso la sede dell’ufficio per manifestare la vicinanza dell’amministrazione per quanto successo e approfondire la vicenda, ha avuto un confronto con il direttore centrale Vigilanza e Sicurezza del Lavoro dell’Ispettorato nazionale, dott. Aniello Pisanti, con il direttore interregionale Inl, dott. Giuseppe Patania, e con il direttore dell’Ispettorato territoriale di Avellino, dott. Francesco Damiani, che nella mattinata di ieri si sono incontrati, a Palazzo di governo, con il Prefetto, Rossana Riflesso.
L’intento della Rsu è individuare soluzioni idonee a gestire una situazione che ormai sta diventando insostenibile per gli ispettori che quotidianamente, nello svolgere le proprie mansioni, si imbattono in situazioni rischiose, diventando nei fatti lo sfogatoio di tensioni sociali, ma anche i destinatari di atteggiamenti e comportamenti incivili e aggressivi, da parte di alcuni degli utenti sottoposti a controlli.
Per quanto ci riguarda, abbiamo quindi chiesto maggiore attenzione e tutela anche per il personale adibito al front office, che costantemente deve rapportarsi con il malcontento dell’utenza, che non di rado degenera in invettive e minacce all’indirizzo degli addetti.
Da parte dei tre dirigenti abbiamo registrato ampia disponibilità a recepire le nostre osservazioni e ad intrattenere un confronto costante, in un’ottica di collaborazione costruttiva, nell’interesse esclusivo dei dipendenti degli uffici, in modo che possano svolgere le proprie funzioni istituzionali nella massima tranquillità.
Venendo al grave espisodio occorso alle colleghe, l’altro giorno, quando le due ispettrici del lavoro si sono presentate e qualificate all’atto dell’accesso ispettivo, il titolare della ditta ha reagito con violenza contro una di loro, strattonandola con forza mentre stava procedendo all’identificazione di una lavoratrice, impedendole di raccoglierne le dichiarazioni, in modo da agevolarne l’allontanamento, anche su energico invito della madre di quest’ultimo, presente nel negozio. Nonostante le ispettrici abbiano immediatamente chiesto l’intervento dei Carabinieri della stazione di Baiano, tramite il 112, che sono sopraggiunti in loco, il titolare della ditta e i suoi congiunti hanno ripetutamente oltraggiato e aggredito verbalmente le ispettrici del lavoro, rovesciando persino il tavolo sul quale stavano redigendo il verbale, colpendo così ad una mano una delle colleghe, procurandole una frattura ad un dito. Si è pertanto reso necessario l’intervento dei sanitari, anche a causa di un malore accusato dall’ispettrice colpita, a seguito della situazione, e il trasporto presso il Pronto Soccorso dell’azienda ospedaliera Moscati di Avellino, dove i medici hanno riscontrato la frattura alla mano e un innalzamento della pressione arteriosa, con una prognosi di 25 giorni.
A seguito di quanto è successo, ci è stato riferito che sarà convocato, in tempi brevi, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, con l’obiettivo di garantire un maggiore supporto all’attività ispettiva, in termini di forze dell’ordine.
Attualità
La lega marcia, mentre l’opposizione tace sulla Questione Meridionale e sul referendum
La Corte Costituzionale ha assestato un duro colpo alla legge 86/2024 targata Calderoli, ha cassato sette commi e indicato cinque prescrizioni a cui attenersi per riscrivere il testo. La casa è abbattuta ma non polverizzata, e Calderoli è ben determinato a modificare la legge in parlamento. I rilievi della Consulta sono chiari: non si possono trasferire intere materie ma solo specifiche funzioni, la richiesta va motivata e sempre che lo Stato Centrale non sia in grado di svolgere questa funzione nel rispetto del principio di sussidiarietà; la delega al governo per la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) non può essere generica; i LEP non possono essere definiti e rivisti con DPCM (Decreto Presidente Consiglio dei Ministri); deve essere eliminato il criterio della spesa storica e le regioni sono obbligate a rispettare il patto di stabilità al fine di prevenire inefficienze di sistema e la crescita della spesa pubblica; il parlamento non può solo ratificare le intese, fra il governo e le regioni, ma deve approvarle e rinviarle per un nuovo esame. Le opposizioni esultano, manca, però, un’azione volta a rimettere al centro dell’agenda politica la Questione meridionale, causa ed effetto delle disuguaglianze tra le due aree del paese. Né l’opposizione ha riaffermato la necessità che il referendum, richiesto da oltre 1,2 milioni di cittadini, sia celebrato, in tal modo, si impedisce ai cittadini di partecipare al dibattito pubblico sul regionalismo differenziato, sin ad ora, svolto solo nelle sedi istituzionali oppure nelle segrete stanze. In tal modo il silenzio dell’opposizione rafforza la proposta del governo Meloni di ritenere oramai inutile il referendum e non pongono in campo l’offensiva per spazzare via lo Spacca Italia.
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