Attualità
Antonio Bianco:”Campania il malato incurabile, maglia nera nelle prestazioni sanitarie”
Mai più ultimi, era lo slogan di De Luca sbandierato nella campagna elettorale del 2014. Infatti, ancor oggi, i campani sono ultimi nell’assistenza, nella cura e nella prevenzione delle patologie. Nel 2022 il Ministero della Salute aveva elaborato il piano per il recupero delle prestazioni sanitarie non erogate durante la pandemia. Il focus era centrato su: ricoveri per interventi chirurgici programmati, prestazioni per gli screening oncologici, prestazioni ambulatoriali. La Campania è il fanalino di coda, i dati sono forniti dalla fondazione Gimbe, presieduta da Nino Cartabellotta, solo il 10% delle prestazioni non erogate durante la pandemia sono state recuperate, a differenza della media italiana che si attesta al 65%. La narrazione è ben delineata nell’articolo di Giuseppe Del Bello, pubblicato da Repubblica il 23 giugno 2023 che lascia senza parole. La disfatta della sanità campana è delineata dai seguenti dati: gli interventi chirurgici programmati si attestavano al 22% a fronte di una media italiana del 66%; gli screening oncologici al 21%, in Italia all’82; le prestazioni oncologiche al 16%, media italiana del 67%; le attività ambulatoriali al 7%, dato nazionale al 57%. Il combinato disposto del Covid e dell’arretrato pre-pandemia, ha ridotto la prevenzione, ha impedito la cura di patologie gravi delle persone con basso reddito, ha, ancor di più, reso precario l’equilibrio finanziario della sanità campana, gravato da costi imputabili al peggioramento delle patologie acute in croniche. Di chi è la colpa? La riforma del 2001 del titolo V della Costituzione ha dato vita al Sistema Sanitario Regionale (SSR). Un mostro giuridico che genera sperequazioni tra i cittadini con identica patologia e reddito ed assoggetta a prestazioni sanitarie parametrate alla ricchezza del bilancio regionale. Tutto ciò penalizza i meridionali, provoca la migrazione sanitaria verso le strutture sanitarie del Nord, in dispregio dei diritti di uguaglianza ed alla salute sanciti dagli articoli 3 e 32 della Costituzione. Va tenuto conto che solo negli ultimi anni i presidenti delle regioni meridionali hanno fatto sentire la loro voce in corrispondenza dei soldi assegnati all’Italia con il PNRR. In precedenza solo acquiescenza ai diktat imposti da tutte le organizzazioni presenti in parlamento, che hanno dato vita al Partito Unico del Nord (PUN). Un paese balcanizzato vede la Toscana e la Lombardia in pole position con il 99% e l’87% delle prestazioni sanitarie recuperate e non erogate durante la pandemia, mentre la Campania, in solitario, ha messo in campo solo il 10%.
Attualità
Antonio Bianco : Non illudiamo i Meridionali con l’Alta Velocità
L’Italia è spezzata in due, i collegamenti ferroviari tra il Sud ed il Nord sono interrotti tra Paola ed Amantea, in provincia di Cosenza, a causa della caduta di un container sui binari la cui rimozione è resa difficile per le forti raffiche di vento. Rai Calabria, da Paola, effettua un servizio con le interviste e le pacate rimostranze dei passeggeri che denunciano l’interruzione della linea ferroviaria appena il mal tempo imperversa. Tra il 21° e 23° secondo del filmato del 14 gennaio 2025, il cronista cita l’Alta Velocità (il servizio è di Iacopo Catarsi e riproduco le testuali parole: “le cancellazioni per l’Alta Velocità sono continue…”), fatto non rispondente al vero in quanto l’Alta Velocità si ferma a Napoli e non prosegue verso il Meridione, lasciando inalterato il gap infrastrutturale dei collegamenti ferroviari tra le due aree del Paese. I tempi di percorrenza ferroviari della tratta tirrenica da Reggio Calabria a Napoli, paragonati a quelli tra Napoli e Milano, per la stessa distanza, sono circa il doppio. Tant’è che si vorrebbe progettare un nuovo tracciato dell’Alta Velocità, tra le due citate città, tutt’ora rimasto nel seno degli Dei. L’Italia va riunificata partendo dalla realtà dei fatti, in mancanza dei quali diventa difficile rimette insieme i cocci di un Paese arlecchino. Vengono riconosciuti i diritti di cittadinanza e civili a geometria variabile, legati al luogo di residenza. I meridionali emigrano in cerca di lavoro o per curarsi, hanno pochissimi esili nido pubblici, una sanità mal ridotta, un welfare inesistente e muoiono, in media, tre o quattro anni prima che nel resto del Paese. Almeno non li illudiamo con l’inesistente alta velocità ferroviaria tra Napoli e Reggio Calabria.
Attualità
Pallavolo Campionato Serie D maschile – Torna a giocare in casa il GSA ARIANO
Sabato 18 gennaio 2025 alle ore 18.00 al Palasport il team arianese scende in campo con i salernitani del PESSY per una gara valida a determinare le prime due posizioni del girone.
Dopo l’inattesa sconfitta rimediata a Battipaglia , la compagine del Tricolle ha perso il primo posto a vantaggio proprio dei prossimi avversari che conducono al vertice con due punti di distacco. La prossima gara rivestirà grande importanza sia per la conquista della vittoria che per la classifica , giocatori e staff tecnico del GSA ne sono consapevoli e preparano al meglio l’appuntamento.
Gli allenatori Giulio Filomena e Nico Medici chiedono alla squadra di lasciare da parte l’ultimo risultato e continuare a credere nelle proprie possibilità per seguire l’obiettivo promozione.
Sarà un impegno delicato per capitan Santosuosso e compagni che attendono l’occasione per riscattarsi
con un successo e riprendere il comando della graduatoria.
Attualità
Sotto il tricolore diritti a geometria variabile legati al luogo di residenza
Il 7 gennaio è stata ricordata la festa del tricolore,evento celebrato dal presidente delle Repubblica Mattarella che nel suo discorso ricorda che:“riassume la nostra identità di popolo”. Parole sacre che forse stridono con la realtà. In Italia i meridionali migrano per cercare lavoro e per curarsi, muoiono, in media, tre/quattro anni prima rispetto al resto d’Italia, non hanno mezzi di trasporto urbani efficienti né l’alta velocità, che si ferma a Napoli, pochi gli asili nido gestiti dai comuni, il welfare è un sogno e leinfrastrutture sono inadatte a ricevere gli investimenti industriali nazionali e stranieri. Inoltre il reddito pro-capite è la metà e la disoccupazione è doppia rispetto al Nord mentre è aumentata la povertà assoluta delle famiglie meridionali. Sullo stesso territorio, sotto la stessa bandiera convivono cittadini con diritti a geometria variabile, diritti negati a 19 milioni di persone da tutti i partiti che negli ultimi venti anni hanno governato il paese. Forse hanno messo in pratica il teorema di Guido Tabellini, già rettore della Bocconi, che sul quotidiano Il Foglio scriveva: “Le politiche più efficaci per avvicinare l’Italia all’Europa sono anche quelle che aumentano la distanza tra Milano e Napoli, tra aree avanzate e arretrate del Paese”. In poche parole: ognuno per sé e Dio per tutti.
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