Ariano Basket
Basket A2F – Flaminia De Luca resta ad Ariano “per scrivere una pagina importante”
Il G.S. Basket Ariano Irpino è lieto di annunciare la riconferma per la prossima stagione agonistica di Flaminia De Luca. La 22-enne guardia-ala di Sorrento resta in rossoblù dopo essersi rivelata una preziosa aggiunta in corsa nell’ultimo campionato.
“Sono orgogliosa e soddisfatta di questa nuova opportunità. Ringrazio società e coach per la fiducia accordatami. L’anno scorso sono arrivata a stagione ormai inoltrata. Ho cercato di inserirmi al meglio provando a ripagare il coach per lo spazio che mi ha man a mano concesso. Mi aspetto che la squadra possa ripetere il risultato inaspettato della scorsa annata. Gli innesti fatti dalla società sono di grande valore ed esperienza. Sono certa che consentiranno di realizzare tale aspettativa. Cercherò di dare un apporto sempre maggiore. Questa volta sarò presente sin dall’inizio della preparazione. Spero di essere pienamente coinvolta nei giochi e negli schemi di coach Ferazzoli. Non potrò mai dimenticare quando l’anno scorso, arrivata ad Ariano a metà stagione, sono stata accolta con calore e disponibilità, non solo dal presidente Cirillo e dalla signora Angela, ma anche da tutta la dirigenza, oltre che dall’affetto di coach Iris e di Valentina. Vorrei ripagarli con una buona stagione, così come i numerosissimi tifosi sempre presenti e vicini alla squadra, pronti a gioire, a soffrire. Si sono dimostrati capaci di capire le difficoltà e gli ostacoli di determinate situazioni non facendo mai mancare il loro insostituibile apporto. Il loro sostegno mi ha fatto sentire sin da subito una del gruppo. Comunque andrà questa stagione, spero che si riveli una pagina bella ed importante, non solo per la mia vita sportiva, ma soprattutto per quella di Ariano”.
LA CARRIERA – Pochi sanno che Ariano può contare su una campionessa europea: De Luca ha vinto nel 2007 a Mosca il campionato europeo under 15 per squadre con la canotta della Kocca Napoli. Flaminia ha inizio a giocare a basket all’età di sei anni nella Fortitudo Basket Sorrento grazie anche alla passione ereditaria da nonno Peraino. Segue la trafila nelle giovanili a Sorrento con il raggiungimento di numerose finali interzonali. Nel 2006/2007 il trasferimento alla Kocca Napoli di coach Cavaliere con cui conquista il terzo posto nella finale nazionale prima del trionfo di Mosca. Fa parte del Progetto Azzurina. Dal 2011 al 2013 è alla Saces Napoli con cui esordisce in serie A2. Nel 2013-14 è in serie A3 alla New System Maddaloni. Lo scorso anno inizia in serie B a Scafati. “Ho fatto una breve esperienza in B, vicino casa, perché volevo dedicarmi maggiormente allo studio. Frequento il terzo anno di Giurisprudenza. Mi è mancato troppo il clima professionistico che si respira in una serie superiore”. Da qui l’approdo ad Ariano.
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Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”
Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. “Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.
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