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Ariano Basket

Basket A2F: Gruppo L.P.A. Ariano Irpino – Carpedil Salerno 52 – 58

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Gruppo L.P.A. Ariano IrpinoCarpedil Salerno ’92 5258 (10-13, 26-30, 40-40)
GRUPPO L.P.A. ARIANO IRPINO: Santabarbara M. 2 , Aversano M. , Rossi C. 3 , Chesta A. 5 , Maggi V. 3 , Dominguez C. 5 , Mancinelli E. 3 , Micovic M. 21 , Narviciute G. 5 , Sarni S. 5 , All. Agresti Claudio
CARPEDIL SALERNO ’92: Dentamaro R. NE , Fereoli L. , Stamegna L. 18 , Potolicchio R. 13 , D’alie R. 8 , Trotta A. 2 , Ribezzo H. 15 , Bertan T. , Osso Y. NE , Ardito C. 2 , All. Natale Giancarlo
ARBITRI:Biagio Baccilieri, Luigi Ezio Esposito,
NOTE: Gruppo L.P.A. Ariano Irpino tiri liberi 9/20 (45%),Carpedil Salerno ’92 tiri liberi 4/8 (50%),

 

Battuta d’arresto interna per l’Lpa che pur mantenendo il primato solitario in classifica si fa sorprendere al Pala Cardito dalla Carpedil Salerno. Le ragazze di coach Agresti pagano oltremodo una settimana difficile dal punto di vista fisico. Al di là delle condizioni precarie di Chesta e Narviciute, Ariano ha pagato una prestazione deludente in attacco sia in termini di costruzione che di tiro. Non è bastato lo sforzo tiatnico di Micovic sotto le plance. Spuntato il perimetro con Maggi che ha chiuso con 1/8 dal campo, prestazione incolore di Sarni e percentuali asfittiche dalla lunetta le punte negative di una serata da dimenticare. Che si sia trattata di una serata storta lo testimonia anche l’infortunio occorso a Dominguez sulla sirena di metà tempo. Una ginocchiata sul naso la estromessa dalla contesa: fino ad allora aveva trainato le proprie compagne facendo buona guardia su D’Alie. Il play italo americano era il pericolo numero uno della vigilia ma le marcature di Dominguez, rossi e Mancinelli l’hanno limitato. Nel secondo ha dato il suo contributo al successo ospite mettendosi al servizio delle protagoniste della serata: Ribezzo ma soprattutto Stamegna. L’ex guardia di Sorrento e Potenza, vecchia conoscenza di Ariano a cui fu molto vicina due stagioni fa, ha riscattato lo scarso impiego della gestione Natale con una prestazione importante: le sue quattro triple nel secondo tempo hanno deciso la contesa.

LA GARA – In avvio la manovra delle padrone di casa è poco fluida, Agresti corre ai ripari richiamando in panca Sarni tra le meno in palla in casa irpina. Salerno ne approfitta solo in parte. Le ospiti non capitalizzano le difficoltà offensive dell’Lpa che limita i danni con il dominio a rimbalzo. Un gioco da tre punti di Micovic, in avvio di seconda frazione, vale il prima vantaggio delle rossoblu (17-13 al 14’). Coach Blanco ritrova il quintetto di partenza: D’Alie comincia a macinare gioco ed i risultati non tardano ad arrivare. Santabarbara ed Aversano commettono tre ingenuità a metà campo che danno il via ad un parziale di 15-2 in favore della Carpedil con Potolicchio sugli scudi. Il terzo quarto è nel segno di Stamegna. La guardia salernitana infila due triple consecutive (27-36) da ko. Agresti lancia nella mischia Mancinelli che prosegue la staffetta difensiva su D’Alie. La perugina è subita positiva. Salerno non capitalizza quattro rimbalzi offensivi consecutivi ed Ariano ritorna in partita inesorabilmente nonostante le percentuali basse dalla lunetta. E’ Micovic a farsi valere per i due canestri che valgono il pari all’intervallo lungo (40-40 al 30’). Ariano rimette la testa avanti con Maggi: sarà l’ultimo vantaggio delle padroni di casa. La guardia argentina fallisce due conclusioni dall’arco (alla fine 1/8 dal campo) mentre il pick and roll di D’Alie comincia a far danni E’ il preludio allo Stamegna show che spacca la gara con due triple consecutive (47-52 al 36’). Ariano getta la spugna. Sarni pasticcia sotto le plance e Ribezzo chiude i giochi con tre canestri da sotto facili facili.

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Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”

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Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.

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