Ariano Basket
Basket A2F – Le assenze falcidiano Ariano che si arrende solo nel finale.
Omc Broni – Lpa Ariano Irpino 51-45
Una incerottata Lpa esce sconfitta dal Pala Brera di Broni. Dopo sei vittorie consecutive, cinque in poule promozione, si interrompe il feeling con il successo delle ragazze di coach Agresti. Sul risultato pesano la settimana difficile di Rossi e Sarni e le assenze di Narviciute ed Aversano. Nel computo finale mancheranno proprio i canestri ed i rimbalzi della lunga lituana in una gara in cui Ariano ha commesso troppi errori sotto le plance (12/44 da due) vanificando la grande mole di lavoro svolta in difesa. Broni ha trovato tre fiammate decisive ben distribuite tra primo, terzo e quarto periodo, ma ha sofferto non poco con le sue tiratrici, spuntate da oltre l’arco (3/26). Sul fronte opposto, basse percentuali per Rossi e la febbricitante Sarni. Positiva Maggi autrice di una prestazione concreta anche in attacco. Gara da dimenticare per Chesta e Accini (-6) di valutazione per entrambe con l’argentina di Ariano che ha segnato solo dalla lunetta.
LA GARA – Pronti, via ed in casa pavese Accini inaugura la sua serata sfortunata dall’arco. Parte bene invece Chiara Rossi a dispetto di una settimana con allenamenti a singhiozzo: due tiri, cinque punti (2-5 al 3’). Broni ha però la prima fiammata. Dal 3’ all’ 8’ il parziale è di 12-0: tripla di Carù, gioco da tre punti di Zampieri, canestro di Corradini e sette punti di Zamelli intervallati da un tiro libero di Chesta. Agresti si affida ad un inedito quintetto small size con Santabarbara, Maggi, Mancinelli e Dominguez contemporaneamente sul parquet. Sono proprio le “baby” Santabarbara e Mancinelli a sbloccare lo score dalla lunetta. Sul 23-12 “entra” nel match anche capitan Maggi che va a bersaglio nei suoi primi due tentativi (23-16) al 15’). Si va al riposo con la difesa a zona irpina che comincia a dare i suoi frutti, mentre l’attacco di Broni spara a salve da oltre l’arco (1/12 all’intervallo lungo). L’avvio di ripresa ricalca il copione del primo quarto. Le biancoverdi provano la fuga, questa volta con le big Laterza, Corradini e Zampieri (36-23 al 23’). Ariano, che continua a fallire facili conclusioni da sotto misura, ritrova la sua difesa bunker e mette il tappo al proprio canestro per nove lunghissimi minuti. Zampieri rompe il digiuno dalla lunetta ma sul fronte opposto arriva la seconda tripla della serata di Maggi che riapre il match (38-36 al 32’). Le ufitane però non hanno la lucidità di completare l’opera. Maggi zoppica per crampi, Bona, Zampieri e Zamelli ricacciano le irpine di nuovo indietro (47-38 al 34’). I canestri di Dominguez e Mancinelli, la tripla di Rossi non possono nulla: Broni resta in lotta per il quarto posto. Per cambia poco in attesa della sfida casalinga di domenica prossima contro Ancona con la speranza di ritrovarsi con una Narviciute in più. Serve una vittoria per chiudere aritmeticamente i giochi e preparare con tutta calma la trasferta conclusiva di Vigarano Mainarda che potrebbe valere un preziosissimo secondo posto.
PROSSIMO TURNO (7^ giornata): Ariano Irpino – Ancona (23/03 ore 18); Napoli – Bologna (23/03 ore 18); Battipaglia – Vigarano (23/03 ore 18); Catania – Broni (22/03 ore 18).
Ariano Basket
Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”
Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. “Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.
Ariano Basket
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