Ariano Basket
Basket A2F-L’Lpa espugna Napoli con una grande prova di Chiara Rossi.
Saces Dike Napoli – Gruppo L.P.A. Ariano Irpino 63 – 66 (20-16, 36-34, 44-49)
SACES DIKE NAPOLI: Mitongu Ntumba M. 9 , Moretti E. NE , Maffenini G. 15 , Cupido R. 2 , Di Costanzo L. 2 , Minichino C. NE , Costa R. NE , Bocchetti S. 12 , Pastore C. 6 , Gross K. 17 , All. Monda Giovanni
GRUPPO L.P.A. ARIANO IRPINO: Santabarbara M. 3 , Aversano M. , Rossi C. 20 , Albanese V. NE , Chesta A. 12 , Dominguez C. 13 , Mancinelli E. NE , Micovic M. 11 , Narviciute G. , Sarni S. 7 , All. Agresti Claudio
ARBITRI:Danilo Lucarella, Denny Lillo,
NOTE: Saces Dike Napoli tiri liberi 14/19 (73,7%), Gruppo L.P.A. Ariano Irpino tiri liberi 16/26 (61,5%).
Cronaca : Grande prova della Lpa sul campo della Saces Dike Napoli e sopratutto immensa prestazione della play del tricolle che è stata la vera trascinatrice della squadra di coach Agresti con un’ottima media realizzativa sia dalla distanza che dalla lunetta. Ritmi subito alti con la squadra di casa a dettare i tempi di gioco ma con le ragazze arianesi a rispondere colpo sul colpo, con la sace che chiude il primo quarto avanti di quattro(20-16). Nel secondo quarto sono le difese a fare la voce grossa mantenendo il risultato in equilibrio e chiudendo il seondo quarto 36 a 34 per le ragazze di casa. Ma è il terzo tempo che mette in evidenza la forza delle leonesse arianesi che grazie ad un’ottima difesa a zona ed alla serata di grazia di Chiara Rossi coadiuvata da Sarni e dai tiri da fuori della Chesta, che l’Lpa fa un allungo determinante chiudendo la frazione in vantaggio di 5 (44-49).L’ultimo quarto Napoli tenta il tutto per tutto rientrando in partita e staccando di 6 punti le avversarie con le bombe da tre di Maffenini e della Pastore, che però non domano le arianesi che grazie ad una super Chiara Rossi che con due triple ed una della Chesta riportano in parità il match sul 60 a 60. Gli ultimi due minuti si avverte la tensione per la posta in palio e si vede molta confusione sul campo, ma la maggiore determinazione delle ragazze di coach Agresti permette loro di aggiudicarsi il match per 63 -66.
Ariano Basket
Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”
Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. “Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.
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