Ariano Basket
Basket A2F: Vesta Droptek Ancona – Gruppo L.P.A. Ariano Irpino 57 – 60
Vesta Droptek Ancona – Gruppo L.P.A. Ariano Irpino 57 – 60(8-12, 21-24, 46-45)
VESTA DROPTEK ANCONA: Redolf F. 4 , Moroni G. 5 , Sordi C. 18 , Cadoni C. 2 , Rebane V. 15 , Formiconi G. 3 , Mataloni M. , Madonna T. 8 , Dell’Olio V. 2 , Angeletti S. NE , All. Gaspari Cristiano
GRUPPO L.P.A. ARIANO IRPINO: Santabarbara M. 2 , Aversano M. NE , Rossi C. 7 , Albanese V. NE , Chesta A. 9 , Maggi V. 8 , Dominguez C. 7 , Mancinelli E. 2 , Narviciute G. 15 , Sarni S. 10 , All. Agresti Claudio
ARBITRI:Marco Catani, Simone Patti,
NOTE: Vesta Droptek Ancona tiri liberi 7/9 (77,8%), Gruppo L.P.A. Ariano Irpino tiri liberi 5/15 (33,3%),
Non finisce di sorprendere l’Lpa Ariano che espugna anche il Pala Rossini di Ancona dopo i successi a Bologna e contro Broni. La terza vittoria nella poule promozione arriva dopo una gara intensa, equilibrata, che Ariano ha fatto propria con una prestazione di collettivo in cui spicca quella di Narviciute (15 punti). Determinante il predominio a rimbalzo e la migliore serata della stagione nel tiro dalla lunga distanza (9/18 da tre) che ha di fatto annullato la prestazione balistica monstre delle marchigiane. Su tutte quella di Carola Sordi, 18 punti e soprattutto 4/6 da oltre l’arco, anima e costante spina nel fianco delle irpine. Più distribuita la pericolosità in casa Lpa che nell’ultimo quarto ha mostrato la stessa compattezza difensiva evidenziata nella fasi decisive del match contro Broni. Le vittorie di Napoli a Bologna e di Battipaglia sul parquet della capolista Vigarano Mainarda rimescolano le carte in vetta. Ora sono in quattro in appena due punti e domenica ad Ariano arriverà proprio la capolista Vigarano Mainarda. L’obiettivo di centrare una delle prime quattro posizioni sembra alla portata delle irpine, ma gli scenari che si aprono possono far sperare in un piazzamento importante in ottica semifinali.
LA GARA – L’avvio è equilibrato. L’Lpa è insolitamente ispirata nel tiro pesante. E’ Narviciute a piazzare due triple. La lituana è on fire: al 12’ è già in doppia cifra. Le ospiti confezionano un break di 10-0 (15-22 al 15’) anche grazie ai canestri di Santabarbara, Maggi e Dominguez. Ancona si affida al suo capitano. Carola Sordi la prima tripla della serata, ma soprattutto tanto mestiere, francobollando Rossi e provando a far saltare i nervi alle avversarie. La partita si fa spigolosa: Mancinelli commette tre penalità in un amen (21-24 al 20’). La ripresa si apre nel segno di Sordi, la guardia romana è una furia. Le sue tre triple aggiunte alle due di Madonna sarebbero da knock-out se dall’altra parte Sarni, Maggi e Chesta non rispondessero allo stesso modo da oltre l’arco. Ancona si aggiudica la frazione mettendo la freccia (46-45 al 30’). Sarà l’ultimo vantaggio delle biancorosse. L’ultima frazione è il remake del quarto decisivo contro Broni: la difesa di Ariano diventa un fortino. Sordi e Rebane si gravano di quattro penalità ed ancona resta all’asciutto per cinque minuti. Il parziale di 8-0 propiziato da Chesta, Narvicute e Rossi spacca la gara (46-53 al 34’). Ancona rientra sul -2 con una tripla di Formiconi ed un gioco da tre punti di Sordi (56-58 al 38’). Dominguez e Rebane fanno uno 1/2 dalla lunetta. Si arriva all’ultimo giro di lancette. Rossi fa 0/4 ai liberi. A sei secondi dalla fine (57-59), Ancona ha il pallone del pareggio, ma il pressing delle “leonesse” procura una palla rubata ed un fallo su Narviciute che a 17 centesimi dalla fine chiude i giochi dalla lunetta rendendo vana la preghiera di Sordi da oltre metà campo.
Ariano Basket
Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”
Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. “Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.
Ariano Basket
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