Ariano Basket
Basket Ariano – Tay Madonna è il primo colpo di mercato della Mcs Ariano Irpino.
Tayara Madonna, o più semplicemente “Tay”, sarà il nuovo playmaker della formazione guidata da Iris Ferazzoli. Ventitré anni compiuti il primo luglio, milanese di Parabiago, è nativa di Campinas in Brasile. Papà Paolo, di origine aversane, e mamma Raffaella l’hanno adottata insieme alla sorella Nayara. Arriva dalla Vesta Droptek Ancona con cui ha disputato la parte finale della scorsa stagione nella conference centro di serie A2. Con la formazione dorica ha conquistato l’accesso alla poule promozione in cui è stata anche avversaria della formazione irpina. Nella formazione marchigiana, che poteva contare sulla coppia Moroni-Mataloni in cabina di regia, è stata impiegata soprattutto nel ruolo di guardia. Per lei 6,2 punti in 29 minuti di media con il 44% da due ed il 33% nel tiro pesante in una formazione che offensivamente puntava tutto sull’asse Sordi-Rebane. In realtà Madonna ha doti di playmaker classico, sa giocare uno contro uno e può essere pericolosa anche dall’arco. Sin dai 14 anni è stata nel giro delle nazionali giovanili. La stagione d’esordio l’ha vissuta a Palmanova in B d’Eccellenza nel 2008-09. Poi cinque stagioni consecutive ad Udine in serie A2 con un impiego progressivamente crescente da poco meno di dieci fino ai trenta minuti di media della stagione 2012-13. Nell’ultima esperienza in Friuli la definitiva consacrazione proprio al fianco di Chiara Rossi, la play rovigiana di cui sarà l’erede sul Tricolle.
PAROLA DI TAY – “A questa squadra darò sicuramente il massimo, portando il mio bagaglio tecnico e tutto ciò che ho imparato in questi anni. Mi piacerebbe vivere una stagione in un gruppo che lotti per un obiettivo comune, in cui ciascuno metta il proprio mattoncino” è questo il primo commento di Tay dopo l’accordo con la società irpina. L’impatto con la nuova realtà non sarà del tutto inedito: “Conosco Gabri Narviciute da diversi anni grazie ad amicizie comuni ed i tornei estivi giocati insieme. Con Marisabel Santabarbara ci sono diversi trascorsi nei raduni con le nazionali giovanili”. Proprio il ritorno in maglia azzurra può essere il primo stimolo di Madonna che fuori dal parquet è una ragazza solare: “Ho militato in diversi raduni con la Nazionale dai 14 anni in avanti con esperienze Europee. Indubbiamente sarebbe un grande onore ritornare a vestire la maglia azzurra. Al di fuori dal campo mi piace principalmente ascoltare musica, preferibilmente hip hop e reggaeton, ma non disdegno una bella serata in compagnia o in alternativa gustarmi un bel film o un buon libro. Credo di essere una persona altruista che conta molto sui legami”. Un esempio in campo ed un messaggio: “Diana Taurasi è sicuramente un esempio per molti. Sono molto felice e motivata per questa nuova avventura. A presto e forza Ariano”.
L’AUSPICIO DEL PRESIDENTE – Il presidente Mario Cirillo è soddisfatto per l’operazione: “Non era facile sostituire una giocatrice del calibro di Rossi. Molte cestiste in quel ruolo hanno scelto l’A1. Abbiamo puntato sulla gioventù e la voglia di emergere di un elemento di qualità qual è Tayara con la convinzione di aver compiuto la scelta più giusta e funzionale alla nostra realtà”.
Ariano Basket
Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”
Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. “Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.
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