Ariano Basket
Basket – Lpa, primo tour de force: tre amichevoli in quattro giorni.
Le ragazze di coach Agresti ritornano sul parquet domani pomeriggio a Salerno (ore 18.30) ospiti della Carpedil, dopo il primo confronto diretto di giovedì scorso al Pala Cardito. L’obiettivo è quello di confermare le positive indicazioni dell’esordio (finale di 80-55 per le irpine), operando un passo in avanti in termini di crescita del complesso e di abitudine al ritmo partita. “E’ un momento di verifica che giunge a tre settimane dall’inizio della preparazione, in pratica a metà del percorso di avvicinamento al campionato” commenta coach Agresti. “Forse siamo un po’ indietro rispetto alla tabella di marcia. Un ritardo fisiologico comune a tutti in questo periodo. Complessivamente si procede con serenità, costruendo mattoncino su mattoncino il nostro futuro. Saranno test importanti per allenarci al ritmo partita. L’abitudine all’allenamento ha le sue prerogative, l’abitudine al gioco è cosa diversa. Lo abbiamo riscontrato il giorno successivo alla prima amichevole, quando la stanchezza si è fatta sentire non poco”. Ancora ferma ai box Manuela Aversano. Le sue condizioni saranno valutate martedì prossimo. Bisognerà capire se la play avrà recuperato dal piccolo stiramento subito in allenamento e quindi programmare la sua attività di rientro a tempo pieno.
Il match di domani anticipa il primo dei tre quadrangolari che porteranno le ragazze diritte all’esordio del 12 ottobre proprio al Pala Silvestri di Salerno. Solo un giorno di pausa e venerdì le rossoblu saranno di nuovo in campo per il torneo “Città di Latina” organizzato dall’attivissima società del presidente Massimiliano Di Maria che si candida ad un ruolo da protagonista del prossimo torneo di serie A3.
Il programma prevede il primo match alle ore 18 di venerdì tra le locali e Viterbo, diretta competitor di Ariano nella conference centro-sud di A2. Alle 20 l’impegno delle irpine contro la Virtus Albano, altra formazione laziale militante in A3. Sabato le due finali con gli stessi orari: alle 18 quella tra le due perdenti, alle 20 quella per il primo posto.
Ariano Basket
Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”
Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. “Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.
Ariano Basket
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