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Cambiare tutto per non cambiare niente. In Italia l’acqua è al centro di interessi economici e finanziari di grandi lobby economiche

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Da mesi si invoca un cambiamento. Molti chiedono a gran voce: mai più come prima! Perché la situazione attuale ci ha portato a delle conseguenze che tutti possiamo constatare. L’esplosione del Covid 19 non è casuale, ma è dovuta molto probabilmente a questo modo di vivere e produrre, agli allevamenti intensivi che vengono costruiti disboscando e mettendo così in contatto gli animali selvatici che hanno perso il loro habitat, con gli animali allevati e tramite uno spill over i virus fanno un salto di specie fino ad arrivare all’uomo. L’agricoltura intensiva sta distruggendo l’ambiente. Lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e la povertà che deriva da questo sistema sono cose non più sostenibili. Inoltre i mutamenti climatici favoriscono lo scioglimento dei ghiacci che potrebbero ridare vita a pericolosi virus ibernati da millenni. Si mette a rischio l’esistenza dell’uomo sulla terra. Ci sono persone che non si rendono conto, ma tanti a gran voce invece chiedono un cambiamento nel modo di produrre, su cosa produrre per ricostruire il primato dell’interesse pubblico su quello privato, per favorire il bene comune anziché il profitto di pochi, che per produrre quantità immense di prodotti devastano il pianeta. Il deputato di LeU, Stefano Fassina su “Affari Italiani”sostiene che : “va reintrodotta la gestione pubblica nei monopoli naturali come le attività di distribuzione dell’acqua, dove rimane inapplicato il risultato del referendum del 2011. I liberisti nostrani, sempre pronti a socializzare le perdite ma a tenersi stretti profitti e rendite, dovrebbero alzare lo sguardo e verificare quanto è in corso nei principali Stati europei, oltre che in USA”. Negli Stati Uniti è prevalente la gestione pubblica dei servizi idrici e fognari. La privatizzazione è relativamente poco diffusa, ma ogni anno diverse comunità del Paese rimunicipalizzano i loro servizi idrici e fognari. Dal Ghana alla Germania, dall’Argentina all’Ungheria, dalla Malesia alla Francia, passando per la Bolivia: più di 180 città, in più di 35 Paesi in tutto il mondo, hanno ripubblicizzato il servizio idrico integrato. In Italia, purtroppo, l’acqua è al centro degli interessi economici e finanziari di grandi lobby economiche che, in questi anni, hanno premuto l’acceleratore sui processi di privatizzazione e spinto affinché in Italia la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato venisse bloccata.

Fassina sostiene che il sistema pubblico deve svolgere l’insostituibile funzione di “innovatore di prima istanza”, come ipotizzato dalla prof Mazzucato.

Questa idea non è diffusa perché da quando l’ideologia comunista è stata sconfitta, il pensiero unico, padrone della scena accademica internazionale, ritiene che lo stato debba intervenire nell’economia il meno possibile.

Al contrario Marianna Mazzucato pensa che lo Stato può, e deve, assumere il ruolo di guida nell’innovazione tecnica e conoscitiva, assumendo di conseguenza un analogo ruolo per la crescita economica. Corollario di tale tesi è che lo Stato avrebbe tutto il diritto di appropriarsi di parte dei profitti che questo suo ruolo genera, per finanziare nuove ricerche e per coprire i costi di ricerche che non hanno portato a risultati positivi.

Ma la commissione di studio istituita dal Governo Conte due è di avviso contrario e vuole che tutto rimanga come prima, anzi peggiorato. Addirittura si comincia dalla “sburocratizzazione” della pubblica amministrazione, con la proposta di abolizione del codice degli appalti (un primo passo verso la legalizzazione delle mafie). Poteva, dentro questo contesto, mancare l’idea che i servizi pubblici locali (acqua, energia, trasporti, rifiuti) devono essere accorpati in grandi multiutility finanziarizzate e competitive?

Se la pandemia ci ha posto di fronte alla necessità di scelte radicali di fuoriuscita dal modello capitalistico per costruire collettivamente una società diversa, basata sulla cura dell’ambiente, e di una umanizzazione del lavoro, della centralità della sanità pubblica, il piano Colao ci proietta dentro la riproposizione in salsa autoritaria della società fondata sull’ideologia del profitto.

Il M5S l’anno scorso ha perso la sua quinta stella quando durante il Governo Conte uno, ha votato per l’approvazione dell’articolo 24 del decreto crescita che completerebbe il processo di liquidazione dell’Eipli, l’ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia.

L’emendamento in questione, legittima la costituzione di una società per azioni alla quale sarebbero trasferite tutte le risorse umane e strumentali dell’ente. Una SpA a capitale pubblico: nella società entrerebbero il Ministero dell’Economia, mentre alle Regioni Campania, Basilicata e Puglia è data la possibilità di partecipare. Ma nelle SpA che sono enti di diritto privato, in ogni momento potrebbe entrare un privato. Al contrario se si volesse attuare l’esito referendario si dovrebbero costituire aziende speciali di diritto pubblico.

Per rimanere in tema di privatizzazioni la Provincia di Benevento ed Acqua Campania SpA hanno presentato un progetto per la potabilizzazione dell’invaso di Campolattaro (Bn), redatto a seguito del protocollo d’intesa sottoscritto tra le parti il 15 maggio del 2019. Il Comitato Acqua Bene Comune di Benevento che sta portando avanti importanti lotte come la promozione di un referendum consultivo sulla gestione pubblica ( A Benevento l’erogazione dell’acqua è gestita da GESESA prevalentemente controllata dalla multinazionale francese Suez) dichiara: “la potabilizzazione e l’utilizzo per fini irrigui dell’acqua della diga potrebbe diventare una grande opportunità per lo sviluppo dei nostri territori. Siamo in presenza di un’opera colossale, perchè l’invaso raccoglie quasi 100 milioni di litri cubi d’acqua e la sua potabilizzazione sarebbe in grado di erogare 2600 litri di acqua al secondo, capaci di dissetare tutto il Sannio e l’Irpinia. Senza contare i riflessi positivi che l’opera avrebbe per l’agricoltura sannita, sostenendo le nostre imprese agricole durante le sempre più frequenti crisi idriche imposte dai cambiamenti climatici” e aggiunge “Il condizionale, però, è d’obbligo perché c’è qualcosa che non torna in questa vicenda. Dalle notizie diffuse dalla Provincia (comunicato stampa del 24.09.2019) i costi per la progettazione delle opere sono coperti dalle riserve economiche di Acqua Campania SpA, derivanti dagli introiti delle tariffe dei servizi. Sino a qui non ci sarebbe nulla di strano, se Acqua Campania fosse un Ente pubblico”. In effetti Acqua Campania non è affatto pubblica. Acqua Campania SpA, è nata nel 1994 dalla trasformazione di un consorzio di enti ed aziende in Società, trasformazione approvata dalla Regione Campania e vende l’acqua all’ingrosso a gran parte della Regione. Ha in gestione “l’acquedotto” regionale proveniente dalle sorgenti del Lazio e del Molise, che alimenta le province di Napoli e Caserta, almeno 3 milioni di utenti. Nel piano di Acqua Campania è prevista l’acquisizione da parte della Regione della “collina di Cancello”, dove confluisce l’acqua della fonte del Serino che serve Napoli, ora gestita da ABC, azienda speciale del Comune. Acqua Campania è costituita da Vianini Lavori una società di lavori pubblici del gruppo Caltagirone al 47,9%; Veolia Italia che è l’articolazione nostrana del colosso francese;al 47,9%; ENI allo 0,15; Italgas Reti SpA allo 0,53%; Nuovo Pignone Holding SpA allo 0,5% e Saipem SpA allo 0,08% .

La Regione Campania durante la gestione di Caldoro ha approvato la trasformazione del consorzio di enti ed aziende in Società, in Acqua Campania SpA , ma questa trasformazione è stata considerata illegittima dalla Corte Costituzionale. Nella sentenza di giugno 2015, la Corte Costituzionale ha chiarito che non rientra nelle competenze regionali individuare direttamente il soggetto gestore del servizio idrico integrato. Sono i Comuni associati tra loro che devono farlo.

E’ chiaro che lo scopo di Acqua Campania, di fare profitto sia in contrasto con l’esito referendario che vieta di fare profitto dall’acqua.

Il 14 luglio il Presidente De Luca è andato alla Rocca dei Rettori a Benevento per rivendicare la paternità dell’affidamento della gestione della depurazione ad Acqua Campania, ed evidentemente anche la sua soddisfazione per gli introiti che la società realizzerà. Nel suo discorso alla Rocca dei Rettori ha detto che bisogna investire nell’edilizia ospedaliera dopo che ha chiuso diversi ospedali in Campania e ha costruito edifici inutili per il covid 19 e che con le privatizzazioni si realizzerà l’innovazione di prima istanza, giusto il contrario di quello che pensa l’economista professoressa Mazzucato. Cambiare tutto per non cambiare niente.

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Maria Sofia Ortu torna in libreria con un nuovo titolo dedicato agli adolescenti

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La scrittrice irpina presenterà il suo nuovo lavoro, ‘ Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’, sabato 10 maggio, alle ore 18.30 , al Teatro delle Arti di Minori, nell’ambito della rassegna in costieraamalfitana.it, Festa del Libro in Mediterraneo. Maria Sofia Ortu torna in libreria con un nuovo titolo dedicato agli adolescenti. La scrittrice irpina presenterà il suo nuovo lavoro, ‘ Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’, sabato 10 maggio, alle ore 18.30 , al Teatro delle Arti di Minori, nell’ambito della rassegna in costieraamalfitana.it, Festa del Libro in Mediterraneo. La presentazione del nuovo libro di Maria Sofia Ortu, edito da Polis Sa Edizioni, illustrato da Chiara Savarese, è inserita in un cartellone di eventi dedicati ai più piccoli, all’interno della Festa del Libro in Mediterraneo. ‘Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’ è un volume composto da due racconti: ‘Il soffio del demone ‘ e ‘ Le anime smarrite’ ed è rivolto a ragazzi di terza media – primo superiore. Questo è il terzo libro di Maria Sofia Ortu che sempre con Polis Sa Edizioni ha pubblicato nel 2021 la fiaba ‘ Alì e il mondo sommerso ‘, che ha vinto il Premio Speciale della giuria Costa d’ Amalfi Libri 2021, e nel 2022 ‘Il segreto di Mattia ‘ , che ha ricevuto la menzione speciale della giuria nell’ambito del Premio Costa d’ Amalfi Libri 2023 e la segnalazione particolare della giuria nell’ambito della XXXI edizione del concorso nazionale di letteratura per ragazzi ‘ C’era una volta…Vasco Francesco Fonnesu, sezione 2, testi editi.

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Papa Francesco: coesione e non divisione, l’invito rivolto ai potenti del mondo inclusa la Meloni

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La morte di Papa Francesco segna il passaggio verso un’era nuova della chiesa. La persona umana è il fulcro ed il motore del nuovo mondo, non vocato solo alla logica del profitto e dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo e delle risorse del pianeta, ma alla ricerca costante di un equilibrio che dia voce e dignità agli ultimi ed ai paesi più poveri, oppressi da gravosi debiti verso gli Stati ricchi. Un’ideale raccomandazione rivolta ai potenti del mondo presenti in Piazza San Pietro e intervenuti per la celebrazione dei funerali di Papa Francesco, di non escludere ma di includere, di ascoltare e decidere con provvedimenti equi che tengano conto di tutte le parti in gioco. La politica deve produrre coesione e non divisione, questo l’invito che dovrebbe essere accolto dalla Meloni, concentrata con il suo governo ad approvare lo Spacca Italia, provvedimento scellerato che ratifica le disuguaglianze per legge esistenti tra le due aree del paese, preclude a 20 milioni di meridionali i diritti civili e di cittadinanza declinati dalla Costituzione, mette la pietra tombale sulla Questione Meridionale, mai affrontata e mai risolta.Il parlamento italiano accolga le parole di Papa Francesco e crei le condizioni affinché si avvii il Paese verso la riunificazione socio-economica mairealizzata e forse, mai voluta.

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Confesercenti, Marinelli: bonus contro il caro energia per famiglie e imprese irpine

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“Novità positive per negozi e attività produttive irpine, oltre che per le famiglie, con l’approvazione del “decreto bollette”, per contrastare la nuova impennata delle tariffe elettriche, che sta mettendo ancora una volta a dura prova i bilanci di imprese e cittadini”. Ad affermarlo è Giuseppe Marinelli, presidente provinciale della Confesercenti di Avellino.

“Il provvedimento – prosegue il dirigente dell’associazione di categoria – prevede che il bonus sociale elettrico venga ampliato per tre mesi agli utenti domestici con Isee fino a 25mila euro, che riceveranno un contributo da 200 euro. Un aiuto  spetterà anche alle aziende “energivore” – con potenza impegnata superiore a 16,5 kW – e alle Pmi vulnerabili. Attualmente il bonus sociale bollette prevede che il cittadino o il nucleo familiare abbia diritto al contributo con un Isee non superiore a 9.530 euro per famiglie con massimo 3 figli a carico (20.000 euro per quelle numerose con almeno 4 figli). Per coloro che già percepiscono il sostegno, il contributo potrà arrivare fino a 500 euro.

Alle microimprese e ai clienti vulnerabili (ultra 75enni, disabili e chi si trova in condizioni economiche svantaggiate o ha gravi problemi di salute) del sistema a tutele graduali viene consentito di essere inseriti in un mercato controllato, e non in quello libero, anche alla cessazione del servizio il 31 marzo 2027. Stop anche al pignoramento degli immobili dei soggetti vulnerabili con il blocco delle esecuzioni immobiliari sulla prima casa per debiti condominiali sotto i 5.000 euro.

È poi previsto un “salvagente” per le auto aziendali: i veicoli ordinati entro il 31 dicembre 2024 e concessi in uso promiscuo dal primo gennaio 2025 al 30 giugno 2025, saranno esclusi dal nuovo sistema di tassazione dei fringe benefit introdotto dalla manovra, cioè sui compensi non monetari erogati sotto forma di beni e servizi offerti dal datore di lavoro ai dipendenti per integrare la retribuzione principale, come buoni pasto, polizze assicurative, misure sociali aziendali”.

Gli interventi annunciati e introdotti – conclude Marinelli – sono sicuramente utili e ormai attesi da tempo, ma occorrono ulteriori misure, come più volte evidenziato, più inclusive e soprattutto strutturali. Per cominciare è necessario alleggerire anche gli oneri di sistema delle imprese con potenza disponibile fino a 16,5 kilowatt, che sono peraltro di più piccole dimensioni, che hanno pesantemente risentito in questi anni dell’incremento dei valori delle materie prime energetiche”.

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