Attualità
Ciampi(M5S): “Vaccini, Irpinia in controtendenza: centri vaccinali e operatori ridotti di un terzo”
La denuncia del consigliere regionale nel corso del question time: “Ammissione choc della giunta: organizzazione basata su afflussi estivi e non su dati attuali”
“In controtendenza col processo di potenziamento messo in atto da tutte le Asl della Campania, sulla scorta delle disposizioni nazionali e regionali tese a far decollare la campagna vaccinale per la terza dose, in provincia di Avellino si vive un vero e proprio paradosso. Il numero dei centri vaccinali è più che dimezzato rispetto a un anno fa, così come sono diminuiti sensibilmente gli operatori sanitari impiegati per effettuare i vaccini. Il motivo? Secondo quanto la giunta ha ammesso oggi in aula, si è sarebbe resa necessaria una riorganizzazione che, piuttosto che tener conto dei dati attuali relativi all’incremento dei contagi e al numero delle persone che si affrettano a fare la terza dose, si baserebbe invece sugli afflussi registrati nel corso dell’estate, che erano in misura nettamente ridotta. Da brividi i dati illustrati dall’assessore Marchiello in aula. I centri vaccinali in Irpinia sono passati da 22 a 10, i medici vaccinatori da 60 che erano oggi sono appena 21, 15 gli infermieri a fronte dei precedenti 31, così come gli amministrativi, che da 69 sono calati a 29 unità”.
“Il risultato di questa assurda organizzazione è oggi nelle immagini, drammatiche, di anziani e bambini costretti a file interminabili presso i pochi centri vaccinali. Cittadini anche fragili, costretti a trascorrere ore e ore all’addiaccio e sotto la pioggia battente di questi giorni. Come si può pensare di basare una programmazione su dati di accesso registrati nel periodo in cui la stragrande maggioranza dei cittadini si era già sottoposta alla prima e alla seconda dose vaccinale, ora che c’è la corsa alla terza dose e incombe l’incubo della variante “omicron”? Il raggiungimento dell’obiettivo, tanto sbandierato da De Luca, di vaccinare tutti si raggiunge esclusivamente mettendo in campo tutte le risorse già impegnate nella prima fase della campagna vaccinale. A partire dalla provincia irpina, ancora una volta considerata figlia di un Dio minore”.
Attualità
Liste di attesa: i soliti proclami
Il governo Meloni agli inizi dell’estate scorsa sbandierò (vedi il mio articolo pubblicato da “Il Confronto, Rivista on line) ai quattro venti il programma con il quale avrebbe ridotto, in tempi rapidi, le liste di attesa. L’allarme è lanciato dalpresidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, il quale mette a fuoco il ritardo nell’approvazione dei decreti attuativi previsti dal DL 73/2024 sulle liste d’attesa, convertito dalla Legge 107/2024″. Sin ad ora, è stato adottato solo 1 dei 6 decreti attuativi. La riforma prevede un’integrazione del Cup delle strutture pubbliche con quelle accreditare dal SSR per migliorare le prenotazioni e l’offerta agli utenti, ed una nuova metodologia per individuare il fabbisogno reale del personale,passaggio fondamentale per le assunzioni, decreti ancora di là da venire. A fronte di tanti proclami estivi, non si comprende come potrebbero essere azzerate le liste di attesa se mancano circa 4 mila medici di Medicina di Emergenza-Urgenza (MEU). Circa 1033 medici hanno lasciato i PS, 467 nuovi ingressi coprono appena il 45% di medici dedicati a questo reparto. Per coprire i turni si è provveduto all’utilizzo di medici di altri reparti (29%), contratti atipici (54%), specializzandi di emergenza urgenza (32%), cooperative (28%), i medici non MEU comandati dalla direzione (20%). La tragica realtà è sotto i nostri occhi, il Tribunale dei diritti del malato ha denunciato che almeno 300 mila persone hanno atteso 3 giorni prima di avere un posto letto. L’amarezza delle parole del presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, sono rilanciate dall’Agenzia Ansa: “le riforme annunciate restano un esercizio retorico se non tradotte in azioni concrete, mentre il raggiungimento di risultati parziali è solo una magra consolazione politica, priva di reali benefici per la società”, (Redazione Ansa, 29 gennaio 2025).
Attualità
Marco La Carità nominato Componente Esecutivo Regionale di ANCI Campania in quota Forza Italia
Napoli, 30 gennaio 2025 – Marco La Carità, Consigliere Comunale di Ariano Irpino, è stato nominato Componente Esecutivo Regionale di ANCI Campania, incarico di rilievo all’interno dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.
La nomina, firmata dal Presidente Carlo Marino, si inserisce in un’ottica di rafforzamento della governance dell’ANCI Campania, con l’obiettivo di garantire un maggiore coinvolgimento nella fase istruttoria e operativa dell’Associazione.
Marco La Carità assumerà questo ruolo in quota Forza Italia, rappresentando il partito all’interno dell’organo esecutivo regionale. La sua esperienza amministrativa e il suo impegno politico saranno fondamentali per affrontare le sfide dei Comuni campani e promuovere soluzioni efficaci per il territorio.
“Sono onorato di questa nomina e pronto a mettere a disposizione le mie competenze per supportare i Comuni della nostra Regione”, ha dichiarato La Carità.
Forza Italia conferma così la sua presenza attiva in ANCI Campania, con l’obiettivo di garantire una rappresentanza forte e incisiva per gli amministratori locali.
Attualità
GAP Nord – Sud e Regionalismo Differenziato
A Cercola, in provincia di Napoli, prosegue il dibattito di Città Futura, ubicata in C.so Domenico Ricciardi 261, sul rilancio della Questione Meridionale e delle sperequazioni tra le due aree del paese. All’incontro di domenica 2 febbraio 2025 alle ore 11,00 parteciperà il Senatore Peppe De Cristofaro di Sinistra Italiana, il Consigliere Comunale di Città Futura Marco Picardi, il Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese e il giornalista e saggista Salvatore Lucchese, Direttore Responsabile della rivista laica e progressista “Meridione/Meridiani”
il Sud ha avuto, negli ultimi due anni, una crescita del PIL superiore al Nord ma, in realtà, i meridionali vivono con il reddito che è la metà e la disoccupazione doppia rispetto al Nord. Hanno servizi pubblici inadeguati, molto costosi, poco frequenti, in particolar modo in provincia, scarsamente calibrati ai bisogni che li costringe a rivolgersi al privato. Inoltre la crescita dell’occupazione al Sud, così come ha ribadito lo Svimez, è basata sul lavoro “cosiddetto povero” con un salario da part time ma, che, in realtà, impegna il lavoratore full time senza la possibilità di un progetto di vita futura e privo di sufficienti garanzie per la sua incolumità psico-fisica.
Siete tutti invitati
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