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Attualità

Codice Rosso 2.0:”perchè il Covid ha dato il colpo di grazia alla Sanità?” di Giovanni Savignano

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Recensione al libro di: Pietro Pavone, Università del Sannio e Paolo Ricci, Università di Napoli Federico II

Dopo oltre un decennio dalla pubblicazione di Codice Rosso. Discussioni su sanità, medicina e ricerca in Italia, Giovanni Savignano propone nuove riflessioni sul sistema sanitario italiano, declinando un ampio ventaglio di variabili interpretative che consentono di storicizzare le cause di problemi irrisolti e, al contempo, di intercettare le tendenze in atto, in un quadro di straordinari mutamenti nazionali e sovranazionali di ordine politico ed economico.

Codice Rosso 2.0: perchè il Covid ha dato il colpo di grazia alla Sanità? viene alla luce, così come era stato per il precedente libro del 2008, nel vivo di una crisi che, oggi, a differenza della recessione internazionale dei mutui subprime, è in primis una crisi sanitaria.

L’Autore attraversa, con la lente del medico, studioso attento, gli anni tra queste due crisi epocali, dopo un esaustivo excursus storico sulle origini e il significato del Servizio Sanitario Nazionale e sulla sua evoluzione. Il risultato è un contributo che – in ultima analisi – può essere definito come un grido di urgenza riformatrice, non più procrastinabile, per riuscire a sottrarre il sistema italiano della sanità dal pericolo di implosione, cui appare condannato. Stretto nella morsa di due opposte esigenze, cura del malato e attenzione ai conti pubblici, il welfare socio-sanitario emerge come scalpitante alla ricerca di una via di fuga, che l’Autore intravede in un “nuovo corso progettuale”, da inaugurare anche approfittando della rinnovata disponibilità dimostrata dalle istituzioni comunitarie nella gestione dell’attuale crisi pandemica. La contestualizzazione dell’argomentazione è la chiave metodologica utilizzata per accompagnare il lettore. L’immagine delle continue riforme del Servizio Sanitario Nazionale viene servita solo dopo aver inquadrato lo sfondo delle idee neoliberiste della diade Reagan-Thatcher, culla di quell’ethos manageriale esaltato dallo spirito del New Public Management, che ha attraversato ampi strati del settore pubblico a partire dagli anni Ottanta del XX secolo. All’interno di un preciso quadro di politiche generali, l’Italia ha assunto fondamentali decisioni, come l’introduzione del principio dell’equilibrio di bilancio, che hanno profondamente influenzato le politiche pubbliche in materia di organizzazione e funzionamento della sanità, spingendo il legislatore – con le parole dello stesso Autore –a riformare le sue stesse riforme, pur di assecondare il mantra della riduzione della spesa. Non prescinde dall’analisi del più ampio contesto sociale, economico e politico, la comprensione di altre innovazioni largamente dibattute nel libro: il riferimento è all’introduzione dei ticket, la differenziazione delle prestazioni per fasce reddituali e di età, l’aziendalizzazione delle strutture sanitarie.

Gli otto capitoli in cui si articola il testo sono organizzati in maniera lineare dal punto di vista narrativo, sebbene sia concepibile, data l’autonoma forza argomentativa, una loro fruizione ipertestuale, anche aggravando il rischio di ripercorrere consolidati luoghi comuni.

Un ampio primo capitolo mette subito in guardia da una visione “capitalistica” del bene salute: Savignano descrive uno “stile accattivante di salute”, da cui spesso derivano pericolose “cure fai da te” e un altrettanto allarmante “consumismo sanitario”, alimentato da fake news che inquinano l’infosfera rendendola sempre meno etica. Alla crescente domanda di sanità, si contrappone un’offerta di servizi di cui si evidenziano storture e contraddizioni, alimentate da una costante conflittualità tra gli attori della governance dei Servizi Sanitari Regionali, con continui ripensamenti su oggetto e soggetti delle deleghe di responsabilità, autonomia e potere.

L’introduzione, negli anni duemila, dei Piani di Rientro per le regioni in disequilibrio, è un esempio di ridefinizione del potere tra livello centrale e livello regionale e, anche, tra quest’ultimo e le aziende sanitarie, oltre che della presa di coscienza di una inadeguata responsabilizzazione regionale. La conseguente enfasi sui tagli piuttosto che sul miglioramento nell’utilizzo delle risorse, ha avuto l’esito di riproporre, “sul piano della salute e del benessere, quelle differenze che già esistevano sul piano della ricchezza”, come argomentato citando Sales.

Nei capitoli finali, prende spazio la consapevolezza di modelli misti di intervento sociale che, per quanto nuovamente in transizione, hanno già rimodulato la posizione del Terzo settore nel reticolato istituzionale e delle politiche pubbliche. Per superare le inefficienze e le insufficienze sia del pubblico sia del privato, Savignano, a partire da assunti interpretativi che includono il valore di legame tipico del non profit, propone ed auspica una ridefinizione del Terzo settore, ben oltre la sola funzione di “soggetto – supplente – tra Stato e mercato”. Superando questo classico schema duale, un nuovo welfare è chiamato a far leva su imprese e cittadinanza responsabili, dentro “circuiti fiduciari e collaborativi”, secondo una rafforzata logica di sussidiarietà che, negli ultimi decenni, ha consentito al solidarismo organizzato in Italia (mutualismo, cooperazione, volontariato e impresa sociale) di arginare gli effetti di quel fenomeno noto come welfare rentrenchement. Nel complesso, il libro traccia un bilancio della situazione odierna del sistema sanitario italiano, in ginocchio a causa dell’emergenza Coronavirus ancora in corso, problematizzando la questione sanitaria in una riflessione che include considerazioni economiche, sociali e politiche. Il lavoro culmina in un elenco di proposte per affrontare i problemi che affliggono il sistema sanitario e le sfide del prossimo futuro.

Il libro è reperibile su Amazon

Attualità

Educare alla parità di genere – tra pari”, domani la presentazione del progetto presso la Sala Conferenze del Palazzo degli Uffici

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L’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino venerdì 22 novembre 2024 alle ore 10,30 presso la sala Conferenze del Palazzo degli Uffici presenta un progetto che si rivolge  agli studenti della scuola secondaria di II grado per Educare alla parità attraverso l’ innovazione didattica, dal titolo  “Educare alla parità di genere – tra pari”.

Il progetto didattico “Educare alla parità di genere – tra pari” presentato dalla dott.ssa Rossella Schiavo, responsabile del Centro Antiviolenza ANANKE dell’Ambito Territoriale A1 con sede ad Ariano, ha lo scopo di prevenire atti di violenza contro le donne attraverso percorsi educativi e formativi destinati alle studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di II grado di Ariano in via sperimentale e nella forma di ricerca – azione.

Il progetto prevede di coinvolgere un numero di studenti delle classi terze e dopo la formazione essi stessi opereranno nei gruppi di studenti del proprio istituto secondo il modello didattico “pear to pear”. 

L’iniziativa nasce dall’intesa tra gli Assessorati all’istruzione e alle Politiche Sociali, l’Azienda Speciale consortile per le politiche sociali dell’Ambito Territoriale A1 e le scuole superiori di Ariano.  Dopo la sperimentazione il progetto sarà esteso alle altre scuole del territorio.

Dopo i saluti di:

Enrico Franza

Sindaco di Ariano Irpino

Laura Cervinaro

Consigliera Provinciale

Augusto Morella

Presidente Azienda speciale consortile per la gestione delle politiche sociali   Provincia di Avellino n. A1

Pasqualino Molinario

Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ariano Irpino

Grazia Vallone

Assessore all’Istruzione e  alle Politiche Giovanili del Comune di Ariano Irpino

Interverranno:

Rossella Schiavo

Psicologa – Azienda speciale consortile Avellino A1 – Sportello “Ananke”

Tiziana Aragiusto

Dirigente Scolastica, reggente ISS “De Gruttola”

Massimiliano Bosco

Dirigente Scolastico, ISS “Ruggero II”

Giovanni Mingione

Dirigente Scolastico, reggente Liceo “P. P. Parzanese”

Interventi degli studenti

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Rsu Ispettorato del Lavoro: solidarietà alle colleghe aggredite a Sirignano, necessario  garantire sicurezza dei dipendenti

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La Rappresentanza sindacale unitaria dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Avellino, composta da Mario D’Andrea, Carminantonio Vacchiano e
Maria Luisa Candela, nell’esprimere piena solidarietà alle due colleghe aggredite nei giorni scorsi in un’attività commerciale di Sirignano, mentre svolgevano il proprio lavoro, approfittando della presenza in città di alti dirigenti dell’ente, giunti appositamente presso la sede dell’ufficio per manifestare la vicinanza dell’amministrazione per quanto successo e approfondire la vicenda, ha avuto un confronto con il direttore centrale Vigilanza e Sicurezza del Lavoro dell’Ispettorato nazionale, dott. Aniello Pisanti, con il direttore interregionale Inl, dott. Giuseppe Patania, e con il direttore dell’Ispettorato territoriale di Avellino, dott. Francesco Damiani, che nella mattinata di ieri si sono incontrati, a Palazzo di governo, con il Prefetto, Rossana Riflesso.

L’intento della Rsu è individuare soluzioni idonee a gestire una situazione che ormai sta diventando insostenibile per gli ispettori che quotidianamente, nello svolgere le proprie mansioni, si imbattono in situazioni rischiose, diventando nei fatti lo sfogatoio di tensioni sociali, ma anche i destinatari di atteggiamenti e comportamenti incivili e aggressivi, da parte di alcuni degli utenti sottoposti a controlli.

Per quanto ci riguarda, abbiamo quindi chiesto maggiore attenzione e tutela anche per il personale adibito al front office, che costantemente deve rapportarsi con il malcontento dell’utenza, che non di rado degenera in invettive e minacce all’indirizzo degli addetti.

Da parte dei tre dirigenti abbiamo registrato ampia disponibilità a recepire le nostre osservazioni e ad intrattenere un confronto costante, in un’ottica di collaborazione costruttiva, nell’interesse esclusivo dei dipendenti degli uffici, in modo che possano svolgere le proprie funzioni istituzionali nella massima tranquillità.

Venendo al grave espisodio occorso alle colleghe, l’altro giorno, quando le due ispettrici del lavoro si sono presentate e qualificate all’atto dell’accesso ispettivo, il titolare della ditta ha reagito con violenza contro una di loro, strattonandola con forza mentre stava procedendo all’identificazione di una lavoratrice, impedendole di raccoglierne le dichiarazioni, in modo da agevolarne l’allontanamento, anche su energico invito della madre di quest’ultimo, presente nel negozio. Nonostante le ispettrici abbiano immediatamente chiesto l’intervento dei Carabinieri della stazione di Baiano, tramite il 112, che sono sopraggiunti in loco, il titolare della ditta e i suoi congiunti hanno ripetutamente oltraggiato e aggredito verbalmente le ispettrici del lavoro, rovesciando persino il tavolo sul quale stavano redigendo il verbale, colpendo così ad una mano una delle colleghe, procurandole una frattura ad un dito. Si è pertanto reso necessario l’intervento dei sanitari, anche a causa di un malore accusato dall’ispettrice colpita, a seguito della situazione, e il trasporto presso il Pronto Soccorso dell’azienda ospedaliera Moscati di Avellino, dove i medici hanno riscontrato la frattura alla mano e un innalzamento della pressione arteriosa, con una prognosi di 25 giorni.

A seguito di quanto è successo, ci è stato riferito che sarà convocato, in tempi brevi, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, con l’obiettivo di garantire un maggiore supporto all’attività ispettiva, in termini di forze dell’ordine.

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La lega marcia, mentre l’opposizione tace sulla Questione Meridionale e sul referendum

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La Corte Costituzionale ha assestato un duro colpo alla legge 86/2024 targata Calderoli, ha cassato sette commi e indicato cinque prescrizioni a cui attenersi per riscrivere il testo. La casa è abbattuta ma non polverizzata, e Calderoli è ben determinato a modificare la legge in parlamento. I rilievi della Consulta sono chiari: non si possono trasferire intere materie ma solo specifiche funzioni, la richiesta va motivata e sempre che lo Stato Centrale non sia in grado di svolgere questa funzione nel rispetto del principio di sussidiarietà; la delega al governo per la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) non può essere generica; i LEP non possono essere definiti e rivisti con DPCM (Decreto Presidente Consiglio dei Ministri); deve essere eliminato il criterio della spesa storica e le regioni sono obbligate a  rispettare il patto di stabilità al fine di prevenire inefficienze di sistema e la crescita della spesa pubblica; il parlamento non può solo ratificare le intese, fra il governo e le regioni, ma deve approvarle e rinviarle per un nuovo esame. Le opposizioni esultano, manca, però, un’azione volta a rimettere al centro dell’agenda politica la Questione meridionale, causa ed effetto delle disuguaglianze tra le due aree del paese. Né l’opposizione ha riaffermato la necessità che il referendum, richiesto da oltre 1,2 milioni di cittadini, sia celebrato, in tal modo, si impedisce ai cittadini di partecipare al dibattito pubblico sul regionalismo differenziato, sin ad ora, svolto solo nelle sedi istituzionali oppure nelle segrete stanze. In tal modo il silenzio dell’opposizione rafforza la proposta del governo Meloni di ritenere oramai inutile il referendum e non pongono in campo l’offensiva per spazzare via lo Spacca Italia.

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