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Confesercenti – Spese fisse pesano sempre più su bilanci famiglie irpine

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“L’incidenza dei costi obbligati sui bilanci delle famiglie è in continua crescita e determina una limitazione del budget destinato all’acquisto di beni e servizi”. Così Giuseppe Marinelli, presidente provinciale di Confesercenti Avellino.

“In base alla previsione per il 2024 – prosegue il dirigente dell’associazione di categoria – la quota delle spese fisse sul totale delle disponibilità finanziarie è del 42%, oltre 5 punti in più rispetto al 1995 e 1,5 in più rispetto al 2019. Ai beni commercializzabili, invece, sono destinati il 38,3% delle risorse (pari ad uno 0,3% in meno rispetto allo scorso anno e 7,8 punti di percentuale in meno rispetto al 1995). Ai servizi, poi, viene destinato il 19,9% del bilancio familiare, un dato in crescita dello 0,7% se raffrontato al 2023, ma in calo rispetto al 1995 di 2,6 punti di percentuale.

In definitiva gli irpini,e più in generale gli italiani, hanno meno soldi da destinare alla spesa e per di più il potere di acquisto è progressivamente diminuito, con una impennata negli ultimi anni, a causa della crescente inflazione.

Tra le spese fisse che maggiormente pesano su stipendi, salari e pensioni c’è la voce destinata all’abitazione per mutui, affitti e manutenzioni (oltre  il 50%), mentre le bollette di energia elettrica, gas per cucinare, riscaldamento e acqua assorbono il 35%, la restante parte spese sanitarie e carburante per l’automobile, anch’esse in crescita.

A spingere le spese obbligate sono i prezzi in aumento, in misura nettamente superiore rispetto ai beni ordinari, e non le preferenze dei consumatori. Una dinamica che frena la crescita economica e penalizza il settore commerciale e in particolare i negozi fisici,  colpendo gravemente gli esercizi di vicinato”.

“Per tutte queste ragioni – conclude Marinelli – ancora una volta appare evidente come la questione nevralgica sia quella del recupero del potere d’acquisto delle famiglie, ma anche la necessità di strategie di crescita complessiva del terziario e degli altri comparti economici, attraverso interventi specifici, in particolare nelle aree geografiche di maggiore sofferenza, come la nostra”.

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Antonio Bianco : Non illudiamo i Meridionali con l’Alta Velocità

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L’Italia è spezzata in due, i collegamenti ferroviari tra il Sud ed il Nord sono interrotti tra Paola ed Amantea, in provincia di Cosenza, a causa della caduta di un container sui binari la cui rimozione è resa difficile per le forti raffiche di vento. Rai Calabria, da Paola, effettua un servizio con le interviste e le pacate rimostranze dei passeggeri che denunciano l’interruzione della linea ferroviaria appena il mal tempo imperversa. Tra il 21° e 23° secondo del filmato del 14 gennaio 2025, il cronista cita l’Alta Velocità (il servizio è di Iacopo Catarsi e riproduco le testuali parole: “le cancellazioni per l’Alta Velocità sono continue…”), fatto non rispondente al vero in quanto l’Alta Velocità si ferma a Napoli e non prosegue verso il Meridione, lasciando inalterato il gap infrastrutturale dei collegamenti ferroviari tra le due aree del Paese. I tempi di percorrenza ferroviari della tratta tirrenica da Reggio Calabria a Napoli, paragonati a quelli tra Napoli e Milano, per la stessa distanza, sono circa il doppio. Tant’è che si vorrebbe progettare un nuovo tracciato dell’Alta Velocità, tra le due citate città, tutt’ora rimasto nel seno degli Dei. L’Italia va riunificata partendo dalla realtà dei fatti, in mancanza dei quali diventa difficile rimette insieme i cocci di un Paese arlecchino. Vengono riconosciuti i diritti di cittadinanza e civili a geometria variabile, legati al luogo di residenza. I meridionali emigrano in cerca di lavoro o per curarsi, hanno pochissimi esili nido pubblici, una sanità mal ridotta, un welfare inesistente e muoiono, in media, tre o quattro anni prima che nel resto del Paese. Almeno non li illudiamo con l’inesistente alta velocità ferroviaria tra Napoli e Reggio Calabria.

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Pallavolo Campionato Serie D maschile – Torna a giocare in casa il GSA ARIANO

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 Sabato 18 gennaio 2025 alle ore 18.00 al Palasport il team arianese scende in campo con i  salernitani   del PESSY per una gara valida a  determinare le prime due posizioni  del girone.

Dopo l’inattesa sconfitta rimediata  a Battipaglia , la compagine del Tricolle ha perso il primo posto a vantaggio proprio dei prossimi avversari  che conducono al vertice  con due punti di distacco. La prossima gara rivestirà  grande importanza sia  per la conquista della  vittoria che per la classifica , giocatori e staff tecnico del GSA ne sono consapevoli e preparano al meglio l’appuntamento.

Gli allenatori Giulio Filomena e Nico Medici  chiedono alla  squadra di lasciare da parte l’ultimo risultato e continuare a credere nelle proprie possibilità per seguire l’obiettivo promozione.

Sarà un impegno delicato per capitan Santosuosso e compagni che attendono l’occasione per riscattarsi

con un successo e riprendere  il comando della graduatoria.

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Sotto il tricolore diritti a geometria variabile legati al luogo di residenza

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Il 7 gennaio è stata ricordata la festa del tricolore,evento celebrato dal presidente delle Repubblica Mattarella che nel suo discorso ricorda che:“riassume la nostra identità di popolo”. Parole sacre che forse stridono con la realtà. In Italia i meridionali migrano per cercare lavoro e per curarsi, muoiono, in media, tre/quattro anni prima rispetto al resto d’Italia, non hanno mezzi di trasporto urbani efficienti né l’alta velocità, che si ferma a Napoli, pochi gli asili nido gestiti dai comuni, il welfare è un sogno e leinfrastrutture sono inadatte a ricevere gli investimenti industriali nazionali e stranieri. Inoltre il reddito pro-capite è la metà e la disoccupazione è doppia rispetto al Nord mentre è aumentata la povertà assoluta delle famiglie meridionali. Sullo stesso territorio, sotto la stessa bandiera convivono cittadini con diritti a geometria variabile, diritti negati a 19 milioni di persone da tutti i partiti che negli ultimi venti anni hanno governato il paese. Forse hanno messo in pratica il teorema di Guido Tabellini, già rettore della Bocconi, che sul quotidiano Il Foglio scriveva: “Le politiche più efficaci per avvicinare l’Italia all’Europa sono anche quelle che aumentano la distanza tra Milano e Napoli, tra aree avanzate e arretrate del Paese”. In poche parole: ognuno per sé e Dio per tutti.

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