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Attualità

Controlli dei carabinieri nell’arianese. Denunciate tre persone per possesso di armi e munizioni.

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Negli ultimi giorni nei comuni di Trevico-Vallesaccarda-Scampitella e Vallata, i Carabinieri della Compagnia di Ariano Irpino hanno intensificato i controlli in orari serali e notturni, dando corso ai servizi coordinati disposti dal superiore Comando Provinciale di Avellino tesi a prevenire delitti contro il patrimonio.

Già ieri i Carabinieri della Stazione di Trevico nel corso di tali servizi hanno sventato dei furti in abitazione e recuperato parte della refurtiva appena asportata in una abitazione di Vallata e sequestrato l’auto in uso ai malviventi, una AUDI A4 oggetto di furto nelle scorse settimane nell’hinterland barese.
Questa notte grazie al prezioso contributo dei cittadini di quei comuni, che iniziano con più frequenza a segnalare persone o auto sospette gravitanti in quei territori, i Carabinieri della Stazione di Vallata hanno intercettato un’autovettura, con tre giovani a bordo, che si aggirava con fare sospetto in prossimità di abitazioni, tentando presumibilmente di mettere a segno un furto.
I tre uomini, tutti residenti in un vicino comune irpino, erano in possesso di coltelli e munizioni da caccia. Le successive perquisizioni estese presso le loro abitazioni e domicili hanno consentito di rinvenire e sequestrare ben 5 fucili, che ancorché legalmente detenuti erano custoditi in maniera superficiale, nonché una quantità di munizionamento nettamente superiore al limite consentito.
Nel prosieguo dell’attività si appurava che i soggetti si erano organizzati per la caccia di frodo al cinghiale occultando, in agro del comune di San Nicola Baronia, fucili con puntatori laser rudimentali carichi con munizionamento a palla, e, nell’attesa dell’orario propizio per la caccia, si aggiravano per le villette isolate in cerca di facili obiettivi da colpire.
Per i tre, oltre alla denuncia per detenzione di armi e munizionamento, e scattato il foglio di via dai comuni interessati.
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Attualità

Liste di attesa: i soliti proclami

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Il governo Meloni agli inizi dell’estate scorsa sbandierò (vedi il mio articolo pubblicato da “Il Confronto, Rivista on line) ai quattro venti il programma con il quale avrebbe ridotto, in tempi rapidi, le liste di attesa. L’allarme è lanciato dalpresidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, il quale mette a fuoco il ritardo nell’approvazione dei decreti attuativi previsti dal DL 73/2024 sulle liste d’attesa, convertito dalla Legge 107/2024″. Sin ad ora, è stato adottato solo 1 dei 6 decreti attuativi. La riforma prevede un’integrazione del Cup delle strutture pubbliche con quelle accreditare dal SSR per migliorare le prenotazioni e l’offerta agli utenti, ed una nuova metodologia per individuare il fabbisogno reale del personale,passaggio fondamentale per le assunzioni, decreti ancora di là da venire. A fronte di tanti proclami estivi, non si comprende come potrebbero essere azzerate le liste di attesa se mancano circa 4 mila medici di Medicina di Emergenza-Urgenza (MEU). Circa 1033 medici hanno lasciato i PS, 467 nuovi ingressi coprono appena il 45% di medici dedicati a questo reparto. Per coprire i turni si è provveduto all’utilizzo di medici di altri reparti (29%), contratti atipici (54%), specializzandi di emergenza urgenza (32%), cooperative (28%), i medici non MEU comandati dalla direzione (20%). La tragica realtà è sotto i nostri occhi, il Tribunale dei diritti del malato ha denunciato che almeno 300 mila persone hanno atteso 3 giorni prima di avere un posto letto. L’amarezza delle parole del presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, sono rilanciate dall’Agenzia Ansa: “le riforme annunciate restano un esercizio retorico se non tradotte in azioni concrete, mentre il raggiungimento di risultati parziali è solo una magra consolazione politica, priva di reali benefici per la società”, (Redazione Ansa, 29 gennaio 2025).

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Attualità

Marco La Carità nominato Componente Esecutivo Regionale di ANCI Campania in quota Forza Italia

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Napoli, 30 gennaio 2025 – Marco La Carità, Consigliere Comunale di Ariano Irpino, è stato nominato Componente Esecutivo Regionale di ANCI Campania, incarico di rilievo all’interno dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.

La nomina, firmata dal Presidente Carlo Marino, si inserisce in un’ottica di rafforzamento della governance dell’ANCI Campania, con l’obiettivo di garantire un maggiore coinvolgimento nella fase istruttoria e operativa dell’Associazione.

Marco La Carità assumerà questo ruolo in quota Forza Italia, rappresentando il partito all’interno dell’organo esecutivo regionale. La sua esperienza amministrativa e il suo impegno politico saranno fondamentali per affrontare le sfide dei Comuni campani e promuovere soluzioni efficaci per il territorio.

“Sono onorato di questa nomina e pronto a mettere a disposizione le mie competenze per supportare i Comuni della nostra Regione”, ha dichiarato La Carità.

Forza Italia conferma così la sua presenza attiva in ANCI Campania, con l’obiettivo di garantire una rappresentanza forte e incisiva per gli amministratori locali.

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GAP Nord – Sud e Regionalismo Differenziato

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A Cercola, in provincia di Napoli, prosegue il dibattito di Città Futura, ubicata in C.so Domenico Ricciardi 261, sul rilancio della Questione Meridionale e delle sperequazioni tra le due aree del paese.  All’incontro di domenica 2 febbraio 2025 alle ore 11,00 parteciperà il Senatore Peppe De Cristofaro di Sinistra Italiana, il Consigliere Comunale di Città Futura Marco Picardi, il Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese e il giornalista e saggista Salvatore Lucchese, Direttore Responsabile della rivista laica e progressista “Meridione/Meridiani”

il Sud ha avuto, negli ultimi due anni, una crescita del PIL superiore al Nord ma, in realtà, i meridionali vivono con il reddito che è la metà e la disoccupazione doppia rispetto al Nord. Hanno servizi pubblici inadeguati, molto costosi, poco frequenti, in particolar modo in provincia, scarsamente calibrati ai bisogni che li costringe a rivolgersi al privato. Inoltre la crescita dell’occupazione al Sud, così come ha ribadito lo Svimez, è basata sul lavoro “cosiddetto povero” con un salario da part time ma, che, in realtà, impegna il lavoratore full time senza la possibilità di un progetto di vita futura e privo di sufficienti garanzie per la sua incolumità psico-fisica.  

Siete tutti invitati

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