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Covid-19 e terapie in campo: siamo a un punto di svolta?

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Sembra che siamo arrivati a un punto di svolta nella cura del Covid-19. Ci sono delle terapie che stanno dando

buoni risultati. Stiamo avendo in Germania ottimi risultati con la sieroterapia, cioè somministrando il plasma di persone guarite (la parte liquida del sangue, di persone che hanno contratto il Covid-19 e sono completamente guarite). In alcune città del nord Italia, come Mantova, sono partite delle sperimentazioni, che mostrano i primi risultati di successo in pazienti gravi.L’efficacia di questa opzione, già impiegata in passato nella Sars e nella Mers, è stata provata anche da uno studio in Cina, per ora su 10 pazienti, pubblicato sulla prestigiosa rivista Pnas. Quando il paziente guarisce, nel sangue si trovano anticorpi specifici, le immunoglobuline IgG, per il Sars-CoV-2. La loro presenza, più o meno abbondante, conferma la presenza di una sorta di protezione contro nuove infezioni da Sars-CoV-2. Questa immunità potrebbe essere uno strumento utile non solo per i guariti, ma anche per i malati, per aiutarli a combattere l’infezione. Il plasma viene trattato e ‘inattivato’ a livello virale, ovvero viene purificato eliminando eventuali patogeni, incluse eventuali tracce rimanenti del coronavirus, in modo da poter svolgere infusioni in completa sicurezza. In Italia ha dichiarato l’ematologo Gringeri: “Il protocollo clinico-sperimentale è stato sviluppato dalla Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, in collaborazione con altre strutture come quelle di Mantova e Lodi, e dall’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova”. Il trattamento è già stato applicato con risultati molto positivi in un gruppo ristretto di pazienti (circa una ventina) a Mantova. Gli esperti si stanno muovendo anche per rendere questa pratica più diffusa in un numero maggiore di ospedali e città italiane. Gringeri aggiunge: “Partendo dal plasma, possiamo andare a prelevare soltanto le immunoglobuline, gli anticorpi specifici contro il virus, e ottenere un concentrato purificato di queste immunoglobuline iperimmuni”. “Così, invece che infondere tutto il plasma, potremmo somministrare, tramite endovena o eventualmente intramuscolo, soltanto gli anticorpi che servono a contrastare la malattia. Soprattutto in mancanza di un vaccino, questa ipotesi potrebbe rappresentare un’opzione ‘ponte’ per chi è già infetto e per le categorie ad alto rischio, come gli operatori sanitari. Un altro vantaggio è rappresentato dal fatto che in questo caso, non è necessario che il plasma del donatore sia compatibile con quello del ricevente (in base al gruppo sanguigno), una combinazione che non sempre è semplice da avere”. C’è un’altra intuizione del direttore del Dipartimento di anestesia e rianimazione dell’Azienda sanitaria universitaria “Friuli centrale”, Amato De Monte, che è quella di sfruttare l’ozonoterapia contro il coronavirus. Insieme all’infettivologo Carlo Tascini, che dirige la clinica Malattie infettive, e a un’équipe di colleghi, ha messo a punto un protocollo che potrebbe rivoluzionare l’approccio alla cura. È proprio dai dati sin qui ottenuti che è partita la richiesta di autorizzazione all’Agenzia italiana del farmaco e al Comitato etico dell’istituto Spallanzani di Roma di procedere con uno studio su 200 pazienti Covid-19. Per puntare così al suo riconoscimento dal punto di vista metodologico a livello di comunità scientifica internazionale. Il trattamento dei malati con l’ozonoterapia associata ai farmaci antivirali, ha dimostrato un rallentamento dell’infiammazione e una riduzione dei danni ai polmoni. La procedura prevede che dal paziente vengano prelevati 200 millilitri di sangue, che siano lasciati interagire con l’ozono per una decina di minuti e che gli siano poi reiniettati. Così, per tre o quattro volte al massimo. L’infusione di ozono, in altre parole, contribuisce a potenziare la risposta dell’organismo nella lotta contro gli effetti dell’infezione in atto. “In tre sedute –afferma De Monte – abbiamo visto miglioramenti clamorosi, con una decisiva riduzione del bisogno di supporto di ossigeno e non c’è stato bisogno di intubare”. Un’altra terapia potrebbe essere l’immunoterapia, ma questa, a differenza della sieroterapia è costosa. Questa terapia è attualmente usata per combattere il cancro. A lanciare l’ipotesi è una ricerca coordinata da un infettivologo italiano, Antonio Bertoletti, che lavora alla Duke-NUS Medical School di Singapore. Il trattamento utilizza i linfociti T ingegnerizzati per attivare il sistema immunitario contro le cellule tumorali, proprio come succede ad esempio, per le infezioni. I linfociti T del paziente vengono prelevati e successivamente geneticamente modificati in laboratorio, in modo da renderli capaci di riconoscere le cellule tumorali: quando vengono restituiti al paziente, entrano nel circolo sanguigno e sono in grado di riconoscere le cellule tumorali e di eliminarle attraverso l’attivazione della risposta immunitaria. Questo trattamento può essere usato anche per combattere i virus. Insomma, in poco tempo la Scienza, in fatto di Covid-19 ha fatto passi da gigante. Ne verremo fuori.

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Coppa Italia TPRA (Federazione Italiana Tennis-Padel) al Club La Tartaruga

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Il settore Tpra della FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) presenta la “Coppa Italia TPRA Tennis 2025”

L’obiettivo è quello di coinvolgere nell’attività, NUOVI giocatori amatoriali, quindi anche nuovi tesserati, coinvolgendoli tramite i circoli, i maestri etc.

Come sappiamo, il fattore squadra, spesso rappresenta una forte motivazione alla partecipazione.

La formula è molto coinvolgente:

– 1^ FASE REGIONALE. 

FASE PROVINCIALE. Le prime 2 squadre di ogni girone accederanno al tabellone ORO, le altre al tabellone ARGENTO.

MASTER PROVINCIALE. Si giocherà con tabellone ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO. Le squadre finaliste dei tabelloni accederanno al Master Regionale.

MASTER REGIONALE. Si giocherà con tabelloni ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO. Le squadre vincitrici accederanno al Master Nazionale.

– 2^ FASE NAZIONALE

Si giocherà con tabelloni ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO.

Il Club La Tartaruga, Presieduto da Lucia Scrima, partecipa alla Coppa Italia categoria femminile competizione che prevede la disputo 2 singolari e un doppio al meglio di tre set ai 6 games con “vantaggio Tpra” e tie-break a 7 punti sul punteggio di 5 giochi pari, in sostituzione dell’eventuale terzo set si disputa un match tie-break a 7 punti.

Domani domenica 23 febbraio 2025 alle ore 10:00 si disputa la prima giornata sui campi in sintetico di Contrada Carpiniello le ragazze del Club La Tartaruga affrontano il TC Cesinali.

Il Club La Tartaruga Ariano Irpino schiera Manuela Leo (capitano) – Graziella Barrasso – Federica Capobianco – Veronica Di Maggio  – Greta Fino – Giuseppina Florenzano – Roberta Morelli e Raffaella Zecchino. 

Il Panathlon Club Ariano Irpino, Associazione Internazionale Benemerita del Coni che promuove l’etica e la lealtà nello Sport,attribuirà il premio “Fair Play” al termine delle varie fasi della Coppa Italia.

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Forza Italia Ariano incontra il Ministero della Giustizia : passi avanti per la riapertura di un secondo Tribunale in provincia di Avellino

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Roma, 17.02.2025– Una delegazione di Forza Italia di Ariano Irpino, guidata dal Segretario cittadino Avv. Giancarlo Giarnese e composta dagli Avv. Giancarlo Di Gregorio, Avv. Crescenzo Perrina e Arch. Alessandro Moschillo, è stata ricevuta questa mattina al Ministero della Giustizia dal Capo di Gabinetto del Ministro Nordio, Dott.ssa Bertolozzi. Al centro dell’incontro, la possibilità di riaprire un secondo tribunale in Provincia di Avellino.

Durante la riunione, la delegazione irpina ha presentato una relazione dettagliata sul progetto, accompagnata dal deliberato dei Sindaci dell’Area Vasta adottato il 13 febbraio scorso. Un documento che testimonia il forte sostegno istituzionale e territoriale all’iniziativa.

Dal confronto è emersa una notizia di grande rilievo: il Governo sta lavorando a un Progetto di Legge che, oltre a stabilizzare i tribunali abruzzesi, prevederà la riapertura di quattro tribunali soppressi nel 2012 e conferirà una delega all’Esecutivo per individuare i criteri utili alla riattivazione di altre sedi giudiziarie, con particolare attenzione alle aree interne.

La volontà dell’Esecutivo di superare la riforma della geografia giudiziaria del 2012 rappresenta un segnale positivo per il territorio irpino. Il Capo di Gabinetto ha già fissato un nuovo incontro dopo l’estate per discutere più concretamente della proposta di un secondo tribunale in provincia di Avellino.

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Attività Libero Professionale Intramoenia (ALPI), il grimaldello per privatizzare la Sanità

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Le liste di attesa sono la fotografia del Sistema Sanitario italiano, finanziato con prelievi fiscali sui redditi dei pensionati, lavoratori e liberi professionisti, eroga prestazioni sanitarie in tempi biblici, anche otto /nove mesi, che compromettono le condizioni di salute della persona ammalata. Tant’è, che, il cittadino, per ottenere prestazioni sanitarie in tempi ragionevoli, si rivolge all’Attività Libero Professionale Intramoenia (ALPI) che, in regime ambulatoriale, eroga prestazioni specialistiche e/o attività diagnostico strumentale, interventi chirurgici in regime di ricovero ordinario o di Day Hospital/Surgery, prestate dal personale della dirigenza medica e sanitaria in regime di esclusività. Per incanto nello stesso ospedale, reparto, ambulatorio e l’identico medico la prestazione sanitaria viene erogata in poche settimane, imponendo al cittadino di pagare tra le 100/120 euro che in regime ordinario, se fosse esente dal pagare il ticket sanitario, sarebbe stata totalmente a carico del SSN. Forse la mancata riduzione dei tempi di attesa per le visite specialistiche va trovata nella volontà di introdurre, in modo silente, non certo in punta di piedi, la privatizzazione del SSN? Giulio Andreotti, affermava: “a pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”. Le liste di attesa sono il tema irrisolto sul quale si è cimentato in estate il governo Meloni, ben sapendo che il personale sanitario è sotto organico, sono insufficienti le risorse finanziarie per gli straordinari, è inadeguata la protezione dalle aggressioni degli operati sanitari nei reparti del pronto soccorso. Nel frattempo milioni di cittadino, pur esenti da ticket sanitario, sono sottoposti ad ulteriori esborsi di denari che il rapporto della Fondazione Gimbe/2024 e l’ISTAT/2023, hanno quantificato nella percentuale del 26%, con spese dirette o intermediate, quest’ultime erogate dalle assicurazioni sanitarie. Il piano del governo è chiaro: ridurre la presenza dello Stato a tutto vantaggio della sanità privata e delle assicurazioni sanitarie. Non possiamo rimanere con le mani in tasca, bisogna impedire la lenta agonia del SSN.

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