Attualità
COVID E SCUOLA- SOLITO CAOS
La didattica a distanza ha visto una ridotta partecipazione degli alunni con disabilità, in generale in tutta Italia, nel Mezzogiorno è risultata attestata 29%. La verifica viene dal report dell’Istat che ha preso in esame l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità: una scuola su quattro è carente di postazioni informatiche per questi alunni.
L’Italia, famosa per la poca attenzione e i pochissimi investimenti, in risorse umane e docenti, offre un ventaglio di scelte, disposizioni, ordinanza locali sulla scuola.
In Campania la ripresa della scuola in presenza slitta al 2021 in quasi tutta l’isola d’Ischia, dove cinque comuni su sei hanno deciso di tenere chiusi gli istituti scolastici fino al 22 dicembre, l’ultimo giorno di lezione originariamente previsto dal calendario scolastico prima delle festività. A macchia di leopardo Comuni i cui Sindaci hanno disposto chiusura o apertura.
Il Tar ha sospeso l’ordinanza del sindaco di Avellino Festa con la quale sospendeva le lezioni in presenza. Il Governatore De Luca conferma la chiusura sino al 6 gennaio.
In Molise non ci sono nuovi casi nelle scuole in provincia di Isernia. Pertanto le primarie, sono aperte fino a Natale. Nelle ordinanze i sindaci, consentendo il prosieguo delle attività didattiche in presenza,raccomandano il massimo rispetto delle misure per la prevenzione dei contagi. Scuole aperte anche a Venafro, Capracotta, Frosolone, Macchiagodena, Cantalupo nel Sannio, Castelpetroso, Carpinone e Rionero Sannitico.
In Abruzzo chiuse le seconde e terze medie a Teramo, in Abruzzo, i mille e piùstudenti delle classi interessate proseguiranno la didattica a distanza.
Il sindaco di Gravina in Puglia (Bari) ha firmato un’ordinanza con cui proroga fino al 14 dicembre la sospensione della didattica in presenza di tutte le scuole della città. Gravina è uno dei Comuni della Murgia barese, insieme ad Altamura, dove la Regione Puglia ha ripristinato le norme previste per le zone arancione. Il numero di casi e l’indice di contagiosità hanno spinto a tale decisione. Sebbene da domenica la Puglia è in zona gialla.
In Calabria, specie a Vibo Valentia, in Calabria, il Dipartimento di prevenzione sanitaria ha suggerito la sospensione in presenza di tutte le attività scolastiche di ogni ordine e grado. Alcuni sindaci avevano fatto istanza per avere un parere sulla ripresa delle attività di didattica in presenza.
La Regione Lazio ha predisposto l’acquisto di bus per potenziare i trasporti in considerazione della ridotta percentuale di riempimento dei bus. Inoltre ha previsto, per gennaio, di effettuare 150mila test con prelievo salivare.
In Veneto, per consentire il rientro a scuola del 75% degli studenti (160mila su 213mila), usando il 50% della capienza dei mezzi di trasporto c’è bisogno di almeno altri 802 bus, dei quali 771 messi a disposizione dai privati. La riapertura delle attività scolastiche è prevista per il prossimo 7 gennaio
In Piemonte, a Torino, ci sono state manifestazioni anti-Dad di fronte al Palazzo della Regione. La Regione, ricordiamo colorata di arancione, ha visto il ricorso al Tar di genitori e docenti. Il Tar non ha concesso la sospensiva dell’ordinanza.
Il caos nasce dal contenuto delle disposizioni governative ministeriali: ‘’..le istituzioni scolastiche adottano forme flessibili nell’organizzazione delle attività didattiche’’. Gli interessati alla riapertura omettono la lettura della restante parte del comma s) dell’allegato al DPCM 3 dicembre 2020. Il quale recita, per le scuole secondarie di secondo grado, che il 100 per cento delle attività siano svolte tramite la didattica digitale integrata e che, a decorrere dal 7 gennaio 2021, al 75 per cento della popolazione studentesca delle predette istituzioni sia garantita l’attività didattica in presenza.
Si dirà ‘’ma vogliamo riapra la didattica in presenza per le materne e le elementari e la prima classe delle medie’’.
Ad Ariano Irpino i Consiglieri di opposizione hanno inviato al Sindaco Franza richiesta di ‘’revoca dell’ordinanza n. 6 del 7 dicembre 2020 e l’immediato e indifferibile ripristino della didattica in presenza per le materne e le prime due classi delle elementari’’.
Fatta salva la legittimità dell’azione in forza del ruolo affidato dall’elettorato, pare di cogliere una volontà che non tiene conto delle problematiche connesse alla riapertura della didattica in presenza.
Il servizio trasporti, a mò d’esempio; la mancanza di dati ufficiali sui contagi nelle scuole, studi adeguati e riscontri della storia epidemiologica delle famiglie dei bambini.
Competenza, riteniamo, dell’ASL non già dell’Amministrazione Comunale.
La nostra non è una difesa a oltranza del primo cittadino (non è nostra intenzione e non ne ha bisogno il Sindaco); va detto però che il C.O.C. ha funzioni che se ben espletate possono integrare le informazioni e le azioni disposte dall’ASL. Se presenti.
Riteniamo che riaprire per 6 giorni le attività didattiche in presenza comporti disagio maggiore ai bambini che, naturalmente digitali rispetto a chi bambino è stato negli anni passati, stando in casa e vivendo e confrontandosi con i genitori, possonosuperare o lenire lo stress che la Covid ha sbattuto in faccia a tutti.
Non so quanti genitori conoscono la consistenza dell’offerta didattica della scuola, la dotazione di strumenti di apprendimento, di conoscenza, il livello della mensa scolastica laddove predisposta.
Decidere e imporre la decisione alla collettività non è facile, va tenuta prevalente la salute dei alunni, dei docenti, del personale scolastico; la legittima azione di contrasto e contestazione della decisionedeve tener in conto il bene primario della salute.
Non va sottaciuto lo stillicidio dei casi di positività che l’ASL dirama quotidianamente.
Siamo indotti alla faziosità anche e soprattutto dalle indicazioni del Ministero della Salute:
ZONA GIALLA: Didattica a distanza solo a partire dalle scuole superiori, fatta eccezione per gli studenti con disabilità e in caso di uso di laboratori. Didattica in presenza invece per le scuole dell’infanzia, le scuole elementari e le scuole medie. Chiuse le università, salvo alcune attività per le matricole e i laboratori. La mascherina a scuola, al di sopra dei 6 anni d’età e in assenza di patologie o disabilità, dovrà essere indossata sempre, anche seduti al banco.
ZONA ROSSA:
Didattica a distanza per scuole superiori e per scuole medie a partire dalla seconda. Chiuse le università. Restano aperte solo le scuole dell’infanzia, le scuole elementari e la prima media. Le università sono chiuse tranne specifiche eccezioni. La mascherina a scuola al di sopra dei 6 anni d’età sempre, anche in assenza di patologie o disabilità, anche seduti al banco.
ZONA ARANCIONE:
Quindi la Campania. Nessuna differenza con la zona rossa..
Per quanto riguarda il Codacons, Coordinamento delle Associazioni per la difesa dell’Ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori, e la ‘diffida’ minacciata in un comunicato, viene da chiedersi: i genitori (hanno un’associazione?), che sono pure consumatori, affronteranno spese e deleghe per essere assistiti in giudizio? In alternativa si rivolgeranno individualmente ai Legali?
Attualità
Educare alla parità di genere – tra pari”, domani la presentazione del progetto presso la Sala Conferenze del Palazzo degli Uffici
L’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino venerdì 22 novembre 2024 alle ore 10,30 presso la sala Conferenze del Palazzo degli Uffici presenta un progetto che si rivolge agli studenti della scuola secondaria di II grado per Educare alla parità attraverso l’ innovazione didattica, dal titolo “Educare alla parità di genere – tra pari”.
Il progetto didattico “Educare alla parità di genere – tra pari” presentato dalla dott.ssa Rossella Schiavo, responsabile del Centro Antiviolenza ANANKE dell’Ambito Territoriale A1 con sede ad Ariano, ha lo scopo di prevenire atti di violenza contro le donne attraverso percorsi educativi e formativi destinati alle studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di II grado di Ariano in via sperimentale e nella forma di ricerca – azione.
Il progetto prevede di coinvolgere un numero di studenti delle classi terze e dopo la formazione essi stessi opereranno nei gruppi di studenti del proprio istituto secondo il modello didattico “pear to pear”.
L’iniziativa nasce dall’intesa tra gli Assessorati all’istruzione e alle Politiche Sociali, l’Azienda Speciale consortile per le politiche sociali dell’Ambito Territoriale A1 e le scuole superiori di Ariano. Dopo la sperimentazione il progetto sarà esteso alle altre scuole del territorio.
Dopo i saluti di:
Enrico Franza
Sindaco di Ariano Irpino
Laura Cervinaro
Consigliera Provinciale
Augusto Morella
Presidente Azienda speciale consortile per la gestione delle politiche sociali Provincia di Avellino n. A1
Pasqualino Molinario
Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ariano Irpino
Grazia Vallone
Assessore all’Istruzione e alle Politiche Giovanili del Comune di Ariano Irpino
Interverranno:
Rossella Schiavo
Psicologa – Azienda speciale consortile Avellino A1 – Sportello “Ananke”
Tiziana Aragiusto
Dirigente Scolastica, reggente ISS “De Gruttola”
Massimiliano Bosco
Dirigente Scolastico, ISS “Ruggero II”
Giovanni Mingione
Dirigente Scolastico, reggente Liceo “P. P. Parzanese”
Interventi degli studenti
Attualità
Rsu Ispettorato del Lavoro: solidarietà alle colleghe aggredite a Sirignano, necessario garantire sicurezza dei dipendenti
La Rappresentanza sindacale unitaria dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Avellino, composta da Mario D’Andrea, Carminantonio Vacchiano e
Maria Luisa Candela, nell’esprimere piena solidarietà alle due colleghe aggredite nei giorni scorsi in un’attività commerciale di Sirignano, mentre svolgevano il proprio lavoro, approfittando della presenza in città di alti dirigenti dell’ente, giunti appositamente presso la sede dell’ufficio per manifestare la vicinanza dell’amministrazione per quanto successo e approfondire la vicenda, ha avuto un confronto con il direttore centrale Vigilanza e Sicurezza del Lavoro dell’Ispettorato nazionale, dott. Aniello Pisanti, con il direttore interregionale Inl, dott. Giuseppe Patania, e con il direttore dell’Ispettorato territoriale di Avellino, dott. Francesco Damiani, che nella mattinata di ieri si sono incontrati, a Palazzo di governo, con il Prefetto, Rossana Riflesso.
L’intento della Rsu è individuare soluzioni idonee a gestire una situazione che ormai sta diventando insostenibile per gli ispettori che quotidianamente, nello svolgere le proprie mansioni, si imbattono in situazioni rischiose, diventando nei fatti lo sfogatoio di tensioni sociali, ma anche i destinatari di atteggiamenti e comportamenti incivili e aggressivi, da parte di alcuni degli utenti sottoposti a controlli.
Per quanto ci riguarda, abbiamo quindi chiesto maggiore attenzione e tutela anche per il personale adibito al front office, che costantemente deve rapportarsi con il malcontento dell’utenza, che non di rado degenera in invettive e minacce all’indirizzo degli addetti.
Da parte dei tre dirigenti abbiamo registrato ampia disponibilità a recepire le nostre osservazioni e ad intrattenere un confronto costante, in un’ottica di collaborazione costruttiva, nell’interesse esclusivo dei dipendenti degli uffici, in modo che possano svolgere le proprie funzioni istituzionali nella massima tranquillità.
Venendo al grave espisodio occorso alle colleghe, l’altro giorno, quando le due ispettrici del lavoro si sono presentate e qualificate all’atto dell’accesso ispettivo, il titolare della ditta ha reagito con violenza contro una di loro, strattonandola con forza mentre stava procedendo all’identificazione di una lavoratrice, impedendole di raccoglierne le dichiarazioni, in modo da agevolarne l’allontanamento, anche su energico invito della madre di quest’ultimo, presente nel negozio. Nonostante le ispettrici abbiano immediatamente chiesto l’intervento dei Carabinieri della stazione di Baiano, tramite il 112, che sono sopraggiunti in loco, il titolare della ditta e i suoi congiunti hanno ripetutamente oltraggiato e aggredito verbalmente le ispettrici del lavoro, rovesciando persino il tavolo sul quale stavano redigendo il verbale, colpendo così ad una mano una delle colleghe, procurandole una frattura ad un dito. Si è pertanto reso necessario l’intervento dei sanitari, anche a causa di un malore accusato dall’ispettrice colpita, a seguito della situazione, e il trasporto presso il Pronto Soccorso dell’azienda ospedaliera Moscati di Avellino, dove i medici hanno riscontrato la frattura alla mano e un innalzamento della pressione arteriosa, con una prognosi di 25 giorni.
A seguito di quanto è successo, ci è stato riferito che sarà convocato, in tempi brevi, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, con l’obiettivo di garantire un maggiore supporto all’attività ispettiva, in termini di forze dell’ordine.
Attualità
La lega marcia, mentre l’opposizione tace sulla Questione Meridionale e sul referendum
La Corte Costituzionale ha assestato un duro colpo alla legge 86/2024 targata Calderoli, ha cassato sette commi e indicato cinque prescrizioni a cui attenersi per riscrivere il testo. La casa è abbattuta ma non polverizzata, e Calderoli è ben determinato a modificare la legge in parlamento. I rilievi della Consulta sono chiari: non si possono trasferire intere materie ma solo specifiche funzioni, la richiesta va motivata e sempre che lo Stato Centrale non sia in grado di svolgere questa funzione nel rispetto del principio di sussidiarietà; la delega al governo per la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) non può essere generica; i LEP non possono essere definiti e rivisti con DPCM (Decreto Presidente Consiglio dei Ministri); deve essere eliminato il criterio della spesa storica e le regioni sono obbligate a rispettare il patto di stabilità al fine di prevenire inefficienze di sistema e la crescita della spesa pubblica; il parlamento non può solo ratificare le intese, fra il governo e le regioni, ma deve approvarle e rinviarle per un nuovo esame. Le opposizioni esultano, manca, però, un’azione volta a rimettere al centro dell’agenda politica la Questione meridionale, causa ed effetto delle disuguaglianze tra le due aree del paese. Né l’opposizione ha riaffermato la necessità che il referendum, richiesto da oltre 1,2 milioni di cittadini, sia celebrato, in tal modo, si impedisce ai cittadini di partecipare al dibattito pubblico sul regionalismo differenziato, sin ad ora, svolto solo nelle sedi istituzionali oppure nelle segrete stanze. In tal modo il silenzio dell’opposizione rafforza la proposta del governo Meloni di ritenere oramai inutile il referendum e non pongono in campo l’offensiva per spazzare via lo Spacca Italia.
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