Connect with us

Cultura Eventi e Spettacolo

Dalla tortura fiscale alla prescrizione: incontro con Emilio Ponticiello, avvocato e scrittore

Published

on

In uno Stato di diritto in “liquefazione”, il sistema tributario è degenerato in una macchina vessatoria, talvolta tramutando l’imposizione fiscale in una vera e propria “espropriazione”. Il cittadino (già suddito negli ordinamenti pre-democratici dei secoli scorsi), è tornato ad essere suddito, ma di un sovrano impersonale, che si esprime attraverso un dominio più invasivo: quello burocratico-fiscale. Emilio Ponticiello, lungamente avvezzo a questi settori, ripercorre l’itinerario storico politico del Diritto tributario seguendone l’evoluzione (o involuzione?) dal dopoguerra a oggi.                    

Abbiamo chiesto all’autore cosa intenda per tortura fiscale                                                                                                       In Italia la contribuzione fiscale delle imposte non solo è elevata, ma comporta oneri aggiuntivi, come gli adempimenti connessi al loro pagamento: di per sé una tortura. Sono adempimenti talmente pressanti, da determinare obblighi per i contribuenti, persino maggiori di quelli previsti per il pagamento. Pagare non è la liberazione dall’imposta, bensì solo uno degli oneri connessi agli altri adempimenti: ecco perché diventa una tortura! Consideriamo che, se si prova a fare opposizione, per almeno dieci anni, non ci si libererà della questione.

In Italia c’è molta evasione, come arginarla?  

                                                                                                 

Non sempre chi non paga le tasse percepisce di evadere, ritenendola piuttosto un’autodifesa dei propri beni e del proprio patrimonio, motivo per il quale l’evasione non viene percepita come un reato fondamentale. La Costituzione, all’art.53, prevede che l’imposta sia progressiva in rapporto all’ammontare del reddito, ma non è quello che avviene nei fatti. Nel nostro Paese la progressività è alquanto scadente e si abbatte soprattutto sul ceto medio, imponendo da un lato il pagamento, e dall’altro, i relativi adempimenti. Le due cose insieme, determinano spesso situazioni paradossali, poiché non sempre si è in grado di pagare quanto richiesto. Lo Stato carica i mancati pagamenti di varie sanzioni, fino al raddoppio se non alla triplicazione, della cifra che si assume evasa, determinando per il contribuente l’impossibilità di farvi fronte, cosicché questi diventa insolvibile. L’evasione fiscale fa parte della natura umana, non si elimina con le sanzioni aggiuntive: bisogna studiare idonee misure alternative. È il sistema stesso, connesso agli accetartamenti tributari, a generare l’evasione. Talvolta le stesse commisioni tributarie del Ministero delle Finanze, trovandosi di fronte ad accertamenti esagerati, li annullano: oggi circa il 70% degli accertamenti viene annullato. Lo Stato riesce a recuperare soltanto il 10% di quanto evaso. Bisognerebbe invece fare dei controlli preventivi. Chi paga il 60% di oneri, è più portato all’evasione, chi paga il 20% lo fa più volentieri: l’abbassamento delle imposte, di certo invoglia il contribuente a pagare le tasse.    

Nell’acceso dibattito sul blocco della prescrizione dei reati, qual è la sua posizione?                                                                                                          

La prescrizione è un istituto giuridico utile a non far processare una persona permanentemente. É vero d’altro canto però, che nonostante ciò che dice la Costituzione all’art.111, ovvero che i processi debbono avere una durata ragionevole, non sempre accade. Ci sono troppe misure volte ad allungare il processo, troppi cavilli a disposizione degli imputati, troppi iter prima di giungere alle udienze e troppe udienze. É giusto garantire gli imputati, ma più giusto sarebbe andare incontro alle esigenze di tutti, vittime comprese. Assistiamo invece costantemente, alla prescrizione di molti reati per i quali i processi non iniziano neppure: ad es., furti di veicoli, furti nelle abitazioni, di cui non si riescono a individuare gli autori, archiviazione di altri reati. Bloccare la prescrizione in primo grado, a mio avviso comporterebbe che i giudici potrebbero prendersela comoda: un processo che oggi dura 10 anni, in futuro potrebbe durarne 15. Va poi fatto un distinguo tra prescrizione penale e civile: servirebbero regole precise e snelle, capaci di velocizzare il processo, che i nostri legislatori allo stato, non sembrano in grado di partorire.

Con la prescrizione, la vittima oltre che di chi l’ha offesa, lo sarà anche della mancata giustizia…

Una vittima non sarà mai realmente risarcita, pur portando a processo chi l’ha offesa: il procedimento parte già con una disfatta, poiché il processo non la risarcirà mai totalmente. Il danno morale subito, è di per sé di gran lunga superiore al danno materiale. La giustizia andrebbe riformata cominciando col semplificare le leggi di procedura. Nel caso della notifica, ad es., piuttosto che al domicilio dell’imputato, dalla seconda volta, andrebbe fatta presso l’avvocato, e i giudici prima di ogni udienza, dovrebbero controllare, ed eventualmente inviarla di nuovo. Inoltre, se il giudice rispondesse in proprio, sarebbe più attento a errori che comportino la dilazione del processo.    

Emilio Ponticiello

LA TORTURA FISCALE

Da cittadino a contribuente

La degenerazione dello Stato di Diritto in regime burocratico-tributario

Reality book, 2019

16 (reperibile su Ibs.it a prezzo scontato)

Note sull’autore

Emilio Ponticiello dal 1969 ha fondato e diretto L’ARRINGA. Autore di poesie, sonetti, testi giuridici di successo, ha scritto vari saggi: Crisi della democrazia (Trevi Editore), Quali Giudici? Quale Giustizia? Il diritto al muro del tempo (Temi romana) e diversi volumi professionali di successo, sulle sanzioni amministrative, sulle opposizioni fiscali, sul Condominio (Maggioli Editore), nonché il best seller IO NON PAGO (Fazi Editore), incentrato soprattutto sull’opposizione alle multe, che ha avuto tre edizioni e varie ristampe (reperibile su Ibs.it a prezzo scontato). Recentemente ha pubblicato il romanzo: Avvocati allo specchio – Momenti di vita forense.

Floriana Mastandrea

Attualità

Apertura Bando di Concorso per la Tredicesima Edizione dell’Ariano International Film Festival

Published

on

L’Ariano International Film Festival (AIFF)

apre il bando di concorso per la sua tredicesima edizione, che si svolgerà dal 28 luglio al 3 agosto 2025.

A partire dal 14 dicembre 2024 fino al 29 marzo 2025, registi, produttori e creativi di tutto il mondo potranno presentare le proprie opere attraverso la piattaforma FilmFreeway.

Le sezioni in concorso includono:

AIFF World: aperta a lungometraggi, cortometraggi, animazioni, corti scuola e documentari a tematica libera.

AIFF Green: dedicata ai documentari che affrontano tematiche ambientali, per promuovere una maggiore consapevolezza verso le sfide globali legate alla sostenibilità.

Made in Campania: riservata ai cortometraggi realizzati, in parte o totalmente, nella regione Campania, per valorizzare le eccellenze e i talenti locali.

Il festival offre, inoltre, l’occasione di:

Mostrare il proprio lavoro a una platea internazionale composta da appassionati di cinema, esperti del settore, critici, produttori e distributori.

Accedere a networking esclusivi con professionisti del settore durante le proiezioni, i workshop e gli eventi paralleli.

Competere per il prestigioso Hirpus D’Oro, un simbolo di eccellenza artistica, e un premio in denaro che potrà contribuire a supportare nuovi progetti.

Alla chiusura del bando, una giuria di preselezione avvierà il lavoro di valutazione per selezionare le opere che accederanno alla fase finale. Successivamente, una giuria tecnica composta da figure di spicco del panorama cinematografico, tra cui produttori, registi e distributori, decreterà i vincitori di ogni sezione.

Per ulteriori dettagli sulle modalità di partecipazione e per iscriversi al concorso, visitare il sito ufficiale: www.arianofilmfestival.it

Continue Reading

Attualità

Ariano d’Inverno “Con i tuoi e con chi vuoi”: si aprono le porte del Castello Normanno [scarica il programma]

Published

on

È con grande entusiasmo che l’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino presenta il calendario degli eventi natalizi 2024, “Con i tuoi e con chi vuoi – Ariano d’Inverno”

Dal 7 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025, la città di Ariano Irpino si trasformerà in un luogo incantato, dove la magia del Natale prenderà vita attraverso un ricco programma di eventi. “Con i tuoi e con chi vuoi” invita tutti a trascorrere il tempo con i propri cari, ma anche ad aprirsi verso la comunità più ampia. È un richiamo a celebrare insieme, a condividere momenti speciali e a vivere le festività con gioia e calore umano. Ariano d’Inverno è davvero magica, “con i tuoi e con chi vuoi”.

Ad accendere il Natale arianese le suggestive luminarie natalizie, accese il 1°dicembre, grazie all’impegno del consigliere delegato alle attività produttive e al commercio, Andrea Melito, che illumineranno il centro storico e le maggiori periferie della nostra città.

Un elemento di grande curiosità” – commenta il Sindaco Enrico Franza – “sarà il “Castello d’Inverno”, una novità assoluta che promette di stupire residenti e visitatori. All’interno delle storiche mura del Castello Normanno, creeremo un meraviglioso villaggio di Natale, dove i mercatini artigianali offriranno prodotti locali e specialità gastronomiche, contribuendo a mantenere vive le tradizioni del nostro territorio. Sarà un ambiente dove il calore della comunità si fonde con l’entusiasmo delle festività. Per rendere l’atmosfera ancora più magica, la tradizione di Babbo Natale prenderà vita con una suggestiva carrozza che girerà intorno alle torri del nostro bellissimo Maniero. Un’incantevole nevicata artificiale trasformerà l’evento in un paesaggio da fiaba, regalando a tutti una sensazione di meraviglia e incanto.”

Il programma prevede anche un evento speciale chiamato “Neon Brush”, dove i partecipanti possono esprimere la propria creatività in un ambiente festivo e colorato, utilizzando colori fluorescenti che illuminano il Natale in modo unico. Non mancheranno laboratori pensati per grandi e piccini, dove tutti potranno divertirsi, creare e scoprire nuove passioni, rendendo il Natale un momento di apprendimento e condivisione.

Il programma “Con i tuoi e con chi vuoi” include anche una varietà di eventi culturali e musicali, dai concerti ai laboratori, dalle proiezioni di film alle mostre d’arte. La collettiva d’arte “ARA CONTEMPORANEA” e concerti di diversi generi arricchiranno l’offerta natalizia, offrendo momenti di intrattenimento e riflessione.

Le location degli eventi saranno molteplici e variegate, da Piazza Plebiscito, con il tradizionale albero di Natale, al Museo Civico e della Ceramica e l’apertura del Palazzo Forte nella sua interezza, passando per il Palazzo Renzulli, l’Auditorium Comunale, Piazza Garibaldi e il maestoso Castello Normanno. Ogni luogo sarà animato da eventi pensati per tutte le età, garantendo che ogni membro della comunità possa trovare qualcosa di speciale da vivere e condividere.

Altra novità del Natale 2024, la prima edizione di “Le Cultivar”. “Dopo “Affresco d’Estate”, che ha visto al centro la nostra arte ceramica,” – continua il Sindaco – “le Cultivar rappresenta un interessante connubio tra tradizione e innovazione. L’allestimento con piante di ulivo non solo abbellirà il centro storico, ma simboleggerà anche l’importanza di mantenere vive le tradizioni locali, mentre i progetti di riqualificazione urbana offriranno un nuovo volto alla città. Un sentito ringraziamento” – conclude – “va a tutte le associazioni, i commercianti e i volontari che si sono uniti a noi in questa avventura. La loro passione e il loro impegno sono essenziali per rendere queste festività un momento speciale per tutti. 

Vi aspettiamo ad Ariano Irpino, dove la magia del Natale si vive intensamente, con chi amate e con chi desiderate condividere questi momenti. Ariano d’Inverno: con i tuoi e con chi vuoi.” Per rimanere aggiornati è possibile seguire la pagina facebook del Comune di Ariano Irpino.

Scarica qui il programma:

Continue Reading

Attualità

Medaglia d’oro ai Comuni terremotati del 1980: qualcuno lo ricorda?

Published

on

Iniziative politiche, sociali, culturali e giornalistiche, si sono susseguite numerose per commemorare il quarantaquattresimo anniversario del terremoto del 1980 che devastò l’Irpinia, causando quasi 3.000 morti, migliaia di feriti, circa 280mila sfollati e immensi danni.                                                                                                                                                                                           Tutto quello che nei giorni scorsi è stato fatto, merita una valutazione positiva perché è utile, anzi indispensabile, far conoscere la storia e, la memoria di quel triste evento, va preservata. Nello scenario rappresentato però, è risultato quasi assente o poco sottolineato, il grande sforzo fatto da buona parte delle popolazioni locali a seguito del tragico evento: emigrati e studenti universitari rientrarono persino nei loro paesi di origine per sostenere le famiglie colpite. Sulla ricostruzione, che ha tentato di rimettere in piedi anche speranza e dignità di paesi completamente annientati, non sempre avvenuta rispettando la loro morfologia e una certa armonia architettonica, molte finora sono state le valutazioni negative riferite soprattutto allo sperpero di denaro pubblico (e alla corruzione) per opere non sempre necessarie. Nel contempo, però, non bisogna trascurare gli aspetti positivi, affinché la storia non smarrisca il suo valore formativo. Tra le iniziative degne di nota, va senz’altro ricordato il riconoscimento del merito tributato a tutti i Comuni disastrati, in occasione del venticinquesimo anniversario (2005) del terremoto, di cui incredibilmente è stata cancellata la memoria. La medaglia d’oro, concessa dal Presidente della Repubblica a quei Comuni,anche per onorare la dignità con cui i cittadini seppero rispondere alla tragedia, fu voluta e determinata dal grande impegno profuso dall’allora senatore Angelo Flammia, già sindaco di Grottaminarda (AV), membro della Commissione parlamentare per le onoreficenze, in contrasto soprattutto con la Lega Nord, che nel Paese, mai come allora, era intenta a denigrare il Sud, sebbene adesso, per carpirne i voti, finga di promuoverlo. Quella stessa Lega peraltro, giova ricordarlo, che ha fatto ogni sforzo per ottenere la recente approvazione della legge Calderoli (86/2024) sull’autonomia differenziata, che se applicata, spaccando in due l’Italia, costituirà per il Mezzogiorno, un ulteriore nocumento.Tornando al terremoto: oltre ad ottenere la concessione della medaglia, il senatore Flammia si diede da fare anche procacciando sponsorizzazioni pubbliche, per la realizzazione di un film sul drammatico evento, curato dalla regista Rai Donatella Baglivo, dal titolo: E poi cadde la neve.                                                                                                                                                                           Rammentare queste vicende, che sono tutt’altro che minori, è fondamentale: la loro cancellazione equivale a calpestare la storia e proprio non lo si può tollerare. Recuperare la memoria equivale anche alla possibilità di costruire una corretta idea di ciò che siamo, per scongiurare che la società continui a declinare verso un aggregato di solitudini, per dirla con Andrea Covotta.                                                             Per ricordare correttamente il tragico terremoto del 23 novembre 1980 e i processi sociali, culturali e politici, ad esso seguiti, è necessario rigorosamente rispettare la storia e con essa, il senso prezioso della memoria.

Floriana Mastandrea

Comitato SAT (Salute, Ambiente, Territorio)

Continue Reading
Advertisement

Più letti