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Cultura Eventi e Spettacolo

Divulgazione scientifica e intrattenimento: così nasce Pompei 3D

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 Una docu-fiction realizzata in computer graphics porterà alla scoperta dei più famosi edifici della città antica e racconterà le ultime ore di vita prima della fatale eruzione del Vesuvio

Il progetto. Dall’esigenza di coniugare divulgazione scientifica ed intrattenimento nasce “Pompei 3D – Una storia sepolta”, realizzato da Archeo Tour, che ricostruisce virtualmente, con tutta la potenza emozionale della computer grafica 3D, la grandezza di una delle più belle città romane di età imperiale, in quell’ultimo infausto giorno della sua catastrofica distruzione.

 

L’innovazione. Lo staff tecnico-scientifico di Archeo Tour ha scelto di sperimentare per la prima volta in assoluto la formula della docu-fiction, completamente realizzata con animazioni 3D generate al computer in stereoscopia, consapevole della difficoltà di innovare, data la grande popolarità internazionale del sito e la conseguente abbondanza di documentari e prodotti multimediali su Pompei. Il film, della durata di 30 minuti, sarà proiettato in un teatro da 70 posti situato a pochissima distanza dal sito archeologico e racconterà la vita di Pompei e l’eruzione del Vesuvio del 79 d.c. che la distrusse completamente.

 

La storia. Pompei 3D è un vero e proprio documentario storico, in cui al centro della narrazione è posta una storia di uomini, personaggi di fantasia, che sono stati protagonisti, in quell’ultimo giorno di Pompei, prima della distruzione causata dal Vesuvio, di un piccolo dramma, di una piccola storia sepolta dalla cenere e per sempre dimenticata. I personaggi, Ottimo e Abalo, sono alle prese con un misterioso medaglione e altri oggetti preziosi. Si tratta di oggetti di inestimabile valore storico, come la statua di Livia rinvenuta nel peristilio della Villa dei Misteri e la gemma con ritratto di Alessandro Magno, pertinente ad un medaglione, trovato nella Casa del Fauno, entrambi oggi in mostra al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che un tempo sono appartenuti a persone reali che li hanno posseduti, apprezzati ed amati. Questa scelta vuole indurre il pubblico a riflettere sull’aspetto umano dei manufatti archeologici che,  molto spesso, come per i templi, le strade, le botteghe e gli edifici pubblici, sembrano quasi scollegati dalla civiltà che li ha prodotti, per l’assenza inevitabile della componente umana.

 

Tecnologia & Archeologia. All’interno del teatro virtuale, il cui schermo ha le dimensioni di oltre 5m di larghezza e di 3m di altezza, una serie di proiettori ad alta luminosità proietteranno il filmato 3D. Un sofisticato apparato audio permetterà la fruizione in simultanea di 8 lingue diverse: italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, russo, giapponese e cinese, rendendo possibile la presenza in sala di spettatori di diverse nazionalità. I turisti e le scolaresche, grazie alla straordinaria qualità della Computer Graphics e all’avanzata tecnologia di proiezione e riproduzione sonora, potranno rendersi conto di come fosse realmente la città all’epoca e scoprire i principali monumenti di Pompei. Il filmato è adatto a tutti, dagli studenti agli archeologi. La scelta delle location che sono state oggetto di un meticoloso studio storico-artistico ed archeologico (coordinato dall’archeologo Davide Tanasi, dell’Arcadia University) e di una filologica ricostruzione virtuale delle architetture ha privilegiato alcuni dei più emblematici monumenti della città: la Villa dei Misteri, la Casa del Fauno, la Casa dei Ceii, l’Anfiteatro, il Foro con il Tempio di Giove. E tutto intorno, la città, brulicante di vita, all’apogeo del suo splendore prima dell’eruzione di quel fatidico giorno del 79 d.C., muta, abbandonata e ricoperta di cenere subito dopo. Altre info su: www.pompeii3d.eu

 

Pompei 3D – Archeo Tour s.r.l.

 

Archeo Tour srl è stata fondata nel luglio del 2012 a Ragusa e opera nel campo della cultura e del turismo, in particolare nella valorizzazione dei Beni Culturali per sviluppare con innovazione e creatività il turismo attraverso la tecnologia.

 

La mission aziendale è ideare e realizzare strumenti di fruizione dei contenuti in grado di catapultare lo spettatore nella storia e fargli vivere un’esperienza sensoriale immersiva, grazie alla tecnologia tridimensionale.
Le competenze acquisite nella ricostruzione in Computer Graphics e le conoscenze storico-culturali meticolosamente approfondite grazie a studi e collaborazioni con esperti archeologici, rendono possibile la rappresentazione di siti archeologici appartenenti a civiltà  ormai scomparse e la realizzazione di Teatri digitali in 3D e proiezioni virtuali olografiche – Ologrammi.

 

«È un progetto visionario, che coniuga l’amore per i beni culturali con la competenza e la passione per la tecnologia, un progetto che valorizza il meglio della cultura italiana per il turismo, in un’ottica di sviluppo, di progresso, di cambiamento. Pompei è uno dei siti più importanti d’Italia e quindi del mondo. Vorrei che i turisti dicessero che anche in Italia sanno usare la tecnologia e applicarla ai beni culturali»: così Gianni Campo, a.d. di Archeo Tour.

 

Premi e riconoscimenti di Archeo Tour:

 

Best Video Award per “Siracusa 3D Reborn” nell’ambito dell’International Conference “Cultural Heritage and new Technologies” (Vienna, 11 – 13 novembre 2013)
Premio “DOCSCIENT 2014” – International Scienific Film Festival 2014, Categoria Animazione
Gran Premio Giuria Studenti come “Miglior documentario scientifico” per “l’eccellenza dei contenuti tecnici, scientifici e narrativi, e la capacità di permettere al pubblico di rivivere ambientazioni del passato attraverso una grande padronanza delle più moderne tecnologie grafiche”.

 

Pompei 3D – Il Concept

 

Pompei 3D – Una storia sepolta nasce dal progetto ambizioso di coniugare divulgazione scientifica ed intrattenimento, ricostruendo virtualmente, con tutta la potenza emozionale della computer grafica 3D, la grandezza di una delle più belle città romane di età imperiale, in quell’ultimo infausto giorno della sua catastrofica distruzione.

 

Consapevole della difficoltà di innovare, data la grande popolarità internazionale del sito e la conseguente abbondanza di documentari e prodotti multimediali su Pompei, lo staff tecnico-scientifico di Archeotour ha scelto di sperimentare per la prima volta in assoluto la formula della docu-fiction, completamente realizzata con animazioni 3D generate al computer in stereoscopia. Un vero e proprio lungometraggio in cui al centro della narrazione è posta una storia di uomini, personaggi di fantasia, che sono stati protagonisti, in quell’ultimo giorno di Pompei, prima della distruzione causata dal Vesuvio, di un piccolo dramma, di una piccola storia sepolta dalla cenere e per sempre dimenticata.

 

Oggetti di inestimabile valore storico come la statua di Livia rinvenuta nel peristilio della Villa dei Misteri e la gemma con ritratto di Alessandro Magno, pertinente ad un medaglione, trovato nella Casa del Fauno, entrambi oggi in mostra al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, un tempo sono appartenuti a persone reali che li hanno posseduti, apprezzati ed amati. La scelta di incentrare la storia dei due protagonisti, Abalo e Ottimo, intorno al medaglione con il ritratto di Alessandro vuole proprio indurre il pubblico a riflettere sull’aspetto umano del manufatto archeologico, che molto spesso, come per i templi, le strade, le botteghe e gli edifici pubblici, sembrano quasi scollegati dalla civiltà che li ha prodotti, per l’assenza inevitabile della componente umana.

 

Alcuni tra i più spettacolari manufatti dell’arte romana rivenuti negli scavi di Pompei sono stati utilizzati per caratterizzare i due personaggi principali e per fornire più solidi appigli narrativi. Tutto intorno ai due personaggi, campeggia maestosa Pompei, con i suoi monumenti più illustri.

 

La scelta delle location che sono state oggetto di un meticoloso studio storico-artistico ed archeologico (coordinato dall’archeologo Davide Tanasi, dell’Arcadia University) e di una filologica ricostruzione virtuale delle architetture ha privilegiato alcuni dei più emblematici monumenti della città: la Villa dei Misteri, la Casa del Fauno, la Casa dei Ceii, l’anfiteatro, il foro con il tempio di Giove. E tutto intorno, la città, brulicante di vita, all’apogeo del suo splendore prima dell’eruzione di quel fatidico giorno del 79 d.C., muta, abbandonata e ricoperta di cenere subito dopo.

 

L’uso combinato di effetti speciali di alta qualità, di suggestive colonne sonore originali e di potenti ed evocative ricostruzione virtuali in 3D, offre agli spettatori un’esperienza culturale immersiva e la trama, strutturata in modo coinvolgente, garantisce forti emozioni.

 

Pompei 3D – Una storia sepolta diventa quindi una nuova chiave di lettura dei resti della città antica di Pompei, un passaggio necessario per interiorizzare e comprendere l’aspetto “umano” delle rovine ed per contestualizzarle.

 

Pompei 3D – Il Film

 

Pompei 3D è un’esperienza straordinaria di visita all’antica Pompei, esperienza grazie alla quale ci si immergerà nella vita della città prima della catastrofe e si vivranno i terribili momenti dell’eruzione in compagnia di Abalo, un personaggio che viveva nella splendida Villa dei Misteri e che possedeva un misterioso e originale medaglione, realmente ritrovato ed ora conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

 

Il film, della durata di 30 minuti, sarà proiettato in un teatro situato a pochissima distanza dal sito archeologico e racconterà la storia della città di Pompei e l’eruzione del Vesuvio del 79 d.c. che la distrusse completamente.

 

All’interno del teatro virtuale, il cui schermo ha le  dimensioni di oltre 5m di larghezza e di 3m di altezza, una serie di proiettori ad alta luminosità proietteranno il filmato 3D, consentendo allo spettatore di navigare all’interno degli edifici storici ricostruiti virtualmente.

 

I turisti e le scolaresche potranno vivere un’esperienza unica e, grazie alla straordinaria qualità della Computer Graphics e all’avanzata tecnologia di proiezione e riproduzione sonora, potranno rendersi conto di come fosse realmente la città e scoprire i principali monumenti di Pompei.

 

Un sofisticato apparato audio permetterà la fruizione in simultanea di 8 lingue diverse, ovvero Italiano, Inglese, Francese, Spagnolo,Tedesco, Russo, Giapponese e Cinese, rendendo possibile la presenza in sala di turisti di diverse nazionalità.

 

Il teatro, contenente 70 posti a sedere sarà aperto da marzo a novembre, 7 giorni su 7 ed il filmato “Pompei 3D, una Storia Sepolta” verrà proiettato con una programmazione continua, in modo da consentire un elevato afflusso di pubblico.

 

www.pompeii3d.eu

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Attualità

Educare alla parità di genere – tra pari”, domani la presentazione del progetto presso la Sala Conferenze del Palazzo degli Uffici

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L’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino venerdì 22 novembre 2024 alle ore 10,30 presso la sala Conferenze del Palazzo degli Uffici presenta un progetto che si rivolge  agli studenti della scuola secondaria di II grado per Educare alla parità attraverso l’ innovazione didattica, dal titolo  “Educare alla parità di genere – tra pari”.

Il progetto didattico “Educare alla parità di genere – tra pari” presentato dalla dott.ssa Rossella Schiavo, responsabile del Centro Antiviolenza ANANKE dell’Ambito Territoriale A1 con sede ad Ariano, ha lo scopo di prevenire atti di violenza contro le donne attraverso percorsi educativi e formativi destinati alle studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di II grado di Ariano in via sperimentale e nella forma di ricerca – azione.

Il progetto prevede di coinvolgere un numero di studenti delle classi terze e dopo la formazione essi stessi opereranno nei gruppi di studenti del proprio istituto secondo il modello didattico “pear to pear”. 

L’iniziativa nasce dall’intesa tra gli Assessorati all’istruzione e alle Politiche Sociali, l’Azienda Speciale consortile per le politiche sociali dell’Ambito Territoriale A1 e le scuole superiori di Ariano.  Dopo la sperimentazione il progetto sarà esteso alle altre scuole del territorio.

Dopo i saluti di:

Enrico Franza

Sindaco di Ariano Irpino

Laura Cervinaro

Consigliera Provinciale

Augusto Morella

Presidente Azienda speciale consortile per la gestione delle politiche sociali   Provincia di Avellino n. A1

Pasqualino Molinario

Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ariano Irpino

Grazia Vallone

Assessore all’Istruzione e  alle Politiche Giovanili del Comune di Ariano Irpino

Interverranno:

Rossella Schiavo

Psicologa – Azienda speciale consortile Avellino A1 – Sportello “Ananke”

Tiziana Aragiusto

Dirigente Scolastica, reggente ISS “De Gruttola”

Massimiliano Bosco

Dirigente Scolastico, ISS “Ruggero II”

Giovanni Mingione

Dirigente Scolastico, reggente Liceo “P. P. Parzanese”

Interventi degli studenti

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Attualità

Giornata delle Forze Armate – Il 4 Novembre ad Ariano la cerimonia per il Giorno dell’Unità Nazionale

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L’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino, in una sobria e solenne cerimonia, vuole  commemorare i Caduti di tutte le Guerre, rendere omaggio alle Forze Armate, celebrando la Festa dell’Unità Nazionale, in ricordo della fine della prima Guerra Mondiale.

Appuntamento lunedì 4 novembre 2024 alle ore 10,00 al Piano della Croce presso il Monumento ai Caduti dove, alla presenza delle Autorità Civili, Militari e  Religiose, verrà   deposta la   Corona di alloro, sulle note dell’Inno Nazionale.

Una  Corona di Alloro verrà deposta anche davanti al busto di Giulio Lusi in Villa Comunale e nell’atrio di Palazzo di Città.

Il messaggio istituzionale  è rivolto alle nostre giovani generazioni, per non dimenticare  i nostri Caduti in Guerra, morti per gli ideali risorgimentali di indipendenza, di libertà, di democrazia che hanno determinato l’Unità d’Italia ed esprimere riconoscenza per coloro che ancora oggi rischiano la vita al Servizio della Comunità.

La cittadinanza  è invitata a partecipare.

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Attualità

Roberto Zaffiro: vi racconto la mia Africa e vi invito a diventare benefattori

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Imprenditore nel settore edile (azienda di dieci dipendenti), insieme ad altri due fratelli, sposato e con due figli, Roberto Zaffiro, con il pieno sostegno della famiglia, si dedica anima e corpo alla missione che lo appassiona e gratifica di più: dalla costruzione di pozzi e scuole, ai presidi ospedalieri, in Africa. Il 5 novembre partirà per la Nigeria e in gennaio per il Benin

“Un tempo ero laico, poi a 37 anni, 20 anni fa, c’è stata la mia conversione, a seguito del viaggio a Medugorje, – ci racconta. Il senso di solidarietà l’ho però sempre avuto nel DNA, tanto che ogni volta che ho girato il mondo, ho sempre elargito del denaro, ai bisognosi che mi è capitato di incontrare”.  

                                                                                                                                            

Quando hai capito che la tua missione era dedicarti in maniera più completa agli altri?                                                                              

 La svolta a seguito del viaggio a Medugorje. Fino ad allora ero stato una sorta di superficiale credente praticante, che girava il mondo, compresa l’Africa, anche in moto, e non dava grande importanza ai sacramenti e alla preghiera. In quel luogo, come se avessi improvvisamente intuito le mie miserie e fragilità, ho pianto molto e ho capito che dovevo cambiare la mia vita e relazionarmi in maniera diversa con Dio. È cominciata così la mia conversione, incrementando anche la frequentazione della Chiesa, finché a Montevergine (AV) non ho incontrato padre Jean Baptist, sacerdote originario del Benin (Diocesi Kandi-Benin), specializzatosi a Roma. Siamo diventati amici e, dopo che mi ha mostrato le carenze d’acqua nel suo villaggio, gli ho donato un pozzo. Quando è tornato in Africa, mi ha fatto promettere che sarei andato a trovarlo. Nel 2012 l’ho raggiunto e ho cominciato a guardare l’Africa con occhi nuovi, mi sono reso conto della vita di sofferenza della popolazione: bambini e adulti che bevevano dalle pozzanghere esponendosi a malattie, quando non la morte, bambini costretti a percorrere chilometri con le taniche in testa per approvvigionarsi dell’acqua. Un pozzo è una fonte di acqua viva utile a diverse comunità, talvolta serve fino a diecimila persone o più (dipende dalla grandezza dei villaggi) e nel tempo, cambia radicalmente la loro vita: cominciano ad allevare animali, a praticare l’agricoltura. L’acqua è di interesse primario: il 60-70 per cento dei nostri fondi li impieghiamo nella costruzione dei pozzi, a cui facciamo seguire attività ambulatoriali, considerando che, per accedere all’assistenza sanitaria, bisognerebbe percorrere centinaia di chilometri e talvolta non c’è il tempo, né la possibilità, di farlo. Molte malattie derivano dalla mancanza di igiene, dal fatto che non ci si può lavare: da una banale diarrea si passa alla febbre, inizia la sofferenza, che diventa acuta, poi grave e infine, può portare alla morte. Un piccolo presidio sanitario, con almeno uno-due infermieri e un medico, serve a trasmettere i fondamenti dell’igiene necessari a prevenire diverse malattie, anche se, per quelle più gravi, bisogna recarsi presso gli ospedali. Agli ambulatori cerchiamo di affiancare la promozione dell’istruzione di base che consenta ai più poveri, che non possono permettersi la scuola, almeno di difendere i diritti propri e della famiglia: l’istruzione emancipa e salva il mondo.                                                                                                                                                                             Come individuate dove costruire un pozzo?    

                                                                                                                                                   

Primo step individuare il punto, poi una sorta di rabdomante, col talento sensibile nelle mani, scopre dove potrebbe esserci più acqua, quindi arriva la trivella, che in genere scava per 4-5 ore, con tutta la popolazione intorno, che festeggia il grande evento, che cambierà la loro la vita. Il primo getto d’acqua, è un vero spettacolo: vediamo la gioia dei bambini e della gente. Documentiamo tutto in diretta e lo postiamo sui social, poi, a fine missione, montiamo un filmato che mostreremo ad amici, conoscenti e benefattori, nonché a chi volesse diventarlo. Vogliamo dimostrare che facciamo opere concrete e cerchiamo di renderci utili, per alleviare almeno in parte, la sofferenza di quelle popolazioni. Realizzare un pozzo costa circa 7-8 mila euro, ma dipende dal luogo, dalla quantità e dalla profondità del terreno. Un ambulatorio sanitario, così come una scuola, costa intorno ai 20-30 mila euro, a seconda delle dimensioni.                                                                                             

Finora abbiamo realizzato 24 pozzi in Benin, uno in Malawi e 5 in Nigeria, che servono una popolazione complessiva di circa 350 mila abitanti.  

                                                                                                                                                                

La strada la preparano i religiosi, che, oltre alle lingue locali, compresi i vari dialetti, parlano inglese, francese ed italiano. Con le loro diocesi, di dimensioni notevoli, sono radicati sul territorio, interloquiscono coi capi villaggio, i quali, al di là dei diversi credo religiosi, convivono senza combattersi. Ogni iniziativa la condividiamo con i capi delle comunità: acqua, sanità, scuola, sono per tutti, cristiani, musulmani, animalisti. Questo ci consente anche di approcciarci a quei territori senza temere per la nostra incolumità.

                                                                                                                                                                                                                                                                      

Con quali modalità raccogliete le risorse necessarie?     

                                                                                                                                       

  I fondi vengono raccolti sia con la promozione di giornate di beneficenza, sia nelle chiese, attraverso l’associazione Regina della Pace e Carità (con sede in Flumeri, AV), finalizzata a promuovere e gestire interventi di cooperazione allo sviluppo e progresso umano, economico e sociale, attraverso la costruzione di pozzi, scuole, ambulatori, orfanotrofi e chiese, nei Paesi in via di sviluppo. Nata allo specifico scopo della missione in Africa, la onlus è composta da 12 persone, 3 delle quali, sacerdoti africani. I sacerdoti, vivendo in Africa, conoscono il territorio e poiché ogni anno vengono in Italia, fermandosi per circa 40 giorni presso le parrocchie, ci aiutano a progettare le sfide che realizzeremo insieme. Sono loro i veri esecutori delle opere: i pozzi si scavano rapidamente in nostra presenza, ma per le altre opere che invece richiedono mesi, noi ogni anno andiamo a verificare ciò che è stato realizzato e lo inauguriamo insieme. Quest’anno abbiamo realizzato 3 pozzi in Benin e altri 3 ne realizzeremo entro fine anno in Nigeria: partiremo il 5 novembre, per tornare il 19. Per l’inizio del 2025 realizzeremo una chiesa e ancora 4 pozzi in Benin, nonché giornate sanitarie e visite agli orfanotrofi locali. Giacché abbiamo costruito tre ambulatori in Benin, tra cui un ospedale della maternità, promuoveremo la formazione sanitaria, invitando le popolazioni limitrofe, alle quali si insegnerà la prevenzione di base e doneremo dei medicinali, che, su indicazione dei medici locali, acquistiamo direttamente in loco o nelle città più grandi, che distano anche fino a 250 km. Spesso i bambini hanno la pancia gonfia dovuta ai vermi, così acquistiamo il farmaco per la sverminazione, che costa un euro e mezzo e salva loro la vita o la tachipirina, utile in caso di febbre alta. Molti bambini vengono abbandonati nella savana, se la famiglia a causa dell’estrema povertà non può mantenerli, oppure se malati o albini (pensano siano indemoniati), così suore, preti e laici, li raccolgono e li portano negli istituti religiosi dotati di orfanotrofi (30-40 posti), che però soffrono difficoltà economiche e alimentari. Quando li visitiamo, doniamo una metà delle offerte in beni materiali, riso, olio e latte in polvere, e il resto, tra i mille e i tremila euro (a seconda di ciò di ciò che siamo riusciti a mettere da parte), lo diamo alla struttura come sostegno economico. Cerchiamo di metterli in condizioni di andare avanti per qualche mese, di dare ai loro ospiti una speranza per il futuro. Nel 2026 in Malawi vorremmo realizzare un orfanotrofio per bambini abbandonati e disabili e 2-3 pozzi, per cui stiamo raccogliendo fondi e invitiamo chiunque potesse e volesse, a contribuire.                                                                                                                                                              

 Che altro fare per aiutare concretamente gli Africani?                            

                                                                                                        

  I governi locali dovrebbero preoccuparsi, per cominciare, di dare l’acqua, consentire l’istruzione e la sanità, che fornirebbe a quelle popolazioni i mezzi per progredire ed essere autonome a casa loro. In tal modo, non avrebbero bisogno di rischiare la vita sui barconi, per illusioni irrealizzabili. Purtroppo i loro governanti sono spesso dittatori che non hanno alcun interesse a metterli in condizioni di autosufficienza, ma preferiscono tenerli nell’ignoranza, per poterli gestire.                                                                                                                  

Dal canto nostro, immersi nel benessere, noi consumiamo cose inutili, sprechiamo e buttiamo. Vorrei esortare a pensare a chi ora sta soffrendo, destinando ciò che per noi è superfluo a chi invece ha necessità basilari. Per dirla con madre Teresa di Calcutta: la condivisione sconfigge la povertà.                                                      

 Siete in procinto di partire per la prossima missione…

                                                                                                                              

 Il 5 novembre partiremo per la Nigeria per due settimane. Sarò accompagnato da due nuovi benefattori, Giovanni Parrella di Motesarchio (BN), e Angela Ciasullo di Flumeri, che documenterà i lavori anche filmando e, per la missione, è riuscita a superare la sua antica paura per gli aghi, poiché ha dovuto vaccinarsi, e persino quella di volare. Ognuno di noi ha sostenuto autonomamente il costo del biglietto (1.000 €) e dei visti (300 €).                                                                                                                                                                              Dal 16 gennaio al 5 febbraio tornerò in Benin, ancora con Angela Ciasullo e i parroci: Don Alessandro Pascale, di Prato Principato Ultra, Don Alberico Grella, di Sturno, Don Rino Morra, di Bisaccia e chiunque volesse aggiungersi”. 

                                                                                                                                                                                                                                  

I prossimi eventi per raccogliere fondi e visionare quanto realizzato in Benin: sabato 30 novembre 2024 alle 20, cena di beneficenza (20 €) presso i Saloni dell’Oratorio ANSPI San Prisco (Via Grotte) a Passo Eclano (AV); domenica 8 dicembre 2024 a Zungoli (AV), ore 13 pranzo di beneficenza (25 €), presso il Convento San Francesco. Ulteriori informazioni (e prenotazioni) su: https://www.reginadellapaceecarita.org

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