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Emergenza Covid-19 I dirigenti medici del Frangipane scrivono a De Luca e al Prefetto

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I dirigenti e responsabili delle Unità Operative del “Frangipane” di Ariano Irpino sottoscrivono un  documento inviato al Presidente della Regione Campania, al Prefetto Paola Spena e alla deputazione irpina. Questo il testo del documento:

Noi Direttori e Responsabili delle Unità Operative dell’Ospedale “Sant’Ottone Frangipane” di Ariano Irpino, DEA di I livello, redigiamo e sottoscriviamo il presente documento a causa della forte preoccupazione per gli eventi succedutisi in queste ultime settimane, in coincidenza dell’emergenza COVID-19 , eventi che sembrano mettere in seria discussione il ruolo, ma soprattutto l’azione di questo  luogo di cura fondamentale non solo per la  nostra provincia ma per l’intera area vasta AV-BN.

Nei giorni trascorsi abbiamo assistito a situazioni di particolare gravità: notevole carenza di dispositivi di protezione per il personale impegnato nell’ospedale, compresi coloro che operano nelle zone ad alto rischio biologico ( aree covid-19); assenza di percorsi e protocolli diagnostico-terapeutici specifici chiaramente codificati, o al più realizzati in maniera estemporanea inseguendo gli eventi del momento e ancor meno di percorsi all’interno dell’ospedale chiaramente separati fra pazienti covid-19 e affetti da altre patologie; assenza di una chiara strategia identificativa di potenziali portatori dell’infezione, sia fra i ricoverati apparentemente affetti da altre patologie sia soprattutto fra gli operatori sanitari; assenza di una quotidiana e capillare sanificazione ambientale e di corretta e periodica disinfezione di tutti gli ambienti interni ed esterni; assenza di formazione per tutto il personale esposto in prima linea di formazione per la corretta vestizione e svestizione di DPI; assenza di contenitori biologici all’interno e all’esterno dell’ospedale per lo smaltimento di DPI usati infetto o potenzialmente tali; assenza di figure professionali quali uno specialista infettivologo di uno pneumologo con maturata e sicura esperienza.

Tutto questo in assoluto contrasto con i dettami di protocolli nazionale e indirizzi legislativi estremamente rigorosi e dettagliati, quali il “Piano Nazionale di preparazione e risposta a pandemia influenzale “( nelle stesure del 2003  e 2006) e il “Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro ” ( così come uscito dal coordinamento dei D.lgs 81 del 9/4/2008 e D.lgs n.106 del 3.8.2009).

Abbiamo dovuto registrare  una notevole presenza di personale colpito dal famigerato coronavirus, qualcuno anche in maniera estremamente grave; malgrado ciò continua l’opera instancabile di medici, infermieri e OSS per contrastare questo nemico pericolosissimo e a loro deve andare la riconoscenza della popolazione che deve avere l’assoluta certezza di trovare al proprio servizio personale di alto profilo morale e professionale.

E tuttavia,  ancora oggi non si è addivenuti alla determinazione di sottoporre tutti gli operatori e i pazienti attualmente ricoverati anche per patologie no-covid-19 all’esame del tampone nasofaringeo, al fine di isolare tutti gli eventuali portatori del virus, in modo da ridurre drasticamente la diffusione della patologia e impedire di farsi essi stessi inconsapevoli propagatori dell’infezione di un focolaio epidemico ospedaliero, né può essere certo risposta soddisfacente quella del semplice affidarsi a generiche disposizioni regionali che vanno sempre applicate al contesto di riferimento.

Se Ariano Irpino è stata considerata “zona rossa”, ebbene, logica e buonsenso avrebbero dovuto imporre una strategia molto più stringente e coinvolgente ed è assolutamente paradossale alla luce delle suddette considerazioni, apprendere dalla stampa la notizia dell’esecuzione dei tamponi per tutto il personale dell’Ospedale “Criscuoli” di Sant’ Angelo dei Lombardi , struttura che ha avuto un impatto assolutamente trascurabile rispetto all’Ospedale di Ariano: un solo caso di sospetto contagio tra il personale.

La situazione sopra citata ha avuto come scontata conseguenza l’insorgenza di autentico motivato sentimento di terrore da parte dei cittadini nei riguardi della sicurezza del nostro ospedale con il risultato di un vero e proprio crollo degli accessi in Pronto Soccorso ( e di conseguenza nei reparti) di quelle situazioni di urgenza/emergenza che lungi dal ritenere essersi per incanto risolte, semplicemente non raggiungono il nostro Presidio Ospedaliero del Frangipane per la paura del contagio.

E tra queste a destare la massima preoccupazione sono soprattutto quelle condizioni note come patologie “tempo-dipendenti” che non lasciano scampo se non affrontate con tempestività e competenza e che non possono essere oggetto di tergiversazione : infarto del miocardio, gravi aritmie, ictus cerebrale, emorragie digestive, insufficienza renale acuta, traumatismi, con la triste conseguenza di morti che potrebbero essere evitate, (come purtroppo però ci è stato dato di recente possibilità di osservare con l’arrivo in ospedale di pazienti ormai in stato cadaverico) o di penose ed estenuanti e molte volte vane ricerche di un posto in un altro ospedale.

A queste problematiche si sta rispondendo con  una strategia organizzativa affidata a due colleghi: il Direttore Sanitario ad interim Dr. Angelo Frieri, proveniente proprio dal suddetto presidio alto irpino di Sant’Angelo dei Lombardi di cui conserva l’interim della Direzione Sanitaria oltre che l’incarico di Direttore del Laboratorio (non certo quindi un esperto specificamente formato a tale delicato ruolo non essendo stato ancora espletato per ragioni a noi sconosciute il concorso per la direzione sanitaria del “Frangipane” dal 2018) e il neo Direttore della Anestesia e Rianimazione di Ariano Irpino, giunto da pochi mesi sul Tricolle, a cui va il nostro totale  rispetto ma che, oggettivamente, hanno poca conoscenza della realtà strutturale ed anche epidemiologica dell’Ospedale “Frangipane” e del suo territorio e apparentemente poco disponibili al confronto con chi  da decenni opera presso l’ospedale di  Ariano Irpino.  Ben altro rispetto a quanto assolutamente richiesto in una contingenza tanto delicata.

Allo stato attuale non è dato assolutamente sapere quale possa essere l’assetto presente e tantomeno quello futuro dell’Ospedale “Sant’Ottone Frangipane ” di Ariano Irpino e al proposito lascia francamente quantomeno sconcertati l’assenza totale del Direttore Sanitario Aziendale, mai visto al “Frangipane”, sia prima che durante l’emergenza Covid-19 : un’assenza che riteniamo gravissima in un momento in cui il supporto del vertice sanitario aziendale all’Ospedale arianese doveva rappresentare un’assoluta priorità.

Dallo stato come sopra sommariamente descritto emergono voci incalzanti provenienti  da interviste rilasciate a organi di stampa da sanitari sindacalizzati notoriamente  “ben informati” del presidio di S.Angelo dei Lombardi che alimentano il timore concreto di una trasformazione del “Frangipane” in ospedale pressoché totalmente COVID-19 , con progressivo spostamento in Alta Irpinia delle specialità che sono la condizione unica e indispensabile, è bene ricordarlo, affinché l’Ospedale possa essere definito DEA di 1° livello e che da anni si sono sviluppate ad Ariano come servizio insostituibile per l’emergenza/urgenza del territorio diventando affidabile riferimento per una popolazione ben superiore a 60.000 abitanti. Si verificherebbe uno scenario assolutamente stravagante oltre che molto pericoloso rispetto ad un territorio estremamente esteso sul piano della superficie, punto di cerniera di un’area vasta che va da Avellino a Benevento.

Perché, vale la pena ricordarlo, la crisi coronavirus prima o poi finirà ma si continuerà ad ammalarsi e anche  morire di infarto, come anche di ictus o di perforazione gastrica o di insufficienza renale o di patologia traumatica.   E si dovrebbe in verità anche continuare a partorire, cosa al momento impossibile nel nostro ospedale, sia per la perdurante chiusura del reparto di Ostetricia e Ginecologia di cui non è dato sapere neanche il destino futuro in considerazione dell’annunciato allargamento della Rianimazione nei locali finora ad esso adibiti, sia per la dotazione di sanitari specialisti della branca ridotta ormai al minimo.

Questo documento, lungi dal voler apparire solo  un elenco di insufficienze e ritardi nell’affrontare  un evento così pericoloso, intende rappresentare anche e innanzitutto uno strumento di proposta con assoluto spirito collaborativo per contribuire a determinare un radicale cambiamento e uno schema concreto e facilmente attuabile che contemperi l’attuale emergenza Covid-19 con le altrettante gravi situazioni patologiche di urgenza/emergenza  al momento “coperte” e quasi dimenticate da questa drammatica contingenza, ma che restano in ogni caso in tutta la loro gravità e che si possono come di seguito sintetizzare :

 

immediata e “robusta” iniezione di dispositivi di protezione individuale onnicomprensivi  ( tute protettive, idonee mascherine filtranti, kit completi di biocontenimento per Covid 19 e tutto quanto necessario alla sicurezza dei lavoratori come da normative richiamate), continuamente rinnovati secondo le vigenti raccomandazioni sanitarie al fine evitare qualunque , anche solo transitorio, momento di “default”;
immediata assunzione per il “Frangipane” di personale medico nella misura di almeno 30 (trenta) unità con copertura delle carenze sopra accennate e inserimento di figure assolutamente imprescindibili in questo momento, quali quelle dell’infettivologo e dello pneumologo, oltre che di medici specificamente indirizzati al PS;
immediata assunzione di almeno 70 fra infermieri ed OSS, che oltre ad ovviare alle carenze storiche sopra richiamate e presenti in tutti i reparti, possano offrire particolare sostegno ai reparti di PS e di terapia intensiva;
individuare per i presìdi ospedalieri ASL un unico Pronto Soccorso, da prevedere al “Frangipane”, già in possesso, tra l’altro,  della tenda della Protezione Civile, con attivazione, all’esterno del presidio di una strumentazione di TAC mobile da acquisire in noleggio per il tempo necessario, dedicata ai pazienti sospetti Covid-19.Questo consentirà di : a) realizzare percorsi estremamente dettagliati e precisi senza rischi per i cittadini che dovessero afferire all’ospedale; b) far convergere tutte le risorse umane, strumentali e di dispositivi di protezione in un unico centro, con evidente   migliora- mento in termini di razionalizzazione e velocizzazione delle risorse suddette; c) determinare omogeneità nei comportamenti; d) definire una separazione di percorsi  fra pazienti COVID e NO COVID, con assegnazione successiva del paziente alla UO più opportuna;
individuare nel “Frangipane” ( già provvisto di reparto Rianimazione) il Centro COVID ad alta intensità di cure ( trattamento intensivo e semintensivo ) da destinare oltre che nei locali della Rianimazione, anche in ambienti attualmente inutilizzati dello stesso piano, rapidamente riconvertibili, reperibili nella vecchia ala dell’Ospedale, destinando a tale struttura le attrezzature ad alta tecnologia ( ventilatori e ogni altra attrezzatura necessaria), con il risultato di avere una  disponibilità complessiva non inferiore a 30-35 posti; tali pazienti verranno dati in carico all’UO di Rianimazione, che si avvarrà delle consulenze che riterrà opportune, secondo linee guida e buone pratiche mediche;
immediata esecuzione dei test di screening del coronavirus, soprattutto di quelli a risposta rapida, su tutto il personale operante nel “Frangipane” e sui ricoverati attuali e futuri, con immediato isolamento dei positivi ( compresi gli asintomatici) e trasferimento degli stessi presso l’ospedale di s.angelo dei Lombardi o, per i casi che necessitino di assistenza respiratoria, trasferimento in Rianimazione;
in tal senso riteniamo necessario individuare nello stesso PO di Ariano Irpino il laboratorio attrezzato in maniera avanzata, nel quale eseguire i suddetti test;
dare piena riattivazione a tutti i reparti del “Frangipane” e a tutte le attività in esse contenute con la riassegnazione delle dotazioni temporaneamente distratte per l’emergenza Covid, e concentrando nella struttura arianese tutte le attività specialistiche così come le spetta per essere sede di DEA di 1° livello e di centro per infarto del miocardio e ictus cerebrale, naturalmente dopo l’esecuzione delle procedure di bonifica e sanificazione degli ambienti,dando costantemente  conto attraverso tutti i canali informativi della sicurezza del presidio;nel contempo individuare nel presidio “Criscuoli” di S.Angelo dei Lombardi, un’areacon almeno 50 – 60 posti letto per pazienti COVID-19 a medio-bassa intensità di cure,

integrando, se necessario, il personale medico, infermieristico e OSS con nuovi inserimenti in servizio;
individuare nell’Ospedale di Bisaccia un’area COVID-19 da destinare a pazientipaucisintomatici, ma anche a pazienti in fase di guarigione e bisognosi di ulterioreperiodo  di ricovero  ovvero di una fondamentale fase riabilitativa: ad essa potrebbe es

sere destinato il personale attualmente operante nel PSAUT, eventualmente integrato da

qualche ulteriore unità. Nello stesso presidio potranno anche essere individuati spazi da

destinare alla “quarantena” di soggetti asintomatici ma positivi al test;

10.  in questo percorso va , a nostro avviso, tenuto in conto anche il ruolo delle strutture

accreditate, che già hanno offerto la propria disponibilità a collaborare. La stessa “Don

Gnocchi”, con la sua disponibilità di posti letto attrezzati per pazienti “delicati” potrà, se

di necessità, essere utilizzata in caso di particolare “affollamento” di pazienti COVID-19, oltre a

continuare a svolgere il suo lavoro di centro riabilitativo, in questo caso indirizzato ai

COVID-19 in fase post-patologica.

Auspichiamo che il buonsenso possa realmente prevalere , consentendo di adottare provvedimenti che vadano nel senso della reale protezione sanitaria a cui la cittadinanza ha diritto.

Tutti noi siamo impegnati e ci impegneremo ancora di più per sconfiggere questo nemico subdolo e feroce, la crisi coronavirus,  con le armi della tecnologia, ma anche con le armi del lavoro instancabile e del sacrificio personale, come stanno dimostrando le cifre di operatori sanitari colpiti e vittime del virus. Ma  prima o poi questa emergenza finirà, e ci si continuerà ad ammalare prevalentemente di infarto come di ictus o di perforazione gastrica o di traumi o di tante altre patologie. E allora noi vogliamo auspicare che le scelte effettuate non debbano aggiungere, al termine di questa contingenza,  in questo territorio già tanto sofferente una nuova vittima: il diritto alla vita e alla salute , sancito sì dalla Costituzione, ma ancor prima dalla coscienza di chiunque si trovi ad operare nel Sistema-Sanità.

Come Medici, faremo tutto il nostro possibile, per far sì che ciò non accada !
Il Direttore U.O.C. Cardiologia-UTIC

Il Direttore U.O.C. Gastroenterologia e d Endo scopia Digestiva

Il Responsabile del Servizio di Diagnostica Cardiologica

Il Direttore U.O.C. Diagnostica per Immagini

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Educare alla parità di genere – tra pari”, domani la presentazione del progetto presso la Sala Conferenze del Palazzo degli Uffici

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L’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino venerdì 22 novembre 2024 alle ore 10,30 presso la sala Conferenze del Palazzo degli Uffici presenta un progetto che si rivolge  agli studenti della scuola secondaria di II grado per Educare alla parità attraverso l’ innovazione didattica, dal titolo  “Educare alla parità di genere – tra pari”.

Il progetto didattico “Educare alla parità di genere – tra pari” presentato dalla dott.ssa Rossella Schiavo, responsabile del Centro Antiviolenza ANANKE dell’Ambito Territoriale A1 con sede ad Ariano, ha lo scopo di prevenire atti di violenza contro le donne attraverso percorsi educativi e formativi destinati alle studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di II grado di Ariano in via sperimentale e nella forma di ricerca – azione.

Il progetto prevede di coinvolgere un numero di studenti delle classi terze e dopo la formazione essi stessi opereranno nei gruppi di studenti del proprio istituto secondo il modello didattico “pear to pear”. 

L’iniziativa nasce dall’intesa tra gli Assessorati all’istruzione e alle Politiche Sociali, l’Azienda Speciale consortile per le politiche sociali dell’Ambito Territoriale A1 e le scuole superiori di Ariano.  Dopo la sperimentazione il progetto sarà esteso alle altre scuole del territorio.

Dopo i saluti di:

Enrico Franza

Sindaco di Ariano Irpino

Laura Cervinaro

Consigliera Provinciale

Augusto Morella

Presidente Azienda speciale consortile per la gestione delle politiche sociali   Provincia di Avellino n. A1

Pasqualino Molinario

Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ariano Irpino

Grazia Vallone

Assessore all’Istruzione e  alle Politiche Giovanili del Comune di Ariano Irpino

Interverranno:

Rossella Schiavo

Psicologa – Azienda speciale consortile Avellino A1 – Sportello “Ananke”

Tiziana Aragiusto

Dirigente Scolastica, reggente ISS “De Gruttola”

Massimiliano Bosco

Dirigente Scolastico, ISS “Ruggero II”

Giovanni Mingione

Dirigente Scolastico, reggente Liceo “P. P. Parzanese”

Interventi degli studenti

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Attualità

Rsu Ispettorato del Lavoro: solidarietà alle colleghe aggredite a Sirignano, necessario  garantire sicurezza dei dipendenti

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La Rappresentanza sindacale unitaria dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Avellino, composta da Mario D’Andrea, Carminantonio Vacchiano e
Maria Luisa Candela, nell’esprimere piena solidarietà alle due colleghe aggredite nei giorni scorsi in un’attività commerciale di Sirignano, mentre svolgevano il proprio lavoro, approfittando della presenza in città di alti dirigenti dell’ente, giunti appositamente presso la sede dell’ufficio per manifestare la vicinanza dell’amministrazione per quanto successo e approfondire la vicenda, ha avuto un confronto con il direttore centrale Vigilanza e Sicurezza del Lavoro dell’Ispettorato nazionale, dott. Aniello Pisanti, con il direttore interregionale Inl, dott. Giuseppe Patania, e con il direttore dell’Ispettorato territoriale di Avellino, dott. Francesco Damiani, che nella mattinata di ieri si sono incontrati, a Palazzo di governo, con il Prefetto, Rossana Riflesso.

L’intento della Rsu è individuare soluzioni idonee a gestire una situazione che ormai sta diventando insostenibile per gli ispettori che quotidianamente, nello svolgere le proprie mansioni, si imbattono in situazioni rischiose, diventando nei fatti lo sfogatoio di tensioni sociali, ma anche i destinatari di atteggiamenti e comportamenti incivili e aggressivi, da parte di alcuni degli utenti sottoposti a controlli.

Per quanto ci riguarda, abbiamo quindi chiesto maggiore attenzione e tutela anche per il personale adibito al front office, che costantemente deve rapportarsi con il malcontento dell’utenza, che non di rado degenera in invettive e minacce all’indirizzo degli addetti.

Da parte dei tre dirigenti abbiamo registrato ampia disponibilità a recepire le nostre osservazioni e ad intrattenere un confronto costante, in un’ottica di collaborazione costruttiva, nell’interesse esclusivo dei dipendenti degli uffici, in modo che possano svolgere le proprie funzioni istituzionali nella massima tranquillità.

Venendo al grave espisodio occorso alle colleghe, l’altro giorno, quando le due ispettrici del lavoro si sono presentate e qualificate all’atto dell’accesso ispettivo, il titolare della ditta ha reagito con violenza contro una di loro, strattonandola con forza mentre stava procedendo all’identificazione di una lavoratrice, impedendole di raccoglierne le dichiarazioni, in modo da agevolarne l’allontanamento, anche su energico invito della madre di quest’ultimo, presente nel negozio. Nonostante le ispettrici abbiano immediatamente chiesto l’intervento dei Carabinieri della stazione di Baiano, tramite il 112, che sono sopraggiunti in loco, il titolare della ditta e i suoi congiunti hanno ripetutamente oltraggiato e aggredito verbalmente le ispettrici del lavoro, rovesciando persino il tavolo sul quale stavano redigendo il verbale, colpendo così ad una mano una delle colleghe, procurandole una frattura ad un dito. Si è pertanto reso necessario l’intervento dei sanitari, anche a causa di un malore accusato dall’ispettrice colpita, a seguito della situazione, e il trasporto presso il Pronto Soccorso dell’azienda ospedaliera Moscati di Avellino, dove i medici hanno riscontrato la frattura alla mano e un innalzamento della pressione arteriosa, con una prognosi di 25 giorni.

A seguito di quanto è successo, ci è stato riferito che sarà convocato, in tempi brevi, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, con l’obiettivo di garantire un maggiore supporto all’attività ispettiva, in termini di forze dell’ordine.

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La lega marcia, mentre l’opposizione tace sulla Questione Meridionale e sul referendum

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La Corte Costituzionale ha assestato un duro colpo alla legge 86/2024 targata Calderoli, ha cassato sette commi e indicato cinque prescrizioni a cui attenersi per riscrivere il testo. La casa è abbattuta ma non polverizzata, e Calderoli è ben determinato a modificare la legge in parlamento. I rilievi della Consulta sono chiari: non si possono trasferire intere materie ma solo specifiche funzioni, la richiesta va motivata e sempre che lo Stato Centrale non sia in grado di svolgere questa funzione nel rispetto del principio di sussidiarietà; la delega al governo per la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) non può essere generica; i LEP non possono essere definiti e rivisti con DPCM (Decreto Presidente Consiglio dei Ministri); deve essere eliminato il criterio della spesa storica e le regioni sono obbligate a  rispettare il patto di stabilità al fine di prevenire inefficienze di sistema e la crescita della spesa pubblica; il parlamento non può solo ratificare le intese, fra il governo e le regioni, ma deve approvarle e rinviarle per un nuovo esame. Le opposizioni esultano, manca, però, un’azione volta a rimettere al centro dell’agenda politica la Questione meridionale, causa ed effetto delle disuguaglianze tra le due aree del paese. Né l’opposizione ha riaffermato la necessità che il referendum, richiesto da oltre 1,2 milioni di cittadini, sia celebrato, in tal modo, si impedisce ai cittadini di partecipare al dibattito pubblico sul regionalismo differenziato, sin ad ora, svolto solo nelle sedi istituzionali oppure nelle segrete stanze. In tal modo il silenzio dell’opposizione rafforza la proposta del governo Meloni di ritenere oramai inutile il referendum e non pongono in campo l’offensiva per spazzare via lo Spacca Italia.

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