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Emergenza Covid-19 Lombardia: il re è nudo. Si modifichi il Titolo V della Costituzione

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Sono all’ordine del giorno i contrasti tra il Presidente della Regione Lombardia Fontana ed il Governo sul mancato invio di tamponi per eseguire il test rapido sui pazienti, nonché di mascherine e presidi per allestire le Terapie Intensive. Eppure la sanità lombarda, come tutte quelle del Nord, ha ricevuto dal Fondo Sanitario Nazionale (FSN)risorse superiori a quelle del Sud, quest’ultimo già penalizzato dai tagli avviati dal 2009. Nel periodo che va dal 2012 al 2017 la Liguria, l’Emilia Romagna, la Lombardia, il Veneto ed il Piemonte hanno ricevuto 994 miliardi di euro in più rispetto alle Regioni del Sud. L’Emilia Romagna ha ricevuto in 13 anni 3 miliardi in più rispetto alla Puglia pur avendo un numero equivalente di abitanti. Questa iniqua ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale (FSN) ha determinato la migrazione sanitaria descritta dallo Svimez e dall’Eurispes. A causa della mancanza di una regia unica, dovuta alla riforma Costituzionale del 2001 che ha affidato la gestione della Sanità alle singole Regioni, ognuno ha operato con modalità diverse a partire dai tamponi, invocati dall’OMS, quale modalità per individuare i positivi da Coronavirus ed isolarli. Tale indicazione è stata recepita dal Veneto mentre la Lombardia non ha adottato con tempestività questa azione, necessaria a censire i positivi e contenere il numero di contagiati e dei morti.

I Sindaci di Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Mantova, Milano e Varese hanno denunciato la drammatica situazione dei Comuni, costretti a tagliare i servizi per insufficienza di risorse ed hanno sollecitato la Regione Lombardia ed il Governo a chiarire le linee da seguire. A loro avviso, proseguono, è indispensabile la trasparenza sui dispositivi impiegati, sull’uso delle mascherine, sulla necessità di interventi efficaci nell’utilizzo dei tamponi e sulla situazione drammatica nelle case di riposo. In queste ultime, dopo un provvedimento della Giunta Regionale della Lombardia(Deliberazione n. XI / 2906 seduta del 8/3/2020), sono stati ricoverati pazienti Covid-19, contribuendo alla propagazione del contagio in luoghi dedicati a persone anziane e fragili. Eppure la Sanità Lombarda, nel 2018, ha incamerato circa 800 milioni di euro ricevuti per prestazioni sanitarie erogate ai cittadini provenienti dalle Regioni del Sud che, dal 2000, hanno visto chiudere 43 Ospedali e persi 70 mila posti letto.

La tanto decantata capacità manageriale di Fontana & Co. mostra le rughe. Anni di sperpero del denaro pubblico sottratto alle Regioni del Sud applicando il criterio della spesa storica ha consentito, in passato, a Formigoni, condannato per corruzione, a Maroni e poi, oggi, a Fontana di dirottare ingenti risorse finanziarie sulla Sanità Privata Accreditata sottraendole a quella Pubblica con lo scopo, mal celato, di ottenere consensi elettorali. Risorse che sarebbero state preziose per aumentare i posti letto di Terapia Intensiva e in Rianimazione, oggi così preziosi in tempo di emergenza Covid-19. Il furto con destrezza operato dal Partito del Nord, Lega inclusa, ha generato l’Italia dei due pesi e delle due misure con l’iniqua e sperequata ripartizione delle risorse. Un Paese frantumato in 20 piccole Patrie in competizione tra loro che ha messo in cantina la solidarietà nei confronti delle Regioni meno ricche. Negli ultimi giorni molte voci autorevoli si sono levate per chiedere la modifica del Titolo V della Costituzione, alcune in contraddizione con precedenti dichiarazioni come quella del Ministro Boccia, orientato a dar attuazione al regionalismo differenziato senza che fossero approvati i Livelli Essenziali di Prestazione (LEP). Ora il Ministro fa inversione di marcia e, intervistato da Maria Latella su Sky TG24 a proposito delle polemiche sulle mascherine e sui ventilatori, ha ricordato che l’organizzazione della Sanità spetta alle Regioni e, in mancanza dello Stato, la Lombardia non era preparata a fronteggiare l’emergenza.

Dello stesso avviso è il Vice Presidente del PD Orlando il quale reputa indispensabile trasferire la Sanità, come altre materie, allo Stato, idea condivisa da Crimi, leader del M5S. La maggioranza di governo mette in discussione la riforma del Titolo V e ne chiede la modifica, fatto contestato dalla Lega di Salvini in quanto addebita al Governo il mancato sostegno alle Regioni.

È tempo di decidere se l’Italia si deve avviare verso la definitiva separazione oppure è possibile rimettere insieme i pezzi di un puzzle legislativo disorganico, approvato da un Parlamento incompetente che ha creato il Paese dei due pesi e delle due misure. La crisi sanitaria e quella economica potenziano la rabbia ed il rancore dei meridionali, privati dei diritti e blanditi con stucchevoli appelli all’Unità.

Il re è nudo, si modifichi il titolo V della Costituzione.

Se non ora, quando?

#iorestoacasa

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Educare alla parità di genere – tra pari”, domani la presentazione del progetto presso la Sala Conferenze del Palazzo degli Uffici

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L’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino venerdì 22 novembre 2024 alle ore 10,30 presso la sala Conferenze del Palazzo degli Uffici presenta un progetto che si rivolge  agli studenti della scuola secondaria di II grado per Educare alla parità attraverso l’ innovazione didattica, dal titolo  “Educare alla parità di genere – tra pari”.

Il progetto didattico “Educare alla parità di genere – tra pari” presentato dalla dott.ssa Rossella Schiavo, responsabile del Centro Antiviolenza ANANKE dell’Ambito Territoriale A1 con sede ad Ariano, ha lo scopo di prevenire atti di violenza contro le donne attraverso percorsi educativi e formativi destinati alle studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di II grado di Ariano in via sperimentale e nella forma di ricerca – azione.

Il progetto prevede di coinvolgere un numero di studenti delle classi terze e dopo la formazione essi stessi opereranno nei gruppi di studenti del proprio istituto secondo il modello didattico “pear to pear”. 

L’iniziativa nasce dall’intesa tra gli Assessorati all’istruzione e alle Politiche Sociali, l’Azienda Speciale consortile per le politiche sociali dell’Ambito Territoriale A1 e le scuole superiori di Ariano.  Dopo la sperimentazione il progetto sarà esteso alle altre scuole del territorio.

Dopo i saluti di:

Enrico Franza

Sindaco di Ariano Irpino

Laura Cervinaro

Consigliera Provinciale

Augusto Morella

Presidente Azienda speciale consortile per la gestione delle politiche sociali   Provincia di Avellino n. A1

Pasqualino Molinario

Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ariano Irpino

Grazia Vallone

Assessore all’Istruzione e  alle Politiche Giovanili del Comune di Ariano Irpino

Interverranno:

Rossella Schiavo

Psicologa – Azienda speciale consortile Avellino A1 – Sportello “Ananke”

Tiziana Aragiusto

Dirigente Scolastica, reggente ISS “De Gruttola”

Massimiliano Bosco

Dirigente Scolastico, ISS “Ruggero II”

Giovanni Mingione

Dirigente Scolastico, reggente Liceo “P. P. Parzanese”

Interventi degli studenti

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Rsu Ispettorato del Lavoro: solidarietà alle colleghe aggredite a Sirignano, necessario  garantire sicurezza dei dipendenti

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La Rappresentanza sindacale unitaria dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Avellino, composta da Mario D’Andrea, Carminantonio Vacchiano e
Maria Luisa Candela, nell’esprimere piena solidarietà alle due colleghe aggredite nei giorni scorsi in un’attività commerciale di Sirignano, mentre svolgevano il proprio lavoro, approfittando della presenza in città di alti dirigenti dell’ente, giunti appositamente presso la sede dell’ufficio per manifestare la vicinanza dell’amministrazione per quanto successo e approfondire la vicenda, ha avuto un confronto con il direttore centrale Vigilanza e Sicurezza del Lavoro dell’Ispettorato nazionale, dott. Aniello Pisanti, con il direttore interregionale Inl, dott. Giuseppe Patania, e con il direttore dell’Ispettorato territoriale di Avellino, dott. Francesco Damiani, che nella mattinata di ieri si sono incontrati, a Palazzo di governo, con il Prefetto, Rossana Riflesso.

L’intento della Rsu è individuare soluzioni idonee a gestire una situazione che ormai sta diventando insostenibile per gli ispettori che quotidianamente, nello svolgere le proprie mansioni, si imbattono in situazioni rischiose, diventando nei fatti lo sfogatoio di tensioni sociali, ma anche i destinatari di atteggiamenti e comportamenti incivili e aggressivi, da parte di alcuni degli utenti sottoposti a controlli.

Per quanto ci riguarda, abbiamo quindi chiesto maggiore attenzione e tutela anche per il personale adibito al front office, che costantemente deve rapportarsi con il malcontento dell’utenza, che non di rado degenera in invettive e minacce all’indirizzo degli addetti.

Da parte dei tre dirigenti abbiamo registrato ampia disponibilità a recepire le nostre osservazioni e ad intrattenere un confronto costante, in un’ottica di collaborazione costruttiva, nell’interesse esclusivo dei dipendenti degli uffici, in modo che possano svolgere le proprie funzioni istituzionali nella massima tranquillità.

Venendo al grave espisodio occorso alle colleghe, l’altro giorno, quando le due ispettrici del lavoro si sono presentate e qualificate all’atto dell’accesso ispettivo, il titolare della ditta ha reagito con violenza contro una di loro, strattonandola con forza mentre stava procedendo all’identificazione di una lavoratrice, impedendole di raccoglierne le dichiarazioni, in modo da agevolarne l’allontanamento, anche su energico invito della madre di quest’ultimo, presente nel negozio. Nonostante le ispettrici abbiano immediatamente chiesto l’intervento dei Carabinieri della stazione di Baiano, tramite il 112, che sono sopraggiunti in loco, il titolare della ditta e i suoi congiunti hanno ripetutamente oltraggiato e aggredito verbalmente le ispettrici del lavoro, rovesciando persino il tavolo sul quale stavano redigendo il verbale, colpendo così ad una mano una delle colleghe, procurandole una frattura ad un dito. Si è pertanto reso necessario l’intervento dei sanitari, anche a causa di un malore accusato dall’ispettrice colpita, a seguito della situazione, e il trasporto presso il Pronto Soccorso dell’azienda ospedaliera Moscati di Avellino, dove i medici hanno riscontrato la frattura alla mano e un innalzamento della pressione arteriosa, con una prognosi di 25 giorni.

A seguito di quanto è successo, ci è stato riferito che sarà convocato, in tempi brevi, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, con l’obiettivo di garantire un maggiore supporto all’attività ispettiva, in termini di forze dell’ordine.

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La lega marcia, mentre l’opposizione tace sulla Questione Meridionale e sul referendum

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La Corte Costituzionale ha assestato un duro colpo alla legge 86/2024 targata Calderoli, ha cassato sette commi e indicato cinque prescrizioni a cui attenersi per riscrivere il testo. La casa è abbattuta ma non polverizzata, e Calderoli è ben determinato a modificare la legge in parlamento. I rilievi della Consulta sono chiari: non si possono trasferire intere materie ma solo specifiche funzioni, la richiesta va motivata e sempre che lo Stato Centrale non sia in grado di svolgere questa funzione nel rispetto del principio di sussidiarietà; la delega al governo per la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) non può essere generica; i LEP non possono essere definiti e rivisti con DPCM (Decreto Presidente Consiglio dei Ministri); deve essere eliminato il criterio della spesa storica e le regioni sono obbligate a  rispettare il patto di stabilità al fine di prevenire inefficienze di sistema e la crescita della spesa pubblica; il parlamento non può solo ratificare le intese, fra il governo e le regioni, ma deve approvarle e rinviarle per un nuovo esame. Le opposizioni esultano, manca, però, un’azione volta a rimettere al centro dell’agenda politica la Questione meridionale, causa ed effetto delle disuguaglianze tra le due aree del paese. Né l’opposizione ha riaffermato la necessità che il referendum, richiesto da oltre 1,2 milioni di cittadini, sia celebrato, in tal modo, si impedisce ai cittadini di partecipare al dibattito pubblico sul regionalismo differenziato, sin ad ora, svolto solo nelle sedi istituzionali oppure nelle segrete stanze. In tal modo il silenzio dell’opposizione rafforza la proposta del governo Meloni di ritenere oramai inutile il referendum e non pongono in campo l’offensiva per spazzare via lo Spacca Italia.

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