Attualità
Emergenza Covid-19 Vittorio Melito: la comunità arianese va risarcita recuperando appieno l’ospedale
In magistratura dal 1986, giudice penale, è in Corte di Assise di Napoli dal 2011.
In Irpinia, su 448 contagi da coronavirus, solo ad Ariano, ben 163: come lo spiegherebbe?
La risposta non è agevole, ma di certo hanno contribuito più fattori. Mi preme evidenziare che, dopo l’inizio della diffusione del virus, che ci ha trovati impreparati ovunque, non solo ad Ariano, si sono verificati una serie di casi sul territorio e all’interno del nostro ospedale, che hanno fatto aumentare in maniera esponenziale i contagi. Intorno alla metà di marzo, data della Zona rossa, è iniziata un’esplosione che non si è più riusciti a contenere. Ciò che lamento e che mi ha spinto a intervenire in prima persona, è stata la constatazione che, anche dopo la comprensibile confusione iniziale, si è continuato a correre dietro al virus: all’accertamento dei singoli casi positivi, non ha fatto seguito, per quanto ne sappiamo, l’identificazione e il blocco dei contatti. Sarebbe servita un’analisi che non si fosse limitata all’immediato delle ultime ore dalla manifestazione del contagio, ma che avesse cercato di contenerlo in maniera più ampia, sull’intero territorio. Gli operatori dell’ospedale, in particolare del Pronto soccorso, dove sono stati ricoverati pazienti risultati poi positivi al coronavirus, hanno continuato a operare senza i necessari dispostivi, hanno continuato a lavorare nei reparti e a fare una vita “normale”, tornando a casa. Questa la percezione che abbiamo, che ha fatto sì che il virus si sia diffuso indisturbato per molto tempo.
Manager e direttori sanitari dovrebbero essere scelti secondo criteri selettivi attinenti ad esperienza, spiccate capacità organizzative, di fare squadra e doti di umiltà?
Beh (sorride), le doti di umiltà non possono essere codificate! Ci sono delle regole per la nomina del direttore generale, non voglio entrare nel merito. Mi preme sottolineare però, che dopo la dichiarazione di Ariano Zona rossa, che a causa dell’altissimo contagio pertanto era diventata più delicata, ai livelli di Bergamo e Brescia, sarebbe stato necessario che la Asl si attivasse immediatamente con un’azione di esecuzione di tamponi a tappeto, quello cioè, che è cominciato solo da un paio di giorni, su iniziativa della Regione e su coordinamento dell’Istituto Zooprofilattico di Portici. Tutto ciò, andava invece fatto almeno un mese fa: se si fosse voluta valorizzare la gravità della situazione, si sarebbero anche trovate le risorse per farlo. Non facendo i tamponi neanche ai contatti stretti dei malati e agli operatori sanitari e ai loro contatti, nonostante le numerose richieste, non poteva che andare a finire com’è andata. Una delle più recenti comunicazioni ricevute, ci dice che in provincia sono stati fatti 6.700 tamponi: ad Ariano Irpino, pochissimi giorni prima, erano ancora solo 879, il che significava che in provincia, per ogni positivo c’erano 15 tamponi, ad Ariano per ogni positivo, c’erano 6 tamponi. Questo vuol dire che ad Ariano ne sono stati fatti troppo pochi, quindi sono stati individuati troppo pochi positivi: ce ne sono altri rimasti occulti e che inconsapevolmente, hanno diffuso il contagio. Non dimentichiamo che Ariano è stata dichiarata Zona rossa, dopo che è sorta la questione focolaio del Ricovero per anziani Centro Minerva. Dichiarata la Zona rossa, le Rsa non sarebbero dovute diventare luoghi di immediata attenzione da parte dei Servizi di prevenzione? Al Centro Minerva sono stati fatti i tamponi, solo dopo la morte di pazienti che si è scoperto dopo il decesso, che erano morti per Covid. Pare che al Centro Minerva fosse stato ricoverato anche qualche paziente proveniente dall’ospedale, dove a sua volta era stato ricoverato insieme a qualcuno risultato affetto da Covid. L’origine del contagio parrebbe dunque ospedaliera, secondo una comune percezione, sebbene non possa dirlo con certezza. Se la residenza per anziani doveva essere monitorata da subito, non dopo la manifestazione dei casi, è stata invece un altro focolaio di diffusione del contagio, che ci ha portato la proroga della Zona rossa al 14 aprile, allorquando il Presidente della Regione, ha prescritto espressamente che la Asl facesse attività di screening sul territorio. Quell’attività che è iniziata solo l’altro giorno, sempre su iniziativa della Regione e non della Asl, che dopo una decina di giorni, si badi bene, non subito, ha cominciato a fare quei test, che abbiamo scoperto solo ieri, non sono stati approvati dal Ministero, nonostante il 3 aprile la circolare del Ministero della Salute avesse con chiarezza detto che i tamponi andavano fatti anche ai soggetti asintomatici se appartenenti al personale sanitario, nonché ai contatti stretti, ai soggetti fragili, etc., come ho ripetutamente scritto. Il contagio non è stato solo una disgrazia: se ad Ariano si fosse bloccato fin dall’inizio, non sarebbe stato così imponente.
In vista della imminente riapertura, il Commissario prefettizio, ha annunciato lo screening anticoronavirus della popolazione arianese con test sierologici e tamponi, sorveglianza sul personale sanitario, sul territorio, e sorveglianza sanitaria di operatori di imprese e aziende produttive al lavoro o temporaneamente sospese…
È una decisione presa dall’Unità di crisi regionale avallata dal Presidente, con riferimento all’intera regione. Siamo lieti che la Regione abbia iniziato da Ariano, ma non è un’iniziativa né della Asl né del Comune, che c’entra poco, limitandosi a un supporto organizzativo e di dati. Ribadisco: un’attività come questa, che si sta facendo con i tamponi, sarebbe stata opportuna almeno a partire da fine marzo, inizio aprile, in modo da creare una barriera. È vero che i tamponi non guariscono e non prevengono, ma almeno consentono di individuare le persone contagiose anche asintomatiche e bloccarle, affinché non contagino a loro volta: questo è mancato!
Andiamo verso la riapertura seppur parziale, delle attività: che ne pensa?
Bisognerà continuare a osservare rigorosamente tutte le misure cautelative senza alcuna leggerezza. Sì all’apertura graduale poiché l’economia ne ha bisogno, ma con i piedi di piombo: sarebbe ancor più dannoso dover richiudere di nuovo tutto dopo pochi giorni. Ariano ha ancor più bisogno di riaprire per dare respiro alla nostra economia, che è stata particolarmente penalizzata e soffocata dalla Zona rossa, soprattutto per il danno derivato ai nostri operatori economici dalla cattiva pubblicità. Portare fuori i prodotti arianesi e far valere la nostra qualità, è diventato problematico, con la prosecuzione di una Zona rossa che forse si sarebbe potuta evitare con un diverso atteggiamento: quello tenuto, ci ha particolarmente penalizzati. La nostra economia è fatta prevalentemente di agricoltura e ristorazione: mi chiedo, quante persone verranno ancora a pranzo o a cena ad Ariano, quante organizzeranno le cerimonie nuziali? Temo che i danni si risentiranno a lungo, per cui sono concorde con la richiesta di Zona Franca fatta dal Commissario prefettizio. Proprio ieri i sindaci della Zona rossa della Lombardia, si sono incontrati con Conte per fare richieste simili. Purtroppo non abbiamo un’amministrazione e questo è un altro danno subito dalla nostra comunità, una delle ragioni che mi ha indotto, dopo venti anni di riserva, a prendere pubblicamente posizione. Un ulteriore problema dovuto alla paralisi del Comune, è che quel poco di indagine epidemiologica insoddisfacente che è stata fatta, ha un altro grosso limite: la mancanza di conoscenza del territorio arianese, circa 900 Km di strade, su una superficie equivalente a Napoli e Salerno messe insieme, con una popolazione in parte concentrata al centro e in parte dispersa su questo immenso territorio. Sarebbe stato utile cercare di capire quale fosse la provenienza dei contagiati, se ci fossero punti particolarmente fragili in cui il virus agiva meglio. Non essendoci un riferimento politico, probabilmente questa sollecitazione non c’è stata. Tre dei primi deceduti, erano del Rione San Pietro, una realtà circoscritta, in cui sarebbe stato opportuno fare un monitoraggio capillare per capire cosa fosse successo, perché lì c’era quella concentrazione: si è corso invece dietro ai contagi, senza analizzare e comprendere i percorsi del virus. È mancato il Comune, espressione della comunità mentre la direzione della Asl, dal canto suo, fino ad oggi si è caratterizzata per la scarsa comunicatività: sappiamo qualcosa solo da pochi giorni. Per oltre un mese, si sono saputi i contagiati attraverso i comunicati serali, che si limitavano al numero dei positivi. Per sapere il numero dei tamponi, abbiamo dovuto attendere circa 40 giorni, insistendo notevolmente, per averli. Serve buon senso, non ci si può far guidare dalla burocrazia!
Come vede il futuro del nostro ospedale?
Mi auguro che l’emergenza stia per finire, anche se continuiamo ad avere casi nella nostra provincia e fino a ieri sera, ad Ariano in particolare. Con la ripresa, deve tornare alla normalità anche il nostro ospedale, che non può più essere elemento di criticità, ma dev’essere la nostra fonte di sicurezza. Bisogna attivarsi tutti, medici, associazioni, cittadini, chiedendo con forza che l’area Covid venga spostata e messa in sicurezza. Così come da programmi preesistenti, tutti i reparti ospedalieri, devono essere incentivati, in modo che Ariano diventi di fatto Dea di I livello con la Risonanza, l’Oculistica, l’Otorino, l’Emodinamica. In questa circostanza di crisi è stato devastato, perciò abbiamo diritto a essere indennizzati: il nostro ospedale va valorizzato e riconosciuto per quello che realmente è. Al suo interno c’è personale eccellente e che si è sacrificato, dedicandosi in maniera encomiabile all’emergenza, nonostante mille difficoltà e la mancanza di dispositivi di protezione. È l’ospedale che ha salvato la vita a molti di noi in passato, così come in questa emergenza: deve ritornare ad essere l’ospedale di cui essere fieri. Anche se l’Alta Irpinia si è salvata dall’emergenza e ne siamo felici, il sindaco di Sant’Angelo lo ha appena fatto per il suo: Ariano ha molto sofferto per l’emergenza e pertanto, deve fare molto di più.
È favorevole alla App che ci controllerà per verificare rischi e positività al virus?
Ben venga, purché rispetti almeno un minimo di privacy. In questa fase è necessaria, ma dev’essere incentivata: servirà solo se ne farà uso la stragrande maggioranza dei soggetti.
La politica può gestire la scelta dei manager?
I manager dovrebbero avere una funzione tecnica e non rispondere all’indirizzo politico. Il manager in quanto tale, dovrebbe occuparsi di gestione, non di politica, la politica dovrebbe rimanere separata: dal manager in giù.
Attualità
Forza Italia Ariano Irpino: Strade, infrastrutture e sanità abbandonate dalla Regione Campania
I fondi per le strade di Ariano Irpino non ci sono. Lo ha confermato il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nell’intervista rilasciata ieri a margine della sua visita a Sant’Angelo dei Lombardi. Una dichiarazione che certifica l’abbandono del nostro territorio da parte della Regione, ormai concentrata su clientelismo e interessi di parte, come dimostra il caso di Salerno, dove il Presidente della Provincia, esponente deluchiano di ferro, è da mesi agli arresti domiciliari.
Gli arianesi, se vorranno raggiungere la nascente stazione Hirpinia o se sperano in una strada alternativa a Cardito, farebbero meglio a rivolgersi direttamente a Trump o a Elon Musk, perché dalla Regione Campania non riceveranno nulla. I soldi sono stati destinati altrove, mentre il nostro territorio viene lasciato in balia di traffico insostenibile, infrastrutture fatiscenti e servizi pubblici al collasso.
Anche il sindaco Enrico Franza dovrà finalmente assumersi le sue responsabilità. La Contursi-Grottaminarda-Camporeale, opera strategica per il nostro territorio, è stata archiviata nonostante i milioni di euro già spesi in progettazioni e persino espropri. Ma il peggio è che neanche la “bretella” alternativa a Cardito, promessa come soluzione per alleggerire il traffico, vedrà mai la luce.
La verità è semplice e amara: la Regione Campania ha abbandonato Ariano Irpino. Mentre si concentrano risorse e attenzioni sulle zone costiere, il nostro territorio deve sopportare un traffico insostenibile, un sistema sanitario al collasso e trasporti pubblici talmente inadeguati che, dopo le 7:30 del mattino, per raggiungere Napoli ci vogliono tre ore di viaggio.
Il Presidente De Luca, con il suo consueto sarcasmo, ci invita a “stampare soldi” per realizzare le opere di cui abbiamo bisogno. Ma in realtà, ciò che emerge è la totale incapacità di questa classe politica di garantire i diritti fondamentali ai cittadini. Un’amministrazione che trasforma i bisogni in favori e che ha condannato il nostro territorio a uno stato di abbandono e rassegnazione.
Eppure, Ariano Irpino ha potenzialità straordinarie: la futura stazione Hirpinia e il suo polo logistico rappresentano un’occasione unica di sviluppo per l’intera area. Per coglierla, però, dobbiamo liberarci di una classe dirigente che in questi anni ha dimostrato solo di vivere alla giornata, senza una visione di crescita e sviluppo per il nostro territorio.
Forza Italia Ariano Irpino continuerà a denunciare l’abbandono del nostro territorio e a lavorare per costruire un’alternativa politica che metta finalmente al centro le esigenze dei cittadini.
Forza Italia Ariano Irpino
Attualità
Antonio Bianco : Non illudiamo i Meridionali con l’Alta Velocità
L’Italia è spezzata in due, i collegamenti ferroviari tra il Sud ed il Nord sono interrotti tra Paola ed Amantea, in provincia di Cosenza, a causa della caduta di un container sui binari la cui rimozione è resa difficile per le forti raffiche di vento. Rai Calabria, da Paola, effettua un servizio con le interviste e le pacate rimostranze dei passeggeri che denunciano l’interruzione della linea ferroviaria appena il mal tempo imperversa. Tra il 21° e 23° secondo del filmato del 14 gennaio 2025, il cronista cita l’Alta Velocità (il servizio è di Iacopo Catarsi e riproduco le testuali parole: “le cancellazioni per l’Alta Velocità sono continue…”), fatto non rispondente al vero in quanto l’Alta Velocità si ferma a Napoli e non prosegue verso il Meridione, lasciando inalterato il gap infrastrutturale dei collegamenti ferroviari tra le due aree del Paese. I tempi di percorrenza ferroviari della tratta tirrenica da Reggio Calabria a Napoli, paragonati a quelli tra Napoli e Milano, per la stessa distanza, sono circa il doppio. Tant’è che si vorrebbe progettare un nuovo tracciato dell’Alta Velocità, tra le due citate città, tutt’ora rimasto nel seno degli Dei. L’Italia va riunificata partendo dalla realtà dei fatti, in mancanza dei quali diventa difficile rimette insieme i cocci di un Paese arlecchino. Vengono riconosciuti i diritti di cittadinanza e civili a geometria variabile, legati al luogo di residenza. I meridionali emigrano in cerca di lavoro o per curarsi, hanno pochissimi esili nido pubblici, una sanità mal ridotta, un welfare inesistente e muoiono, in media, tre o quattro anni prima che nel resto del Paese. Almeno non li illudiamo con l’inesistente alta velocità ferroviaria tra Napoli e Reggio Calabria.
Attualità
Pallavolo Campionato Serie D maschile – Torna a giocare in casa il GSA ARIANO
Sabato 18 gennaio 2025 alle ore 18.00 al Palasport il team arianese scende in campo con i salernitani del PESSY per una gara valida a determinare le prime due posizioni del girone.
Dopo l’inattesa sconfitta rimediata a Battipaglia , la compagine del Tricolle ha perso il primo posto a vantaggio proprio dei prossimi avversari che conducono al vertice con due punti di distacco. La prossima gara rivestirà grande importanza sia per la conquista della vittoria che per la classifica , giocatori e staff tecnico del GSA ne sono consapevoli e preparano al meglio l’appuntamento.
Gli allenatori Giulio Filomena e Nico Medici chiedono alla squadra di lasciare da parte l’ultimo risultato e continuare a credere nelle proprie possibilità per seguire l’obiettivo promozione.
Sarà un impegno delicato per capitan Santosuosso e compagni che attendono l’occasione per riscattarsi
con un successo e riprendere il comando della graduatoria.
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