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Attualità

Emergenza Covid-19 Vittorio Melito:”Per poter avere fiducia c’è bisogno di sapere”

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Mi permetto di tentare di dare un modesto contributo in questa situazione sempre drammatica.

Il punto 4 del dispositivo dell’ordinanza n. 26 in data 31/3/2020 del Presidente della Giunta Regionale della Campania, che ha prolungato fino al 14 aprile la disciplina c.d. di “zona rossa” per Ariano Irpino ed altri cinque comuni della provincia di Salerno, dispone che le AASSLL competenti assicurino il rafforzamento e l’ampliamento degli screening sanitari, dando priorità alle popolazioni dei Comuni oggetto della presente Ordinanza rispetto a quelle degli altri Comuni.

Dunque, l’ASL di Avellino è tenuta in questi giorni a rafforzare ed ampliare l’attività di screening, privilegiando la città di Ariano Irpino, con l’obiettivo di evitare la necessità di una ulteriore proroga.

Saranno i tecnici competenti a dare contenuto concreto a questo obbligo che incombe alla ASL. Per deformazione professionale, sono portato ad aggiungere che, in caso di inadempienza, a mio avviso si configurerebbe, almeno quanto all’elemento oggettivo, la fattispecie di cui all’art. 328, primo comma, c.p. sul rifiuto di atti d’ufficio. Ma è solo un’ipotesi astratta.

Nel mio piccolo, come semplice cittadino mi preme anzitutto osservare che la comunità arianese ha bisogno di informazioni chiare e precise per poter confidare nell’adeguatezza e nell’efficacia dell’attività svolte dalle competenti autorità per arginare il contagio. Per poter avere fiducia c’è bisogno di sapere. E sapere come si procederà a questa attività di screening ed a quali risultati si giungerà è fondamentale per ricostruire la fiducia.

Sarebbe dunque importante che si rendesse innanzitutto noto il numero di tamponi eseguiti, a fronte dei quali si rilevano ad oggi 110 positività: è un dato pubblico a livello nazionale, regionale e provinciale: perché non renderlo pubblico con riguardo ad un comune “zona rossa”?

Senza voler violare la privacy di nessuno, sarebbe rilevante giungere ad una mappatura della provenienza dei positivi; in un territorio di 185 kmq – nel quale la popolazione è in parte concentrata nel centro storico e nei due principali quartieri periferici di Martiri e Cardito, ed in altra parte dispersa nelle decine di contrade dove la densità abitativa è enormemente più rarefatta – capire se ci si contagia allo stesso modo nelle varie zone potrebbe essere utile ad individuare le fonti di diffusione.

Sempre per fugare sospetti e timori e per fare i conti con la realtà, sarebbe importante conoscere quanti positivi hanno avuto in qualche modo contatto con l’ospedale oppure con il centro Minerva, direttamente o tramite familiari. O qualcuno crede ancora che si possa spiegare tutto con la famigerata festa di Carnevale? Anche se davvero fosse stato quello il punto di partenza (comunque mai ben individuato e delimitato, se non sono mai stati identificati e fatti oggetto di attenzione preventiva i singoli partecipanti) a 40 giorni da carnevale e dopo 18 giorni di zona rossa, se i contagi ancora non calano in maniera stabile e significativa, vuol dire che ci sono altri problemi.

Oltre al centro Minerva, nel territorio esistono altre comunità: ad esempio il Capezzuti ed i conventi. A pochissimi chilometri dai confini comunali vi sono il Don Orione ed il Padre Pio, diverse altre nel circondario. Quale attenzione si dedica ad esse? La stessa data al Minerva prima che ci fossero conseguenze tragiche?

Suppongo che lo screening dovrebbe essere finalizzato ad individuare i potenziali asintomatici che possono inconsapevolmente contagiare altri. Non vedo come ci si possa arrivare se non partendo da una analisi accurata di probabili cause e luoghi delle positività già accertate. Ci si aspetta che si riesca a praticare test rapidi e tamponi per tutti i contatti dei positivi, anche in presenza di un solo sintomo, in attesa che a livello nazionale si dia il via alla annunziata campionatura degli asintomatici. Un importante contributo potrà venire dalla meritoria disponibilità del Biogem, anch’essa da porre in relazione prioritaria con Ariano.

Qualche dato statistico: Ariano ha 110 positivi sui 258 della provincia, cioè il 39% con una popolazione che è il 5,3% di quella provinciale. I comuni della vecchia ASL AV 1 (il circondario dell’ex Tribunale di Ariano, più Frigento, Sturno e Gesualdo) ne hanno 71 (Ariano escluso), pari al 25,2%, con una popolazione che è il 14,6%. Conglobando Ariano Irpino, abbiamo il 64,2% dei positivi con il 19,9% degli abitanti. Dunque, il contagio si è irradiato da Ariano nei paesi limitrofi: contenerlo ad Ariano significa proteggere anche i nostri vicini, evidentemente non basta il solo divieto di entrata ed uscita.

Per completezza e curiosità: ad Ariano i positivi (censiti, quelli occulti sfuggono a qualsiasi statistica, qui ed altrove) sono lo 0,49% degli abitanti. Con la stessa percentuale nella sola provincia di Napoli (non in tutta la Campania) ce ne sarebbero circa quindicimila, rispetto ai tremila del picco regionale tanto temuto dal Governatore. Tanto per esemplificare, nella provincia di Milano la percentuale è dello 0,29%, poco più della metà di questa nostra città.

In definitiva, invitiamo la Direzione Generale della ASL a confrontarsi con la popolazione e ad essere il più possibile trasparente, fornendo tutte le notizie utili e non soltanto quelle burocraticamente dovute.

Speriamo che non sia troppo tardi. Non è momento di polemiche e calcoli elettorali, da parte di nessuno. Ci sta a cuore soltanto la nostra salute.

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Educare alla parità di genere – tra pari”, domani la presentazione del progetto presso la Sala Conferenze del Palazzo degli Uffici

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L’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino venerdì 22 novembre 2024 alle ore 10,30 presso la sala Conferenze del Palazzo degli Uffici presenta un progetto che si rivolge  agli studenti della scuola secondaria di II grado per Educare alla parità attraverso l’ innovazione didattica, dal titolo  “Educare alla parità di genere – tra pari”.

Il progetto didattico “Educare alla parità di genere – tra pari” presentato dalla dott.ssa Rossella Schiavo, responsabile del Centro Antiviolenza ANANKE dell’Ambito Territoriale A1 con sede ad Ariano, ha lo scopo di prevenire atti di violenza contro le donne attraverso percorsi educativi e formativi destinati alle studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di II grado di Ariano in via sperimentale e nella forma di ricerca – azione.

Il progetto prevede di coinvolgere un numero di studenti delle classi terze e dopo la formazione essi stessi opereranno nei gruppi di studenti del proprio istituto secondo il modello didattico “pear to pear”. 

L’iniziativa nasce dall’intesa tra gli Assessorati all’istruzione e alle Politiche Sociali, l’Azienda Speciale consortile per le politiche sociali dell’Ambito Territoriale A1 e le scuole superiori di Ariano.  Dopo la sperimentazione il progetto sarà esteso alle altre scuole del territorio.

Dopo i saluti di:

Enrico Franza

Sindaco di Ariano Irpino

Laura Cervinaro

Consigliera Provinciale

Augusto Morella

Presidente Azienda speciale consortile per la gestione delle politiche sociali   Provincia di Avellino n. A1

Pasqualino Molinario

Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ariano Irpino

Grazia Vallone

Assessore all’Istruzione e  alle Politiche Giovanili del Comune di Ariano Irpino

Interverranno:

Rossella Schiavo

Psicologa – Azienda speciale consortile Avellino A1 – Sportello “Ananke”

Tiziana Aragiusto

Dirigente Scolastica, reggente ISS “De Gruttola”

Massimiliano Bosco

Dirigente Scolastico, ISS “Ruggero II”

Giovanni Mingione

Dirigente Scolastico, reggente Liceo “P. P. Parzanese”

Interventi degli studenti

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Attualità

Rsu Ispettorato del Lavoro: solidarietà alle colleghe aggredite a Sirignano, necessario  garantire sicurezza dei dipendenti

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La Rappresentanza sindacale unitaria dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Avellino, composta da Mario D’Andrea, Carminantonio Vacchiano e
Maria Luisa Candela, nell’esprimere piena solidarietà alle due colleghe aggredite nei giorni scorsi in un’attività commerciale di Sirignano, mentre svolgevano il proprio lavoro, approfittando della presenza in città di alti dirigenti dell’ente, giunti appositamente presso la sede dell’ufficio per manifestare la vicinanza dell’amministrazione per quanto successo e approfondire la vicenda, ha avuto un confronto con il direttore centrale Vigilanza e Sicurezza del Lavoro dell’Ispettorato nazionale, dott. Aniello Pisanti, con il direttore interregionale Inl, dott. Giuseppe Patania, e con il direttore dell’Ispettorato territoriale di Avellino, dott. Francesco Damiani, che nella mattinata di ieri si sono incontrati, a Palazzo di governo, con il Prefetto, Rossana Riflesso.

L’intento della Rsu è individuare soluzioni idonee a gestire una situazione che ormai sta diventando insostenibile per gli ispettori che quotidianamente, nello svolgere le proprie mansioni, si imbattono in situazioni rischiose, diventando nei fatti lo sfogatoio di tensioni sociali, ma anche i destinatari di atteggiamenti e comportamenti incivili e aggressivi, da parte di alcuni degli utenti sottoposti a controlli.

Per quanto ci riguarda, abbiamo quindi chiesto maggiore attenzione e tutela anche per il personale adibito al front office, che costantemente deve rapportarsi con il malcontento dell’utenza, che non di rado degenera in invettive e minacce all’indirizzo degli addetti.

Da parte dei tre dirigenti abbiamo registrato ampia disponibilità a recepire le nostre osservazioni e ad intrattenere un confronto costante, in un’ottica di collaborazione costruttiva, nell’interesse esclusivo dei dipendenti degli uffici, in modo che possano svolgere le proprie funzioni istituzionali nella massima tranquillità.

Venendo al grave espisodio occorso alle colleghe, l’altro giorno, quando le due ispettrici del lavoro si sono presentate e qualificate all’atto dell’accesso ispettivo, il titolare della ditta ha reagito con violenza contro una di loro, strattonandola con forza mentre stava procedendo all’identificazione di una lavoratrice, impedendole di raccoglierne le dichiarazioni, in modo da agevolarne l’allontanamento, anche su energico invito della madre di quest’ultimo, presente nel negozio. Nonostante le ispettrici abbiano immediatamente chiesto l’intervento dei Carabinieri della stazione di Baiano, tramite il 112, che sono sopraggiunti in loco, il titolare della ditta e i suoi congiunti hanno ripetutamente oltraggiato e aggredito verbalmente le ispettrici del lavoro, rovesciando persino il tavolo sul quale stavano redigendo il verbale, colpendo così ad una mano una delle colleghe, procurandole una frattura ad un dito. Si è pertanto reso necessario l’intervento dei sanitari, anche a causa di un malore accusato dall’ispettrice colpita, a seguito della situazione, e il trasporto presso il Pronto Soccorso dell’azienda ospedaliera Moscati di Avellino, dove i medici hanno riscontrato la frattura alla mano e un innalzamento della pressione arteriosa, con una prognosi di 25 giorni.

A seguito di quanto è successo, ci è stato riferito che sarà convocato, in tempi brevi, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, con l’obiettivo di garantire un maggiore supporto all’attività ispettiva, in termini di forze dell’ordine.

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La lega marcia, mentre l’opposizione tace sulla Questione Meridionale e sul referendum

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La Corte Costituzionale ha assestato un duro colpo alla legge 86/2024 targata Calderoli, ha cassato sette commi e indicato cinque prescrizioni a cui attenersi per riscrivere il testo. La casa è abbattuta ma non polverizzata, e Calderoli è ben determinato a modificare la legge in parlamento. I rilievi della Consulta sono chiari: non si possono trasferire intere materie ma solo specifiche funzioni, la richiesta va motivata e sempre che lo Stato Centrale non sia in grado di svolgere questa funzione nel rispetto del principio di sussidiarietà; la delega al governo per la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) non può essere generica; i LEP non possono essere definiti e rivisti con DPCM (Decreto Presidente Consiglio dei Ministri); deve essere eliminato il criterio della spesa storica e le regioni sono obbligate a  rispettare il patto di stabilità al fine di prevenire inefficienze di sistema e la crescita della spesa pubblica; il parlamento non può solo ratificare le intese, fra il governo e le regioni, ma deve approvarle e rinviarle per un nuovo esame. Le opposizioni esultano, manca, però, un’azione volta a rimettere al centro dell’agenda politica la Questione meridionale, causa ed effetto delle disuguaglianze tra le due aree del paese. Né l’opposizione ha riaffermato la necessità che il referendum, richiesto da oltre 1,2 milioni di cittadini, sia celebrato, in tal modo, si impedisce ai cittadini di partecipare al dibattito pubblico sul regionalismo differenziato, sin ad ora, svolto solo nelle sedi istituzionali oppure nelle segrete stanze. In tal modo il silenzio dell’opposizione rafforza la proposta del governo Meloni di ritenere oramai inutile il referendum e non pongono in campo l’offensiva per spazzare via lo Spacca Italia.

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