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Emergenza Covid – La sanità possibile

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La Sanità Italiana, il Sistema Sanitario Italiano, ammirato, studiato da Barak Obama per importarlo negli Stati Uniti e sovrapporlo al sistema americano, ha visto interventi di ogni sorta. Con diverse finalità.

Dopo averlo manomesso, una destra liberista ideò la ‘’casa della salute’’. Qualche rada traccia ha lasciato.

Sin dall’esplosione della ‘’pandemia’’ sorsero interrogativi sull’importanza della Medicina Territoriale: colpevoli, fondamentali, inutili. Questi aggettivi coloravano i Medici di base ma implicavano la valenza unica della loro postazione rispetto alle patologie.

Ai primi di marzo un D.L. (decreto Legge) accantonava molta della valenza dei medici di base nell’affrontare il contagio: Inventarono l’USCA. L’acronimo sta per Unità Speciale Continuità Assistenziale, composta da un Medico e un Infermiere.

Ovviamente tolti dall’Ospedale e/o da strutture sanitarie pubbliche, sostituendo ipso facto il Medico di base, avevano, hanno il compito di recarsi a casa del sintomatico Covid a prestargli cure opportune.

L’intervento di tale Unità veniva, viene, richiesto dal Medico di base.

Già questo distinguo di operatività lascia perplessi. Pur avendo qualche valenza.

Lo sconcerto subentra quando l’ASL cala, dall’alto della scienza rattoppata che la distingue, avoca a sé l’attivazione dell’USCA.

Mettendo il Medico di base nella condizione di centralinista-filtro tra il terrore del cittadino al quale un tampone, (ribadiamo analizzato con metodica opinabile), assegna qualifica di positivo e l’eventuale cura adatta.

Il reclutamento del personale USCA è su base volontaria. In Campania alcune Unità sono state attivate in data 23 marzo. A Salerno sono state istituite il 5 novembre.

Come funziona?

L’Unità allertata dal Medico di base effettua una visita domiciliare avendo tutti gli strumenti per praticare diversi esami: prelievo di sangue, all’elettrocardiogramma, ecografia. Attiva, poi, presso il domicilio del paziente un vero e proprio kit di monitoraggio che consentirà di verificare a distanza le sue condizioni di salute: temperatura, saturazione e pressione. In teoria il medico Usca in questo modo non perde mai di vista il paziente e sarà lui stesso a “dimetterlo” praticando direttamente il tampone finale di controllo.

Messa così è l’arma o sentinella o barriera che evita la corsa all’ospedalizzazione congestionando P. Soccorso e reparti.

Il Decreto Legge disponeva la creazione di USCA nelle sedi sanitarie già dotate di continuità assistenziale (ex Guardia Medica) e prevedeva una USCA ogni 50.000 abitanti. Si, 50 mila abitanti. Il compenso previsto: 40 euro l’ora.

Per un orario, sette giorni su sette, dalle ore 8.00 alle ore 20.00.

In alcune regioni il Decreto dava possibilità di partecipazione anche ai Medici di Famiglia, Pediatri di Libera Scelta e medici dell’Emergenza territoriale 118.

Pare tutto lineare. Invece continuano i distinguo: essendo l’attività delle USCA valutata come ‘’attività convenzionata”, la copertura assicurativa in alcune Regioni (Emilia Romagna, Piemonte, Valle D’Aosta, Sicilia, Veneto) è quella prevista dall’ art. 73 ACN vigente. In Abruzzo, Basilicata, Lombardia e Campania la copertura assicurativa non viene espressamente citata negli accordi ed è demandata alla contrattazione delle singole azienda sanitaria locale/azienda sanitaria provinciale (ASL/ASP).

In Irpinia, 119 Comuni, sono state istituite 4 unità USCA a partire dal 4 aprile: Comune di Ariano Irpino, Comune di Monteforte Irpino, Comune di Grottaminarda e Comune di Cervinara. Il fine? Il fine è consentire la distribuzione capillare su tutto il territorio provinciale.

L’Asl Benevento ha attivato le USCA dal 6 aprile, 7 medici di cui 2 liberi professionisti e una neolaureata. La provincia di Benevento annovera la somministrazione, all’11 novembre, di 13.671 tamponi da cui sono emersi 1.372 positivi (1.161 asintomatici)

Ognuno potrà riflettere.

E’ stato costituito il Comitato Tutela e Salvaguardia ‘’Frangipane’’ di Ariano Irpino che ha inviato lamentela/proposta (sensata, aggiungiamo)/invito. E’ stata inviata al Presidente della V Commissione Regione Campania, il rieletto Alaia, al Direttore Generale ASL Avellino, al Sindaco di Ariano, riletto Enrico Franza.

La proposta: le UNSCA ritornino nella disponibilità di Medici di base e dei Distretti Sanitari, l’attivazione delle Unità coprano la fascia oraria 9-18 e la continuità assistenziale (ex Guardia Medica) nella fascia 20-8, telemedicina, teleconsulti con i reparti ospedalieri.

La lamentela: i Medici di base non hanno tamponi diagnostici, protezioni individuali per poter effettuare visite domiciliari, test rapidi.

L’invito: l’Asl si occupi e preoccupi del contact-tracing (il tracciamento).

Logica stringente, a nostro avviso.

Proprio per tale ragione, difficile da comprendere e condividere da parte di chi non ha la visione del territorio.

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Confesercenti, Marinelli: investimenti sostenibili 4.0, opportunità per le imprese irpine

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“Per le imprese irpine e dell’intero Mezzogiorno sono in arrivo nuove opportunità con le agevolazioni previste dal programma “Investimenti Sostenibili 4.0” di Invitalia, appena rifinanziato, che sostiene la trasformazione tecnologica e digitale delle piccole e medie attività, indirizzata verso ambiti strategici per la competitività e la crescita sostenibile del sistema economico”.  Ad affermarlo è Giuseppe Marinelli, presidente provinciale di Confesercenti Avellino.

“La misura prevede – prosegue il dirigente dell’associazione di categoria – una dotazione finanziaria complessiva di 300 milioni di euro, destinati sotto forma di contributi in conto impianti e di finanziamenti agevolati, alle imprese in possesso dei requisiti specifici per l’accesso agli incentivi, con una copertura fino al 75 per cento delle spese ammissibili”.

Sono ammesse alle agevolazioni le attività manifatturiere e di servizi alle imprese. I piani di investimento dovranno offrire un contributo al raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali, rendere il processo produttivo sostenibile e circolare, migliorare la sostenibilità e il risparmio energetico dell’impresa o favorire la transizione tecnologica e digitale dell’azienda proponente. L’obiettivo del programma dovrà essere raggiunto tramite l’impiego di tecnologie abilitanti come l’intelligenza artificiale, la blockchain, l’internet of things e l’industrial internet, il cloud, la cybersecurity, i big data e analytics, le soluzioni di advanced manufacturing, la manifattura additiva, la simulazione e la realtà aumentata.

Le spese inserite nel progetto possono riguardare l’acquisto di macchinari, impianti e nuove attrezzature; opere murarie; programmi informatici; certificazioni ambientali; servizi di consulenza specialistica.

Il programma d’investimento deve prevedere una spesa compresa tra i 750.000 euro e i 5 milioni di euro. L’accesso e la concessione delle agevolazioni avviene mediante una procedura valutativa a sportello.

Per ulteriori informazioni e assistenza è possibile rivolgersi agli uffici di Confesercenti, in viale Italia n° 53, ad Avellino, previo appuntamento, telefonando al numero 0825 679256 o scrivendo a info@confesercentiavellino.it.

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Forza Italia Ariano Irpino: Strade, infrastrutture e sanità abbandonate dalla Regione Campania

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I fondi per le strade di Ariano Irpino non ci sono. Lo ha confermato il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nell’intervista rilasciata ieri a margine della sua visita a Sant’Angelo dei Lombardi. Una dichiarazione che certifica l’abbandono del nostro territorio da parte della Regione, ormai concentrata su clientelismo e interessi di parte, come dimostra il caso di Salerno, dove il Presidente della Provincia, esponente deluchiano di ferro, è da mesi agli arresti domiciliari.

Gli arianesi, se vorranno raggiungere la nascente stazione Hirpinia o se sperano in una strada alternativa a Cardito, farebbero meglio a rivolgersi direttamente a Trump o a Elon Musk, perché dalla Regione Campania non riceveranno nulla. I soldi sono stati destinati altrove, mentre il nostro territorio viene lasciato in balia di traffico insostenibile, infrastrutture fatiscenti e servizi pubblici al collasso.

Anche il sindaco Enrico Franza dovrà finalmente assumersi le sue responsabilità. La Contursi-Grottaminarda-Camporeale, opera strategica per il nostro territorio, è stata archiviata nonostante i milioni di euro già spesi in progettazioni e persino espropri. Ma il peggio è che neanche la “bretella” alternativa a Cardito, promessa come soluzione per alleggerire il traffico, vedrà mai la luce.

La verità è semplice e amara: la Regione Campania ha abbandonato Ariano Irpino. Mentre si concentrano risorse e attenzioni sulle zone costiere, il nostro territorio deve sopportare un traffico insostenibile, un sistema sanitario al collasso e trasporti pubblici talmente inadeguati che, dopo le 7:30 del mattino, per raggiungere Napoli ci vogliono tre ore di viaggio.

Il Presidente De Luca, con il suo consueto sarcasmo, ci invita a “stampare soldi” per realizzare le opere di cui abbiamo bisogno. Ma in realtà, ciò che emerge è la totale incapacità di questa classe politica di garantire i diritti fondamentali ai cittadini. Un’amministrazione che trasforma i bisogni in favori e che ha condannato il nostro territorio a uno stato di abbandono e rassegnazione.

Eppure, Ariano Irpino ha potenzialità straordinarie: la futura stazione Hirpinia e il suo polo logistico rappresentano un’occasione unica di sviluppo per l’intera area. Per coglierla, però, dobbiamo liberarci di una classe dirigente che in questi anni ha dimostrato solo di vivere alla giornata, senza una visione di crescita e sviluppo per il nostro territorio.

Forza Italia Ariano Irpino continuerà a denunciare l’abbandono del nostro territorio e a lavorare per costruire un’alternativa politica che metta finalmente al centro le esigenze dei cittadini.

Forza Italia Ariano Irpino

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Antonio Bianco : Non illudiamo i Meridionali con l’Alta Velocità

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L’Italia è spezzata in due, i collegamenti ferroviari tra il Sud ed il Nord sono interrotti tra Paola ed Amantea, in provincia di Cosenza, a causa della caduta di un container sui binari la cui rimozione è resa difficile per le forti raffiche di vento. Rai Calabria, da Paola, effettua un servizio con le interviste e le pacate rimostranze dei passeggeri che denunciano l’interruzione della linea ferroviaria appena il mal tempo imperversa. Tra il 21° e 23° secondo del filmato del 14 gennaio 2025, il cronista cita l’Alta Velocità (il servizio è di Iacopo Catarsi e riproduco le testuali parole: “le cancellazioni per l’Alta Velocità sono continue…”), fatto non rispondente al vero in quanto l’Alta Velocità si ferma a Napoli e non prosegue verso il Meridione, lasciando inalterato il gap infrastrutturale dei collegamenti ferroviari tra le due aree del Paese. I tempi di percorrenza ferroviari della tratta tirrenica da Reggio Calabria a Napoli, paragonati a quelli tra Napoli e Milano, per la stessa distanza, sono circa il doppio. Tant’è che si vorrebbe progettare un nuovo tracciato dell’Alta Velocità, tra le due citate città, tutt’ora rimasto nel seno degli Dei. L’Italia va riunificata partendo dalla realtà dei fatti, in mancanza dei quali diventa difficile rimette insieme i cocci di un Paese arlecchino. Vengono riconosciuti i diritti di cittadinanza e civili a geometria variabile, legati al luogo di residenza. I meridionali emigrano in cerca di lavoro o per curarsi, hanno pochissimi esili nido pubblici, una sanità mal ridotta, un welfare inesistente e muoiono, in media, tre o quattro anni prima che nel resto del Paese. Almeno non li illudiamo con l’inesistente alta velocità ferroviaria tra Napoli e Reggio Calabria.

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