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Engineering, avanti tutta su mercati esteri e Pmi.

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Anche quest’anno l’azienda romana batte la crisi, forte di una strategia di reinvestimento in sviluppo. Fari puntati su America Latina e Germania. Sul fronte interno si punta sui servizi cloud supportati dai datacenter guidati dal polo di Pont Saint Martin.

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Internazionalizzazione e piccole-medie imprese: sono le due direttrici su cui Engineering, eccellenza del made in Italy tecnologico, punta per il proprio ulteriore sviluppo. Reinvestendo, ancora una volta, una parte consistente degli utili in azienda invece che distribuirli agli azionisti. “In 10 anni su 350 milioni di profitti ne abbiamo rimessi ben 300 nella società assegnandone solo 50 ai dividendi”, spiegaMichele Cinaglia, presidente, fondatore e maggior azionista col 34,96%. “Anche i 100 milioni che abbiamo incassato dalla quotazione in Borsa nel dicembre 2010 sono stati tutti reinvestiti”.

È anche grazie a questa scelta di puntare sull’azienda piuttosto che sul portafoglio degli azionisti (“imprese povere-imprenditori ricchi” è un paradosso che ha minato troppe vicende del made in Italy) che ha consentito ad Engineering di godere di un lungo periodo di crescita: dai 182,7 miliardi di fatturato del 2000 ai 272,2 miliardi del 2012. Anche quest’anno l’azienda romana sembra riuscire a battere la crisi che continua a colpire l’economia italiana e l’IT in particolare. I numeri di metà anno parlano di un fatturato a 389,4 milioni (+6,6% sullo stesso periodo dell’anno precedente), un ebitda del 12% a 46,7 milioni (10,8% per 39,4 milioni), un margine di profitto del 10,6% (3,4%).

Oltre a una situazione di cassa assolutamente invidiabile: 30 milioni di euro di liquidità che potrebbe essere ancora più rilevante se la PA saldasse i suoi debiti in tempi più umani. “Verso la PA vantiamo crediti per 150 milioni. Il recente decreto pagamenti ha smosso un po’ la situazione ma le procedure per incassare sono ancora troppo farraginose”, spiega l’amministratore delegato Paolo Pandozy. “Una banca ci ha persino chiesto di prestargli i soldi”, rivela sorridente Cinaglia.
È ancora troppo presto per valutare le conseguenze dell’ingresso nel capitale, a fine luglio, della banca d’affari JP Morgan con un sonante 29,16% rilevato dalla famiglia Amodeo, storica coproprietaria di Engineering. “Per ora stiamo valutando la possibilità di sinergie con i loro asset IT in Paesi come la Turchia” spiega Pandozy mentre il presidente appare determinato a resistere ad eventuali sirene che venissero da quel fronte: “Preferisco rimanere, anche per dare stabilità e continuità all’azienda. Comunque, questo tipo di fondi investono in una società perché ci credono, restano alcuni anni e poi se ne vanno incassando la plusvalenza”.

Per la sua espansione internazionale Engineering continua a puntare in particolare sull’America Latina, già ora uno dei suoi punti di forza anche se, proprio di recente, è stata aperta una rappresentanza a Welmington nel Delaware per una possibile collaborazione con Fiat anche nel mercato americano.
Il passaggio di Telecom Italia, un importante cliente di Engineering, nell’orbita di Telefonica non preoccupa più di tanto Cinaglia: “La cosa importante è fare bene le cose ed essere competitivi. Noi lo siamo, in Italia come in America Latina. Quando Bnl, un altro nostro cliente importante, è stata acquisita da Bnp vi era chi temeva un contraccolpo negativo per noi. Invece, oggi vendiamo anche a Bnp in Francia”.

Fari puntati anche sulla Germania, in particolare dopo l’acquisizione di T-Systems da T-Mobile. Proprio per questo è nato il “progetto Fritz”. L’idea è di sviluppare in Italia servizi e applicazioni tecnologiche per poi venderle in Germania. “Stiamo cercando di acquisire un’azienda tedesca che ci faccia da front end”, annuncia Cinaglia. È un po’ quello che fanno le imprese IT indiane quando vengono in Europa. “Ma i nostri costi e la nostra competitività non sono inferiori a loro. In più abbiamo la cultura europea”, risponde il presidente di Engineering.

Sul fronte interno, Cinaglia e Pandozy ribadiscono la decisione strategica di puntare sui servizi cloud, supportati da 6mila mq di datacenter “guidati” dal gioiello tecnologico di Pont Saint Martin. Oggi il mercato della PA e dei grandi gruppi, tradizionali clienti di Engineering, non sembra potere dare più di tanto in termini di crescita. Di qui l’attenzione spostata anche sulle Pmi, anche attraverso una partnership forte con Microsoft e una probabile prossima acquisizione di un’azienda italiana specializzata nell’Erp.

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Attualità

Forza Italia Ariano Irpino: Strade, infrastrutture e sanità abbandonate dalla Regione Campania

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I fondi per le strade di Ariano Irpino non ci sono. Lo ha confermato il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nell’intervista rilasciata ieri a margine della sua visita a Sant’Angelo dei Lombardi. Una dichiarazione che certifica l’abbandono del nostro territorio da parte della Regione, ormai concentrata su clientelismo e interessi di parte, come dimostra il caso di Salerno, dove il Presidente della Provincia, esponente deluchiano di ferro, è da mesi agli arresti domiciliari.

Gli arianesi, se vorranno raggiungere la nascente stazione Hirpinia o se sperano in una strada alternativa a Cardito, farebbero meglio a rivolgersi direttamente a Trump o a Elon Musk, perché dalla Regione Campania non riceveranno nulla. I soldi sono stati destinati altrove, mentre il nostro territorio viene lasciato in balia di traffico insostenibile, infrastrutture fatiscenti e servizi pubblici al collasso.

Anche il sindaco Enrico Franza dovrà finalmente assumersi le sue responsabilità. La Contursi-Grottaminarda-Camporeale, opera strategica per il nostro territorio, è stata archiviata nonostante i milioni di euro già spesi in progettazioni e persino espropri. Ma il peggio è che neanche la “bretella” alternativa a Cardito, promessa come soluzione per alleggerire il traffico, vedrà mai la luce.

La verità è semplice e amara: la Regione Campania ha abbandonato Ariano Irpino. Mentre si concentrano risorse e attenzioni sulle zone costiere, il nostro territorio deve sopportare un traffico insostenibile, un sistema sanitario al collasso e trasporti pubblici talmente inadeguati che, dopo le 7:30 del mattino, per raggiungere Napoli ci vogliono tre ore di viaggio.

Il Presidente De Luca, con il suo consueto sarcasmo, ci invita a “stampare soldi” per realizzare le opere di cui abbiamo bisogno. Ma in realtà, ciò che emerge è la totale incapacità di questa classe politica di garantire i diritti fondamentali ai cittadini. Un’amministrazione che trasforma i bisogni in favori e che ha condannato il nostro territorio a uno stato di abbandono e rassegnazione.

Eppure, Ariano Irpino ha potenzialità straordinarie: la futura stazione Hirpinia e il suo polo logistico rappresentano un’occasione unica di sviluppo per l’intera area. Per coglierla, però, dobbiamo liberarci di una classe dirigente che in questi anni ha dimostrato solo di vivere alla giornata, senza una visione di crescita e sviluppo per il nostro territorio.

Forza Italia Ariano Irpino continuerà a denunciare l’abbandono del nostro territorio e a lavorare per costruire un’alternativa politica che metta finalmente al centro le esigenze dei cittadini.

Forza Italia Ariano Irpino

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Attualità

Antonio Bianco : Non illudiamo i Meridionali con l’Alta Velocità

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L’Italia è spezzata in due, i collegamenti ferroviari tra il Sud ed il Nord sono interrotti tra Paola ed Amantea, in provincia di Cosenza, a causa della caduta di un container sui binari la cui rimozione è resa difficile per le forti raffiche di vento. Rai Calabria, da Paola, effettua un servizio con le interviste e le pacate rimostranze dei passeggeri che denunciano l’interruzione della linea ferroviaria appena il mal tempo imperversa. Tra il 21° e 23° secondo del filmato del 14 gennaio 2025, il cronista cita l’Alta Velocità (il servizio è di Iacopo Catarsi e riproduco le testuali parole: “le cancellazioni per l’Alta Velocità sono continue…”), fatto non rispondente al vero in quanto l’Alta Velocità si ferma a Napoli e non prosegue verso il Meridione, lasciando inalterato il gap infrastrutturale dei collegamenti ferroviari tra le due aree del Paese. I tempi di percorrenza ferroviari della tratta tirrenica da Reggio Calabria a Napoli, paragonati a quelli tra Napoli e Milano, per la stessa distanza, sono circa il doppio. Tant’è che si vorrebbe progettare un nuovo tracciato dell’Alta Velocità, tra le due citate città, tutt’ora rimasto nel seno degli Dei. L’Italia va riunificata partendo dalla realtà dei fatti, in mancanza dei quali diventa difficile rimette insieme i cocci di un Paese arlecchino. Vengono riconosciuti i diritti di cittadinanza e civili a geometria variabile, legati al luogo di residenza. I meridionali emigrano in cerca di lavoro o per curarsi, hanno pochissimi esili nido pubblici, una sanità mal ridotta, un welfare inesistente e muoiono, in media, tre o quattro anni prima che nel resto del Paese. Almeno non li illudiamo con l’inesistente alta velocità ferroviaria tra Napoli e Reggio Calabria.

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Pallavolo Campionato Serie D maschile – Torna a giocare in casa il GSA ARIANO

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 Sabato 18 gennaio 2025 alle ore 18.00 al Palasport il team arianese scende in campo con i  salernitani   del PESSY per una gara valida a  determinare le prime due posizioni  del girone.

Dopo l’inattesa sconfitta rimediata  a Battipaglia , la compagine del Tricolle ha perso il primo posto a vantaggio proprio dei prossimi avversari  che conducono al vertice  con due punti di distacco. La prossima gara rivestirà  grande importanza sia  per la conquista della  vittoria che per la classifica , giocatori e staff tecnico del GSA ne sono consapevoli e preparano al meglio l’appuntamento.

Gli allenatori Giulio Filomena e Nico Medici  chiedono alla  squadra di lasciare da parte l’ultimo risultato e continuare a credere nelle proprie possibilità per seguire l’obiettivo promozione.

Sarà un impegno delicato per capitan Santosuosso e compagni che attendono l’occasione per riscattarsi

con un successo e riprendere  il comando della graduatoria.

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