Attualità
Essere iperconnessi ci ha tolto il sogno: necessario imparare a usare i social
I social network sono strumenti di comunicazione straordinari che ci consentono di metterci in contatto con amici e conoscenti anche molto lontani da noi, con cui possiamo reciprocamente dirci tutto ciò che vogliamo, in tempo reale, attraverso chat e video conferenze, foto e filmati. Prima dell’ era dei social e della posta elettronica, il sevizio postale consentiva sì di far viaggiare nello spazio fisico le nostre lettere, ma in tempi dilatati, con cui potevamo far sapere di noi al nostro interlocutore lontano, scrivendo in una o più pagine a mano o a macchina poche o molte righe, per esprimerci come può fare uno scrittore, cercando di infondere nelle nostre parole emozioni: amore, odio, simpatia di figli o di padri, di nonni, di fratelli o di amanti. Le lettere venivano spedite e si attendevano giorni o settimane perché arrivassero al destinatario e innescassero in questo il desiderio di risponderci, e noi restavamo in trepida attesa di ricevere la sua lettera di ritorno, ed era romantico, perché ci faceva sognare! Era un mondo di lentezza e riflessione da cui oggi dobbiamo riapprendere qualcosa, se vogliamo dare di nuovo spazio al sogno generatore di senso. Spinti dalla tecnologia ad essere rapidi, saturiamo lo spazio psichico che produce il sogno per dover soddisfare nell’ immediatezza il falso bisogno di far sapere di noi subito ad uno o più di uno, a gruppi o a popolazioni, per – condividere – si dice, con gli altri, che più sono in tanti, più sentiamo di dover testimoniare ad essi la nostra esistenza: per evitare di essere fuori luogo o fuori tempo, non contemporanei. Abbiamo bisogno di una fitta rete di persone con cui entrare in comunicazione: perché ? Perché non vogliamo essere soli in questo mondo, in cui la solitudine la fa da padrona, pur essendo iperconnessi. Sui social ormai tutti scrivono e molti postano video con cui si parla di sé o si danno consigli, o si vuole insegnare agli altri qualcosa, o si vuol far vedere quanto siamo degni di essere considerati, ma in tutto questo non c’è il sognare. È questo bisogno di sentirsi parte di un tutto complesso, che ci spinge ad entrare in comunicazione forzata: spesso lo facciamo in modo arrogante, giudicante, aggressivo spudorato, mettendo in primo piano la parte di noi più ‘cattiva’ per soddisfare il nostro desiderio proiettivo di liberarci inconsapevolmente del male che è in noi, proiettandolo nell’ altro che viene visto come attraverso un buco di serratura in un mondo piatto a due dimensioni… I social ci consentono di essere facilmente offensivi, ma è tempo ora di apprendere ad usarli come se fossero strumenti delicati ma taglienti, bisturi del microchirurgo. Credo che sia tempo che nelle scuole vengano istituite materie nuove di insegnamento come quella che riguarda l’uso socializzato dei Social.Oggi più che mai se ne ha bisogno, o meglio, la parte più creativa e vitale di noi che vuole crescere, ha bisogno . Il Coronavirus ci ha isolati e ci crea angosce e desiderio inibito di andare aldilà dell’ esiguo psicospazio che abbiamo intorno a noi . Vogliamo sentirci in relazione autentica sempre di più e questa relazione umana oggi più che mai, può essere curata dal corretto uso dei social. Skype o Zoom ad esempio, possono consentirci di parlare, vedere, scrivere all’ altro o a tanti altri contemporaneamente per aiutarci vicendevolmente, oggi più che mai .E per evitare chiacchiere da bar, pettegolezzi o incontri inutili o dannosi che distruggono il senso, occorre che ci si abitui a scegliere qualcuno che abbia capacità di condurre gruppi online per guidare in essi la comunicazione in direzione della costruzione di un vero tessuto sociale, ciò che permette di fare uscire il singolo, o il gruppo isolato, dal proprio orticello o dalla propria roccaforte, da cui vengono lanciati solo dardi avvelenati,o ‘bugiardi’, per generare in questi dignità di uomo sociale in un mondo di uomini sociali e giusti.
Attualità
Provincia – Obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali sulle strade provinciali e regionali dell’Irpinia
La Provincia di Avellino ha disposto, con ordinanza del dirigente del settore Viabilità, l’obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali (da neve) o altri mezzi antisdrucciolevoli omologati ed idonei ad essere prontamente utilizzati, ove necessario, durante il periodo compreso tra la data odierna e il 15 Aprile 2025, per tutti i veicoli a motore, esclusi i ciclomotori a due ruote, i motocicli e i velocipedi, in transito lungo i tratti delle strade provinciali e regionali ricadenti nel territorio della provincia di Avellino.
Attualità
Avanti tutta con il referendum abrogativo
Salvini e Zaia, forse affetti da analfabetismo di ritorno, vogliono portare avanti il loro disegno di spaccare l’Italia, ignorano sia Consulta che ha demolito la legge Calderoli, sia la Cassazione che rende ammissibile il referendum abrogativo, non possono impunemente sbeffeggiare le istituzioni reputando uno scherzo di carnevale le decisioni assunte dalle supreme corti. Qualcuno dovrebbe fermare il duo Salvini-Zaia, è in gioco la credibilità della Meloni e del governo che hanno prestato giuramento sulla Costituzione. La legge Calderoli è un orrore Costituzionale, viola il principio di uguaglianza e di solidarietà, declassa la Questione Meridionale ad affare locale che dovranno risolvere gli amministratori meridionali, ritenuti la causa e l’effetto del problema. I fatti, le relazioni del Parlamento, l’Ufficio dei Conti Pubblici territoriali hanno smentito la narrazione della Lega, infatti l’applicazione del criterio della spesa storica ha consentito al Nord di ottenere un maggior gettito dallo Stato Centrale di oltre 60 miliardi, fatto che ha consentito di finanziare il tempo prolungato nella scuola dell’obbligo, di costruire gli asili nido, di offrire l’alta velocità, diffusa in tutta l’Italia settentrionale, servizi quasi completamente negati ai meridionali. Si celebri il referendum contro la legge Calderoli e, senza perder tempo, si inizi la battaglia per riunificare il paese affinché tutti i cittadini, inclusi i meridionali, si sentano fratelli e non fratellastri d’Italia.
Attualità
Provincia – Nuova tariffa per lo smaltimento dei rifiuti, ai Comuni rimborso per un milione di euro
Il presidente Buonopane: “Risparmi anche per i cittadini”
“Oltre un milione di euro di risparmio per i Comuni sullo smaltimento dei rifiuti, che si traduce in una riduzione della Tari per i cittadini”. Il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, comunica che l’Ato ha validato la nuova tariffa proposta dalla società provinciale IrpiniAmbiente Spa.
La tariffa regolata produce uno sconto di circa il 9% sul precedente importo. Si passa da 220 euro a tonnellata a 200,70 euro per quanto riguarda la frazione indifferenziata trattata allo Stir di Pianodardine, con applicazione retroattiva al primo gennaio 2024, comportando così una ricaduta di risparmio in tariffa Tari per i cittadini irpini.
La somma complessiva che verrà restituita ai Comuni supera il milione di euro. Questo importo sarà distribuito in misura proporzionale con note di credito per le amministrazioni in regola con i pagamenti a IrpiniAmbiente. Per gli enti morosi si adotterà una compensazione debiti-crediti.
“Non si può non evidenziare lo straordinario lavoro che sta portando avanti il management di IrpiniAmbiente, con l’amministratore unico Claudio Crivaro – dichiara il presidente Buonopane -. La nuova tariffa, la cui proposta è stata inviata all’Ato lo scorso ottobre e ora finalmente è stata validata, è frutto di una virtuosa gestione della società. Come si ricorderà, è stato già dimezzato il costo per lo smaltimento della frazione umida (che è sceso da poco più di 200 euro a circa cento euro), mentre per il vetro IrpiniAmbiente ottiene da qualche mese un rimborso. E ciò a differenza di quanto accadeva in passato, quando la società sborsava risorse importanti a favore delle aziende che si occupano del recupero e riciclo. Tutto questo, unito al know how e alla forza lavoro, fa di IrpiniAmbiente un esempio di società pubblica che funziona. Ovviamente, si può sempre migliorare. In tal senso, sono in campo altre azioni promosse dal dottore Crivaro e dal suo staff. A lui e a tutti i lavoratori il nostro ringraziamento”.
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