Attualità
Feltri: megafono del Partito del Nord
L’indescrivibile Feltri, commentando le dichiarazioni di De Luca di voler chiudere i confini regionali (atto illegittimo, art. 120 Costituzione) affermava: “[…] Perché mai dovremmo andare in Campania? A fare i parcheggiatori abusivi? I meridionali in molti casi sono inferiori […]”.
Parole spregevoli e indegne che fomentano l’odio ed il rancore, dal contenuto razziale, espresse in una fase politica ed economica complessa che vede il nostro Paese con il PIL a -15 % nel primo semestre dell’anno e con 10 milioni di persone in condizioni di povertà. Il pensiero di Feltri ripropone gli stantii preconcetti confezionati da Cesare Lombroso nella seconda metà dell‘800 nei confronti dei meridionali ritenuti una razza inferiore, socialmente pericolosa. Teoria priva di qualsiasi fondamento scientifico.
L’indignazione per le parole di Feltri è stata generale, la petizione di radiazione dall’Ordine dei Giornalisti ne è una conferma, oltre agli esposti inviati alla magistratura. È tutto giusto, sottoscrivo.
A mio modesto parere, però, la questione è prevalentemente politica e in quella sede va data la risposta, senza escludere la radiazione ed il processo per diffamazione. Quelle parole sono il segno della cesura verticale esistente nella comunità italiana che ha smarrito il significato vero dell’unità e della coesione Nazionale, valori da recuperare dal cestino delle buone intenzioni, e che descrive il pensiero reale e dominante del Partito del Nord. Frasi che vengono da lontano e trovano il loro ultimo fondamento nella legge 3/2001 di riforma del titolo V della Costituzione, che mette nelle mani della Lega uno strumento letale per il paese. I preconcetti che reputano i Meridionali “mangiapane a tradimento”, “cialtroni e fannulloni” (Zaia) assistiti dal Nord operoso si sono tramutati in un potente strumento legislativo nelle mani del Partito del Nord e della Lega, concretizzatosi con i progetti di autonomia regionale differenziata presentati dalla Lombardia, dal Veneto e dall’Emilia Romagna che possono frantumare l’Italia.
Il meridione è stato, in realtà, considerato una colonia da cui estrarre risorse umane e finanziarie e lo Svimez, l’Eurispes, ed i tanti valorosi giornalisti, giuristi ed economisti hanno messo a nudo la menzogna imbastita dal Nord pappone. Con il criterio della spesa storica sono stati sottratti al Sud 62 miliardi l’anno, almeno a partire dalla legge Calderoli 42/2009 che indicava una più equa distribuzione delle risorse finanziarie nel paese, legge mai resa operativa. Diritti negati a 20 milioni di cittadini privati di asili nido, dell’alta velocità, dell’assistenza ai più fragili, dei trasporti, della sanità, senza contare i 900 mila giovani che negli ultimi 16 anni hanno lasciato il Sud (dati Svimez) e mai più vi faranno ritorno.
Tutto questo, a mio avviso, esprime il pensiero di Feltri che è il frutto di un progetto eversivo pluriennale di frantumazione dell’Unità e della coesione Nazione, oggi, rappresentata stucchevolmente con lo sventolio della bandiera tricolore. Pur necessari, non sono sufficienti la radiazione di un giornalista sul viale del tramonto e il processo per diffamazione.
Non basta.
Occorre prima di tutto che i Partiti ed il Presidente della Repubblica facciano sentire la loro voce con un NO netto a quelle parole, almeno per segnare un confine tra chi vuole dividere l’Italia e chi la vuole unita.
Non basta, occorre che:
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i progetti di autonomia regionale differenziata presentati da Fontana, Zaia e Bonaccini, secessionisti di professione, vengano stralciati dall’agenda politica del governo M5S-PD;
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si riformi il Titolo V della Costituzione frutto della legge 3/2001, presupposto per la nascita delle 20 piccole patrie regionali, con la conseguente confusione tra i poteri dello Stato evidenziata anche durante l’emergenza Covid-19;
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si definiscano i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) al fine di garantire anche ai meridionali i diritti di cittadinanza.
I partiti di governo e tutto il Parlamento battano un colpo e dicano se il Sud è parte integrante del territorio italiano. La crisi economica potrebbe mettere tutti contro tutti e dietro l’angolo potrebbe apparire la rivolta delle persone senza speranza e futuro. Non balcanizziamo l’Italia, ne usciremmo tutti con le ossa rotte. I meridionali sono cittadini italiani e non una colonia del Nord.
Attualità
Provincia – Obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali sulle strade provinciali e regionali dell’Irpinia
La Provincia di Avellino ha disposto, con ordinanza del dirigente del settore Viabilità, l’obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali (da neve) o altri mezzi antisdrucciolevoli omologati ed idonei ad essere prontamente utilizzati, ove necessario, durante il periodo compreso tra la data odierna e il 15 Aprile 2025, per tutti i veicoli a motore, esclusi i ciclomotori a due ruote, i motocicli e i velocipedi, in transito lungo i tratti delle strade provinciali e regionali ricadenti nel territorio della provincia di Avellino.
Attualità
Avanti tutta con il referendum abrogativo
Salvini e Zaia, forse affetti da analfabetismo di ritorno, vogliono portare avanti il loro disegno di spaccare l’Italia, ignorano sia Consulta che ha demolito la legge Calderoli, sia la Cassazione che rende ammissibile il referendum abrogativo, non possono impunemente sbeffeggiare le istituzioni reputando uno scherzo di carnevale le decisioni assunte dalle supreme corti. Qualcuno dovrebbe fermare il duo Salvini-Zaia, è in gioco la credibilità della Meloni e del governo che hanno prestato giuramento sulla Costituzione. La legge Calderoli è un orrore Costituzionale, viola il principio di uguaglianza e di solidarietà, declassa la Questione Meridionale ad affare locale che dovranno risolvere gli amministratori meridionali, ritenuti la causa e l’effetto del problema. I fatti, le relazioni del Parlamento, l’Ufficio dei Conti Pubblici territoriali hanno smentito la narrazione della Lega, infatti l’applicazione del criterio della spesa storica ha consentito al Nord di ottenere un maggior gettito dallo Stato Centrale di oltre 60 miliardi, fatto che ha consentito di finanziare il tempo prolungato nella scuola dell’obbligo, di costruire gli asili nido, di offrire l’alta velocità, diffusa in tutta l’Italia settentrionale, servizi quasi completamente negati ai meridionali. Si celebri il referendum contro la legge Calderoli e, senza perder tempo, si inizi la battaglia per riunificare il paese affinché tutti i cittadini, inclusi i meridionali, si sentano fratelli e non fratellastri d’Italia.
Attualità
Provincia – Nuova tariffa per lo smaltimento dei rifiuti, ai Comuni rimborso per un milione di euro
Il presidente Buonopane: “Risparmi anche per i cittadini”
“Oltre un milione di euro di risparmio per i Comuni sullo smaltimento dei rifiuti, che si traduce in una riduzione della Tari per i cittadini”. Il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, comunica che l’Ato ha validato la nuova tariffa proposta dalla società provinciale IrpiniAmbiente Spa.
La tariffa regolata produce uno sconto di circa il 9% sul precedente importo. Si passa da 220 euro a tonnellata a 200,70 euro per quanto riguarda la frazione indifferenziata trattata allo Stir di Pianodardine, con applicazione retroattiva al primo gennaio 2024, comportando così una ricaduta di risparmio in tariffa Tari per i cittadini irpini.
La somma complessiva che verrà restituita ai Comuni supera il milione di euro. Questo importo sarà distribuito in misura proporzionale con note di credito per le amministrazioni in regola con i pagamenti a IrpiniAmbiente. Per gli enti morosi si adotterà una compensazione debiti-crediti.
“Non si può non evidenziare lo straordinario lavoro che sta portando avanti il management di IrpiniAmbiente, con l’amministratore unico Claudio Crivaro – dichiara il presidente Buonopane -. La nuova tariffa, la cui proposta è stata inviata all’Ato lo scorso ottobre e ora finalmente è stata validata, è frutto di una virtuosa gestione della società. Come si ricorderà, è stato già dimezzato il costo per lo smaltimento della frazione umida (che è sceso da poco più di 200 euro a circa cento euro), mentre per il vetro IrpiniAmbiente ottiene da qualche mese un rimborso. E ciò a differenza di quanto accadeva in passato, quando la società sborsava risorse importanti a favore delle aziende che si occupano del recupero e riciclo. Tutto questo, unito al know how e alla forza lavoro, fa di IrpiniAmbiente un esempio di società pubblica che funziona. Ovviamente, si può sempre migliorare. In tal senso, sono in campo altre azioni promosse dal dottore Crivaro e dal suo staff. A lui e a tutti i lavoratori il nostro ringraziamento”.
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