Attualità
Focus sulle carceri ai tempi del Covid-19: qualità della vita e diritti?
Se il Pil misurasse la qualità della vita, piuttosto che la quantità dei beni di una nazione, forse dovrebbe partire dalla qualità della vita negli Istituti di pena, piuttosto che dalla quantità di strutture e attrezzature repressive previste (J. F. Kennedy,“Discorso sul Pil”).
La Repubblica Italiana all’art. 32, “tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo…” Questo articolo della Costituzione vale per tutti gli individui? Con la detenzione, che priva o riduce le libertà della persona reclusa, l’individuo conserva la titolarità di alcuni diritti? Il tema è dibattuto in dottrina, ma il riferimento comune alle diverse posizioni, sono i principi della Costituzione ed in particolare l’art. 2 che riconosce e garantisce “i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove svolge la sua personalità”. In particolare, in attuazione del decreto legislativo 2 ottobre 2018 n. 123, si valorizza il ruolo del Servizio sanitario nazionale all’interno degli istituti, potenziando l’assistenza all’interno delle carceri e garantendo ai detenuti prestazioni tempestive, visita medica del detenuto all’ingresso in istituto e continuità dei trattamenti sanitari in corso.
Gli Istituti di pena nazionali in tempi di Covid-19, stando alle informazioni reperibili sul web, hanno preso più o meno tutti le stesse precauzioni. Anche il carcere di Ariano Irpino che ospita 200 detenuti e 150 dipendenti, dal 20 gennaio ha sostituito i colloqui personali con colloqui via skype. Dalla stessa data tutti i dipendenti sono stati dotati di mascherine e ad ogni turno, viene loro rilevata la temperatura. Per tutti i detenuti o personale in entrata (da altre strutture) è previsto il pre-triage effettuato presso la tecnostruttura realizzata sul piazzale antistante il carcere e, in attesa del risultato, è previsto l’isolamento per 15 giorni.
Mancano invece le informazioni su quanti siano effettivamente i casi positivi accertati e i decessi da Covid-19 nelle carceri italiane. Di fatto, la situazione sanitaria negli istituti di detenzione del nostro Paese, è stata evidenziata dagli esperti, – ben 200 -, riuniti al XX° Congresso della Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria (SIMSPE), Agorà penitenziaria 2019, dal titolo “Il carcere è territorio” svoltosi a Milano all’Auditorium Testori (Palazzo Lombardia) che ha messo nero su bianco i dati ottenuti dall’analisi su TBC, HIV ed Epatite C. L’Epatite C è tuttora l’infezione maggiormente presente nella popolazione detenuta in Italia, anche a causa dell’alta percentuale di tossicodipendenti (un terzo del totale). I detenuti nelle carceri italiane sono affetti da epatite C tra il 25 e il 35%: una forbice compresa tra i 25mila e i 35mila detenuti all’anno. A questi vanno aggiunti 6.500 portatori attivi del virus dell’epatite B.
Alla gravissima situazione sanitaria si aggiunge il problema del sovraffollamento: secondo i dati del ministero della Giustizia, al 29 gennaio 2020 nel nostro Paese i posti nei penitenziari sono meno di 51mila, ma ospitano più di 60mila persone: 10mila persone in più, rispetto allo spazio fisico disponibile. Tra le cause di detenzione, le violazioni della normativa sugli stupefacenti, rappresentano la tipologia più diffusa di reati con il 38,8%, seguiti dai reati di rapina (28,9%), e furto (21,6%).
In un tale contesto, il distanziamento è impossibile. Da qui, l’appello dei Radicali: “Invitiamo la magistratura, attesa la riduzione del carico di udienze ordinarie, a disporre una task force per la concessione delle misure alternative. Ci sono centinaia di istanze pendenti che potrebbero essere decise in poco tempo se gli sforzi fossero concentrati soltanto su queste richieste. Se venissero valutate e istruite soltanto le istanze ex legge n. 199/10 e le ulteriori misure alternative concedibili in via provvisoria dal magistrato di sorveglianza, potremmo raggiungere un primo rilevantissimo calo delle presenze in carcere.” (Appello al governo sull’emergenza carceri: misure immediate https://www.radicali.it/campagne/appello-al-governo-sullemergenza-carceri-servono-misureimmediate-e-straordinarie/. L’affidamento “terapeutico”, l’insieme delle misure alternative, è finalizzato (con la misura della sospensione dell’esecuzione della pena di cui all’art. 90 dello stesso Testo Unico), a far evitare il carcere al tossicodipendente, in quanto persona caratterizzata da una personalità estremamente fragile e in quanto bisognoso di un trattamento “terapeutico” che gli permetta di superare lo stato di dipendenza dalla droga. Muccioli ricorda che la comunità di S. Patrignano dal 1983: “ha sostituito 2.500 anni di carcere con programmi alternativi indirizzati al recupero di 1.037 ragazzi agli arresti domiciliari, 1250 in affidamento sociale e 66 in detenzione domiciliare, facendo risparmiare allo Stato 272 miliardi”. Si tratta di studiare misure che puntino in primo luogo al recupero del detenuto, a suo vantaggio e a vantaggio della società, con la diminuzione del rischio di recidive”. Ed il lavoro dei detenuti ha la doppia funzione di “reinserimento” e “risarcimento” sociale https://www.federfarma.it/Edicola/Filodiretto/VediNotizia.aspx?id=20160.
Ma, se da un una parte si dovrebbe prevedere un ricorso più ampio ai programmi alternativi previsti sul 25 – 35% della popolazione carceraria, dall’altra si dovrebbe approfondire il dato relativo al tasso di detenzione: in Italia per 100.000 abitanti è pari a 103,8, in Europa a 128,9 e nel mondo, a 145. Probabilmente questo dato non tiene conto della prescrizione, ovvero dell’effetto del trascorrere del tempo sui reati. In altre parole, trascorso un periodo determinato dalla commissione della fattispecie di reato, senza che il giudice emetta una sentenza definitiva, si prescrive, quindi il colpevole non potrà più essere condannato (ad eccezione di alcuni reati). Nel resto del mondo, la prescrizione praticamente non esiste, in Italia, secondo i dati del ministero della Giustizia, il 62% dei processi penali non arriva in aula, ossia cade in prescrizione durante lo svolgimento delle indagini.
Attualità
Forza Italia Ariano Irpino: Strade, infrastrutture e sanità abbandonate dalla Regione Campania
I fondi per le strade di Ariano Irpino non ci sono. Lo ha confermato il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nell’intervista rilasciata ieri a margine della sua visita a Sant’Angelo dei Lombardi. Una dichiarazione che certifica l’abbandono del nostro territorio da parte della Regione, ormai concentrata su clientelismo e interessi di parte, come dimostra il caso di Salerno, dove il Presidente della Provincia, esponente deluchiano di ferro, è da mesi agli arresti domiciliari.
Gli arianesi, se vorranno raggiungere la nascente stazione Hirpinia o se sperano in una strada alternativa a Cardito, farebbero meglio a rivolgersi direttamente a Trump o a Elon Musk, perché dalla Regione Campania non riceveranno nulla. I soldi sono stati destinati altrove, mentre il nostro territorio viene lasciato in balia di traffico insostenibile, infrastrutture fatiscenti e servizi pubblici al collasso.
Anche il sindaco Enrico Franza dovrà finalmente assumersi le sue responsabilità. La Contursi-Grottaminarda-Camporeale, opera strategica per il nostro territorio, è stata archiviata nonostante i milioni di euro già spesi in progettazioni e persino espropri. Ma il peggio è che neanche la “bretella” alternativa a Cardito, promessa come soluzione per alleggerire il traffico, vedrà mai la luce.
La verità è semplice e amara: la Regione Campania ha abbandonato Ariano Irpino. Mentre si concentrano risorse e attenzioni sulle zone costiere, il nostro territorio deve sopportare un traffico insostenibile, un sistema sanitario al collasso e trasporti pubblici talmente inadeguati che, dopo le 7:30 del mattino, per raggiungere Napoli ci vogliono tre ore di viaggio.
Il Presidente De Luca, con il suo consueto sarcasmo, ci invita a “stampare soldi” per realizzare le opere di cui abbiamo bisogno. Ma in realtà, ciò che emerge è la totale incapacità di questa classe politica di garantire i diritti fondamentali ai cittadini. Un’amministrazione che trasforma i bisogni in favori e che ha condannato il nostro territorio a uno stato di abbandono e rassegnazione.
Eppure, Ariano Irpino ha potenzialità straordinarie: la futura stazione Hirpinia e il suo polo logistico rappresentano un’occasione unica di sviluppo per l’intera area. Per coglierla, però, dobbiamo liberarci di una classe dirigente che in questi anni ha dimostrato solo di vivere alla giornata, senza una visione di crescita e sviluppo per il nostro territorio.
Forza Italia Ariano Irpino continuerà a denunciare l’abbandono del nostro territorio e a lavorare per costruire un’alternativa politica che metta finalmente al centro le esigenze dei cittadini.
Forza Italia Ariano Irpino
Attualità
Antonio Bianco : Non illudiamo i Meridionali con l’Alta Velocità
L’Italia è spezzata in due, i collegamenti ferroviari tra il Sud ed il Nord sono interrotti tra Paola ed Amantea, in provincia di Cosenza, a causa della caduta di un container sui binari la cui rimozione è resa difficile per le forti raffiche di vento. Rai Calabria, da Paola, effettua un servizio con le interviste e le pacate rimostranze dei passeggeri che denunciano l’interruzione della linea ferroviaria appena il mal tempo imperversa. Tra il 21° e 23° secondo del filmato del 14 gennaio 2025, il cronista cita l’Alta Velocità (il servizio è di Iacopo Catarsi e riproduco le testuali parole: “le cancellazioni per l’Alta Velocità sono continue…”), fatto non rispondente al vero in quanto l’Alta Velocità si ferma a Napoli e non prosegue verso il Meridione, lasciando inalterato il gap infrastrutturale dei collegamenti ferroviari tra le due aree del Paese. I tempi di percorrenza ferroviari della tratta tirrenica da Reggio Calabria a Napoli, paragonati a quelli tra Napoli e Milano, per la stessa distanza, sono circa il doppio. Tant’è che si vorrebbe progettare un nuovo tracciato dell’Alta Velocità, tra le due citate città, tutt’ora rimasto nel seno degli Dei. L’Italia va riunificata partendo dalla realtà dei fatti, in mancanza dei quali diventa difficile rimette insieme i cocci di un Paese arlecchino. Vengono riconosciuti i diritti di cittadinanza e civili a geometria variabile, legati al luogo di residenza. I meridionali emigrano in cerca di lavoro o per curarsi, hanno pochissimi esili nido pubblici, una sanità mal ridotta, un welfare inesistente e muoiono, in media, tre o quattro anni prima che nel resto del Paese. Almeno non li illudiamo con l’inesistente alta velocità ferroviaria tra Napoli e Reggio Calabria.
Attualità
Pallavolo Campionato Serie D maschile – Torna a giocare in casa il GSA ARIANO
Sabato 18 gennaio 2025 alle ore 18.00 al Palasport il team arianese scende in campo con i salernitani del PESSY per una gara valida a determinare le prime due posizioni del girone.
Dopo l’inattesa sconfitta rimediata a Battipaglia , la compagine del Tricolle ha perso il primo posto a vantaggio proprio dei prossimi avversari che conducono al vertice con due punti di distacco. La prossima gara rivestirà grande importanza sia per la conquista della vittoria che per la classifica , giocatori e staff tecnico del GSA ne sono consapevoli e preparano al meglio l’appuntamento.
Gli allenatori Giulio Filomena e Nico Medici chiedono alla squadra di lasciare da parte l’ultimo risultato e continuare a credere nelle proprie possibilità per seguire l’obiettivo promozione.
Sarà un impegno delicato per capitan Santosuosso e compagni che attendono l’occasione per riscattarsi
con un successo e riprendere il comando della graduatoria.
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