Attualità
Francesca Antonaci, in arte Gegia: ho ripreso a vivere grazie al mio lavoro
Gegia Presidente della Repubblica Italiana, è lo slogan che accompagna la sua gigantografia, fatta girare per Roma, su un paio di furgoncini-vela, nel periodo delle elezioni quirinalizie. E Francesca Carmela Antonaci, ha anche ricevuto un voto, annunciato col suo vero nome, dal presidente della Camera Fico. L’attrice però, si è dissociata dalla “buffonata”, precisando come non fosse l’artefice della trovata, né avesse bisogno di pubblicità, finché, stimolata daEnrico Lucci di Striscia la notizia, non ha chiesto: “chi sono stati gli imbecilli che l’hanno fatto, come si sono permessi e perché?”, per scoprire che era stata tutta farina del sacco di Lucci & company. “Perché – le ha risposto Lucci -, in tutto questo caos, sei tu la persona di più alto profilo per quel ruolo”. “Grazie – ha replicato lei, – ma mi avete rovinato l’immagine, che da una vita cerco di ripulire, tanto che mi faccio chiamare Francesca Antonaci, e voi me l’avete rovinata!”- e lui: “ma è già rovinata!”. “Sto cercando di metterla a posto” – ma Lucci di rimando: “non ci riuscirai mai!”. Dopo questo episodio, Francesca ha partecipato con Lucci ad alcuni collegamenti da inviata, per prendere in giro i politici sulla situazione di stallo creatasi… Non ha perso la verve, il senso dell’ironia associata alla capacità di ridere di sé, nonché l’innata schiettezza che trascina simpatia, Francesca Antonaci: l’ho conosciuta tanti anni fa, quando avevo il privilegio di vivere e lavorare a Roma. Con l’effervescente Francesca, che sta portando avanti una battaglia per essere riconosciuta col suo nome d’origine e non soltanto come Gegia, ho condiviso molte cose, e per un periodo, anche la sua casa. Negli ultimi anni c’eravamo un po’ perse di vista a causa degli impegni e, soprattutto, dei rispettivi problemi familiari: anche lei come me ha perso la madre, sebbene più di recente (2019), un duro lutto che l’ha traumatizzata e che non ha ancora elaborato completamente, seguito per giunta, alla perdita del padre e di altri parenti, e persino del suo ex marito. In questi giorni, il 12 febbraio si è aggiunta un’altra importante perdita: la zia Antonia. Antidiva, capace da sempre di rimettersi in gioco, ultimamente è tornata nelle sale cinematografiche con la commedia Belli ciao, che a inizio anno, al box office, ha superato Spider – Man e Matrix e così, le ho chiesto come sia nata la sua partecipazione al film. Fin da quando aveva cominciato a dirigere il primo film di Checco Zalone, mi ero proposta a Gennaro Nunziante, ma non andavo bene perché ero leccese, mentre lui cercava un’attrice barese. Ora, dopo una decina d’anni, si è ricordato di me e mi ha chiamata attraverso la mia agente(ndr, Giorgia Vitale) per interpretare la mamma di Amedeo. Con Pio e Amedeo, che sono due ragazzi giovani e solari all’apice del successo, ho ricominciato finalmente a lavorare dopo due eventi pesanti: il lockdown e l’improvvisa morte per ictus, di mia madre, che mi aveva portato alla depressione. Con Pio e Amedeo c’era musica e allegria anche mentre ci truccavamo: grazie a loro, che mi distraevano quando mi vedevano triste, ho ripreso vita, sono stati la mia ancora di salvezza, posso dire che hanno dato il via a un buon periodo. Dietro la trama comica del film, si nasconde una ben più cruda realtà, l’emigrazione dal Sud al Nord: a tuo avviso, cosa si dovrebbe fare per evitare lo spopolamento deicosiddetti paesi marginali? Se lo sapessi mi metterei in politica, cosa che non farò mai! Non è facile, stiamo appena cominciando ad uscire dalla pandemia, credo che allo stato, tutta l’Italia abbia bisogno di aiuto, anche il Centro e il Nord. Per il mio mestiere di attrice e più in generale nello spettacolo, di certo al Sud è più complicato avere successo, rimani più facilmente ai margini: se vuoi sfondare, devi farlo a Roma o a Milano. E tu infatti sei emigrata da Galatina, nel Salento, a Roma… Sì, nel 1974 a 15 anni, ma l’ho fatto per studiare: volevo fare molte cose e al Sud negli anni Settanta, era più complicato. Oltre al diploma conseguito all’Accademia d’Arte Drammatica (ndr, Pietro Scharoff) ho preso due lauree, una in Lettere e una in Psicologia, tanto che faccio anche l’insegnante nella mia ventennale scuola di recitazione, così come mi piace fare la psicologa. Mi diverte tutto quel che faccio, compreso l’attrice, lavoro che è iniziato quasi per caso: ho molti interessi. Dopo la provocazione che ti ha vista candidata al Quirinaleda Striscia la notizia, credi che il nostro Paese sia pronto per una donna Presidente della Repubblica? Questo Paese non è pronto per un bel niente, tantomeno per i ruoli di vertice per le donne. Al popolo italiano non gliene frega niente: l’Italiano si accontenta di avere i soldi per andare in vacanza, mangiarsi la pizza, vedersi la partita e magari fare un po’ di sesso (fa una breve pausa di riflessione e aggiunge scettica)…forse! Perché oggi si verificano tanti femminicidi? Credo ci siano sempre stati, ma prima non lo sapevamo. Se a questo aggiungiamo che incombono: insoddisfazione, depressione, follia, il quadro è completo. Forse un buon deterrente potrebbe essere fare leggi più severe, che contemplino per gli assassini pene più dure, fino a quella di morte. Io seguo molto le storie di donne che, dopo accoltellamenti e violenzesubìte, sono sopravvissute, hanno tentato di chiedere aiuto, ma non l’hanno ottenuto, finché non sono statedefinitivamente ammazzate. Eppure, se prese sul serio e aiutate, avrebbero potuto essere salvate! A che serve riempirsi di parole nei convegni, se non si cerca di punire i criminali in maniera drastica? A proposito di uomini, con cui pure hai avuto alternevicissitudini, com’è ora la tua situazione sentimentale? Con loro ho chiuso. Non ho più bisogno di loro, anche perché ormai con la menopausa gli ormoni non circolano più: anzi mi danno fastidio, non li sopporto!Non riesco a vivere con un uomo, ci ho provato, ma non ce la faccio: preferisco avere rapporti amichevoli e affettuosi, ma telefonici e a distanza. Ho troppi interessi e preferisco dedicarmi a quelli, mi danno maggiori soddisfazioni. Voglio dire anche alle altre donne: lasciate perdere gli uomini, se potete, dedicatevi ad altre cose, ce ne sono tante interessanti da fare. Ricordiamoci che siamo delle guerriere. Quali altri tuoi lavori vedremo prossimamente? Ho partecipato auna fiction intitolata Le più belle frasi di Osho, con Neri Marcoré, che andrà in onda su Rai Play a partire dal 25 febbraio. Per il cinema ho finito di girare un noir, Happy Days – La vera storia del Mostro di Bari, opera prima di Pierluigi Ferrandini. È la storia di Franco Percoco, un uomo che negli anni Cinquanta, a Bari, ha ammazzato il padre, la madre e il fratello. Io interpreto la portiera, amica della madre dell’assassino. Vorrei anche tornare a teatro, spero per ottobre, con un bel progetto pronto da tempo, di Gianni Quinto, ma fermo a causa della pandemia, intitolato:Operaie. Nel frattempo continuo con soddisfazione a insegnare recitazione nella mia scuola, Attori in scena, che ha il patrocinio della Regione Lazio. Che lezione ci ha insegnato la pandemia da Covid-19? Doveva arrivare la pandemia a dirci che siamo fragili, anzi non siamo niente? Non lo avevamo ancora capito?
Floriana Mastandrea
Una carriera tra cinema, tv, fiction, teatro e musica: in breve Esordisce sul grande schermo nel 1979 nel film erotico di Aldo Grimaldi, Amanti miei. In seguito partecipa a numerosi film del filone comico Anni Ottanta accanto a Bud Spencer, Lino Banfi, Jerry Calà, Gigi e Andrea, Bombolo, Enzo Cannavale. Oggi molte di quelle commedie, in cui aveva un ruolo sia comico, sia sexy, sono considerate dei cult. La versatile artista lavorerà anche con: Nino Manfredi, Steno, Francesco Massaro (Miracoloni, 1981), Mariano Laurenti(La sai l’ultima sui matti? 1982); Alberto Sordi (Il tassinaro, 1983); Sergio Martino (Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio e Se tutto va bene siamo rovinati, 1983); Ninì Grassia (Via Lattea…la prima a destra, 1989); Luciano Emmer (Una lunga lunga lunga notte d’amore, 2001);Alessandro Aronadio (Io c’è, 2018); Alessandra Carlesi (Le grida del silenzio, 2018), La notte è piccola per noi(Gianfrancesco Lazotti, in sala a marzo 2019). La grande occasione televisiva giunge nel 1981 con Gianni Boncompagni nelprogramma di Rai 1, Sotto le stelle, finché a metà degli anni Ottanta non raggiungerà una gran notorietà. Vincitrice di due Telegatti con la trasmissione Big! (Rai 1), nel 1982 viene nominata ai David di Donatello come attrice non protagonista per il film Bomber, di Michele Lupo. Nel 2000 partecipa alla trasmissione di Rai 2, Quelli che il calcio e dal 2004 al 2008 alla trasmissione di Rai 2, Italia sul due. Nel 2005 vince il reality show di Rai 1, Ritorno al presente, condotto da Carlo Conti. Partecipa a Radio G.R.E.M., sit-com di venti puntate per Rai Educational. Nel 2010 ritorna in Rai come opinionista fissa de L’isola e poi… Nell’estate 2010 affianca Valerio Merola e Veridiana Mallmann, nel programma Giostra sul due. Nella stagione 2010-2011 entrerà nel cast de I fatti vostri. Nel 2015 conduce Avanti tutti show, programma di intrattenimento in diretta sull’emittente T9 – Sky. Teatro Ha recitato in commedie musicali e classiche, tra cui: Pulcinella, con Massimo Ranieri, per la regia di Maurizio Scaparro, Lisistrata di Aristofane, La scuola delle mogli di Molière, nonché in Fantasmi e Casina, entrambe di Plauto. È stata coprotagonista con Pippo Franco, della commedia Ilmarchese del Grillo, ha partecipato a Brancaleone e la sua armata, e più di recente, è stata in tournée con Gatto ci Covid (2020). Discografia Toccami/Vieni facciamo l’amore(1980), Mo che t’acchiappo (1987), Look/3 minuti di magia (1988), Gegia clown (1988), Che bomba… ragazzi/La storia di una favola vera (1989), E… canto anch’io (1992), Uffa quanto rompi perché non te lo compri(1992), Un giusto feeling per te, Made in Italia, Mamma Dance (2014, nel video la vediamo con la madre), Sexy Dance (2015), Baby Dance (2016).
Attualità
Pallavolo Serie D – Esordio fuori casa per il GSA Pallavolo Ariano
Dopo aver conquistato nella scorsa stagione la promozione in serie D, la Coppa e la SuperCoppa IrpiniaSannio, il GSA PALLAVOLO ARIANO sabato 2 novembre scende in campo a Cava dei Tirreni per la prima gara del campionato di serie D maschile.
La partita inizierà alle ore 19.30 per dare avvio ad una nuova fase agonistica che il GSA intende giocare per l’alta classifica.
Confermato lo staff tecnico con Giulio Filomena e Nico Medici a guidare il gruppo nel quale saranno ancora G. Santosuosso, L. Guardabascio e R. Caso punti di riferimento per giovani promettenti come M. Molinario, M. Ninfadoro , C. Capozzi e P.Borriello. La qualità non manca nel resto della squadra con G. Ricciardi, A. La Luna, L. Schiavo, H. Chiaradonna, A. Iandoli, T. Barrasso , M. Toriello a disposizione dei tecnici per dimostrare di valere la categoria.
Per questa importante avventura regionale, la società arianese è pronta anche a lanciare i giovanissimi dell’Under 17 che già hanno messo in mostra il loro positivo spessore con una vittoria per 3-0 nel debutto casalingo con i pari età dell’Academy nel torneo territoriale di categoria.
Per l’esordio fuori casa gli arianesi dovranno aspettarsi una gara difficile e confrontarsi con un avversario molto solido; il fattore campo può aiutare i cavesi, ma il GSA deve subito metabolizzare le difficoltà della serie regionale e scendere sul parquet con la consapevolezza di saper imporre il proprio gioco per conquistare la vittoria.
Attualità
Giornata delle Forze Armate – Il 4 Novembre ad Ariano la cerimonia per il Giorno dell’Unità Nazionale
L’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino, in una sobria e solenne cerimonia, vuole commemorare i Caduti di tutte le Guerre, rendere omaggio alle Forze Armate, celebrando la Festa dell’Unità Nazionale, in ricordo della fine della prima Guerra Mondiale.
Appuntamento lunedì 4 novembre 2024 alle ore 10,00 al Piano della Croce presso il Monumento ai Caduti dove, alla presenza delle Autorità Civili, Militari e Religiose, verrà deposta la Corona di alloro, sulle note dell’Inno Nazionale.
Una Corona di Alloro verrà deposta anche davanti al busto di Giulio Lusi in Villa Comunale e nell’atrio di Palazzo di Città.
Il messaggio istituzionale è rivolto alle nostre giovani generazioni, per non dimenticare i nostri Caduti in Guerra, morti per gli ideali risorgimentali di indipendenza, di libertà, di democrazia che hanno determinato l’Unità d’Italia ed esprimere riconoscenza per coloro che ancora oggi rischiano la vita al Servizio della Comunità.
La cittadinanza è invitata a partecipare.
Attualità
Roberto Zaffiro: vi racconto la mia Africa e vi invito a diventare benefattori
Imprenditore nel settore edile (azienda di dieci dipendenti), insieme ad altri due fratelli, sposato e con due figli, Roberto Zaffiro, con il pieno sostegno della famiglia, si dedica anima e corpo alla missione che lo appassiona e gratifica di più: dalla costruzione di pozzi e scuole, ai presidi ospedalieri, in Africa. Il 5 novembre partirà per la Nigeria e in gennaio per il Benin
“Un tempo ero laico, poi a 37 anni, 20 anni fa, c’è stata la mia conversione, a seguito del viaggio a Medugorje, – ci racconta. Il senso di solidarietà l’ho però sempre avuto nel DNA, tanto che ogni volta che ho girato il mondo, ho sempre elargito del denaro, ai bisognosi che mi è capitato di incontrare”.
Quando hai capito che la tua missione era dedicarti in maniera più completa agli altri?
La svolta a seguito del viaggio a Medugorje. Fino ad allora ero stato una sorta di superficiale credente praticante, che girava il mondo, compresa l’Africa, anche in moto, e non dava grande importanza ai sacramenti e alla preghiera. In quel luogo, come se avessi improvvisamente intuito le mie miserie e fragilità, ho pianto molto e ho capito che dovevo cambiare la mia vita e relazionarmi in maniera diversa con Dio. È cominciata così la mia conversione, incrementando anche la frequentazione della Chiesa, finché a Montevergine (AV) non ho incontrato padre Jean Baptist, sacerdote originario del Benin (Diocesi Kandi-Benin), specializzatosi a Roma. Siamo diventati amici e, dopo che mi ha mostrato le carenze d’acqua nel suo villaggio, gli ho donato un pozzo. Quando è tornato in Africa, mi ha fatto promettere che sarei andato a trovarlo. Nel 2012 l’ho raggiunto e ho cominciato a guardare l’Africa con occhi nuovi, mi sono reso conto della vita di sofferenza della popolazione: bambini e adulti che bevevano dalle pozzanghere esponendosi a malattie, quando non la morte, bambini costretti a percorrere chilometri con le taniche in testa per approvvigionarsi dell’acqua. Un pozzo è una fonte di acqua viva utile a diverse comunità, talvolta serve fino a diecimila persone o più (dipende dalla grandezza dei villaggi) e nel tempo, cambia radicalmente la loro vita: cominciano ad allevare animali, a praticare l’agricoltura. L’acqua è di interesse primario: il 60-70 per cento dei nostri fondi li impieghiamo nella costruzione dei pozzi, a cui facciamo seguire attività ambulatoriali, considerando che, per accedere all’assistenza sanitaria, bisognerebbe percorrere centinaia di chilometri e talvolta non c’è il tempo, né la possibilità, di farlo. Molte malattie derivano dalla mancanza di igiene, dal fatto che non ci si può lavare: da una banale diarrea si passa alla febbre, inizia la sofferenza, che diventa acuta, poi grave e infine, può portare alla morte. Un piccolo presidio sanitario, con almeno uno-due infermieri e un medico, serve a trasmettere i fondamenti dell’igiene necessari a prevenire diverse malattie, anche se, per quelle più gravi, bisogna recarsi presso gli ospedali. Agli ambulatori cerchiamo di affiancare la promozione dell’istruzione di base che consenta ai più poveri, che non possono permettersi la scuola, almeno di difendere i diritti propri e della famiglia: l’istruzione emancipa e salva il mondo. Come individuate dove costruire un pozzo?
Primo step individuare il punto, poi una sorta di rabdomante, col talento sensibile nelle mani, scopre dove potrebbe esserci più acqua, quindi arriva la trivella, che in genere scava per 4-5 ore, con tutta la popolazione intorno, che festeggia il grande evento, che cambierà la loro la vita. Il primo getto d’acqua, è un vero spettacolo: vediamo la gioia dei bambini e della gente. Documentiamo tutto in diretta e lo postiamo sui social, poi, a fine missione, montiamo un filmato che mostreremo ad amici, conoscenti e benefattori, nonché a chi volesse diventarlo. Vogliamo dimostrare che facciamo opere concrete e cerchiamo di renderci utili, per alleviare almeno in parte, la sofferenza di quelle popolazioni. Realizzare un pozzo costa circa 7-8 mila euro, ma dipende dal luogo, dalla quantità e dalla profondità del terreno. Un ambulatorio sanitario, così come una scuola, costa intorno ai 20-30 mila euro, a seconda delle dimensioni.
Finora abbiamo realizzato 24 pozzi in Benin, uno in Malawi e 5 in Nigeria, che servono una popolazione complessiva di circa 350 mila abitanti.
La strada la preparano i religiosi, che, oltre alle lingue locali, compresi i vari dialetti, parlano inglese, francese ed italiano. Con le loro diocesi, di dimensioni notevoli, sono radicati sul territorio, interloquiscono coi capi villaggio, i quali, al di là dei diversi credo religiosi, convivono senza combattersi. Ogni iniziativa la condividiamo con i capi delle comunità: acqua, sanità, scuola, sono per tutti, cristiani, musulmani, animalisti. Questo ci consente anche di approcciarci a quei territori senza temere per la nostra incolumità.
Con quali modalità raccogliete le risorse necessarie?
I fondi vengono raccolti sia con la promozione di giornate di beneficenza, sia nelle chiese, attraverso l’associazione Regina della Pace e Carità (con sede in Flumeri, AV), finalizzata a promuovere e gestire interventi di cooperazione allo sviluppo e progresso umano, economico e sociale, attraverso la costruzione di pozzi, scuole, ambulatori, orfanotrofi e chiese, nei Paesi in via di sviluppo. Nata allo specifico scopo della missione in Africa, la onlus è composta da 12 persone, 3 delle quali, sacerdoti africani. I sacerdoti, vivendo in Africa, conoscono il territorio e poiché ogni anno vengono in Italia, fermandosi per circa 40 giorni presso le parrocchie, ci aiutano a progettare le sfide che realizzeremo insieme. Sono loro i veri esecutori delle opere: i pozzi si scavano rapidamente in nostra presenza, ma per le altre opere che invece richiedono mesi, noi ogni anno andiamo a verificare ciò che è stato realizzato e lo inauguriamo insieme. Quest’anno abbiamo realizzato 3 pozzi in Benin e altri 3 ne realizzeremo entro fine anno in Nigeria: partiremo il 5 novembre, per tornare il 19. Per l’inizio del 2025 realizzeremo una chiesa e ancora 4 pozzi in Benin, nonché giornate sanitarie e visite agli orfanotrofi locali. Giacché abbiamo costruito tre ambulatori in Benin, tra cui un ospedale della maternità, promuoveremo la formazione sanitaria, invitando le popolazioni limitrofe, alle quali si insegnerà la prevenzione di base e doneremo dei medicinali, che, su indicazione dei medici locali, acquistiamo direttamente in loco o nelle città più grandi, che distano anche fino a 250 km. Spesso i bambini hanno la pancia gonfia dovuta ai vermi, così acquistiamo il farmaco per la sverminazione, che costa un euro e mezzo e salva loro la vita o la tachipirina, utile in caso di febbre alta. Molti bambini vengono abbandonati nella savana, se la famiglia a causa dell’estrema povertà non può mantenerli, oppure se malati o albini (pensano siano indemoniati), così suore, preti e laici, li raccolgono e li portano negli istituti religiosi dotati di orfanotrofi (30-40 posti), che però soffrono difficoltà economiche e alimentari. Quando li visitiamo, doniamo una metà delle offerte in beni materiali, riso, olio e latte in polvere, e il resto, tra i mille e i tremila euro (a seconda di ciò di ciò che siamo riusciti a mettere da parte), lo diamo alla struttura come sostegno economico. Cerchiamo di metterli in condizioni di andare avanti per qualche mese, di dare ai loro ospiti una speranza per il futuro. Nel 2026 in Malawi vorremmo realizzare un orfanotrofio per bambini abbandonati e disabili e 2-3 pozzi, per cui stiamo raccogliendo fondi e invitiamo chiunque potesse e volesse, a contribuire.
Che altro fare per aiutare concretamente gli Africani?
I governi locali dovrebbero preoccuparsi, per cominciare, di dare l’acqua, consentire l’istruzione e la sanità, che fornirebbe a quelle popolazioni i mezzi per progredire ed essere autonome a casa loro. In tal modo, non avrebbero bisogno di rischiare la vita sui barconi, per illusioni irrealizzabili. Purtroppo i loro governanti sono spesso dittatori che non hanno alcun interesse a metterli in condizioni di autosufficienza, ma preferiscono tenerli nell’ignoranza, per poterli gestire.
Dal canto nostro, immersi nel benessere, noi consumiamo cose inutili, sprechiamo e buttiamo. Vorrei esortare a pensare a chi ora sta soffrendo, destinando ciò che per noi è superfluo a chi invece ha necessità basilari. Per dirla con madre Teresa di Calcutta: la condivisione sconfigge la povertà.
Siete in procinto di partire per la prossima missione…
Il 5 novembre partiremo per la Nigeria per due settimane. Sarò accompagnato da due nuovi benefattori, Giovanni Parrella di Motesarchio (BN), e Angela Ciasullo di Flumeri, che documenterà i lavori anche filmando e, per la missione, è riuscita a superare la sua antica paura per gli aghi, poiché ha dovuto vaccinarsi, e persino quella di volare. Ognuno di noi ha sostenuto autonomamente il costo del biglietto (1.000 €) e dei visti (300 €). Dal 16 gennaio al 5 febbraio tornerò in Benin, ancora con Angela Ciasullo e i parroci: Don Alessandro Pascale, di Prato Principato Ultra, Don Alberico Grella, di Sturno, Don Rino Morra, di Bisaccia e chiunque volesse aggiungersi”.
I prossimi eventi per raccogliere fondi e visionare quanto realizzato in Benin: sabato 30 novembre 2024 alle 20, cena di beneficenza (20 €) presso i Saloni dell’Oratorio ANSPI San Prisco (Via Grotte) a Passo Eclano (AV); domenica 8 dicembre 2024 a Zungoli (AV), ore 13 pranzo di beneficenza (25 €), presso il Convento San Francesco. Ulteriori informazioni (e prenotazioni) su: https://www.reginadellapaceecarita.org
-
Attualità5 giorni fa
Roberto Zaffiro: vi racconto la mia Africa e vi invito a diventare benefattori
-
Attualità4 settimane fa
Anas: attività di pavimentazione sul viadotto della SS 90 in via Variante
-
Attualità2 settimane fa
L’avena, un prezioso cereale da coltivare e rivalutare
-
Attualità5 giorni fa
Ordinanza di chiusura Via D’Afflitto
-
Attualità2 settimane fa
“Ariano si illumina di rosa” l’iniziativa dei Lions Club Ariano in collaborazione con l’associazione The Power Pink
-
Attualità1 settimana fa
Ad Ariano Irpino apertura straordinaria del Cimitero, per la Festa di tutti i Santi e la Commemorazione dei defunti
-
Attualità3 settimane fa
Il Servizio Sanitario Nazionale è in sala di rianimazione
-
Attualità2 settimane fa
Ariano si differenzia: primo comune in provincia a compiere un passo verso la sostenibilità