Attualità
Francesco Sellitto – Presidente Ordine dei Medici: Lesa maestà per aver criticato l’operato della Asl. Inascoltati e lasciati soli, ma la sfida sui risultati è aperta!

Ieri 21 aprile i Medici di Medicina Generale, diramavano un comunicato nel quale evidenziando una serie di problemi, chiedevano tra l’altro, alla Direzione Generale della Asl di Avellino, di essere coinvolti nelle decisioni. Proponevano anche una capillare valutazione delle provviste di Dpi (Dispositivi di protezione personale) per tutti i suoi dipendenti e convenzionati, ospedalieri e non, nonché di indire periodiche conferenze stampa sull’andamento del numero dei ricoveri, dei positivi, dei guariti e dei decessi con e per Covid-19, finalizzate anche a informare e rassicurare i cittadini. La Asl dal canto suo, nel tardo pomeriggio di ieri, rispondeva con un comunicato lacunoso, nel quale rimanevano inevase molte richieste e proposte.
Abbiamo ascoltato in proposito Francesco Sellitto, Presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Avellino.
Da dove nascono le criticità rispetto alle quali vi siete pronunciati con un comunicato?
Con quel comunicato abbiamo inteso anzitutto fornire il nostro sostegno e la nostra esperienza alla Asl. Abbiamo visto che c’era qualche problema organizzativo, soprattutto iniziale, rispetto al quale si stanno pian piano prendendo misure. C’è bisogno di una sterzata alla quale intendevamo contribuire, anche per organizzare la fase 2, che si sta per aprire. A onor del vero, abbiamo chiesto da subito, ossia dall’inizio dell’emergenza, sia al Prefetto sia alla Asl, di essere ascoltati. Non c’è stato verso: non siamo mai stati convocati da nessuno!
Come si spiega?
Non ne ho idea e non voglio nemmeno chiedermelo! Caratterialmente non sono un polemico, non è nel mio stile, sono una persona che collabora, cerca di trovare soluzioni, però qualcosa devo dire sulla risposta della Asl. C’è stato un ulteriore attacco alla Medicina Generale di questa provincia. Perché in quella risposta c’è, come al solito un attacco alla Medicina, che non lo merita. E qui sta parlando il medico di famiglia, perché sta collaborando sempre e come può. A chi dice e ha scritto il contrario, vorrei rispondere che per decreto, le malattie croniche non sono state abolite. In provincia di Avellino, i malati cronici sono tantissimi: visto che gli ambulatori della Asl sono chiusi, se non alle emergenze, visto che gli ambulatori dell’ospedale sono chiusi, se non alle emergenze, chi si sta prendendo cura di questi pazienti cronici? È o no, il medico di famiglia? Siamo pronti a discutere: vedremo se in questo periodo è aumentata la mortalità degli ammalati cronici rispetto agli anni precedenti. Vedremo se la nostra azione è stata efficace o meno. Stiamo accanto ai nostri pazienti, non li stiamo abbandonando, vedremo fra un po’ di mesi, se la nostra azione è stata efficace o meno: lancio la sfida.
Per l’organizzazione dei reparti Covid, non sarebbe stato opportuno ricorrere ai consigli di chi ha più esperienza?
Assolutamente. Come Ordine abbiamo messo in campo tutto quello che avevamo, in primis il dottor Nicola Acone, già primario per 30 anni alle Malattie infettive. È lui che mi consiglia su come agire in questa emergenza: non parliamo a vanvera. Io stesso faccio il medico di famiglia da 34 anni: qualche esperienza e dei consigli da dare, li abbiamo. Da questo è partito il nostro documento, che invece è stato inteso come lesa maestà, perché ci eravamo permessi di criticare l’attività della Asl. La questione va intesa diversamente: siamo consapevoli di trovarci di fronte a una situazione nuova, di fronte a un virus sconosciuto, che non sappiamo come si comporti. Insisto: cerchiamo di organizzarci al meglio e collaboriamo, senza polemiche.
In risposta alla vostra contestazione della nota disciplinare del 3 aprile 2020, “la Direzione Generale ha previsto una deroga, consentendo la pubblicazione anche durante l’orario di lavoro, specificando però, che detta deroga necessita di una regolamentazione affidata ai Direttori di Dipartimento, al Direttore Sanitario dei plessi ospedalieri, ai Direttori delle U.O.C., i quali autorizzano pubblicazioni sui social durante l’orario di lavoro – altrimenti vietate – con la sola limitazione che siano “corrispondenti alla reale situazione”. In pratica, una sorta di censura preventiva.
Ciò che si diceva nella nota disciplinare non lo contestiamo, anzi ne condividiamo i contenuti, soprattutto relativamente all’utilizzo dei social network da parte dei dipendenti Asl. Riteniamo però poco opportuno, aver pubblicato la nota disciplinare in questo periodo di emergenza sanitaria, perché appare come un documento il cui fine è voler nascondere qualcosa, tappando la bocca a quanti possano evidenziare scelte, decisioni o peggio, non decisioni, in questo momento in cui è necessaria una catena di comando certa, autorevole e soprattutto, esperta. Ciò che mi sorprende, è che la deroga consisterebbe nel fatto che si possono rilasciare interviste, ma il testo dev’essere prima valutato dall’azienda: se questa è una deroga alla legge, francamente non intendo usufruirne!
Quanto alle conferenze stampa che avevate chiesto, la Morgante ha risposto che non le fa, per preservare gli operatori della comunicazione da rischiosi assembramenti…
Basta un comunicato stampa fatto con regolarità, chiarezza e numeri precisi. La gente ha necessità di sapere e capire a che punto è l’infezione, quanto rischia. A parte i comunicati, ci sono anche le videoconferenze. Vedo che persino il Presidente del Consiglio le fa con i giornalisti, che si collegano da casa e gli pongono le domande.
L’integrazione ospedale-territorio, missione impossibile da realizzare?
Il territorio necessita di essere maggiormente valorizzato, abbiamo avuto una prima fase con un enorme carico ospedaliero, perché non si è iniziata una terapia immediata a casa del paziente. Le nostre proposte erano di intercettare immediatamente il paziente sospetto o Covid positivo e, attraverso l’USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) che si coordina col medico di famiglia di quel paziente, iniziare la terapia a casa con protocolli precisi, ormai standardizzati. In tal modo, avremmo limitato moltissimo l’ospedalizzazione e, soprattutto non avremmo mandato tante persone in rianimazione. Lo dimostra l’esperienza del Veneto, che ha puntato molto sul territorio. Noi medici di famiglia non solo non vogliamo sottrarci, ma vogliamo essere coinvolti nel trattamento dei pazienti Covid positivi. È ovvio però, che non possiamo andare a visitare un positivo o sospetto tale, senza avere adeguate attrezzature, i Dpi necessari e per questo, si sono attrezzate le squadre dell’USCA, dopodiché si stabilisce insieme la terapia più adatta al paziente. In altre Asl hanno già preparato dei pacchettini terapeutici da somministrare al paziente, una volta accertata la patologia: facciamolo anche noi! Se avessimo dato il necessario al medico di famiglia, probabilmente anche ad Ariano ci sarebbe stata una miglior gestione della crisi.
Sono allo sbando i vostri giovani colleghi assunti di recente?
Fortunatamente sono stati attrezzati, ma hanno necessità di coordinarsi col medico di famiglia, il quale conosce il paziente e le sue patologie e pertanto sa, se un certo farmaco possa essere adatto o meno.
La sanità alle regioni o allo Stato?
Sono per la statalizzazione: lo Stato, almeno in casi come questo, dovrebbe gestire quasi esclusivamente da solo.
Sono stati fatti test rapidi o tamponi a voi medici di famiglia?
No, ai medici di famiglia non è dovuto nulla…
Attualità
Confesercenti, Marinelli: bonus contro il caro energia per famiglie e imprese irpine

“Novità positive per negozi e attività produttive irpine, oltre che per le famiglie, con l’approvazione del “decreto bollette”, per contrastare la nuova impennata delle tariffe elettriche, che sta mettendo ancora una volta a dura prova i bilanci di imprese e cittadini”. Ad affermarlo è Giuseppe Marinelli, presidente provinciale della Confesercenti di Avellino.
“Il provvedimento – prosegue il dirigente dell’associazione di categoria – prevede che il bonus sociale elettrico venga ampliato per tre mesi agli utenti domestici con Isee fino a 25mila euro, che riceveranno un contributo da 200 euro. Un aiuto spetterà anche alle aziende “energivore” – con potenza impegnata superiore a 16,5 kW – e alle Pmi vulnerabili. Attualmente il bonus sociale bollette prevede che il cittadino o il nucleo familiare abbia diritto al contributo con un Isee non superiore a 9.530 euro per famiglie con massimo 3 figli a carico (20.000 euro per quelle numerose con almeno 4 figli). Per coloro che già percepiscono il sostegno, il contributo potrà arrivare fino a 500 euro.
Alle microimprese e ai clienti vulnerabili (ultra 75enni, disabili e chi si trova in condizioni economiche svantaggiate o ha gravi problemi di salute) del sistema a tutele graduali viene consentito di essere inseriti in un mercato controllato, e non in quello libero, anche alla cessazione del servizio il 31 marzo 2027. Stop anche al pignoramento degli immobili dei soggetti vulnerabili con il blocco delle esecuzioni immobiliari sulla prima casa per debiti condominiali sotto i 5.000 euro.
È poi previsto un “salvagente” per le auto aziendali: i veicoli ordinati entro il 31 dicembre 2024 e concessi in uso promiscuo dal primo gennaio 2025 al 30 giugno 2025, saranno esclusi dal nuovo sistema di tassazione dei fringe benefit introdotto dalla manovra, cioè sui compensi non monetari erogati sotto forma di beni e servizi offerti dal datore di lavoro ai dipendenti per integrare la retribuzione principale, come buoni pasto, polizze assicurative, misure sociali aziendali”.
Gli interventi annunciati e introdotti – conclude Marinelli – sono sicuramente utili e ormai attesi da tempo, ma occorrono ulteriori misure, come più volte evidenziato, più inclusive e soprattutto strutturali. Per cominciare è necessario alleggerire anche gli oneri di sistema delle imprese con potenza disponibile fino a 16,5 kilowatt, che sono peraltro di più piccole dimensioni, che hanno pesantemente risentito in questi anni dell’incremento dei valori delle materie prime energetiche”.
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FIERA DI VENTICANO – D’Agostino (FI): Qui l’Irpinia che resiste e innova

Avellino, 24 apr – “Oggi ho partecipato con interesse all’inaugurazione della 46^ Fiera Campionaria di Venticano, un evento che non è solo una vetrina, ma una parte pulsante dell’Irpinia e del Mezzogiorno. Con oltre 140 espositori e un padiglione dedicato al Made in Italy, la Fiera celebra l’agricoltura, l’enogastronomia e l’artigianato di qualità del Centro-Sud, dimostrando che le aree interne possono essere motore di sviluppo.
Ho incontrato produttori determinati, storie di passione e sacrificio che incarnano lo spirito di un Sud che non si arrende e punta all’eccellenza. La loro energia è la prova che, anche in territori spesso marginalizzati, l’imprenditoria di qualità può crescere e competere.
Una delle proposte più interessanti emerse oggi è la trasformazione del quartiere fieristico in un hub di servizi per la Valle del Calore. Un’idea strategica, che condivido pienamente, per valorizzare le risorse locali e attrarre investimenti. Come sindaco e imprenditore, sono convinto che iniziative come questa siano importanti per creare lavoro, contrastare lo spopolamento e unire tradizione e innovazione.
Grazie alla Pro Loco Venticanese, ai volontari e a tutti coloro che rendono possibile questa manifestazione. La Fiera di Venticano non è solo un evento, è un simbolo di speranza e un modello per l’Irpinia.”
Attualità
Il Comune di Ariano Irpino ricorda il 25 aprile

Ottant’anni fa, l’Italia ritrovava la propria identità.
Il 25 aprile ricorre la Festa della Liberazione, quest’anno l’80° Anniversario della Liberazione dal regime fascista e dall’occupazione nazista, una pagina della nostra storia da non dimenticare per un futuro condiviso da tutti di pace, di progresso e di libertà. L’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino celebra questa importante ricorrenza con l’affissione di Manifesti cittadini e l’esposizione a Palazzo di Città del Tricolore e della bandiera Europea, occasione per ricordare con forza il messaggio del sacrificio di coloro che si sono battuti con coraggio, per tramandare alle generazioni future lo straordinario valore della libertà
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