Attualità
Gelate vigneti in Irpinia – Pronti i moduli per quantificare i danni subiti da inviare alla Regione.
Vigneti danneggiati dalle gelate, pronti i moduli per i produttori. Dopo il via libera del consiglio provinciale alladelibera per il riconoscimento di calamità naturale e/o intervento straordinario per i vigneti colpiti dalle pesanti gelate del 25 e 26 aprile scorso, il Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia è al lavoro sul territorio per guidare i produttori nella preparazione della documentazione da inviare alla Regione. Di concerto e in stretta collaborazione con il Consorzio degli 8 comuni e le organizzazioni provinciali di Cia e Coldiretti hanno già provveduto ad inoltrare ai produttori irpini i moduli da compilare per quantificare i danni subiti e beneficiare, eventualmente, dei relativi contributi. Il gelo ha danneggiato interi vigneti nelle principali aree docg della provincia, spingendo il Consorzio di Tutela e le principali organizzazioni di settore a fare fronte comune e coinvolgere la Provincia nella partita aperta con la Regione Campania. Con Palazzo Caracciolo c’è infatti piena sintonia per garantire adeguata assistenza tecnica a tutti i Comuni interessati dalla gelate. Nell’iter avviato saranno coinvolte anche le Comunità Montane attraverso un tavolo di coordinamento che si interfaccerà direttamente con la Regione Campania che, a sua volta, ha già avviato i primi sopralluoghi nei comuni di Prata e Torre Le Nocelle. Nelle prossime settimane, una volta ultimata la prima fase di ricognizione sul territorio irpino, il Consorzio di Tutela potrà procedere nel merito ad una valutazione più attenta dei danni, al fine di individuare, nella successiva fase più strettamente operativa, le prime azioni da mettere in campo per fronteggiare l’emergenza. Il Consorzio è inoltre impegnato, anche in tavoli provinciali e regionali, a promuovere tra i produttori il ricorso a specifiche coperture assicurative. In questo senso si lavora anche a rendere meno onerosa possibile questa tipologia di strumenti in modo da agevolarne la diffusione nel settore.
Attualità
Liste di attesa: i soliti proclami
Il governo Meloni agli inizi dell’estate scorsa sbandierò (vedi il mio articolo pubblicato da “Il Confronto, Rivista on line) ai quattro venti il programma con il quale avrebbe ridotto, in tempi rapidi, le liste di attesa. L’allarme è lanciato dalpresidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, il quale mette a fuoco il ritardo nell’approvazione dei decreti attuativi previsti dal DL 73/2024 sulle liste d’attesa, convertito dalla Legge 107/2024″. Sin ad ora, è stato adottato solo 1 dei 6 decreti attuativi. La riforma prevede un’integrazione del Cup delle strutture pubbliche con quelle accreditare dal SSR per migliorare le prenotazioni e l’offerta agli utenti, ed una nuova metodologia per individuare il fabbisogno reale del personale,passaggio fondamentale per le assunzioni, decreti ancora di là da venire. A fronte di tanti proclami estivi, non si comprende come potrebbero essere azzerate le liste di attesa se mancano circa 4 mila medici di Medicina di Emergenza-Urgenza (MEU). Circa 1033 medici hanno lasciato i PS, 467 nuovi ingressi coprono appena il 45% di medici dedicati a questo reparto. Per coprire i turni si è provveduto all’utilizzo di medici di altri reparti (29%), contratti atipici (54%), specializzandi di emergenza urgenza (32%), cooperative (28%), i medici non MEU comandati dalla direzione (20%). La tragica realtà è sotto i nostri occhi, il Tribunale dei diritti del malato ha denunciato che almeno 300 mila persone hanno atteso 3 giorni prima di avere un posto letto. L’amarezza delle parole del presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, sono rilanciate dall’Agenzia Ansa: “le riforme annunciate restano un esercizio retorico se non tradotte in azioni concrete, mentre il raggiungimento di risultati parziali è solo una magra consolazione politica, priva di reali benefici per la società”, (Redazione Ansa, 29 gennaio 2025).
Attualità
Marco La Carità nominato Componente Esecutivo Regionale di ANCI Campania in quota Forza Italia
Napoli, 30 gennaio 2025 – Marco La Carità, Consigliere Comunale di Ariano Irpino, è stato nominato Componente Esecutivo Regionale di ANCI Campania, incarico di rilievo all’interno dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.
La nomina, firmata dal Presidente Carlo Marino, si inserisce in un’ottica di rafforzamento della governance dell’ANCI Campania, con l’obiettivo di garantire un maggiore coinvolgimento nella fase istruttoria e operativa dell’Associazione.
Marco La Carità assumerà questo ruolo in quota Forza Italia, rappresentando il partito all’interno dell’organo esecutivo regionale. La sua esperienza amministrativa e il suo impegno politico saranno fondamentali per affrontare le sfide dei Comuni campani e promuovere soluzioni efficaci per il territorio.
“Sono onorato di questa nomina e pronto a mettere a disposizione le mie competenze per supportare i Comuni della nostra Regione”, ha dichiarato La Carità.
Forza Italia conferma così la sua presenza attiva in ANCI Campania, con l’obiettivo di garantire una rappresentanza forte e incisiva per gli amministratori locali.
Attualità
GAP Nord – Sud e Regionalismo Differenziato
A Cercola, in provincia di Napoli, prosegue il dibattito di Città Futura, ubicata in C.so Domenico Ricciardi 261, sul rilancio della Questione Meridionale e delle sperequazioni tra le due aree del paese. All’incontro di domenica 2 febbraio 2025 alle ore 11,00 parteciperà il Senatore Peppe De Cristofaro di Sinistra Italiana, il Consigliere Comunale di Città Futura Marco Picardi, il Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese e il giornalista e saggista Salvatore Lucchese, Direttore Responsabile della rivista laica e progressista “Meridione/Meridiani”
il Sud ha avuto, negli ultimi due anni, una crescita del PIL superiore al Nord ma, in realtà, i meridionali vivono con il reddito che è la metà e la disoccupazione doppia rispetto al Nord. Hanno servizi pubblici inadeguati, molto costosi, poco frequenti, in particolar modo in provincia, scarsamente calibrati ai bisogni che li costringe a rivolgersi al privato. Inoltre la crescita dell’occupazione al Sud, così come ha ribadito lo Svimez, è basata sul lavoro “cosiddetto povero” con un salario da part time ma, che, in realtà, impegna il lavoratore full time senza la possibilità di un progetto di vita futura e privo di sufficienti garanzie per la sua incolumità psico-fisica.
Siete tutti invitati
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