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Giovedì 6 giugno, presso l’ Auditorium SS. Annunziata di Mirabella Eclano la lectio magistralis del dr. Walter Memmolo su «La Sindone: storia di un enigma»,

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Mirabella Eclano -La Sindone è un antico lenzuolo che reca l’impronta di un uomo. La storia certa ha inizio nel XIV secolo in Francia, anche se si hanno notizie già a partire dai primi secoli d.C. Il percorso della Sindone è stato ricostruito da Gerusalemme fino a Torino, attraverso l’antica Edessa, Costantinopoli, Atene, Lirey, Chambéry e durante questo percorso si sono verificati eventi catastrofici dai quali ne è uscita indenne, come l’incendio della Saint Chapelle di Chambéry nel 1532 e quello di Torino del 1997.

Chela Sindonesia il telo funerario che abbia avvolto l’Uomo dei Vangeli è, allo stato delle conoscenze, un dato certo: secondo calcoli probabilistici esiste solo una su due miliardi di possibilità che non sia così.

La Sindone, non poteva non destare grande interesse nella comunità scientifica internazionale, al punto da coinvolgere vari ambiti quali: archeologia, medicina legale, chimica, fisica, botanica, merceologia, informatica, fotografia, esegesi. Ormai, è accertato che il lenzuolo risalga al primo secolo d.C., dopo che la datazione al radiocarbonio eseguita nel 1989, non è risultata attendibile.

La storia della Sindone ha appassionato molti e ciò ha determinato, gradualmente, l’organizzazione di incontri volti a diffonderne la conoscenza.

Anche a Mirabella Eclano, giovedì 6 giugno, presso l’Auditorium ‘SS. Annunziata’, alle ore 19, organizzata dalla Parrocchia ‘S.M. Maggiore’, si potrà assistere alla “Lectio Magistralis” del dr. Walter Memmolo su «La Sindone: storia di un enigma».

Il relatore, dr. Memmolo, esporrà la storia della Sindone: il suo viaggio travagliato, dal Medio Oriente all’Italia, l’interesse che ha suscitato nella comunità scientifica internazionale e il mistero della sua origine.

Il dottore Walter Memmolo, 59 anni, nato ad Avellino, da padre mirabellano e da madre siciliana, laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Napoli, specializzato in Chirurgia Generale, ha approfondito le tecniche della chirurgia epato-biliare presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma ed ha svolto la sua attività nelle Emergenze Chirurgiche in alcuni Ospedali di Napoli per dirigere poi il Reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Capri.

Egli è autore di oltre 50 pubblicazioni scientifiche e di tre monografie, è un Congregato Mariano ed ha curato la prima raccolta di ‘Lettere Pastorali’ di S.E. il Cardinale Corrado Ursi. Inoltre trova anche il tempo di interessarsi di arte avendo scritto saggi sugli artisti napoletani del primo novecento.

Grande appassionato della storia della Sindone da oltre quindici anni, durante questo periodo egli ha seguito l’evoluzione della sua storia e lo sviluppo delle conoscenze scientifiche dai numerosi studi che sono stati eseguiti su questo telo, che è ritenuto dalla comunità cristiana il suo oggetto più sacro.

La prima fotografia della Sindone risale al Maggio 1898 ad opera dell’avvocato torinese Secondo Pia, il quale si trovò, per primo, davanti all’immagine realistica dell’Uomo della Sindone. Le fotografie della Sindone, come un negativo fotografico, ci mostrano l’immagine di un uomo come l’avessimo di fronte; mostra i segni della tortura e della crocifissione.

L’Avvocato, racconta: «si vedevano dei capelli lunghi, forse ondulati, poi la barba, anch’essa fluida e composta, e la forma nobile del viso: aveva gli occhi chiusi, le palpebre pesanti. Lo zigomo destro sembrava tumefatto, il naso anche; la guancia era gonfia; era il volto di un uomo seviziato. Nessun muscolo, tuttavia, era rimasto contratto dallo spavento o dallo spasimo. Inerme, e insieme vulnerabile, era meravigliosamente pacificato con la morte».

I contorni sfumati che delineano l’immagine frontale e dorsale dell’Uomo sono dovuti ad un ingiallimento per degradazione delle fibre superficiali del lino solo sulla superficie anteriore; solo le macchie di sangue lo trapassano. Resta ancora l’enigma della formazione dell’impronta: ad oggi la scienza non è giunta ad alcuna conclusione.

Si consideri che durante la seconda guerra mondiale,la Sindonefu protetta, nascondendola dentro un altare dell’abbazia di Montevergine, all’insaputa di tutti, tranne tre persone: il Papa, l’Abate di Montevergine ed il suo custode.

Il dottore Walter Memmolo, onorando la cittadina eclanese della sua presenza, sicuramente arricchirà i partecipanti delle conoscenze che ha accumulato in questi quindici anni sulla storia della Sindone e dei risultati di studi ed analisi che sono stati elaborati.

 

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Coppa Italia TPRA (Federazione Italiana Tennis-Padel) al Club La Tartaruga

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Il settore Tpra della FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) presenta la “Coppa Italia TPRA Tennis 2025”

L’obiettivo è quello di coinvolgere nell’attività, NUOVI giocatori amatoriali, quindi anche nuovi tesserati, coinvolgendoli tramite i circoli, i maestri etc.

Come sappiamo, il fattore squadra, spesso rappresenta una forte motivazione alla partecipazione.

La formula è molto coinvolgente:

– 1^ FASE REGIONALE. 

FASE PROVINCIALE. Le prime 2 squadre di ogni girone accederanno al tabellone ORO, le altre al tabellone ARGENTO.

MASTER PROVINCIALE. Si giocherà con tabellone ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO. Le squadre finaliste dei tabelloni accederanno al Master Regionale.

MASTER REGIONALE. Si giocherà con tabelloni ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO. Le squadre vincitrici accederanno al Master Nazionale.

– 2^ FASE NAZIONALE

Si giocherà con tabelloni ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO.

Il Club La Tartaruga, Presieduto da Lucia Scrima, partecipa alla Coppa Italia categoria femminile competizione che prevede la disputo 2 singolari e un doppio al meglio di tre set ai 6 games con “vantaggio Tpra” e tie-break a 7 punti sul punteggio di 5 giochi pari, in sostituzione dell’eventuale terzo set si disputa un match tie-break a 7 punti.

Domani domenica 23 febbraio 2025 alle ore 10:00 si disputa la prima giornata sui campi in sintetico di Contrada Carpiniello le ragazze del Club La Tartaruga affrontano il TC Cesinali.

Il Club La Tartaruga Ariano Irpino schiera Manuela Leo (capitano) – Graziella Barrasso – Federica Capobianco – Veronica Di Maggio  – Greta Fino – Giuseppina Florenzano – Roberta Morelli e Raffaella Zecchino. 

Il Panathlon Club Ariano Irpino, Associazione Internazionale Benemerita del Coni che promuove l’etica e la lealtà nello Sport,attribuirà il premio “Fair Play” al termine delle varie fasi della Coppa Italia.

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Forza Italia Ariano incontra il Ministero della Giustizia : passi avanti per la riapertura di un secondo Tribunale in provincia di Avellino

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Roma, 17.02.2025– Una delegazione di Forza Italia di Ariano Irpino, guidata dal Segretario cittadino Avv. Giancarlo Giarnese e composta dagli Avv. Giancarlo Di Gregorio, Avv. Crescenzo Perrina e Arch. Alessandro Moschillo, è stata ricevuta questa mattina al Ministero della Giustizia dal Capo di Gabinetto del Ministro Nordio, Dott.ssa Bertolozzi. Al centro dell’incontro, la possibilità di riaprire un secondo tribunale in Provincia di Avellino.

Durante la riunione, la delegazione irpina ha presentato una relazione dettagliata sul progetto, accompagnata dal deliberato dei Sindaci dell’Area Vasta adottato il 13 febbraio scorso. Un documento che testimonia il forte sostegno istituzionale e territoriale all’iniziativa.

Dal confronto è emersa una notizia di grande rilievo: il Governo sta lavorando a un Progetto di Legge che, oltre a stabilizzare i tribunali abruzzesi, prevederà la riapertura di quattro tribunali soppressi nel 2012 e conferirà una delega all’Esecutivo per individuare i criteri utili alla riattivazione di altre sedi giudiziarie, con particolare attenzione alle aree interne.

La volontà dell’Esecutivo di superare la riforma della geografia giudiziaria del 2012 rappresenta un segnale positivo per il territorio irpino. Il Capo di Gabinetto ha già fissato un nuovo incontro dopo l’estate per discutere più concretamente della proposta di un secondo tribunale in provincia di Avellino.

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Attività Libero Professionale Intramoenia (ALPI), il grimaldello per privatizzare la Sanità

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Le liste di attesa sono la fotografia del Sistema Sanitario italiano, finanziato con prelievi fiscali sui redditi dei pensionati, lavoratori e liberi professionisti, eroga prestazioni sanitarie in tempi biblici, anche otto /nove mesi, che compromettono le condizioni di salute della persona ammalata. Tant’è, che, il cittadino, per ottenere prestazioni sanitarie in tempi ragionevoli, si rivolge all’Attività Libero Professionale Intramoenia (ALPI) che, in regime ambulatoriale, eroga prestazioni specialistiche e/o attività diagnostico strumentale, interventi chirurgici in regime di ricovero ordinario o di Day Hospital/Surgery, prestate dal personale della dirigenza medica e sanitaria in regime di esclusività. Per incanto nello stesso ospedale, reparto, ambulatorio e l’identico medico la prestazione sanitaria viene erogata in poche settimane, imponendo al cittadino di pagare tra le 100/120 euro che in regime ordinario, se fosse esente dal pagare il ticket sanitario, sarebbe stata totalmente a carico del SSN. Forse la mancata riduzione dei tempi di attesa per le visite specialistiche va trovata nella volontà di introdurre, in modo silente, non certo in punta di piedi, la privatizzazione del SSN? Giulio Andreotti, affermava: “a pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”. Le liste di attesa sono il tema irrisolto sul quale si è cimentato in estate il governo Meloni, ben sapendo che il personale sanitario è sotto organico, sono insufficienti le risorse finanziarie per gli straordinari, è inadeguata la protezione dalle aggressioni degli operati sanitari nei reparti del pronto soccorso. Nel frattempo milioni di cittadino, pur esenti da ticket sanitario, sono sottoposti ad ulteriori esborsi di denari che il rapporto della Fondazione Gimbe/2024 e l’ISTAT/2023, hanno quantificato nella percentuale del 26%, con spese dirette o intermediate, quest’ultime erogate dalle assicurazioni sanitarie. Il piano del governo è chiaro: ridurre la presenza dello Stato a tutto vantaggio della sanità privata e delle assicurazioni sanitarie. Non possiamo rimanere con le mani in tasca, bisogna impedire la lenta agonia del SSN.

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