Mettiti in comunicazione con noi

Attualità

I Cittadini del Movimento”Cara Bolletta”di Ariano in lotta contro l’aumento dei costi di energia elettrica e gas

Pubblicato

-

I Cittadini del Movimento Cara Bolletta di Ariano Irpino,

impegnati nella lotta contro l’ingiustificato ed insostenibile aumento delle bollette dell’energia elettrica e del gas, nel mentre è impegnato a portare avanti ogni azione possibile per sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sulla estrema gravità della situazione,

FA PROPRIA

La proposta della Consulta delle Attività Produttive di Ariano Irpino, qui di seguito riportata, formulata all’Amministrazione Comunale in occasione della seduta del 27 settembre 2022, alla quale ha partecipato anche il Movimento Cara Bolletta di Ariano e, condividendo appieno i principi e le motivazioni ivi espresse,

CHIEDE

anch’esso, a nome di tutti i cittadini, al Consiglio Comunale di Ariano Irpino l’adozione urgentissima della conseguente Deliberazione affinchè possa nell’immediato essere trasmessa agli Organi dello Stato competenti al fine di predisporre atti legislativi adeguati ed utili alla risoluzione del gravissimo stato di tensione sociale ed economica ripristinando le normali condizioni di vivibilità da parte di cittadini ed imprese.

Movimento Cara Bolletta Ariano Irpino

Riunione della Consulta delle Attività Produttive del Comune di Ariano Irpino, 27 settembre 2022.

Punto 1) all’ordine del giorno: “Emergenza caro bollette”.

I componenti:

  1. Associazione Imprenditori Irpini/Confesercenti
  2. IRPINIACOM Società Consortile Cooperativa
  3. U.C.A. Unione Commercianti Arianesi
  4. CASARTIGIANI Associazione Artigiani, Commercianti e PMI
  5. A.P.I Irpinia Sannio
  6. CONFAGRICOLTURA Avellino
  7. CONFCOMMERCIO Imprese per l’Italia Avellino
  8. FEDERSAL Campania
  9. HO.RE.CA Ariano irpino
  10. CONFESERCENTI Avellino
  11. CONFARTIGIANATO Avellino
  12. CONSORZIO Centro Comm. Naturale Centro Storico
  13. U.I.L. Sindacato Avellino – Benevento
  14. C.I.A. Confederazione Italiana Agricoltori

Premesso che:

Gli accadimenti sanitari (COVID 19) e geopolitici (GUERRA IN UCRAINA) di questi ultimi tre anni hanno minato fortemente le basi sulle quali si è retto il sistema politico, economico e sociale della nostra Italia come anche dell’Europa e del Mondo intero.

Si stava uscendo, seppure ancora a stento dalla grave crisi recessiva innescatasi con la pandemia di Covid-19, che ha rimarcato tutte le nostre debolezze in un settore, quello della sanità, che ritenevamo sotto controllo, allorchè passata la fase acutissima della pandemia e con la possibilità concreta, che già si intravedeva, di uno sviluppo in grado di riportarci agli anni immediatamente precedenti il Covid-19, cozziamo nuovamente contro un “agente” apparentemente invisibile come il virus ma ancora più letale: quello rappresentato dalla speculazione sulle fonti fossili per produrre energia e sulla distribuzione di questa ad imprese e famiglie.

La crisi attuale nasce già, quasi in sordina, dopo l’estate del 2021 allorchè comincia a rendersi evidente, per gli effetti economici disastrosi, fra noi operatori economici, prima ancora che nelle famiglie italiane.

Il fenomeno per le nostre imprese è un dato di fatto dalle conseguenze gravissime già a novembre del 2021 quando nelle aziende iniziano ad essere recapitate le prime bollette salate del gas e dell’elettricità.

Che cosa succedeva? Sappiamo che per quanto riguarda le fonti di approvvigionamento assolutamente nulla; i pozzi continuavano a dare petrolio e gas come prima, i metanodotti, gli oleodotti e le navi cisterna facevano il loro lavoro normalmente, non si registravano gravi tensioni internazionali e tutto sembrava procedere per il meglio considerato l’attenuarsi della pandemia.

Inizia però a quel punto ad apparire evidente l’azione di un importante protagonista: la finanza internazionale. Appare chiaro, da un esame dei meccanismi utilizzati per “stabilire i prezzi dell’energia”, come essa abbia un nuovo obiettivo, appetitoso e lucrativo al massimo, non legato a fattori secondari quali la voluttà o il desiderio, ma obbligato, necessario e vitale: l’energia.

Ci si risparmia tutta la diatriba riferita alla formazione del prezzo del gas e ci si risparmia anche di analizzare il perverso collegamento tra il prezzo del gas e il prezzo dell’elettricità; i meccanismi utilizzati sono ormai diventati di pubblico dominio e sono del tutto inaccettabili.

Fatto sta che questi “giochetti” portano, fra l’autunno del 2021 e l’inverno del 2022, al raddoppio del prezzo sia del gas che dell’energia elettrica con la relativa ricaduta sulle bollette.

Arriviamo all’attualità e ci rendiamo conto che queste manovre finanziarie sono arrivate a truccare il prezzo del gas di circa cinque volte il che significa che se prima un’azienda o una famiglia spendeva ad esempio 200 euro ogni due mesi ora si troverà in bolletta 1000 euro a bimestre; se un’impresa spendeva, per produrre, 10.000 euro al mese di energia ora ne spende 50.000, e si tratta di dati che variano di giorno in giorno.

Cifre ingiustificate ma soprattutto insostenibili per qualunque famiglia ed impresa.

Appare evidente, soprattutto per le nostre imprese, che un processo economico di questo tipo non è arginabile con delle misure di compensazione “una tantum” da parte dei governi, come si sta abbozzando di fare, né tantomeno concedendo prestiti alle imprese per pagare le bollette, determinando per esse un indebitamento tale da condurle al dissesto definitivo.

Le nostre imprese sono già impegnate a restituire i finanziamenti ricevuti attraverso le banche per i danni del COVID 19; non è pensabile contrarre altri prestiti e raddoppiare la debitoria.

In ogni caso l’intervento pubblico non cambia minimamente la sostanza delle cose, avvenendo esso sempre e comunque con denaro pubblico e quindi sempre degli stessi cittadini.

Questo l’antefatto a ciò che le aziende, piccole o grandi che siano, stanno vivendo in questo momento a causa dell’innesco di una crisi energetica fatta unicamente di speculazione.

Risulta più che evidente che l’attuale meccanismo di formazione del prezzo delle materie prime per la produzione di energia e quindi dell’energia stessa è anacronistico, in contrasto stridente con i tempi in cui viviamo, e non più in linea con ciò che rappresenta oggi l’energia per le attività produttive e per i cittadini in genere.

L’energia oggi non rappresenta un supplemento della vita, un bene voluttuario, un bene del quale si può fare anche a meno, ma è un fattore vitale al pari dell’acqua, dell’aria e del cibo.

Oggi l’assenza di energia determinerebbe l’incompatibilità della vita stessa sul pianeta. L’agricoltura, la manifattura, la trasformazione alimentare, la catena alimentare del freddo, il trasporto e la distribuzione, l’edilizia, il commercio, la sanità, l’istruzione, l’informazione, l’intrattenimento, solo per citare alcuni dei settori strategici della vita sul nostro pianeta, dipendono unicamente dall’energia.

Razionare l’energia, come pure incredibilmente si progetta di fare, per miliardi di individui, si trasformerebbe in una tragedia sociale senza limiti, nella fine di tante nazioni che già oggi vivono una situazione precaria e nella perdita della loro stabilità politica ed economica.

Ciò premesso Che fare?

È palese che non possiamo accettare questa situazione senza porci di fronte all’eventualità di un disastro umanitario già a partire dai prossimi mesi. È altrettanto chiaro che le nostre strutture sociali e politiche così come sono adesso non sono più in grado di affrontare simili emergenze restando “incatenate” a delle “strutture organizzative” preposte alla gestione delle fondamentali funzioni dello Stato che lo stesso Stato “NON CONTROLLA PIU’” avendole “affidate” ad altri.

La situazione attuale attesta drammaticamente e certifica come l’aver rinunciato ad esercitare direttamente gestione e controllo di beni e fattori fondamentali per la vita e lo sviluppo sociale abbia “svuotato” lo Stato delle sue naturali attribuzioni ed esposto i suoi cittadini a vedersi privati delle garanzie e dei diritti fondamentali.

La Consulta delle Attività Produttive di Ariano Irpino, qui riunita, ritiene fermamente che la “mappa” dei beni e delle “priorità” economiche della nostra società, alla luce di quanto sta avvenendo, deve essere aggiornata e modificata radicalmente.

Le nostre imprese non possono lavorare e produrre senza energia, né possono lavorare e produrre senza certezza nel tempo dei suoi costi, stabiliti in questo contesto politico nazionale ed europeo dalla mera convenienza e speculazione privata dei soggetti cui è stata consegnata la chiave, per così dire, dei “rubinetti”.

L’energia non può essere più considerato un bene oggetto di speculazione e guadagni spropositati da parte di pochi a danno dell’intera collettività.

Stando così le cose questa Consulta ritiene che non ci siano rimedi o provvedimenti che tengano, che abbiano efficacia, immediata come futura, da parte dei Governi e degli Stati avendo essi consegnato ogni potere decisionale sul costo dell’energia alla finanza internazionale.

Conclusioni e Proposta

La Consulta Comunale Permanente delle Attività Produttive, pertanto, in virtù delle funzioni ad essa attribuite dal Regolamento di Istituzione di cui alla Deliberazione del Consiglio Comunale nr. 84 del 23.12.2019, fatte le considerazioni su esposte, alla luce delle gravissime conseguenze economiche e sociali derivanti dalla crisi energetica e dall’aumento insostenibile dei prezzi di gas ed energia elettrica, ritenendo non ci possano essere “rimedi” diversi che producano una definitiva, sicura e dovuta condizione di sopravvivenza per imprese e famiglie, legata indissolubilmente alla disponibilità di energia,

propone al Consiglio Comunale del Comune di Ariano Irpino

  1. di adottare una Delibera che sancisca come l’Energia, da qualsiasi fonte derivi, debba essere considerata un “Bene Comune” e come tale venga riconosciuto a tutti i cittadini e a tutte le imprese produttive la possibilità di approvvigionarsene a prezzi reali di mercato, determinati e controllati dallo Stato Italiano attraverso una gestione diretta delle fonti produttive e della sua distribuzione a Imprese e Famiglie;
  2. di attivarsi con urgenza verso gli organi istituzionali sovracomunali dello Stato affinchè si avvii un processo legislativo in tal senso;
  3. di attivarsi affinchè la medesima deliberazione venga assunta dai Comuni afferenti l’Area Vasta di Ariano della quale Ariano Irpino è Comune Capofila;
  4. di intervenire direttamente e tempestivamente con aiuti economici e/o agevolazioni fiscali od altre forme utili di ristoro, nei confronti di imprese e famiglie del territorio comunale colpite in maniera tale dal “caro bollette” da non potervi fare fronte da sole;
  5. di attivarsi verso i competenti organi istituzionali ed il Prefetto per sollecitare la loro massima attenzione ed un’adeguata sorveglianza e controllo sulla condotta delle società distributrici circa l’accoglimento delle richieste di rateizzazione da parte degli utenti, spesso negate, e delle banche, in ordine alla concessione di prestiti alle imprese in difficoltà non sempre accolti celermente e favorevolmente nonostante le norme di legge e le garanzie fornite dallo Stato.

La Consulta, nella sua funzione istituzionale, è a disposizione dell’Amministrazione per ogni forma di collaborazione possibile ed, anzi, auspica sempre maggiore coinvolgimento nell’adozione da parte del Comune di scelte, iniziative ed indirizzi di interesse generale, rappresentando la Consulta l’intero tessuto imprenditoriale della Città e dei relativi lavoratori.

La Consulta, inoltre, considerata la partecipazione a questa seduta del “Movimento Cara Bolletta”, all’uopo convocata dal Sindaco di ariano Irpino, si rende disponibile ad una collaborazione attiva per intraprendere eventuali azioni tese a sensibilizzare organi istituzionali sovracomunali ad assumere decisioni, provvedimenti e norme utili ad affrontare nell’immediato la gravità del problema e nel medio termine risolverlo definitivamente.

All’unanimità la Consulta delle Attività Produttive di Ariano Irpino.

Attualità

Coppa Italia TPRA (Federazione Italiana Tennis-Padel) al Club La Tartaruga

Pubblicato

-

Il settore Tpra della FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) presenta la “Coppa Italia TPRA Tennis 2025”

L’obiettivo è quello di coinvolgere nell’attività, NUOVI giocatori amatoriali, quindi anche nuovi tesserati, coinvolgendoli tramite i circoli, i maestri etc.

Come sappiamo, il fattore squadra, spesso rappresenta una forte motivazione alla partecipazione.

La formula è molto coinvolgente:

– 1^ FASE REGIONALE. 

FASE PROVINCIALE. Le prime 2 squadre di ogni girone accederanno al tabellone ORO, le altre al tabellone ARGENTO.

MASTER PROVINCIALE. Si giocherà con tabellone ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO. Le squadre finaliste dei tabelloni accederanno al Master Regionale.

MASTER REGIONALE. Si giocherà con tabelloni ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO. Le squadre vincitrici accederanno al Master Nazionale.

– 2^ FASE NAZIONALE

Si giocherà con tabelloni ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO.

Il Club La Tartaruga, Presieduto da Lucia Scrima, partecipa alla Coppa Italia categoria femminile competizione che prevede la disputo 2 singolari e un doppio al meglio di tre set ai 6 games con “vantaggio Tpra” e tie-break a 7 punti sul punteggio di 5 giochi pari, in sostituzione dell’eventuale terzo set si disputa un match tie-break a 7 punti.

Domani domenica 23 febbraio 2025 alle ore 10:00 si disputa la prima giornata sui campi in sintetico di Contrada Carpiniello le ragazze del Club La Tartaruga affrontano il TC Cesinali.

Il Club La Tartaruga Ariano Irpino schiera Manuela Leo (capitano) – Graziella Barrasso – Federica Capobianco – Veronica Di Maggio  – Greta Fino – Giuseppina Florenzano – Roberta Morelli e Raffaella Zecchino. 

Il Panathlon Club Ariano Irpino, Associazione Internazionale Benemerita del Coni che promuove l’etica e la lealtà nello Sport,attribuirà il premio “Fair Play” al termine delle varie fasi della Coppa Italia.

Continua a leggere

Attualità

Forza Italia Ariano incontra il Ministero della Giustizia : passi avanti per la riapertura di un secondo Tribunale in provincia di Avellino

Pubblicato

-

Roma, 17.02.2025– Una delegazione di Forza Italia di Ariano Irpino, guidata dal Segretario cittadino Avv. Giancarlo Giarnese e composta dagli Avv. Giancarlo Di Gregorio, Avv. Crescenzo Perrina e Arch. Alessandro Moschillo, è stata ricevuta questa mattina al Ministero della Giustizia dal Capo di Gabinetto del Ministro Nordio, Dott.ssa Bertolozzi. Al centro dell’incontro, la possibilità di riaprire un secondo tribunale in Provincia di Avellino.

Durante la riunione, la delegazione irpina ha presentato una relazione dettagliata sul progetto, accompagnata dal deliberato dei Sindaci dell’Area Vasta adottato il 13 febbraio scorso. Un documento che testimonia il forte sostegno istituzionale e territoriale all’iniziativa.

Dal confronto è emersa una notizia di grande rilievo: il Governo sta lavorando a un Progetto di Legge che, oltre a stabilizzare i tribunali abruzzesi, prevederà la riapertura di quattro tribunali soppressi nel 2012 e conferirà una delega all’Esecutivo per individuare i criteri utili alla riattivazione di altre sedi giudiziarie, con particolare attenzione alle aree interne.

La volontà dell’Esecutivo di superare la riforma della geografia giudiziaria del 2012 rappresenta un segnale positivo per il territorio irpino. Il Capo di Gabinetto ha già fissato un nuovo incontro dopo l’estate per discutere più concretamente della proposta di un secondo tribunale in provincia di Avellino.

Continua a leggere

Attualità

Attività Libero Professionale Intramoenia (ALPI), il grimaldello per privatizzare la Sanità

Pubblicato

-

Le liste di attesa sono la fotografia del Sistema Sanitario italiano, finanziato con prelievi fiscali sui redditi dei pensionati, lavoratori e liberi professionisti, eroga prestazioni sanitarie in tempi biblici, anche otto /nove mesi, che compromettono le condizioni di salute della persona ammalata. Tant’è, che, il cittadino, per ottenere prestazioni sanitarie in tempi ragionevoli, si rivolge all’Attività Libero Professionale Intramoenia (ALPI) che, in regime ambulatoriale, eroga prestazioni specialistiche e/o attività diagnostico strumentale, interventi chirurgici in regime di ricovero ordinario o di Day Hospital/Surgery, prestate dal personale della dirigenza medica e sanitaria in regime di esclusività. Per incanto nello stesso ospedale, reparto, ambulatorio e l’identico medico la prestazione sanitaria viene erogata in poche settimane, imponendo al cittadino di pagare tra le 100/120 euro che in regime ordinario, se fosse esente dal pagare il ticket sanitario, sarebbe stata totalmente a carico del SSN. Forse la mancata riduzione dei tempi di attesa per le visite specialistiche va trovata nella volontà di introdurre, in modo silente, non certo in punta di piedi, la privatizzazione del SSN? Giulio Andreotti, affermava: “a pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”. Le liste di attesa sono il tema irrisolto sul quale si è cimentato in estate il governo Meloni, ben sapendo che il personale sanitario è sotto organico, sono insufficienti le risorse finanziarie per gli straordinari, è inadeguata la protezione dalle aggressioni degli operati sanitari nei reparti del pronto soccorso. Nel frattempo milioni di cittadino, pur esenti da ticket sanitario, sono sottoposti ad ulteriori esborsi di denari che il rapporto della Fondazione Gimbe/2024 e l’ISTAT/2023, hanno quantificato nella percentuale del 26%, con spese dirette o intermediate, quest’ultime erogate dalle assicurazioni sanitarie. Il piano del governo è chiaro: ridurre la presenza dello Stato a tutto vantaggio della sanità privata e delle assicurazioni sanitarie. Non possiamo rimanere con le mani in tasca, bisogna impedire la lenta agonia del SSN.

Continua a leggere
Advertisement

Più letti