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I detenuti del carcere di Ariano espongono i dipinti nella mostra “Benedici questa Casa”.

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La mostra “Benedici questa Casa“, ha un ruolo attivo all’interno della mostra d’arte del Liceo Artistico“ Guido Dorso“ che, si terrà ad Ariano Irpino nei giorni 8, 9, 10 agosto 2013, all’interno della VII edizione dell’evento “Vicoli ed Arte“,con la direzione artistica del D:N:A:, associazione Miscellanea, di Ariano Irpino, patrocinata dal Comune di Ariano Irpino. Il Dirigente Scolastico, Prof. Francesco Caloia, coadiuvato dalla collaborazione del Vicepreside, Prof. Domenico Ciccarelli, si è attivato per promuovere, oltre alle attività didattiche curriculari, anche dei laboratori estivi, contro la dispersione scolastica, coinvolgendo le sei botteghe artigiane di Ariano Irpino dei seguenti ceramisti : Massimo Russo, Luigi Russo, Flavio Grasso, Christian Pannese, Mario Pietrolà, Rosa Caggianiello. Sono state coinvolte anche delle associazioni: L’Associazione Culturale Miscellanea (Ente partner), l’Istituto Comprensivo “Camporeale”(scuola partner), l’Associazione U.N.A. Uomo Natura Animali di Savignano Irpino (Ente partner) e la Cooperativa Sociale “Artour” (Ente partner) Le botteghe di ceramisti e associazioni culturali sopracitati, hanno offerto i propri progetti culturali nell’ambito dell’arte, dei laboratori di ceramica, design, moda, e, di tutto ciò che ruota intorno al mondo dell’arte, garantendo al Liceo “Dorso”, la qualità e l’unicità dell’evento sul territorio. Con l’augurio che l’orizzonte non sia necessariamente quello locale. Si comprende, attraverso questa esperienza, che il dialogo tra arte e impresa è un binomio che non può essere eluso. E’ chiaro ed evidente il potenziale investimento nel settore del Design. Ecco perché tanti ragazzi, provenienti da Ariano Irpino ,ma anche dalle zone limitrofe, scelgono di iscriversi al Liceo Artistico “Guido Dorso”. Attraverso l’arte e il talento personale investono sul proprio futuro lavorativo. La mostra “Benedici questa Casa” La mostra di pittura dal titolo “Benedici questa Casa” è il risultato finale del modulo “Ai confini dell’anima, la pittura come espressione del’individualità”. Il corso, affidato all’esperto esterno Prof.ssa Barbara Maraio, si è svolto presso la Casa Circondariale di Ariano Irpino, dal 26/06/2013 al 19/07/2013. Hanno partecipato i detenuti-allievi della classe IªA del Liceo Artistico. Il modulo è parte del progetto PON F-3 FSE 04-POR_Campania-2013-146, predisposto dal Liceo Guido Dorso di Ariano Irpino, denominato “Realizzazione dei prototipi di azione educativa in aree di grave esclusione sociale e culturale, anche attraverso la valorizzazione delle reti esistenti”. Il titolo della mostra “Benedici questa Casa” è una preghiera che sgorga dal cuore, scevro da quei rancori e sentimenti che si pongono in antitesi con il precetto del divino amore. Il termine“Casa” è molto complesso, basta citare Gaston Bachelard, filosofo ed epistemologo, che nel libro “la poetica dello spazio” associa la psiche umana alla casa, intesa, oltre che come dimora fisica dell’uomo, anche come “dimora psichica”, ossia contenitore di ricordi e sogni. Anche Carl Gustav Jung, psichiatra e psicoanalista parla dell’anima, servendosi della metafora della Casa. La Benedizione della “casa“ è chiesta dai detenuti, con atteggiamento di grande umiltà e dignità, per sé e per gli altri, usando il linguaggio dell’arte. Questa sorta di altruismo porta giovamento alla propria autostima, nota senz’altro positiva in chi si ciba quotidianamente di sofferenza fisica e morale. Quindi: l’arte come rinascita . I lavori esposti non sono la naturale conclusione scolastica di un corso di pittura ma opere di pregio artistico e spirituale elevato. Il messaggio percepito è uno: le idee e le potenzialità artistiche non hanno sbarre. I quadri realizzati dai detenuti sono racconti di vita vera, vita passata , vita presente e, speranza di una vita che li aspetta fuori dal carcere. Vita futura. In questa mostra , per una volta non si parla di “uomini ombra“ o “guardatori di soffitto” (dal film:”Cesare deve morire” dei fratelli Taviani) o ancora “morti viventi”, definizione di uno degli allievi del corso. Per una volta i detenuti hanno un loro posto al sole, grazie alla pittura. Parlano attraverso le loro tele alla società. Parlano con verità assoluta. Non hanno timore a raccontarsi, forse attraverso l’arte tutto è possibile, non nascondono il loro “male di vivere”, ma ciò che tocca le nostre corde più intime è vedere con i lori occhi che oltre le sbarre s’intravede un pezzo di cielo, il sole e gli uccelli che volano liberi, anche nel grigiore dell’inverno. Hanno dipinto i propri stati d’animo con i colori caldi, rosso, giallo, arancione. Si sono affidati ad una forma geometrica per delimitare sulla tela lo spazio “fisico“ della casa che hanno nell’anima, fatta di emozioni negative e positive, come tutti gli esseri umani, di gioia, di rabbia, di pentimento, di presa di coscienza di sé, miracolo fatto da una tela bianca, pronta per essere riempita da un mondo di colori, dalla foglia oro, gialla come il sole. Hanno messo le ali ai propri pensieri, immergendosi nella tavolozza di colori, di smalti, pennelli e gessetti e carta da imballaggio, cimentandosi con entusiasmo nello studio della composizione astratta e tema sacro, utilizzando i pastelli, il chiaroscuro e lo sfumato. Nella “preghiera”, c’è una rivisitazione delle proprie impressioni e ricerca di sé, forse anche inconsciamente. L’arte come espressione di libertà mentale. Analisi dei dipinti I dipinti esposti, rappresentano i liberi pensieri dei detenuti che, prendono forma in un miscuglio di forme e colori attraverso il potente mezzo della pittura ed escono dal carcere sotto forma di tela. Pensieri veri, pezzi di vita, sentimenti e spiritualità, tutto questo si legge nelle opere esposte. Troviamo un trittico che raffigura la Croce, contornata dall’ azzurro: azzurro come il cielo, la libertà. La Croce nel Cristianesimo ha un duplice significato: la Croce di Passione , la Morte e, la Croce di Resurrezione, tenuta dal Cristo mentre esce dal sepolcro . L’ambivalenza di sentimenti è il pensiero del detenuto che l’ha dipinta: Morte e Rinascita. Un’altra opera raffigura in prospettiva l’interno di un carcere, la dimora attuale dell’allievo che l’ha dipinta. I colori utilizzati sono prevalentemente il grigio e il giallo. In tutto questo grigiore di vita quotidiana ecco che all’improvviso tra le sbarre di una finestra posta in alto appare un pezzo di cielo, da cui arrivano i raggi del sole. Un’illuminazione che viene dall’alto? O una preghiera a quell’entità che sta al di sopra di tutti noi, fisicamente e idealmente? Il dipinto ci riporta alla mente “l’Estasi di Santa Teresa“ del Bernini, una folgorazione divina improvvisa.” C’è sempre una via d’uscita”, sostiene positivamente il detenuto che ha dipinto la tela, e questa visione della vita scritta con i colori, su una tela bianca ci riporta al libro del profeta Isaia (9,1):“ Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce, su coloro che abitavano nel paese dell’ombra della morte, si è levata una luce “.Queste parole sono davvero quelle adatte alla comprensione del dipinto. Una terza opera si è ispirata alla Madonna con Bambino e San Giovannino. Ciò che risalta maggiormente è la figura di San Giovanni mentre, la Vergine Maria appare in secondo piano. Perché?La Madonna è la madre per eccellenza, la madre di tutta l’Umanità .La maternità nell’arte sacra è l’amore più sublime. Allora perché questo detenuto ha dato più importanza al San Giovannino?Cosa voleva esprimere? Qual era il suo pensiero? La paternità. “Il bimbo è mio figlio che si chiama Giovanni” ha detto. La paternità è espressa in maniera forte, vibrante ,vitale. Ma allora non è vero che la paternità “si insegna”, come sostengono alcuni psicologi e invece la maternità è un fatto naturale? Non sempre è così. Non nella dura realtà del carcere. Ci sono sentimenti che assumono una dimensione che va oltre ogni logica. Questa tela mi viene d’istinto associarla alla figura mitologica greca di Ettore che è “il padre per eccellenza”, al contrario di Achille, altro eroe della mitologia greca che è per antonomasia “il guerriero, l’eroe”. Le altre opere esposte riguardano temi come il mare, gli uccelli che volano oltre il filo spinato, pezzi di normali attività di vita quotidiana, quella quotidianità tanto auspicata da chi ha temporaneamente perso la libertà. C’è anche chi si è voluto esprimere con l’arte astratta, con i colori, accostando macchie di colore fino a farle divenire forme. Questi sono i pensieri dei detenuti. Così si vive la libertà mentale al chiuso di una cella, perché non ci sono sbarre che tengano alla nostra fantasia. Se esiste un linguaggio artistico capace di far “evadere” mentalmente e in grado di rigenerare la mente che ben venga. Perché l’arte è stata accolta come vita e rinascita, laddove prima c’era solo buio nelle menti, sconforto e depressione. Viva l’arte, in tutti i suoi aspetti e in tutte le sfaccettature. Una considerazione personale. I detenuti che hanno partecipato al corso hanno rinunciato all’ora d’aria (in piena estate!!!), per frequentare 10 lezioni di 3 ore ciascuna, senza alcun riscontro economico, confidando in un attestato finale che testimoni la loro assidua presenza e cogliendo al volo un’opportunità offerta loro dal mondo della scuola, in sinergia con la gestione penitenziaria, e, gli agenti penitenziari, impegnati per tutta la durata del corso. Alla luce di ciò si capisce anche la portata e il valore sociale di questa mostra: l’arte può far rinascere le persone. Con l’esposizione dei dipinti siamo portati ad una riflessione: i detenuti sono nel nostro mondo, nella nostra società, pur “non essendoci”.

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Educare alla parità di genere – tra pari”, domani la presentazione del progetto presso la Sala Conferenze del Palazzo degli Uffici

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L’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino venerdì 22 novembre 2024 alle ore 10,30 presso la sala Conferenze del Palazzo degli Uffici presenta un progetto che si rivolge  agli studenti della scuola secondaria di II grado per Educare alla parità attraverso l’ innovazione didattica, dal titolo  “Educare alla parità di genere – tra pari”.

Il progetto didattico “Educare alla parità di genere – tra pari” presentato dalla dott.ssa Rossella Schiavo, responsabile del Centro Antiviolenza ANANKE dell’Ambito Territoriale A1 con sede ad Ariano, ha lo scopo di prevenire atti di violenza contro le donne attraverso percorsi educativi e formativi destinati alle studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di II grado di Ariano in via sperimentale e nella forma di ricerca – azione.

Il progetto prevede di coinvolgere un numero di studenti delle classi terze e dopo la formazione essi stessi opereranno nei gruppi di studenti del proprio istituto secondo il modello didattico “pear to pear”. 

L’iniziativa nasce dall’intesa tra gli Assessorati all’istruzione e alle Politiche Sociali, l’Azienda Speciale consortile per le politiche sociali dell’Ambito Territoriale A1 e le scuole superiori di Ariano.  Dopo la sperimentazione il progetto sarà esteso alle altre scuole del territorio.

Dopo i saluti di:

Enrico Franza

Sindaco di Ariano Irpino

Laura Cervinaro

Consigliera Provinciale

Augusto Morella

Presidente Azienda speciale consortile per la gestione delle politiche sociali   Provincia di Avellino n. A1

Pasqualino Molinario

Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ariano Irpino

Grazia Vallone

Assessore all’Istruzione e  alle Politiche Giovanili del Comune di Ariano Irpino

Interverranno:

Rossella Schiavo

Psicologa – Azienda speciale consortile Avellino A1 – Sportello “Ananke”

Tiziana Aragiusto

Dirigente Scolastica, reggente ISS “De Gruttola”

Massimiliano Bosco

Dirigente Scolastico, ISS “Ruggero II”

Giovanni Mingione

Dirigente Scolastico, reggente Liceo “P. P. Parzanese”

Interventi degli studenti

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Rsu Ispettorato del Lavoro: solidarietà alle colleghe aggredite a Sirignano, necessario  garantire sicurezza dei dipendenti

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La Rappresentanza sindacale unitaria dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Avellino, composta da Mario D’Andrea, Carminantonio Vacchiano e
Maria Luisa Candela, nell’esprimere piena solidarietà alle due colleghe aggredite nei giorni scorsi in un’attività commerciale di Sirignano, mentre svolgevano il proprio lavoro, approfittando della presenza in città di alti dirigenti dell’ente, giunti appositamente presso la sede dell’ufficio per manifestare la vicinanza dell’amministrazione per quanto successo e approfondire la vicenda, ha avuto un confronto con il direttore centrale Vigilanza e Sicurezza del Lavoro dell’Ispettorato nazionale, dott. Aniello Pisanti, con il direttore interregionale Inl, dott. Giuseppe Patania, e con il direttore dell’Ispettorato territoriale di Avellino, dott. Francesco Damiani, che nella mattinata di ieri si sono incontrati, a Palazzo di governo, con il Prefetto, Rossana Riflesso.

L’intento della Rsu è individuare soluzioni idonee a gestire una situazione che ormai sta diventando insostenibile per gli ispettori che quotidianamente, nello svolgere le proprie mansioni, si imbattono in situazioni rischiose, diventando nei fatti lo sfogatoio di tensioni sociali, ma anche i destinatari di atteggiamenti e comportamenti incivili e aggressivi, da parte di alcuni degli utenti sottoposti a controlli.

Per quanto ci riguarda, abbiamo quindi chiesto maggiore attenzione e tutela anche per il personale adibito al front office, che costantemente deve rapportarsi con il malcontento dell’utenza, che non di rado degenera in invettive e minacce all’indirizzo degli addetti.

Da parte dei tre dirigenti abbiamo registrato ampia disponibilità a recepire le nostre osservazioni e ad intrattenere un confronto costante, in un’ottica di collaborazione costruttiva, nell’interesse esclusivo dei dipendenti degli uffici, in modo che possano svolgere le proprie funzioni istituzionali nella massima tranquillità.

Venendo al grave espisodio occorso alle colleghe, l’altro giorno, quando le due ispettrici del lavoro si sono presentate e qualificate all’atto dell’accesso ispettivo, il titolare della ditta ha reagito con violenza contro una di loro, strattonandola con forza mentre stava procedendo all’identificazione di una lavoratrice, impedendole di raccoglierne le dichiarazioni, in modo da agevolarne l’allontanamento, anche su energico invito della madre di quest’ultimo, presente nel negozio. Nonostante le ispettrici abbiano immediatamente chiesto l’intervento dei Carabinieri della stazione di Baiano, tramite il 112, che sono sopraggiunti in loco, il titolare della ditta e i suoi congiunti hanno ripetutamente oltraggiato e aggredito verbalmente le ispettrici del lavoro, rovesciando persino il tavolo sul quale stavano redigendo il verbale, colpendo così ad una mano una delle colleghe, procurandole una frattura ad un dito. Si è pertanto reso necessario l’intervento dei sanitari, anche a causa di un malore accusato dall’ispettrice colpita, a seguito della situazione, e il trasporto presso il Pronto Soccorso dell’azienda ospedaliera Moscati di Avellino, dove i medici hanno riscontrato la frattura alla mano e un innalzamento della pressione arteriosa, con una prognosi di 25 giorni.

A seguito di quanto è successo, ci è stato riferito che sarà convocato, in tempi brevi, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, con l’obiettivo di garantire un maggiore supporto all’attività ispettiva, in termini di forze dell’ordine.

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Attualità

La lega marcia, mentre l’opposizione tace sulla Questione Meridionale e sul referendum

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La Corte Costituzionale ha assestato un duro colpo alla legge 86/2024 targata Calderoli, ha cassato sette commi e indicato cinque prescrizioni a cui attenersi per riscrivere il testo. La casa è abbattuta ma non polverizzata, e Calderoli è ben determinato a modificare la legge in parlamento. I rilievi della Consulta sono chiari: non si possono trasferire intere materie ma solo specifiche funzioni, la richiesta va motivata e sempre che lo Stato Centrale non sia in grado di svolgere questa funzione nel rispetto del principio di sussidiarietà; la delega al governo per la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) non può essere generica; i LEP non possono essere definiti e rivisti con DPCM (Decreto Presidente Consiglio dei Ministri); deve essere eliminato il criterio della spesa storica e le regioni sono obbligate a  rispettare il patto di stabilità al fine di prevenire inefficienze di sistema e la crescita della spesa pubblica; il parlamento non può solo ratificare le intese, fra il governo e le regioni, ma deve approvarle e rinviarle per un nuovo esame. Le opposizioni esultano, manca, però, un’azione volta a rimettere al centro dell’agenda politica la Questione meridionale, causa ed effetto delle disuguaglianze tra le due aree del paese. Né l’opposizione ha riaffermato la necessità che il referendum, richiesto da oltre 1,2 milioni di cittadini, sia celebrato, in tal modo, si impedisce ai cittadini di partecipare al dibattito pubblico sul regionalismo differenziato, sin ad ora, svolto solo nelle sedi istituzionali oppure nelle segrete stanze. In tal modo il silenzio dell’opposizione rafforza la proposta del governo Meloni di ritenere oramai inutile il referendum e non pongono in campo l’offensiva per spazzare via lo Spacca Italia.

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