Attualità
Il consuntivo dell’attività 2012 della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Avellino.
Nell’anno 2012 notevole è stato l’impegno profuso dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Avellino, agli ordini del Colonnello Costantino Catalano, per il raggiungimento dei propri obiettivi istituzionali quale unico Corpo con esclusiva funzione di polizia economica e finanziaria.
Anche per l’anno 2013 il Corpo si propone quale obiettivo prioritario di proseguire nel percorso di miglioramento qualitativo della lotta all’evasione, intensificando gli sforzi operativi nella prospettiva di assicurare maggiore concretezza all’azione ispettiva.
Nell’ottica generale di garantire a Stato, Unione Europea, Regioni ed Enti Locali il regolare afflusso ed il corretto impiego delle risorse destinate al benessere della collettività e al sostentamento delle politiche di rilancio e sviluppo economico e sociale, il piano di azione sviluppato dal Comando Generale della Guardia di Finanza, caratterizzato da tratti tipicamente investigativi, si svilupperà in sinergia con le altre istituzioni del sistema tributario e finanziario e si baserà essenzialmente su tre pilastri fondamentali:
– consolidamento e rafforzamento della lotta all’evasione e all’elusione fiscale: l’obiettivo è di incrementare la scoperta di ricchezze sottratte alla casse pubbliche, con azione che già ha visto i risultati più consistenti connessi alle attività di verifica e di indagine sui “grandi fenomeni evasivi”, con costante e sistematico impiego delle oltre 30 banche dati ed applicativi informatici in uso ai reparti del Corpo quale premessa per lo sviluppo dei numerosi filoni investigativi come economia sommersa, frodi I.V.A. definite “carosello”, su cosiddette “imprese apri e chiudi”, evasione fiscale internazionale e quella collegata ad altri illeciti economico-finanziari. Al fine di migliorare i processi di selezione dei contribuenti da controllare sarà intensificata sia l’attività di intelligence del Corpo che la valorizzazione di ogni elemento indicativo di violazioni tributarie acquisito nel corso di indagini in altri comparti istituzionali. Saranno ottimizzate le strategie operative per tutelare la pretesa erariale nonché l’economia sana da quanti ricorrono a pratiche di concorrenza sleale pianificando interventi ispettivi di massa per arginare fenomeni evasivi di massa (omesso rilascio di scontrini e ricevute fiscali).
– intensificazione del contrasto agli illeciti in materia di spesa pubblica: in considerazione del fatto che tutelare la spesa pubblica significa salvaguardare le entrate, il piano di azione generale mira alla verifica di un corretto impiego delle risorse nazionali e comunitarie destinate ad essere utilizzate nel quadro delle politiche di sviluppo sociale ed imprenditoriale, con attenzione anche al controllo dell’effettivo diritto di taluni cittadini a beneficiare delle prestazioni sociali agevolate; pertanto nel corso di quest’anno verrà incrementato ulteriormente il presidio ispettivo in tutti i maggiori comparti di spesa pubblica, indirizzando l’azione di servizio verso la repressione dei più gravi e diffusi fenomeni di frode, attraverso l’esecuzione di percorsi ispettivi modulati in funzione della tipologia di comportamento illecito da contrastare, dal più semplice (cc.dd. falsi poveri e falsi invalidi) al più complesso (appalti truccati, indebite percezioni di contribuzioni pubbliche, reati controla Pubblica Amministrazioni, sprechi di denaro pubblico)
– rafforzamento dell’attività di prevenzione e repressione della criminalità economico-finanziaria e dei traffici illeciti: prioritario impegno della Guardia di Finanza, quale unico Organo di polizia economico-finanziaria a competenza generale, sarà quello incentrato sul contrasto di speculazioni finanziarie, truffe in danno dei risparmiatori ed ingresso di capitali illeciti nel tessuto produttivo, con un’azione concentrata sulla ricerca dei flussi finanziari e dei patrimoni di illecita provenienza, sullo sviluppo delle segnalazioni di operazioni sospette e sull’aggressione ai patrimoni illeciti. In un quadro di medesime finalità si pone l’attività di prevenzione e contrasto ad ogni forma di abusivismo bancario e finanziario, al fenomeno sempre più allarmante dell’usura e a tutti gli altri illeciti societari e finanziari che possono alterare i corretti equilibri di mercato e le regole della concorrenza. Il livello di guardia sarà mantenuto alto anche nella lotta alla contraffazione ed alla pirateria e a tutti i connessi fenomeni di illegalità (evasione fiscale e contributiva, sfruttamento del lavoro nero, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti), con l’obiettivo finale di risalire tutta la “filiera del falso” per arrivare ad individuarne i flussi finanziari che la alimentano ed aggredire i patrimoni illeciti accumulati dagli organizzatori.
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L’anno 2012 è stato caratterizzato da una duplice valenza operativa: da una parte lo sviluppo di quella che potrebbe esser vista come la “classica” attività del Corpo, con un’azione a tutela del bilancio locale, caratterizzata da pazienti e lunghi accertamenti, da complesse indagini e verifiche, da accertamenti di grande respiro, e dall’altra da una dedizione a quei piccoli e grandi affanni del quotidiano che toccano direttamente il cittadino, tagliando sempre più indosso alle Fiamme Gialle un abito di garante a beneficio di chi lotta contro un sempre più diffuso senso d’ingiustizia.
Per quanto riguarda la prima faccia della medaglia, la valenza dell’azione del Corpo quale unico organismo di polizia economico-finanziaria si è esaltata nella conduzione di investigazioni ed accertamenti a tutto tondo, indagini che hanno portato il Comando Provinciale di Avellino alla ribalta nazionale ed internazionale e che hanno trovato le valenze più eclatanti nell’approfondimento dei flussi di danaro pubblico (ed altre attività sono in cantiere). Ma pur lavorando a tali importanti e complesse indagini, il Comando Provinciale di Avellino ha nel contempo cercato di essere attento alle istanze del cittadino comune, convinti anche che più che far pagare le multe occorre impegnarsi a far rispettare le regole, preferendo continuità d’azione ed assiduità nella presenza ad un blitz estemporaneo. Gli obiettivi prefissati sono stati cercati, pertanto, anche attraverso una presenza costante ed efficace sul territorio ed un’attenzione alla voce del cittadino, sempre più fruitore di quel servizio di pubblica utilità che, tramite il numero 117, mette il corpo a disposizione della cittadinanza.
L’attività operativa delle Fiamme Gialle irpine è stata indirizzata alla prevenzione, alla ricerca e alla denuncia degli illeciti finanziari sul territorio irpino mirando a colpire e reprimere i traffici illeciti posti in essere dalle associazioni criminali dedite all’evasione fiscale, alle frodi comunitarie nonché alla produzione ed alla vendita di merci contraffatte.
L’attività a tutela delle entrate erariali dello Stato, in ossequio al ruolo di polizia economico-finanziaria, è stata sviluppata in più direzioni attraverso la predisposizione di specifiche misure di contrasto alle diverse forme di evasione ed elusione fiscale e contributiva perpetrate dai contribuenti noti al Fisco e dai soggetti operanti nell’ambito dell’economia sommersa. L’attività ispettiva, svolta dai dipendenti reparti, nel peculiare settore, supportata da innovative ed inedite metodologie ha consentito di conseguire risultati di particolare rilievo. Sono state, infatti, sviluppate ben 1.018 verifiche fiscali ed accertamenti patrimoniali con un recupero a tassazione di circa 52 milioni di euro (suddivisi tra I.V.A. relativa, IVA dovuta ed IVA non versata) nonché, ai fini delle imposte sui redditi, di 116 milioni di euro di imponibile da recuperare a tassazione e di circa 5 milioni di euro di I.R.A.P.. Sono stati individuati, altresì, 58 evasori totali e/o paratotali che hanno portato al recupero a tassazione di circa 28 milioni di euro ai fini I.V.A. e di circa 70 milioni di euro di imponibile da recuperare a tassazione ai fini delle imposte sui redditi.
Per quanto riguarda il rilascio di scontrini e ricevute fiscali, i controlli indirizzati verso esercizi commerciali ed artigianali, sia permanenti che ambulanti, a fronte di un totale di circa 2.400 controlli hanno consentito di rilevare contestazioni di irregolarità che si sono sostanziate in 1.241 verbalizzazioni e la chiusura di 27 attività commerciali. Secondo la normativa attualmente vigente in materia, alla quarta contestazione per mancata emissione del documento fiscale si attiva la procedura d’ufficio per la chiusura temporanea dell’esercizio commerciale con provvedimento emesso dall’Agenzia delle Entrate. In occasione dei controlli effettuati, nell’ottica di fornire opportuni elementi reddituali, i militari hanno altresì rilevato ogni altro dato utile da comunicare alla banca dati dell’anagrafe tributaria al fine della determinazione del carico fiscale per i cosiddetti “studi di settore”.
I reparti dipendenti hanno, inoltre, polarizzato la loro attenzione al contrasto all’economia sommersa intesa nella duplice espressione di sommerso di lavoro e di sommerso d’azienda. Difatti, la specifica e capillare attività investigativa posta in essere nei confronti di categorie economico-imprenditoriali caratterizzate dalla richiamata illecita fenomenologia, ha determinato l’effettuazione di innumerevoli controlli conclusisi con l’individuazione di 121 lavoratori completamente “in nero”, in assoluta violazione alle norme di carattere previdenziale ed assicurativo, di altri 139 lavoratori per i quali sono risultate comunque delle irregolarità e la segnalazione alla Direzione Provinciale del Lavoro per violazioni in materia lavoristica e previdenziale di 36 titolari d’impresa con la chiusura di nove esercizi commerciali.
Con riferimento specifico alle merci contraffatte, il discorso si sposta sull’esistenza spesso di un vero e proprio “mercato illegale” con negative ripercussioni sia per quanto attiene la concorrenza sleale operata dalle imprese “illegali” nei confronti di quelle legali che avendo riguardo al numero elevato di consumatori truffati dalla scarsa qualità del prodotto acquistato, con conseguente aumento dell’evasione non solo fiscale ma anche a carattere contributivo-previdenziale (l’impresa “illegale”, nell’esercizio della sua attività, utilizza solo ed esclusivamente lavoratori in “nero”).
Nell’ambito della frode nell’esercizio del commercio e sicurezza dei prodotti si segnalano, a tutela del codice del consumo privi di indicazione e marchio CE, sono state condotte varie operazioni di servizio, che hanno portato al sequestro di oltre 9.000 confezioni tra cosmetici, profumi, bibite, materiale elettrico e giocattoli. Segnalati alle competenti autorità civili e penali 18 soggetti per violazione alle leggi n.713/86, n. 114/98 e ai D.LGS. n. 54/2011 e 206/2005, comminate sanzioni amministrative per oltre euro 20.000. Deve sottolinearsi che in tutti i casi di sequestro vengono sempre avviati specifici accertamenti per risalire, sulla base della collaborazione con le case produttrici, la loro appartenenza a lotto per cui era stata eventualmente avanzata denuncia di furto.
In materia di leggi sanitarie, nel corso di vari controlli nei confronti di commercianti ambulanti, sono state sequestrati Kg. 546 di frutta e verdura in quanto privi della certificazione sanitaria. Segnalati alle competenti autorità 2 soggetti per le violazioni alle normative di cui alla legge nr. 114/98 e comminate sanzioni amministrative per euro 15.000. Nell’ambito delle ispezioni predisposte nei confronti di soggetti dediti all’attività casearia si è provveduto al sequestro di kg. 457 di prodotti di provenienza sconosciuta in quanto privi di etichettatura e derivanti dalla lavorazione di latte di gregge abbattuto per presenza di brucellosi. Inoltre si è provveduto al sequestro di un locale adibito a laboratorio per la lavorazione in quanto privo della autorizzazione sanitaria e alla denuncia a piede libero di n. 1 soggetto in violazione dell’art.444 C.P. e dell’art. 5 della Legge 283/1962. Unitamente a personale della ASL di Avellino si procedeva ad un controllo presso un laboratorio di produzione di gelati e pasticceria da cui emergevano gravi carenze igienico-sanitarie per cui si rendeva necessaria la sospensione dell’attività per violazione dell’art. 54 Regolamento CE 882/04 e Regolamento CE 852/04 e la segnalazione al Sindaco.
La prevenzione delle violazioni di carattere finanziario è stata attuata anche mediante l’esecuzione di numerosi controlli su strada in materia di documenti di trasporto a cui sono seguiti successivi riscontri volti a riscontrare la regolarità dell’emissione del documento fiscale emesso a fronte della merce oggetto della transazione commerciale.
Anche in materia di codice della strada sono stati effettuati numerosi controlli che hanno portato ala stesura di 532 verbalizzazioni per violazioni commesse con il conseguente sequestro di 112 veicoli nonché il ritiro di 134 carte circolazione e 24 patenti di guida.
Un altro fenomeno illecito oggetto di interventi repressivi nella provincia è relativo al comparto dei prodotti energetici. Frequentemente, nel corso dell’attività istituzionale svolta è stato possibile scoprire che, a fronte delle agevolazioni fiscali sugli olii minerali, alcuni prodotti sono stati fraudolentemente distratti per l’autotrazione. Dai controlli effettuati si procedeva alla denuncia a piede libero di un responsabile all’Autorità Giudiziaria e al sequestro di 1.486 litri di benzina verde, di n. 2 colonnine per l’erogazione del prodotto e di 10 pistole erogatrici per violazione dell’art. 40 e 46 del D.LGS. 504/95. Inoltre si riscontrava, nei confronti di n. 4 soggetti privati, la violazione degli articoli 483 e 679 del Codice Penale con la conseguente denuncia a piede libero ed al sequestro di 9.557 litri di gasolio per auto-trazione, 4 impianti distributori privi delle relative autorizzazioni, 3 pistole erogatrici e n. 4 serbatoio. Comminate sanzioni amministrative per €. 20.000.
Nello stesso comparto il Comando Provinciale di Avellino predisponeva un piano straordinario di controlli ai distributori stradali, al fine di verificare il regolare rispetto degli obblighi in tema di corretta e trasparente informazione all’utenza sui prezzi praticati, da cui emergeva la violazione dell’art. 15 del D.LGS. 206/2005, da parte di n. 11 soggetti, nei cui confronti si elevavano sanzioni amministrative per oltre 4.000 euro.
Un altro fenomeno illecito che da sempre rappresenta un vero e proprio problema di carattere sociale, è quello della diffusione in provincia di sostanze stupefacenti a cui le Fiamme Gialle irpine hanno costantemente rivolto una efficace attenzione operativa dedicando significative risorse umane e strumentali disponibili. L’attività espletata ha determinato numerosi sequestri di sostanze stupefacenti.
L’attività del controllo si è concentrata soprattutto nei confronti dei giovani con il sequestro di circa 500 grammi di varie sostanze stupefacenti (cocaina, eroina, hashish, marijuana, crak, ecstasy e metadone) e di n. 65 piante di cannabis sativa. Nel suo complesso in tale settore di servizio sono stati segnalati alla Prefettura – Ufficio Territoriale di Governo competente ben 22 persone ai sensi dell’articolo 75 del D.P.R. nr. 309/1990, e 6 soggetti per violazione all’articolo 73 del D.P.R. nr. 309/1990, oltre all’arresto 5 persone, al sequestro di tre automezzi, due telefoni cellulari, un bilancino di precisione ed al ritiro di sei patenti di guida.
Il piano d’azione della Guardia di Finanza si è estrinsecato anche nel comparto della pirateria audiovisiva, della contraffazione di brevetti ed in quello della tutela del diritto d’autore. I risultati conseguiti sono stati particolarmente importanti tanto da registrare il sequestro di circa 2.317 supporti magnetici, ottici ed informatici, di cui 2.080 DVD e circa 240 CD musicali oltre a DVD per play station, software, programmi e giochi per PC. In tale contesto è scattata la denuncia a piede libero all’autorità giudiziaria competente per quattro soggetti. Comminate sanzioni amministrative per oltre 28.000 euro.
Si è rilevato molto efficace il piano messo in piedi per contrastare il gioco d’azzardo e nello specifico quello dei VIDEOPOKER, che in questo ultimo periodo sta dilagando a macchia d’olio sull’intero territorio nazionale ed anche in quello irpino. I numerosi controlli hanno portato all’individuazione e al sequestro di 17 apparecchi da divertimento e intrattenimento di tipo VIDEOPOKER o VIDEOSLOT. Le persone segnalate alle autorità rispettivamente competenti (Questore, Sindaco, Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) sono 14, mentre 2 sono i soggetti denunciati all’autorità giudiziaria; sequestrati anche circa 2.383 euro a titolo di provento rinvenuto nelle apparecchiature e comminate sanzioni amministrative complessive per oltre 17.000 euro.
Notevole l’impegno nel contrasto alla contraffazione di marchi di fabbrica. Sono stati sottoposti a sequestro oltre 2.000 articoli (capi di abbigliamento, scarpe, cinture, occhiali, borse, profumi, orologi, custodie per accessori, buste, spazzolini, etichette) delle più note griffe nazionali ed internazionali operanti nei settore dell’abbigliamento. Al riguardo, sono state altresì denunciate all’autorità giudiziaria ben 15 soggetti.
L’attività svolta nel campo della tutela ambientale, ha portato alla scoperta ed il successivo sequestro di numerose traversine ferroviarie interrate ed abbandonate in un’area destinata a divenire parco pubblico nelle vicinanze dell’anfiteatro di Avella. Dalle successive analisi chimiche del terreno, eseguite dall’ARPAC di Napoli, l’area di24.000 metri quadrati veniva posta sotto sequestro come disposto dall’A.G. locale, in quanto inquinata dalle sostanze cancerogene utilizzate per isolare le traversine, considerate dal 2002 per legge “rifiuti speciali pericolosi”. Per violazioni dell’articolo 256 del Decreto Legislativo nr. 152/2006 veniva denunciato a piede libero il responsabile dell’U.T.C. del Comune di Avella .
Nel settore delle scommesse clandestine sono state sottoposte a sequestro una sala scommesse clandestine, 12 postazioni telematiche ed informatiche complete di TV, apparati-fax, stampanti per ricevute giocate, oltre alla denuncia all’autorità giudiziaria per due persone per violazione agli articoli 718,719 e 720 del codice penale oltre che alla legge nr. 401/1989.
Nell’ambito del comparto dei tabacchi lavorati esteri è sempre vigile il controllo sul territorio in tale ambito e le diverse operazioni hanno portato al sequestro di gr. 360 di tabacchi lavorati esteri e kg. 73,185 di tabacchi lavorati nazionali con la notizia di reato all’A.G. per 5 soggetti e due segnalati all’A.A.M.S.
Infine, da rilevare l’intensa attività svolta dal servizio di pubblica utilità 117 il quale, sulla scia degli obiettivi prefissati, ha continuato a svolgere con costanza il compito di collaborazione diretta con i cittadini così come viene dimostrato dall’aumento delle segnalazioni (oltre 300 nell’arco dell’anno,) pervenute allo stesso sia per specifiche richieste di intervento sia per informazioni di carattere fiscale di cui il cittadino necessita, dato il continuo evolvere della normativa fiscale.
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Al di là di un mero riepilogo numerico, le operazioni di servizio che hanno avuto maggiore risalto nell’arco dell’anno, distintamente per ciascuno dei reparti del Corpo in provincia, sono state:
- operazione AUTOFACILE (aprile 2012) TENENZA SOLOFRA
Questa operazione ha permesso di individuare una vera a propria concessionaria, con tanto di insegne, parco-auto ed uffici ma al fisco non risultava nulla. Questa la sconcertante realtà emersa al termine di una meticolosa ricostruzione dell’attività commerciale di un imprenditore solofrano. L’attività era esercitata presso un’abitazione privata ma con tanto di “piazzale” per l’esposizione dei mezzi in vendita e, dopo i primi riscontri presso le banche-dati in uso al Corpo, al fine di portare alla luce la natura commerciale dell’attività si decideva di avviare una verifica fiscale nei confronti dell’imprenditore “occulto”. Partendo da una approfondita conoscenza del settore e dopo aver iniziato l’attività in forma non professionale, uno pseudo-imprenditore, aveva poco alla volta caratterizzato in maniera sempre più imprenditoriale la propria attività di compra-vendita di autovetture e mezzi commerciali “leggeri”, dimenticandosi però di adempiere a tutti gli obblighi previsti dalla normativa tributaria, con grave compromissione anche delle regole di libera concorrenza per i minori costi sopportati, si trattava infatti di soggetto completamente sconosciuto al fisco che, per tale motivo, poteva esser qualificato quale vero e proprio evasore totale, sia per quanto riguarda le imposte dirette che quelle indirette. Al termine dell’attività ispettiva poteva quindi esser ricostruito il complesso volume d’affari unitamente agli incassi nel tempo conseguiti, quantificando un’evasione fiscale per oltre 2,6 milioni di euro (maggiormente nel dettaglio, ben 2.646.000 euro di ricavi non dichiarati) ed un’ingentissima evasione di I.V.A. (I.V.A. dovuta per 313.663 euro ed I.V.A. relativa per 529.203 euro).
- operazione RED HORSE (giugno 2012) NUCLEO POLIZIA TRIBUTARIA
Nell’ambito di tale operazione di servizio gli uomini del Nucleo Polizia Tributaria di Avellino davano esecuzione a 3 ordinanze di custodia cautelare (una in carcere e due agli arresti domiciliari) in Prata di Principato Ultra, Montemiletto, Venticano nei confronti dei responsabili di bancarotta fraudolenta inserita in un più articolato contesto di frode fiscale. I provvedimenti sono successivi ad un analoga ordinanza emessa nel mese di luglio dell’anno 2011, (ordinanza di custodia cautelare in carcere) nei confronti di un altro degli 8 responsabili dell’illecito, tutti oggetto di specifica richiesta di rinvio a giudizio, a chiusura della fase delle indagini preliminari curate dalla Procura della Repubblica di Avellino. Gli accertamenti, avviati in ambito provinciale, negli anni precedenti, a seguito del fallimento di una società con sede in Atripalda e opificio ubicato in Pietradefusi (AV), operante nel settore calzaturiero: sin dall’inizio l’attività delle Fiamme Gialle evidenziavano gravi anomalie nella gestione dell’impresa ed, in particolare, la messa in atto di specifici accorgimenti finalizzati alla sottrazione di beni dal patrimonio societario. Già nella prima fase delle indagini emergeva che il formale amministratore unico della società fosse solo un prestanome rispetto ai reali gestori dell’attività. Il meccanismo di frode si articolava su tre fasi, con tanto di accordo tra i citati effettivi gestori e l’amministratore “testa di legno” al quale andava il 10% sugli utili: in un primo periodo la società acquisiva commesse attinenti l’effettuazione di lavorazioni altamente specializzate per conto di una notissima casa di produzione italiana con sede nelle Marche. In tale fase la società calzaturiera di Atripalda mediante bilanci fittizi mai depositati alla Camera del Commercio, riusciva a dimostrare una consistenza patrimoniale che, unita alle commesse in essere, gli facilitava l’accesso a linee di credito agevolate presso istituti bancari nonché la possibilità di ottenere numerosi finanziamenti. Nella seconda fase la società, una volta consolidata la sua posizione, poco alla volta iniziava a crearsi passività sempre più ingenti, per un ammontare complessivamente quantificato in 7.043.791,91 sia attraverso l’accensione di finanziamenti, per l’acquisto di autoveicoli di lusso (Ferrari, Mini Cooper, BMW, Jaguar) ed altri mezzi, sia omettendo il pagamento di imposte e contributi (previdenziali ed assistenziali), arrivando per quest’ultimi a maturare nei confronti dell’erario un debito pari a 2.018.000 euro, per le numerose posizioni lavorative del personale dipendente. La terza e ultima fase prevedeva lo svuotamento dei conti correnti unito al contestuale passaggio delle prestigiose commesse ad altra società con analoga compagine sociale e medesima ragione sociale, destinata a prendere il posto di quella destinata al fallimento, ridotta ormai ad una scatola vuota. Avuto riguardo ai trasferimenti di beni, i valori oggetto di distrazione sono stati quantificati in un importo complessivo di 1.792.066,52 euro. La ricostruzione delle operazioni economiche che hanno interessato la società è stata resa ancor più ardua dal fatto che la documentazione fiscale e societaria non era stata depositata all’atto della dichiarazione di fallimento in quanto distrutta e/o comunque occultata. Al fine di tutelare i diritti dei creditori della società fallita, nel mese di luglio 2011 su delega dell’A.G. inquirente si dava corso alla fase palese dell’operazione con il sequestro dei beni oggetto di distrazione nonché, per la sussistenza dei requisiti previsti dalla legge, con l’esecuzione dello specifico provvedimento restrittivo nei confronti del citato P.I.. All’aspetto giudiziario è conseguita un’attività di natura prettamente tributaria che, sulla base di quanto accertato nel corso delle indagini, consentiva l’assoggettamento a tassazione dei proventi di natura illecita (come si è detto in precedenza, quantificati in oltre 4.000.000 di euro) e la contestazione di false fatturazioni per quasi 900.000 euro.
- operazione APOLLO (ottobre 2012) TENENZA ARIANO IRPINO
Anche nell’ambito del settore sanitario è stata condotta una particolare e complessa indagine orientata principalmente al recupero di indennità corrisposte ai medici di base per l’assistenza a pazienti che, a causa del mancato aggiornamento da parte delle A.S.L. di competenza, degli iscritti nelle liste dei medici di medicina generale, hanno percepito compensi non dovuti. Gli uomini della Tenenza di Ariano Irpino, hanno proceduto ad un confronto dei dati della popolazione residente acquisiti presso i comuni appartenenti ai vari distretti sanitari dell’ex A.S.L. Avellino 1, con la banca dati degli assistiti della provincia. Il risultato è stato a dir poco sconcertante: dagli incroci è emerso che, nella provincia, sono risultati 6.052 gli assistiti ancora iscritti nelle liste dei medici di medicina generale, benché deceduti o emigrati. Ma l’A.S.L. ha continuato a corrispondere per anni ai medici generici le indennità, sulla base del numero dei pazienti assistiti, quindi, anche per quelli deceduti o emigrati. Di fatto la A.S.L. di Avellino, dal 2000 al 2008, ha continuato a corrispondere a 146 medici di base, indennità per l’assistenza di ben 849 assistiti deceduti e 5.203 emigrati (cioè iscritti all’Anagrafe della popolazione non residente o appartenenti ad altri Distretti Sanitari). Il buco nelle casse dello Stato, è stato enorme: 3.152.762,03 di euro, dei quali i dirigenti pro-tempore dell’A.S.L. di Avellino, avvicendatisi nel tempo, saranno chiamati a rispondere. I risultati dell’indagine, infatti, sono stati comunicati alla Corte dei Conti competente a pronunciarsi sul danno arrecato alle casse dell’Erario dai dirigenti, per aver omesso di vigilare. Sono stati individuati ben 10 professionisti che hanno prescritto addirittura farmaci a carico del S.S.N. nei confronti di persone decedute: per loro è scattata la denuncia alla locale Procura della Repubblica. Dal controllo eseguito sulle ricette mediche rimborsate dal SSN alle farmacie, è emerso che in un solo anno (dal luglio 2010 al giugno 2011), sono stati ben 335 i medici dell’A.S.L. di Avellino, che hanno prescritto indebitamente farmaci a carico del Servizio Sanitario Nazionale, contravvenendo alle disposizioni delle norme regionali, provocando un danno per le casse del Servizio Sanitario Nazionale di 572.475,77 euro.
- operazione PROJECT II (ottobre 2012) TENENZA ARIANO IRPINO
Tale operazione, scaturita a seguito di controllo fiscale, consentiva di pervenire ad un importante risultato di servizio nell’ambito dell’azione volta al contrasto del fenomeno del lavoro nero e delle irregolarità nel mondo produttivo. Centinaia sono state le posizioni lavorative irregolari rilevate per gli impiegati in un “call center” con sede a Grottaminarda. Il “call center” (di fatto, non più operativo), aveva assunto 90 giovani lavoratori avvicendatisi nel tempo con elevati tassi di turn over. In tutto, sono risultate 211 le posizioni lavorative irregolari riscontrate dalle Fiamme Gialle, che hanno consentito alla società, amministrata da una donna di Ariano Irpino, di anni 35, di risparmiare illegittimamente migliaia di euro di contributi previdenziali ed assistenziali, e di retribuzioni per il personale. I lavoratori, infatti, percepivano la modica somma di 120 euro mensili (per 20 ore settimanali), anziché i 653 euro previsti dal contratto nazionale di categoria dello specifico comparto. Il tutto, è stato possibile qualificando come “a progetto” rapporti lavorativi che, nella realtà, si è scoperto essere vero e proprio lavoro subordinato. Al termine delle attività ispettive, i finanzieri della Tenenza di Ariano Irpino, hanno individuato 90 lavoratori irregolarmente assunti e ben 211 posizioni lavorative irregolari. La società, inoltre, è risultata essere “evasore totale” per non aver dichiarato al fisco oltre 114.000 euro di ricavi, e altrettanti di Irap.
- operazione FIDELITY (ottobre 2012) TENENZA SANT’ANGELO DEI LOMBARDI
L’attività di indagine esperita ha consentito di porre termine alla spericolata carriera di un promotore finanziario il quale, negli ultimi anni, era riuscito a raccogliere ingenti somme di denaro, in danno a centinaia di risparmiatori. Tale servizio, avviato a seguito le numerose denunce-querele poste in essere dai soggetti lesi, ha consentito di individuare un promoter finanziario, il quale usufruendo del proprio ufficio presso la filiale di un Istituto di Credito di Lioni (AV), a mezzo di artifizi e raggiri e producendo falsa documentazione attestante inesistenti consistenze patrimoniali, si appropriava del danaro a lui affidatogli. La sua condotta truffaldina portava alla conseguente distrazione di circa 4 milioni di euro, in parte dovuti a perdite in operazioni ad alto rischio effettuate all’insaputa dei risparmiatori ed in parte utilizzati per fini personali. Dette operazioni consentivano al promotore di ottenere, nell’arco del tempo, provvigioni, incentivi finanziari e premi di produttività in base ai risultati ottenuti per circa 1.300.000,00 euro. La situazione, che si protraeva negli anni, era completamente sconosciuta ai clienti del reo i quali, dietro la ricezione di false rendicontazioni riguardanti la loro consistenza patrimoniale, venivano incentivati a non disinvestire i loro risparmi con la promessa di consistenti guadagni e con la concessione di regalie varie (viaggi, materiale elettrotecnici ed informatici) i cui costi venivano addebitati sui conti correnti di altri ignari clienti. Il promoter in questione operava come una vera e propria banca, ponendo in essere una pluralità di operazioni fraudolente, mediante la contraffazione delle firme degli investitori su modulistica contrattuale e su altra documentazione relativa ad operazioni dei medesimi poste in essere, ricevendo denaro contante consegnatogli dall’investitore. In aggiunta, il reo impiegava frequentemente fondi derivanti da prelevamenti con titoli di credito non autorizzati, tratti sui conti correnti di ignari clienti; infatti, dopo aver autonomamente richiesto il carnet di assegni emetteva, dopo averne contraffatto la firma di traenza, assegni bancari impiegati per propri fini e per eseguire finanziamenti volti alla “copertura” di conti, in precedenza da lui fraudolentemente utilizzati, falsificando, al contempo, il questionario MIFID (Markets in Financial Instruments Directive, nel quale il cliente dichiara, tra l’altro, la propria esperienza in materia di investimenti finanziari e la sua propensione al rischio) ed eseguendo operazioni ad alto rischio all’insaputa della clientela. L’operazione si concludeva con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari a carico del promotore finanziario.
- operazione PAY BACK (novembre 2012) TENENZA ARIANO IRPINO
Nell’ambito di tale operazione, volta principalmente a contrastare il fenomeno del lavoro “nero” e delle irregolarità da esso scaturenti, ha permesso la scoperta di centinaia di assunzioni senza contratto di lavoro, portate alla luce a seguito di un capillare controllo fiscale e finalizzato alla verifica, ai fini contributivi, delle posizioni dei lavoratori impiegati in un “Call Center” riconducibile ad una società con sede in Roma. Le indagini hanno consentito di scoprire che una società di Roma, con importanti sedi operative a Milano, Napoli e in Sicilia, alla fine dello scorso anno aveva deciso di aprire una sede operativa anche nell’Avellinese, per la vendita a distanza di prodotti telefonici di noti “brand” (perlopiù, contratti di telefonia mobile privata e “business”). Grazie all’aiuto di un imprenditore locale la società di Roma individuò una sede ad Ariano Irpino ed iniziò la ricerca del personale (in massima parte, in stato di disoccupazione per avvantaggiarsi degli sgravi contributivi per l’assunzione dei lavoratori nel Mezzogiorno, previsti dalla Legge n. 407/1990), da selezionare ed avviare al lavoro dopo un breve percorso formativo. La società aveva promesso a tutti l’assunzione a tempo determinato con una retribuzione mensile di poco più di quattrocento euro, ma con allettanti incentivi di produzione. Nel giro di alcuni mesi, si avvicendarono nel “Call Center” oltre un centinaio di lavoratori, molti dei quali abbandonavano ben presto il lavoro, non vedendosi corrisposta alcuna retribuzione. L’attività investigativa posta in esser portava all’individuazione di 112 lavoratori “in nero” impiegati nel Call Center di Ariano Irpino per oltre 3.500 giornate lavorative, consentendo alla società datrice di lavoro un risparmio di oltre 127.000 euro, tra costi del personale ed oneri previdenziali e contributivi. Alla società, sono state contestate sanzioni amministrative che giungono fino ad un massimo di poco più di 2 milioni di euro.
Attualità
Educare alla parità di genere – tra pari”, domani la presentazione del progetto presso la Sala Conferenze del Palazzo degli Uffici
L’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino venerdì 22 novembre 2024 alle ore 10,30 presso la sala Conferenze del Palazzo degli Uffici presenta un progetto che si rivolge agli studenti della scuola secondaria di II grado per Educare alla parità attraverso l’ innovazione didattica, dal titolo “Educare alla parità di genere – tra pari”.
Il progetto didattico “Educare alla parità di genere – tra pari” presentato dalla dott.ssa Rossella Schiavo, responsabile del Centro Antiviolenza ANANKE dell’Ambito Territoriale A1 con sede ad Ariano, ha lo scopo di prevenire atti di violenza contro le donne attraverso percorsi educativi e formativi destinati alle studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di II grado di Ariano in via sperimentale e nella forma di ricerca – azione.
Il progetto prevede di coinvolgere un numero di studenti delle classi terze e dopo la formazione essi stessi opereranno nei gruppi di studenti del proprio istituto secondo il modello didattico “pear to pear”.
L’iniziativa nasce dall’intesa tra gli Assessorati all’istruzione e alle Politiche Sociali, l’Azienda Speciale consortile per le politiche sociali dell’Ambito Territoriale A1 e le scuole superiori di Ariano. Dopo la sperimentazione il progetto sarà esteso alle altre scuole del territorio.
Dopo i saluti di:
Enrico Franza
Sindaco di Ariano Irpino
Laura Cervinaro
Consigliera Provinciale
Augusto Morella
Presidente Azienda speciale consortile per la gestione delle politiche sociali Provincia di Avellino n. A1
Pasqualino Molinario
Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ariano Irpino
Grazia Vallone
Assessore all’Istruzione e alle Politiche Giovanili del Comune di Ariano Irpino
Interverranno:
Rossella Schiavo
Psicologa – Azienda speciale consortile Avellino A1 – Sportello “Ananke”
Tiziana Aragiusto
Dirigente Scolastica, reggente ISS “De Gruttola”
Massimiliano Bosco
Dirigente Scolastico, ISS “Ruggero II”
Giovanni Mingione
Dirigente Scolastico, reggente Liceo “P. P. Parzanese”
Interventi degli studenti
Attualità
Rsu Ispettorato del Lavoro: solidarietà alle colleghe aggredite a Sirignano, necessario garantire sicurezza dei dipendenti
La Rappresentanza sindacale unitaria dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Avellino, composta da Mario D’Andrea, Carminantonio Vacchiano e
Maria Luisa Candela, nell’esprimere piena solidarietà alle due colleghe aggredite nei giorni scorsi in un’attività commerciale di Sirignano, mentre svolgevano il proprio lavoro, approfittando della presenza in città di alti dirigenti dell’ente, giunti appositamente presso la sede dell’ufficio per manifestare la vicinanza dell’amministrazione per quanto successo e approfondire la vicenda, ha avuto un confronto con il direttore centrale Vigilanza e Sicurezza del Lavoro dell’Ispettorato nazionale, dott. Aniello Pisanti, con il direttore interregionale Inl, dott. Giuseppe Patania, e con il direttore dell’Ispettorato territoriale di Avellino, dott. Francesco Damiani, che nella mattinata di ieri si sono incontrati, a Palazzo di governo, con il Prefetto, Rossana Riflesso.
L’intento della Rsu è individuare soluzioni idonee a gestire una situazione che ormai sta diventando insostenibile per gli ispettori che quotidianamente, nello svolgere le proprie mansioni, si imbattono in situazioni rischiose, diventando nei fatti lo sfogatoio di tensioni sociali, ma anche i destinatari di atteggiamenti e comportamenti incivili e aggressivi, da parte di alcuni degli utenti sottoposti a controlli.
Per quanto ci riguarda, abbiamo quindi chiesto maggiore attenzione e tutela anche per il personale adibito al front office, che costantemente deve rapportarsi con il malcontento dell’utenza, che non di rado degenera in invettive e minacce all’indirizzo degli addetti.
Da parte dei tre dirigenti abbiamo registrato ampia disponibilità a recepire le nostre osservazioni e ad intrattenere un confronto costante, in un’ottica di collaborazione costruttiva, nell’interesse esclusivo dei dipendenti degli uffici, in modo che possano svolgere le proprie funzioni istituzionali nella massima tranquillità.
Venendo al grave espisodio occorso alle colleghe, l’altro giorno, quando le due ispettrici del lavoro si sono presentate e qualificate all’atto dell’accesso ispettivo, il titolare della ditta ha reagito con violenza contro una di loro, strattonandola con forza mentre stava procedendo all’identificazione di una lavoratrice, impedendole di raccoglierne le dichiarazioni, in modo da agevolarne l’allontanamento, anche su energico invito della madre di quest’ultimo, presente nel negozio. Nonostante le ispettrici abbiano immediatamente chiesto l’intervento dei Carabinieri della stazione di Baiano, tramite il 112, che sono sopraggiunti in loco, il titolare della ditta e i suoi congiunti hanno ripetutamente oltraggiato e aggredito verbalmente le ispettrici del lavoro, rovesciando persino il tavolo sul quale stavano redigendo il verbale, colpendo così ad una mano una delle colleghe, procurandole una frattura ad un dito. Si è pertanto reso necessario l’intervento dei sanitari, anche a causa di un malore accusato dall’ispettrice colpita, a seguito della situazione, e il trasporto presso il Pronto Soccorso dell’azienda ospedaliera Moscati di Avellino, dove i medici hanno riscontrato la frattura alla mano e un innalzamento della pressione arteriosa, con una prognosi di 25 giorni.
A seguito di quanto è successo, ci è stato riferito che sarà convocato, in tempi brevi, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, con l’obiettivo di garantire un maggiore supporto all’attività ispettiva, in termini di forze dell’ordine.
Attualità
La lega marcia, mentre l’opposizione tace sulla Questione Meridionale e sul referendum
La Corte Costituzionale ha assestato un duro colpo alla legge 86/2024 targata Calderoli, ha cassato sette commi e indicato cinque prescrizioni a cui attenersi per riscrivere il testo. La casa è abbattuta ma non polverizzata, e Calderoli è ben determinato a modificare la legge in parlamento. I rilievi della Consulta sono chiari: non si possono trasferire intere materie ma solo specifiche funzioni, la richiesta va motivata e sempre che lo Stato Centrale non sia in grado di svolgere questa funzione nel rispetto del principio di sussidiarietà; la delega al governo per la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) non può essere generica; i LEP non possono essere definiti e rivisti con DPCM (Decreto Presidente Consiglio dei Ministri); deve essere eliminato il criterio della spesa storica e le regioni sono obbligate a rispettare il patto di stabilità al fine di prevenire inefficienze di sistema e la crescita della spesa pubblica; il parlamento non può solo ratificare le intese, fra il governo e le regioni, ma deve approvarle e rinviarle per un nuovo esame. Le opposizioni esultano, manca, però, un’azione volta a rimettere al centro dell’agenda politica la Questione meridionale, causa ed effetto delle disuguaglianze tra le due aree del paese. Né l’opposizione ha riaffermato la necessità che il referendum, richiesto da oltre 1,2 milioni di cittadini, sia celebrato, in tal modo, si impedisce ai cittadini di partecipare al dibattito pubblico sul regionalismo differenziato, sin ad ora, svolto solo nelle sedi istituzionali oppure nelle segrete stanze. In tal modo il silenzio dell’opposizione rafforza la proposta del governo Meloni di ritenere oramai inutile il referendum e non pongono in campo l’offensiva per spazzare via lo Spacca Italia.
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