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Politica

Il J’accuse di Lello Castagnozzi di Ariano Bene Comune

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Ho intitolato questo messaggio “J’accuse” per un motivo molto semplice. In esso, storicamente, è racchiuso l’episodio di un’ingiustizia profonda che Émile Zola volle fare proprio attraverso una lettera di denuncia che nel corso dei tempi ha assunto il significato dell’ingiustizia per antonomasia e dell’accusa verso un sistema iniquo.

Sono convinto che tutti gli arianesi o la maggior parte di essi siano consapevoli della grave situazione in cui versa la nostra comunità. Abbiamo assistito in quest’ultimo decennio ad un progressivo deterioramento in tutti gli ambiti sociali ed economici della Città. Si è verificata una spoliazione, oserei dire scientifica, delle risorse, già esigue, che avevamo a disposizione. Siamo stati privati, in modo sistematico, di tutti quei servizi che fanno di un’aggregazione di uomini, un qualcosa che possiamo definire “civile”. Siamo stati lesi nella salute attraverso un processo subdolo che ha preso l’avvio dalla gestione amministrativa dell’ASL per proseguire attraverso un processo d’impoverimento delle strutture operative. Chi ha gestito la politica e questi enti ci ha mandato un messaggio subliminale terribile: “della vostra salute, della salute degli arianesi e di tutto il vostro territorio non ci frega nulla; non ci interessa se questi provvedimenti vanno a minare la prevenzione, la crescita dei vostri figli, un minimo di benessere per gli anziani,che rappresentano sempre più la maggioranza della popolazione e la cui fragilità non ha bisogno di sottolineature, non abbiamo nessuna remora a negarvi qualsiasi urgenza o emergenza che sia, nel caso in cui dovreste averne la necessità. È successo proprio questo: ci hanno sbattuto in faccia la loro indifferenza e la loro superficialità nell’ambito più importante dei diritti e delle tutele. Non è finita qui, perché pur sapendo ampiamente che il nostro tessuto sociale è uno fra i più poveri nella ancor più miserabile condizione del mezzogiorno d’Italia, ci è stato negato, con la scusa della spending review, il diritto alla giustizia che, con la chiusura del tribunale non ha fatto altro che allontanare il cittadino, specie quello più indigente, dalla possibilità di ottenere giustizia in tempi e a costi giusti. Di nuovo quel messaggio di menefreghismo che assume la valenza di una violenza gratuita e ingiustificabile. Qualcuno, di grande intelligenza, e io lodo l’intelligenza, ha detto che non si può avere tutto sotto casa. Il problema è che, la persona intelligente che io continuo a stimare, non ha considerato che noi, sotto casa nostra, non abbiamo nulla. Non abbiamo usufruito di una politica industriale, di una politica relativa ai trasporti; tagliando i collegamenti ferroviari, ci hanno persino detto restatevene a casa vostra, dove andate? Volete, se ci riuscite, fare i pendolari? Allora arrangiatevi, passate tre quarti della vostra vita nelle stazioni a scambiare treni, prendere coincidenze, rinunciare a una vita decente, alzatevi all’alba e rientrate quando il sole è sparito da un pezzo. Se pure dovesse verificarsi l’opportunità di un lavoro lontano, il premio è la maledizione di una vita non vita, senza rapporti sociali ma “vissuta” a cavallo dell’ansia e della consapevolezza del non ritorno a una normalità dovuta, voluta ma impossibile da raggiungere. Potrei continuare, elencando tutte le storture e le devianze presenti su questo territorio ma, sarebbe più semplice e più rapido elencare gli elementi positivi, data la loro esiguità. Un po’ di aria buona, un paesaggio straordinario, una tranquillità che sfiora l’anestesia. Tutto qui. Vi starete chiedendo il perché di questo sfogo ed è giusto. Il fatto è che in questi giorni a ridosso delle elezioni amministrative, la tragedia che vive il nostro territorio passa, come se niente fosse, su un piano non secondario ma inesistente. Tutti quelli che hanno seminato macerie e disastri in questi anni, tranquillamente si preparano e proseguono la campagna politica interrotta prematuramente, come se niente fosse: incapaci di rendersi conto o consapevoli della loro inettitudine e mala fede, continuano nella loro azione incrollabile di tessere alleanze su alleanze, riproponendo con una sfacciataggine che non ha eguali, gli stessi schemi, le stesse persone, gli stessi irrealizzabili sogni da regalare a un popolo che oramai stenta a prendere sonno tanto la sua notte è popolata da incubi.

Leggo, ascolto, in questi giorni, i soliti lamenti, il pianto di Ecuba per la morte di Ettore: genitori disperati per i figli che non trovano lavoro, intellettuali capaci di fini disamine, farsi da parte di fronte ad un impegno serio e risolutivo come se la soluzione dei problemi toccasse ad altri. L’unico elemento sempre presente è una certa forma di critica, un atteggiamento agnostico rispetto alla politica che è essenzialmente negazione dell’esistenza della possibilità di un cambiamento. La frase ricorrente in questi come in altri giorni è:”tanto non cambia nulla”, come se tutto fosse demandato a un’entità superiore contro la quale non è possibile scontro alcuno.

Credo che il tempo degli sguardi distanti, sia finito. Credo che se vogliamo riacquistare un briciolo di dignità da restituire ai nostri figli, alle generazioni che verranno e, perché no, a noi stessi, abbiamo bisogno di uno scatto d’orgoglio e di coraggio. Non è più il tempo di scansarsi, addurre scuse, evitare il sacrificio: bisogna mettersi in gioco e, in questa Città, che in passato ha dimostrato quanto grande è la sua capacità di reazione e sopportazione di fronte a uno sfregio come quello della discarica, vi sono le potenzialità per reagire e ricostruire, per confrontarsi e decidere finalmente e solamente per il bene comune. Donne e uomini di Ariano, stropicciamoci gli occhi, facciamo in modo di avere finalmente una visione chiara delle cose, e diamo una svolta vera e profonda alla nostra vita.

Lello Castagnozzi

Coalizione “Ariano Bene Comune”

 

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Attualità

La lega marcia, mentre l’opposizione tace sulla Questione Meridionale e sul referendum

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La Corte Costituzionale ha assestato un duro colpo alla legge 86/2024 targata Calderoli, ha cassato sette commi e indicato cinque prescrizioni a cui attenersi per riscrivere il testo. La casa è abbattuta ma non polverizzata, e Calderoli è ben determinato a modificare la legge in parlamento. I rilievi della Consulta sono chiari: non si possono trasferire intere materie ma solo specifiche funzioni, la richiesta va motivata e sempre che lo Stato Centrale non sia in grado di svolgere questa funzione nel rispetto del principio di sussidiarietà; la delega al governo per la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) non può essere generica; i LEP non possono essere definiti e rivisti con DPCM (Decreto Presidente Consiglio dei Ministri); deve essere eliminato il criterio della spesa storica e le regioni sono obbligate a  rispettare il patto di stabilità al fine di prevenire inefficienze di sistema e la crescita della spesa pubblica; il parlamento non può solo ratificare le intese, fra il governo e le regioni, ma deve approvarle e rinviarle per un nuovo esame. Le opposizioni esultano, manca, però, un’azione volta a rimettere al centro dell’agenda politica la Questione meridionale, causa ed effetto delle disuguaglianze tra le due aree del paese. Né l’opposizione ha riaffermato la necessità che il referendum, richiesto da oltre 1,2 milioni di cittadini, sia celebrato, in tal modo, si impedisce ai cittadini di partecipare al dibattito pubblico sul regionalismo differenziato, sin ad ora, svolto solo nelle sedi istituzionali oppure nelle segrete stanze. In tal modo il silenzio dell’opposizione rafforza la proposta del governo Meloni di ritenere oramai inutile il referendum e non pongono in campo l’offensiva per spazzare via lo Spacca Italia.

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Attualità

INDAGINE DI MERCATO ………. NUOVI LOCALI- INPS

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In data 7.11.2024 la Direzione Regionale Campania ha pubblicato un avviso pubblico di indagine di mercato nuova sede INPS da condurre in locazione passiva ARIANO IRPINO- GROTTAMINARDA da destinare a nuova sede dell’agenzia territoriale INPS.
Siamo meravigliati di questo bando improvviso poiché i locali attualmente occupati sono di proprietà del Comune di Ariano Irpino,che già in passato ha provveduto a modificare la struttura secondo le esigenze della della Direzione Regionale Campania.
Dalla descrizione sintetica di ricerca è assurdo leggere che la nuova struttura dovrà ospitare 12 postazioni lavoro per una utenza stimata di 30 persone al giorno piu locali adibiti ad archivio preferibilmente piano terra con servizi igienici e depositi interrati.
Tutte queste caratteristiche sono rispettate nella sede attuale, quale sia stato il vero movente che ha spinto la Direzione Regionale della Campania a promuovere la ricerca di una nuova collocazione anche fuori i confini di Ariano Irpino sede storica da oltre 50 anni??
Non mi sembra ci sia tutta questa esigenza di ampliamento di struttura visto l’utilizzo di prenotazione obbligatoria per l’utenza, e lo smart- working con lavoro da casa per i dipendenti.
Facciamo:

APPELLO
al Sindaco Franza e l’intera Amministrazione ,di attivarsi con sollecitudine affinchè non ci sia l’ulteriore chiusura di un ufficio pubblico ai danni della collettività e degli esercizi commerciali.
CHIEDIAMO
-Se l’Amministrazione abbia già preso qualche iniziativa per far rimanere gli uffici nei locali attuali ?;
-Se l’ Amministrazione era stata avvertita della pubblicazione di questo avviso di ricerca e quali erano le motivazioni?
-Se l’indagine di ricerca nuovi locali, era dovuta per una questione economica e se l’Amministrazione ha pensato di abbassare o eliminare del tutto il fitto concedendo i locali in uso gratuito pur di non perdere il servizio pubblico ?.
Il Circolo di Fratelli D’Italia si attiverà con ogni iniziativa utile sia a livello locale che Regionale affichè la sede INPS di Ariano Irpino non sia spostata in altro Comune.
IL PRESIDENTE DEL CIRCOLO FDI

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Attualità

“Elezioni USA” la nota di Louis Stanco, segretario M.A.P.S.

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Dalle sconfitte elettorali ho la parvenza che non si abbia più la voglia di imparare nulla, secondo l’assunto “ Se non ho vinto è perché lui è peggio di me”, come se fosse un ossimoro.
“Vincere è per i perdenti.”
Per le mie sensibilità politiche, ovviamente non è un “buongiorno politicamente parlando”.
Tuttavia, questa mattina dai sostenitori della Harris e dagli esponenti del centrosinistra italiano, ho notato vari post dove si elencano le gaffe di Trump, le sue frasi sessiste, razziste, omofobe e via discorrendo.
Nulla di si dice sul dato del voto popolare , dove Trump vince per la prima volta, oltre che al senato e quindi nel voto dei grandi elettori, prende tutto.
Al pari, nessuna ammenda o autocritica sull’operato dell’ormai precedente amministrazione Biden-Harris che evidentemente non è stato premiato.
Bene, questo che ormai è il solito “riduzionismo semplicista” con cui si commentano le sconfitte elettorali non è funzionale alla sinistra, in nessun posto del mondo.
Sarebbe buona regola dopo una sconfitta elettorale complimentarsi con l’avversario e meditare.
Per provare a vincere alla prossima tornata elettorale.
Per i democratici di tutto il mondo, per il centro- sinistra Italiano sarebbe auspicabile prediligere, nuovamente come interlocutore privilegiato l’operaio, il ceto medio-basso e le periferie, non solo l’intellettuale occhialuto e supponente.
Questa demonizzazione del popolo, talora elitistica, mi rimanda a Alexis de Tocqueville quando diceva “ disprezzo e temo la folla”.
Il popolo è sovrano e la struttura del sistema elettorale americano è espressione di democrazia.
Il popolo non è mai stupido, è che va compreso, per poter vincere.

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