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Attualità

Il Recovery Fund per riunificare l’Italia

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Il rapporto Svimez 2020 disegna un Paese diviso a metà con il Sud emarginato e messo in ginocchio dalla Pandemia, il PIL nel 2020 si attesterà a meno 9,9% mentre quello del Centro-Nord a meno 9%.

La ripresa sarà lenta, differenziata e sperequata, il Sud nel 2021 avrà una crescita di 1,4% mentre il Nord potrà beneficiare del 4,5%. Le previsioni ed i numeri snocciolati dallo Svimez mostrano una Nazione in costante declino in quanto anche le Regioni del Nord, tra il 2007 ed il 2018, hanno avuto la riduzione del PIL per abitante. Nello stesso periodo in Europa si è avuta una crescita significativa del PIL negli Stati dell’Est Europa che hanno sopravanzato alcune Regioni del Nord. Nel Meridione nei tre trimestri del 2020 l’occupazione si è ridotta del 4,5%, mentre al Nord dell’1,5%, sono stati persi circa 280 mila posti di lavoro oltre ai 500 mila posti già contabilizzati dal 2007. Il dato sconcertante è il decremento dell’occupazione dei giovani fra i 15 ed i 34 anni a fronte dell’aumento di quella degli over 50. In aumento il numero dei NEET (Not in Education, Employment or Training), acronimo che indica la quota di popolazione di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non è occupata, né è inserita in un percorso di istruzione o di formazione.

Il livello di occupazione femminile è drammatico. Il lockdown ed i contratti precari, nei primi sei mesi del 2020, hanno mandato in fumo 500 mila posti di lavoro. Nel Mezzogiorno il 25% della popolazione femminile svolge un lavoro precario mentre nel Centro-Nord è di 13-14%, dati riferiti agli ultimi 5 anni. In Italia 11,5% delle donne ha una retribuzione oraria inferiore di due terzi di quella media a differenza degli uomini che è pari al 7,9%. Al Sud questa percentuale diventa per le donne del 20% e per gli uomini del 14%. A livello nazionale l’occupazione femminile nel settore con elevatissima specializzazione, dal 2008 al 2019, ha subito un decremento di 290 mila unità pari al 7,9%. Nel Mezzogiorno il calo è stato fortissimo, di circa meno 16,2% a differenza del Nord che si attestato a meno 4%.

Adriano Giannola, Presidente dello Svimez, snocciola numeri e statistiche: nel Mezzogiorno circa il 34% dei ragazzi con genitori a bassa scolarizzazione sono privi di ausili informatici o di adeguata linea internet, fatto che li esclude dal percorso formativo a distanza ed incrementa la dispersione scolastica che è doppia rispetto a quella del Nord. La Sanità già prima della pandemia era al livello di massima allerta, oggi con l’epidemia tutti i nodi sono venuti al pettine e le liti nella Conferenza Stato-Regioni rendono tutto più complicato.

Manca un piano strategico per gli investimenti pubblici nel Meridione privo di infrastrutture che consentano a questo territorio di offrire condizioni favorevoli per gli investimenti. L’alta velocità è un sogno e dovrebbe collegare Salerno con Palermo, fatto che renderebbe logica la costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Manca la banda larga, indispensabile alla pubblica amministrazione per migliorare l’efficienza e rendere il Sud un territorio appetibile per gli investimenti. Ora o mai più va impegnata la potenza di fuoco finanziaria offerta dal Recovery Fund impegnando almeno il 65% del fondo per ammodernare il Meridione. Se perdiamo questo treno si sancirà definitivamente che il Sud è stato abbandonato al suo destino e la responsabilità ricadrà sul governo giallo-rosso.

Il re è nudo non ci sono più alibi.

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Provincia – Obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali sulle strade provinciali e regionali dell’Irpinia

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La Provincia di Avellino ha disposto, con ordinanza del dirigente del settore Viabilità, l’obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali (da neve) o altri mezzi antisdrucciolevoli omologati ed idonei ad essere prontamente utilizzati, ove necessario, durante il periodo compreso tra la data odierna e il 15 Aprile 2025, per tutti i veicoli a motore, esclusi i ciclomotori a due ruote, i motocicli e i velocipedi, in transito lungo i tratti delle strade provinciali e regionali ricadenti nel territorio della provincia di Avellino.

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Avanti tutta con il referendum abrogativo

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Salvini e Zaia, forse affetti da analfabetismo di ritorno, vogliono portare avanti il loro disegno di spaccare l’Italia, ignorano sia Consulta che ha demolito la legge Calderoli, sia la Cassazione che rende ammissibile il referendum abrogativo, non possono impunemente sbeffeggiare le istituzioni reputando uno scherzo di carnevale le decisioni assunte dalle supreme corti. Qualcuno dovrebbe fermare il duo Salvini-Zaia, è in gioco la credibilità della Meloni e del governo che hanno prestato giuramento sulla Costituzione. La legge Calderoli è un orrore Costituzionale, viola il principio di uguaglianza e di solidarietà, declassa la Questione Meridionale ad affare locale che dovranno risolvere gli amministratori meridionali, ritenuti la causa e l’effetto del problema. I fatti, le relazioni del Parlamento, l’Ufficio dei Conti Pubblici territoriali hanno smentito la narrazione della Lega, infatti l’applicazione del criterio della spesa storica ha consentito al Nord di ottenere un maggior gettito dallo Stato Centrale di oltre 60 miliardi, fatto che ha consentito di finanziare il tempo prolungato nella scuola dell’obbligo, di costruire gli asili nido, di offrire l’alta velocità, diffusa in tutta l’Italia settentrionale, servizi quasi completamente negati ai meridionali. Si celebri il referendum contro la legge Calderoli e, senza perder tempo, si inizi la battaglia per riunificare il paese affinché tutti i cittadini, inclusi i meridionali, si sentano fratelli e non fratellastri d’Italia.

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Provincia – Nuova tariffa per lo smaltimento dei rifiuti, ai Comuni rimborso per un milione di euro

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Il presidente Buonopane: “Risparmi anche per i cittadini”

“Oltre un milione di euro di risparmio per i Comuni sullo smaltimento dei rifiuti, che si traduce in una riduzione della Tari per i cittadini”. Il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, comunica che l’Ato ha validato la nuova tariffa proposta dalla società provinciale IrpiniAmbiente Spa.

La tariffa regolata produce uno sconto di circa il 9% sul precedente importo. Si passa da 220 euro a tonnellata a 200,70 euro per quanto riguarda la frazione indifferenziata trattata allo Stir di Pianodardine, con applicazione retroattiva al primo gennaio 2024, comportando così una ricaduta di risparmio in tariffa Tari per i cittadini irpini.

La somma complessiva che verrà restituita ai Comuni supera il milione di euro. Questo importo sarà distribuito in misura proporzionale con note di credito per le amministrazioni in regola con i pagamenti a IrpiniAmbiente. Per gli enti morosi si adotterà una compensazione debiti-crediti.

“Non si può non evidenziare lo straordinario lavoro che sta portando avanti il management di IrpiniAmbiente, con l’amministratore unico Claudio Crivaro – dichiara il presidente Buonopane -. La nuova tariffa, la cui proposta è stata inviata all’Ato lo scorso ottobre e ora finalmente è stata validata, è frutto di una virtuosa gestione della società. Come si ricorderà, è stato già dimezzato il costo per lo smaltimento della frazione umida (che è sceso da poco più di 200 euro a circa cento euro), mentre per il vetro IrpiniAmbiente ottiene da qualche mese un rimborso. E ciò a differenza di quanto accadeva in passato, quando la società sborsava risorse importanti a favore delle aziende che si occupano del recupero e riciclo. Tutto questo, unito al know how e alla forza lavoro, fa di IrpiniAmbiente un esempio di società pubblica che funziona. Ovviamente, si può sempre migliorare. In tal senso, sono in campo altre azioni promosse dal dottore Crivaro e dal suo staff. A lui e a tutti i lavoratori il nostro ringraziamento”.

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