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Attualità

In Campania mancano 11 mila unità fra medici e infermieri

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Risuonano nelle orecchie le parole di De Luca: “Mai più ultimi”. Lo slogan stride con la realtà della Sanità campana, priva di 11 mila unità, fra medici e infermieri, costretti a sottoporsi a turni massacranti e dotati di insufficienti Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), che li espone al contagio  dovuto al contatto con i pazienti asintomatici affetti da Covid-19. Le liste di attesa si allungano, con tempi che superano i 6 mesi, imponendo al cittadino esborsi extra imputabili a visite specialistiche o interventi operatori in intramoenia. Infatti, pagando migliaia di euro, in pochi giorni, si riceve la prestazione sanitaria, di fatto, negata ai cittadini con basso reddito appartenenti alle fasce deboli (anziani, disabili). Senza dimenticare che il passaggio all’assistenza indiretta per visite specialistiche e per medicinali, dovuta allo sforamento del tetto di spesa indicato dalla regione,impone al cittadino di pagare di tasca propria le prestazioni sanitarie . A questo si aggiunga che, in Campania,l’inquinamento del sottosuolo e dell’aria nonché, l’assenza di costanti screening di prevenzione delle più frequenti patologie, sono correlati alla riduzione della vita media di 3-4 anni rispetto a quella nazionale. Ciò è causa ed effetto di patologie croniche e maggiori costi sociali ed economici sostenuti dall’Inps. Di sicuro la classe politica della Campania ha prestato poca attenzione al fatto che, pur essendo previsti i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), non sono state garantite identiche condizioni di assistenza sanitaria ai cittadini campani rispetto a quelli del Nord. Fatto che ha generato la migrazione, ogni anno, di circa 33 mila pazienti recatisi nel Nord per curarsi, con la conseguente spesa di 300 milioni di euro gravanti sul bilancio regionale.La classe politica campana, inclusa quella meridionale, non ha imposto con forza nella Conferenza Stato e Regioni il riequilibrio  delle risorse finanziarie assegnate in ambito sanitario. Non si è applicato il criterio della spesa pro-capite che avrebbe, probabilmente, azzerato le sperequazioni e le disuguaglianze che affliggono i campani, oggi, incolmabili unicamente con le risorse del PNRR. Se non cambia la musica saremo sempre gli ultimi nella classifica delle comunità progredite.

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Provincia – Obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali sulle strade provinciali e regionali dell’Irpinia

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La Provincia di Avellino ha disposto, con ordinanza del dirigente del settore Viabilità, l’obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali (da neve) o altri mezzi antisdrucciolevoli omologati ed idonei ad essere prontamente utilizzati, ove necessario, durante il periodo compreso tra la data odierna e il 15 Aprile 2025, per tutti i veicoli a motore, esclusi i ciclomotori a due ruote, i motocicli e i velocipedi, in transito lungo i tratti delle strade provinciali e regionali ricadenti nel territorio della provincia di Avellino.

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Avanti tutta con il referendum abrogativo

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Salvini e Zaia, forse affetti da analfabetismo di ritorno, vogliono portare avanti il loro disegno di spaccare l’Italia, ignorano sia Consulta che ha demolito la legge Calderoli, sia la Cassazione che rende ammissibile il referendum abrogativo, non possono impunemente sbeffeggiare le istituzioni reputando uno scherzo di carnevale le decisioni assunte dalle supreme corti. Qualcuno dovrebbe fermare il duo Salvini-Zaia, è in gioco la credibilità della Meloni e del governo che hanno prestato giuramento sulla Costituzione. La legge Calderoli è un orrore Costituzionale, viola il principio di uguaglianza e di solidarietà, declassa la Questione Meridionale ad affare locale che dovranno risolvere gli amministratori meridionali, ritenuti la causa e l’effetto del problema. I fatti, le relazioni del Parlamento, l’Ufficio dei Conti Pubblici territoriali hanno smentito la narrazione della Lega, infatti l’applicazione del criterio della spesa storica ha consentito al Nord di ottenere un maggior gettito dallo Stato Centrale di oltre 60 miliardi, fatto che ha consentito di finanziare il tempo prolungato nella scuola dell’obbligo, di costruire gli asili nido, di offrire l’alta velocità, diffusa in tutta l’Italia settentrionale, servizi quasi completamente negati ai meridionali. Si celebri il referendum contro la legge Calderoli e, senza perder tempo, si inizi la battaglia per riunificare il paese affinché tutti i cittadini, inclusi i meridionali, si sentano fratelli e non fratellastri d’Italia.

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Provincia – Nuova tariffa per lo smaltimento dei rifiuti, ai Comuni rimborso per un milione di euro

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Il presidente Buonopane: “Risparmi anche per i cittadini”

“Oltre un milione di euro di risparmio per i Comuni sullo smaltimento dei rifiuti, che si traduce in una riduzione della Tari per i cittadini”. Il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, comunica che l’Ato ha validato la nuova tariffa proposta dalla società provinciale IrpiniAmbiente Spa.

La tariffa regolata produce uno sconto di circa il 9% sul precedente importo. Si passa da 220 euro a tonnellata a 200,70 euro per quanto riguarda la frazione indifferenziata trattata allo Stir di Pianodardine, con applicazione retroattiva al primo gennaio 2024, comportando così una ricaduta di risparmio in tariffa Tari per i cittadini irpini.

La somma complessiva che verrà restituita ai Comuni supera il milione di euro. Questo importo sarà distribuito in misura proporzionale con note di credito per le amministrazioni in regola con i pagamenti a IrpiniAmbiente. Per gli enti morosi si adotterà una compensazione debiti-crediti.

“Non si può non evidenziare lo straordinario lavoro che sta portando avanti il management di IrpiniAmbiente, con l’amministratore unico Claudio Crivaro – dichiara il presidente Buonopane -. La nuova tariffa, la cui proposta è stata inviata all’Ato lo scorso ottobre e ora finalmente è stata validata, è frutto di una virtuosa gestione della società. Come si ricorderà, è stato già dimezzato il costo per lo smaltimento della frazione umida (che è sceso da poco più di 200 euro a circa cento euro), mentre per il vetro IrpiniAmbiente ottiene da qualche mese un rimborso. E ciò a differenza di quanto accadeva in passato, quando la società sborsava risorse importanti a favore delle aziende che si occupano del recupero e riciclo. Tutto questo, unito al know how e alla forza lavoro, fa di IrpiniAmbiente un esempio di società pubblica che funziona. Ovviamente, si può sempre migliorare. In tal senso, sono in campo altre azioni promosse dal dottore Crivaro e dal suo staff. A lui e a tutti i lavoratori il nostro ringraziamento”.

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