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Attualità

Io, suora guarita dal virus, vi dico: abbiate fiducia nella scienza e non fatevi rubare la speranza

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Presso l’Istituto parificato di suore oblate San Francesco Saverio di Ariano Irpino, su 16 suore rimaste, tre sono state contagiate dal Covid-19 e ora sono guarite, mentre una delle sorelle più anziane, suor Emilia, è morta. L’ultima in ordine di tempo, che ha contratto il virus, è una suora di 83 anni, ormai guarita, che ha accettato di raccontarci la sua storia in esclusiva, chiedendoci di rimanere anonima.

Come pensa di aver contratto il virus?

Ero andata in ospedale per un intervento ortopedico, ed ero stata dimessa una settimana prima che si scoprissero i focolai da coronavirus. Una volta rientrata, giacché non potevo camminare, mi ero isolata in camera mia, dove camminavo con l’ausilio del girello. Quindici giorni dopo il rientro in convento, ho cominciato a sentirmi male. Non riesco tuttora a spiegarmi come e dove abbia contratto il virus.

Come si è accorta di avere il Covid-19?

Ho avvertito diversi sintomi: una sonnolenza continua, stanchezza, dolori muscolari, forte inappetenza, perdita di gusto (ageusia) e odorato (anosmia), brividi di freddo, nausea, vomito e febbre, che nei primi tre giorni, variava gradualmente da 37 gradi in su: il terzo giorno ha superato i 38. Le mie consorelle, che mi hanno assistita con premura, per abbassarla mi hanno dato la tachipirina, ma mi è rimasto il forte dolore allo stomaco, accompagnato sempre dalla nausea, tanto che ho preso altre medicine, tra cui l’Augmentin (antibiotico) e il protettore gastrico. Siccome dopo una settimana circa, continuavo a non sentirmi bene, la madre superiora, che era in contatto continuo con il nostro medico, il quale mi aveva consigliato il ricovero fin dal primo momento, ha chiamato il 118. Quando è arrivata l’ambulanza, il medico di bordo, mi ha sottoposta a diverse analisi, dalla pressione, all’elettrocardiogramma, alla saturazione dell’ossigeno nel sangue. Hanno trovato tutto normale, ma continuavo a non poter mangiare e a vomitare e avevo anche le bollicine in bocca (afta) che mi facevano male. Dalle analisi fatte dal 118, non è emersa la necessità di ricoverarmi, ma la dottoressa che mi ha visitata, mi ha detto che il problema dello stomaco era dovuto alla malattia, raccomandandomi di rimanere in completo isolamento, di evitare di prendere le medicine e, di indossare la mascherina, se fossi entrata in contatto con altre consorelle, quando ad esempio, mi venivano a portare il pranzo o per altre necessità. Durante la visita mi hanno anche praticato il primo tampone, di cui in seguito avrei conosciuto il risultato: positivo!

Dopo quanto tempo i primi miglioramenti?

Dopo otto giorni ho notato dei miglioramenti, dopo 15 giorni sono venuti a farmi il secondo tampone, che è uscito “dubbio”. A distanza di un giorno, mi hanno eseguito il terzo tampone, che è risultato negativo. A distanza di un’altra settimana, l’ultimo tampone, anch’esso risultato negativo. Ora sto bene, mi è tornato il gusto, non ho più la nausea, mi è guarita la bocca, mangio normalmente, anche se, per la sicurezza della comunità, devo rimanere ancora in isolamento fino a domenica. In realtà siamo tutte in isolamento, ci vediamo solo quando andiamo in chiesa e rispettando la distanza di sicurezza.

È stata un’esperienza dura?

Da metà marzo a ora, per quasi due lunghi mesi, ho affrontato una situazione difficile, che ho definito “la notte oscura”. Devo ammettere che c’è stato qualche momento di scoraggiamento, in cui ho anche pensato che non ce l’avrei fatta, non sarei più guarita. Ho sperimentato l’afflizione, ma nel contempo, non ho perso la fiducia nella scienza, né tantomeno nella fede, che è la mia vocazione principale. Vorrei dire a coloro che stanno lottando con la malattia, anche se è dura, di non disperare, di non perdere la fiducia nel progresso della scienza e della medicina, altrimenti si rischia di andare in depressione: arriverà la luce anche per loro! In tutto questo tempo, soprattutto la notte, mi è tornata sempre in mente la frase di Papa Francesco: “per favore, non fatevi rubare la speranza!”. Non bisogna consentire alla disperazione di prendere il sopravvento.

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Provincia – Obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali sulle strade provinciali e regionali dell’Irpinia

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La Provincia di Avellino ha disposto, con ordinanza del dirigente del settore Viabilità, l’obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali (da neve) o altri mezzi antisdrucciolevoli omologati ed idonei ad essere prontamente utilizzati, ove necessario, durante il periodo compreso tra la data odierna e il 15 Aprile 2025, per tutti i veicoli a motore, esclusi i ciclomotori a due ruote, i motocicli e i velocipedi, in transito lungo i tratti delle strade provinciali e regionali ricadenti nel territorio della provincia di Avellino.

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Avanti tutta con il referendum abrogativo

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Salvini e Zaia, forse affetti da analfabetismo di ritorno, vogliono portare avanti il loro disegno di spaccare l’Italia, ignorano sia Consulta che ha demolito la legge Calderoli, sia la Cassazione che rende ammissibile il referendum abrogativo, non possono impunemente sbeffeggiare le istituzioni reputando uno scherzo di carnevale le decisioni assunte dalle supreme corti. Qualcuno dovrebbe fermare il duo Salvini-Zaia, è in gioco la credibilità della Meloni e del governo che hanno prestato giuramento sulla Costituzione. La legge Calderoli è un orrore Costituzionale, viola il principio di uguaglianza e di solidarietà, declassa la Questione Meridionale ad affare locale che dovranno risolvere gli amministratori meridionali, ritenuti la causa e l’effetto del problema. I fatti, le relazioni del Parlamento, l’Ufficio dei Conti Pubblici territoriali hanno smentito la narrazione della Lega, infatti l’applicazione del criterio della spesa storica ha consentito al Nord di ottenere un maggior gettito dallo Stato Centrale di oltre 60 miliardi, fatto che ha consentito di finanziare il tempo prolungato nella scuola dell’obbligo, di costruire gli asili nido, di offrire l’alta velocità, diffusa in tutta l’Italia settentrionale, servizi quasi completamente negati ai meridionali. Si celebri il referendum contro la legge Calderoli e, senza perder tempo, si inizi la battaglia per riunificare il paese affinché tutti i cittadini, inclusi i meridionali, si sentano fratelli e non fratellastri d’Italia.

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Provincia – Nuova tariffa per lo smaltimento dei rifiuti, ai Comuni rimborso per un milione di euro

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Il presidente Buonopane: “Risparmi anche per i cittadini”

“Oltre un milione di euro di risparmio per i Comuni sullo smaltimento dei rifiuti, che si traduce in una riduzione della Tari per i cittadini”. Il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, comunica che l’Ato ha validato la nuova tariffa proposta dalla società provinciale IrpiniAmbiente Spa.

La tariffa regolata produce uno sconto di circa il 9% sul precedente importo. Si passa da 220 euro a tonnellata a 200,70 euro per quanto riguarda la frazione indifferenziata trattata allo Stir di Pianodardine, con applicazione retroattiva al primo gennaio 2024, comportando così una ricaduta di risparmio in tariffa Tari per i cittadini irpini.

La somma complessiva che verrà restituita ai Comuni supera il milione di euro. Questo importo sarà distribuito in misura proporzionale con note di credito per le amministrazioni in regola con i pagamenti a IrpiniAmbiente. Per gli enti morosi si adotterà una compensazione debiti-crediti.

“Non si può non evidenziare lo straordinario lavoro che sta portando avanti il management di IrpiniAmbiente, con l’amministratore unico Claudio Crivaro – dichiara il presidente Buonopane -. La nuova tariffa, la cui proposta è stata inviata all’Ato lo scorso ottobre e ora finalmente è stata validata, è frutto di una virtuosa gestione della società. Come si ricorderà, è stato già dimezzato il costo per lo smaltimento della frazione umida (che è sceso da poco più di 200 euro a circa cento euro), mentre per il vetro IrpiniAmbiente ottiene da qualche mese un rimborso. E ciò a differenza di quanto accadeva in passato, quando la società sborsava risorse importanti a favore delle aziende che si occupano del recupero e riciclo. Tutto questo, unito al know how e alla forza lavoro, fa di IrpiniAmbiente un esempio di società pubblica che funziona. Ovviamente, si può sempre migliorare. In tal senso, sono in campo altre azioni promosse dal dottore Crivaro e dal suo staff. A lui e a tutti i lavoratori il nostro ringraziamento”.

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