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Attualità

Irene Masciola:”Ad Ariano c’è un’Amministrazione comunale?”

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Da Irene Masciola, riceviamo e pubblichiamo

La scorsa estate arianese è stata animata da un unico fatto politico: si possono realizzare zone a traffico limitato? Si possono realizzare zone pedonali? Alla fine, dopo aver consultato le associazioni dei commercianti, come se la questione fosse solamente di competenza di questi ultimi e non di tutti gli Arianesi, si è partorito il topolino di piazza Plebiscito, diventata zona pedonale soltanto in una sua parte, mantenendo comunque lo stesso numero di parcheggi di prima. Nelle città ben amministrate, i centri storici sono in buona parte pedonalizzati. Ad Ariano, non si ha neanche il coraggio di chiudere via D’Afflitto, una strada senza marciapiedi, stretta e che non ha nemmeno un limite di velocità che imponga almeno i 30 km all’ora. I parcheggi e la viabilità sono importanti, ma l’Amministrazione di Ariano non si è neanche posta il problema di come poter far funzionare i parcheggi in struttura di San Giovanni e Anzani, né tantomeno di mettere a norma il parcheggio dei Pastini, che è aperto soltanto perché ASL e Vigili del fuoco non si sono pronunciati: le toilette sono inagibili, alcune porte antincendio non funzionano, e la spazzatura la fa da padrona. Il sindaco, per trasparenza, dovrebbe far conoscere in maniera dettagliata la situazione dei tre parcheggi in struttura e fare i nomi di chi ha avuto o ha la responsabilità di questa situazione. Ma durante l’estate scorsa, nonostante la carenza dei parcheggi che attanaglia il centro storico, con le auto spesso parcheggiate sui marciapiedi, sono stati tolti altri 7 posti macchina disponibili in piazzetta Ettore Scola. Nel mese di luglio, mentre la discussione verteva sui posti macchina in piazza Plebiscito, senza dire niente a nessuno, sono stati eliminati i parcheggi di Piazzetta Scola. Si badi bene: la Piazzetta non è stata pedonalizzata. Nonostante ancora oggi vi sia il cartello con la P di parcheggio, la piazza risultava inaccessibile alle auto perché transennata con fioriere e occupata perennemente da tavolini e sedie dell’ex Sanacore. Non si è visto un agente della Polizia Municipale: esiste un’ordinanza che ha eliminato quel parcheggio a servizio del centro storico? Normalmente le attività esterne dell’ex Sanacore iniziavano verso le 19, ma i parcheggi erano vietati di fatto per tutta la giornata. Perché non si è coinvolta la cittadinanza? Perché è stato eliminato un parcheggio che poteva persino convivere, come nel passato, con i tavolini collocati nella zona interna della piazzetta, e come accade in piazza Plebiscito? Ancor meglio, perché l’ex Sanacore non ha utilizzato il largo spazio del marciapiede sotto al palazzo Forte? In tal caso non ci sarebbe stato bisogno di eliminare alcun parcheggio. Dallo scorso 4 ottobre, all’aperto, non si è più seduto nessuno per consumare (le notti autunnali ad Ariano non lo consentono), ma nonostante ciò, la piazza ha continuato ad essere transennata da fioriere ed usata come deposito di tavoli e sedie. Dal 4 novembre 2021 sono stati tolti i tavoli, le sedie e una parte delle fioriere che transennavano la piazza, in modo da lasciare libero il parcheggio per tre auto. Sono rimaste però, una parte di fioriere a protezione dell’ immobile di ferro e vetro sede dell’ex Sanacore: 4 posti auto pubblici sul demanio stradale pubblico, non possono essere utilizzati. Si chiede al sindaco se l’occupazione completa della piazza dell’estate 2021 fosse stata autorizzata e se anche l’attuale occupazione di suolo pubblico sia stato autorizzato e si stia pagando l’occupazione del suolo. Se l’occupazione non fosse stata autorizzata, sarebbe un fatto grave, ma se invece era stata autorizzata, sarebbe anche peggio. Ad Ariano, invece di aumentarli, i parcheggi diminuiscono: in compenso aumentano le multe per divieto di sosta.

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Educare alla parità di genere – tra pari”, domani la presentazione del progetto presso la Sala Conferenze del Palazzo degli Uffici

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L’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino venerdì 22 novembre 2024 alle ore 10,30 presso la sala Conferenze del Palazzo degli Uffici presenta un progetto che si rivolge  agli studenti della scuola secondaria di II grado per Educare alla parità attraverso l’ innovazione didattica, dal titolo  “Educare alla parità di genere – tra pari”.

Il progetto didattico “Educare alla parità di genere – tra pari” presentato dalla dott.ssa Rossella Schiavo, responsabile del Centro Antiviolenza ANANKE dell’Ambito Territoriale A1 con sede ad Ariano, ha lo scopo di prevenire atti di violenza contro le donne attraverso percorsi educativi e formativi destinati alle studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di II grado di Ariano in via sperimentale e nella forma di ricerca – azione.

Il progetto prevede di coinvolgere un numero di studenti delle classi terze e dopo la formazione essi stessi opereranno nei gruppi di studenti del proprio istituto secondo il modello didattico “pear to pear”. 

L’iniziativa nasce dall’intesa tra gli Assessorati all’istruzione e alle Politiche Sociali, l’Azienda Speciale consortile per le politiche sociali dell’Ambito Territoriale A1 e le scuole superiori di Ariano.  Dopo la sperimentazione il progetto sarà esteso alle altre scuole del territorio.

Dopo i saluti di:

Enrico Franza

Sindaco di Ariano Irpino

Laura Cervinaro

Consigliera Provinciale

Augusto Morella

Presidente Azienda speciale consortile per la gestione delle politiche sociali   Provincia di Avellino n. A1

Pasqualino Molinario

Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ariano Irpino

Grazia Vallone

Assessore all’Istruzione e  alle Politiche Giovanili del Comune di Ariano Irpino

Interverranno:

Rossella Schiavo

Psicologa – Azienda speciale consortile Avellino A1 – Sportello “Ananke”

Tiziana Aragiusto

Dirigente Scolastica, reggente ISS “De Gruttola”

Massimiliano Bosco

Dirigente Scolastico, ISS “Ruggero II”

Giovanni Mingione

Dirigente Scolastico, reggente Liceo “P. P. Parzanese”

Interventi degli studenti

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Rsu Ispettorato del Lavoro: solidarietà alle colleghe aggredite a Sirignano, necessario  garantire sicurezza dei dipendenti

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La Rappresentanza sindacale unitaria dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Avellino, composta da Mario D’Andrea, Carminantonio Vacchiano e
Maria Luisa Candela, nell’esprimere piena solidarietà alle due colleghe aggredite nei giorni scorsi in un’attività commerciale di Sirignano, mentre svolgevano il proprio lavoro, approfittando della presenza in città di alti dirigenti dell’ente, giunti appositamente presso la sede dell’ufficio per manifestare la vicinanza dell’amministrazione per quanto successo e approfondire la vicenda, ha avuto un confronto con il direttore centrale Vigilanza e Sicurezza del Lavoro dell’Ispettorato nazionale, dott. Aniello Pisanti, con il direttore interregionale Inl, dott. Giuseppe Patania, e con il direttore dell’Ispettorato territoriale di Avellino, dott. Francesco Damiani, che nella mattinata di ieri si sono incontrati, a Palazzo di governo, con il Prefetto, Rossana Riflesso.

L’intento della Rsu è individuare soluzioni idonee a gestire una situazione che ormai sta diventando insostenibile per gli ispettori che quotidianamente, nello svolgere le proprie mansioni, si imbattono in situazioni rischiose, diventando nei fatti lo sfogatoio di tensioni sociali, ma anche i destinatari di atteggiamenti e comportamenti incivili e aggressivi, da parte di alcuni degli utenti sottoposti a controlli.

Per quanto ci riguarda, abbiamo quindi chiesto maggiore attenzione e tutela anche per il personale adibito al front office, che costantemente deve rapportarsi con il malcontento dell’utenza, che non di rado degenera in invettive e minacce all’indirizzo degli addetti.

Da parte dei tre dirigenti abbiamo registrato ampia disponibilità a recepire le nostre osservazioni e ad intrattenere un confronto costante, in un’ottica di collaborazione costruttiva, nell’interesse esclusivo dei dipendenti degli uffici, in modo che possano svolgere le proprie funzioni istituzionali nella massima tranquillità.

Venendo al grave espisodio occorso alle colleghe, l’altro giorno, quando le due ispettrici del lavoro si sono presentate e qualificate all’atto dell’accesso ispettivo, il titolare della ditta ha reagito con violenza contro una di loro, strattonandola con forza mentre stava procedendo all’identificazione di una lavoratrice, impedendole di raccoglierne le dichiarazioni, in modo da agevolarne l’allontanamento, anche su energico invito della madre di quest’ultimo, presente nel negozio. Nonostante le ispettrici abbiano immediatamente chiesto l’intervento dei Carabinieri della stazione di Baiano, tramite il 112, che sono sopraggiunti in loco, il titolare della ditta e i suoi congiunti hanno ripetutamente oltraggiato e aggredito verbalmente le ispettrici del lavoro, rovesciando persino il tavolo sul quale stavano redigendo il verbale, colpendo così ad una mano una delle colleghe, procurandole una frattura ad un dito. Si è pertanto reso necessario l’intervento dei sanitari, anche a causa di un malore accusato dall’ispettrice colpita, a seguito della situazione, e il trasporto presso il Pronto Soccorso dell’azienda ospedaliera Moscati di Avellino, dove i medici hanno riscontrato la frattura alla mano e un innalzamento della pressione arteriosa, con una prognosi di 25 giorni.

A seguito di quanto è successo, ci è stato riferito che sarà convocato, in tempi brevi, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, con l’obiettivo di garantire un maggiore supporto all’attività ispettiva, in termini di forze dell’ordine.

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La lega marcia, mentre l’opposizione tace sulla Questione Meridionale e sul referendum

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La Corte Costituzionale ha assestato un duro colpo alla legge 86/2024 targata Calderoli, ha cassato sette commi e indicato cinque prescrizioni a cui attenersi per riscrivere il testo. La casa è abbattuta ma non polverizzata, e Calderoli è ben determinato a modificare la legge in parlamento. I rilievi della Consulta sono chiari: non si possono trasferire intere materie ma solo specifiche funzioni, la richiesta va motivata e sempre che lo Stato Centrale non sia in grado di svolgere questa funzione nel rispetto del principio di sussidiarietà; la delega al governo per la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) non può essere generica; i LEP non possono essere definiti e rivisti con DPCM (Decreto Presidente Consiglio dei Ministri); deve essere eliminato il criterio della spesa storica e le regioni sono obbligate a  rispettare il patto di stabilità al fine di prevenire inefficienze di sistema e la crescita della spesa pubblica; il parlamento non può solo ratificare le intese, fra il governo e le regioni, ma deve approvarle e rinviarle per un nuovo esame. Le opposizioni esultano, manca, però, un’azione volta a rimettere al centro dell’agenda politica la Questione meridionale, causa ed effetto delle disuguaglianze tra le due aree del paese. Né l’opposizione ha riaffermato la necessità che il referendum, richiesto da oltre 1,2 milioni di cittadini, sia celebrato, in tal modo, si impedisce ai cittadini di partecipare al dibattito pubblico sul regionalismo differenziato, sin ad ora, svolto solo nelle sedi istituzionali oppure nelle segrete stanze. In tal modo il silenzio dell’opposizione rafforza la proposta del governo Meloni di ritenere oramai inutile il referendum e non pongono in campo l’offensiva per spazzare via lo Spacca Italia.

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