Attualità
La danza popolare, ovvero il corpo come strumento di comunicazione con il mondo
«Danzate, danzate, altrimenti siete perduti»: lo diceva Pina Bausch. Questa breve citazione, esprime molto bene un
bisogno primordiale, insito da sempre negli uomini, quello di esprimersi attraverso il movimento del proprio corpo sulla base di un tempo, un ritmo interno o esterno, musicale, e di muoversi in relazione a uno spazio: abitarlo. La danza è un’esperienza sociale e di partecipazione rituale collettiva, come evento artistico e realtà spettacolare. Ed è una realtà regolata da aspetti sociali e culturali ben definiti, è una manifestazione nel contempo del corpo singolo e di quello collettivo, riconosciuto come degno di attenzione e di interesse. La danza vanta delle origini millenarie che risalgono alla preistoria e rappresenta la prima espressione artistica dell’essere umano, in quanto non necessita di strumenti, serve solo il corpo per poter ballare. Il corpo si fa musica e movimento e diventa un linguaggio codificato e simbolico. Il corpo si trasforma in un mezzo di comunicazione tra gli esseri umani e il mondo. Oltre ad essere una vera e propria arte, la danza è divenuta di volta in volta, la portavoce di valori morali e religiosi, di istanze rituali. Nell’antichità, la danza permeava importanti riti devozionali e in alcuni casi, era considerata una vera e propria forma di preghiera, proprio come il canto. Negli anni è stata riconosciuta alla danza una stretta relazione con l’intero sistema culturale di un gruppo sociale e con l’individuo. La danza non può essere pienamente compresa, se non all’interno della cultura, poiché non esiste come oggetto di per sé, ma solo “grazie a”, ed in “funzione di”, esseri umani che partecipano alla cultura di una società. Nelle danze popolari, è l’identità di un gruppo che parla attraverso i corpi dei danzatori e trasmette un messaggio attraverso una gestualità, dei movimenti codificati che cambiano a seconda delle aree geografiche: si unisce il passato al presente, si parla con il gruppo senza usare le parole. Sarebbe interessante capire il messaggio delle nostre danze popolari e riscoprire il loro significato simbolico originario. Ciò che sappiamo, è che sono nate con diverse funzioni, che la loro semantica cambia secondo l’area geografica e che coinvolgono il pubblico nel messaggio che trasmettono anche quando questo è escluso dalla danza stessa. La funzione espletata dalle danze popolari è rituale (per allontanare gli spiriti maligni), pratica (per preparare la terra battuta, battere il grano, scacciare i serpenti), ricreativa e sociale (per festeggiare i diversi momenti della vita, sedurre un partner), espressiva ed identificativa (per rinforzare i rapporti e affermare l’identità comunitaria). Ha anche funzione apotropaica, per allontanare gli influssi magici maligni. Al sud abbiamo la Tarantella, che secondo una leggenda, nacque come danza dionisiaca: un’altra che avesse accompagnato il canto delle sirene per ammaliare Odisseo. Si formalizza però, solo nel XIII secolo, traendo gli elementi propri dalla danza di ‘Tarentum‘, l’odierna Taranto, nel Salento e diventando danza d’amore passionale. Qui in Campania, abbiamo le tammurriate. La tarantella si balla con molteplici varianti locali, anche in Calabria, in Sicilia e naturalmente, in Puglia, dov’è conosciuta come Pizzica tarantata (Ballo di San Vito o Pizzicarella). Questa danza sembra derivare storicamente da un antico rituale simbolico salentino, che risale all’inizio del Settecento – atto a curare,proprio attraverso la danza, prevalentemente femminile– il tarantismo:una sindrome estatica e isterica diffusa nel Mediterraneo, che si credeva dovuta al morso di un ragno (chiamato anche tarantola) o alle punture velenose di scorpioni e altri insetti che si credeva provocassero depressione e melanconia, agitazione e persino convulsioni isteriche. Attraverso il sudore dovuto al ballo molto vivace e ritmico, il veleno sarebbe stato smaltito dal corpo. Naturalmente, si praticava anche in contesti religiosi e privati, come espressione celebrativa o intenzioni di corteggiamento. Danzata con vesti ampie e piedi scalzi, la storia del tarantismo è molto complessa e affascinante. La danza popolare è un modo bellissimo di rimanere nel “qui ed ora”, e di far tacere la mente. È una vera e propria meditazione! Un inno alla vita!
Attualità
Provincia – Obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali sulle strade provinciali e regionali dell’Irpinia
La Provincia di Avellino ha disposto, con ordinanza del dirigente del settore Viabilità, l’obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali (da neve) o altri mezzi antisdrucciolevoli omologati ed idonei ad essere prontamente utilizzati, ove necessario, durante il periodo compreso tra la data odierna e il 15 Aprile 2025, per tutti i veicoli a motore, esclusi i ciclomotori a due ruote, i motocicli e i velocipedi, in transito lungo i tratti delle strade provinciali e regionali ricadenti nel territorio della provincia di Avellino.
Attualità
Avanti tutta con il referendum abrogativo
Salvini e Zaia, forse affetti da analfabetismo di ritorno, vogliono portare avanti il loro disegno di spaccare l’Italia, ignorano sia Consulta che ha demolito la legge Calderoli, sia la Cassazione che rende ammissibile il referendum abrogativo, non possono impunemente sbeffeggiare le istituzioni reputando uno scherzo di carnevale le decisioni assunte dalle supreme corti. Qualcuno dovrebbe fermare il duo Salvini-Zaia, è in gioco la credibilità della Meloni e del governo che hanno prestato giuramento sulla Costituzione. La legge Calderoli è un orrore Costituzionale, viola il principio di uguaglianza e di solidarietà, declassa la Questione Meridionale ad affare locale che dovranno risolvere gli amministratori meridionali, ritenuti la causa e l’effetto del problema. I fatti, le relazioni del Parlamento, l’Ufficio dei Conti Pubblici territoriali hanno smentito la narrazione della Lega, infatti l’applicazione del criterio della spesa storica ha consentito al Nord di ottenere un maggior gettito dallo Stato Centrale di oltre 60 miliardi, fatto che ha consentito di finanziare il tempo prolungato nella scuola dell’obbligo, di costruire gli asili nido, di offrire l’alta velocità, diffusa in tutta l’Italia settentrionale, servizi quasi completamente negati ai meridionali. Si celebri il referendum contro la legge Calderoli e, senza perder tempo, si inizi la battaglia per riunificare il paese affinché tutti i cittadini, inclusi i meridionali, si sentano fratelli e non fratellastri d’Italia.
Attualità
Provincia – Nuova tariffa per lo smaltimento dei rifiuti, ai Comuni rimborso per un milione di euro
Il presidente Buonopane: “Risparmi anche per i cittadini”
“Oltre un milione di euro di risparmio per i Comuni sullo smaltimento dei rifiuti, che si traduce in una riduzione della Tari per i cittadini”. Il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, comunica che l’Ato ha validato la nuova tariffa proposta dalla società provinciale IrpiniAmbiente Spa.
La tariffa regolata produce uno sconto di circa il 9% sul precedente importo. Si passa da 220 euro a tonnellata a 200,70 euro per quanto riguarda la frazione indifferenziata trattata allo Stir di Pianodardine, con applicazione retroattiva al primo gennaio 2024, comportando così una ricaduta di risparmio in tariffa Tari per i cittadini irpini.
La somma complessiva che verrà restituita ai Comuni supera il milione di euro. Questo importo sarà distribuito in misura proporzionale con note di credito per le amministrazioni in regola con i pagamenti a IrpiniAmbiente. Per gli enti morosi si adotterà una compensazione debiti-crediti.
“Non si può non evidenziare lo straordinario lavoro che sta portando avanti il management di IrpiniAmbiente, con l’amministratore unico Claudio Crivaro – dichiara il presidente Buonopane -. La nuova tariffa, la cui proposta è stata inviata all’Ato lo scorso ottobre e ora finalmente è stata validata, è frutto di una virtuosa gestione della società. Come si ricorderà, è stato già dimezzato il costo per lo smaltimento della frazione umida (che è sceso da poco più di 200 euro a circa cento euro), mentre per il vetro IrpiniAmbiente ottiene da qualche mese un rimborso. E ciò a differenza di quanto accadeva in passato, quando la società sborsava risorse importanti a favore delle aziende che si occupano del recupero e riciclo. Tutto questo, unito al know how e alla forza lavoro, fa di IrpiniAmbiente un esempio di società pubblica che funziona. Ovviamente, si può sempre migliorare. In tal senso, sono in campo altre azioni promosse dal dottore Crivaro e dal suo staff. A lui e a tutti i lavoratori il nostro ringraziamento”.
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