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La legge della giungla stritola il Meridione

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La guerra tra Russia e Ucraina mette il bastone fra le ruote al PNRR, piano azzoppato dall’aumento dei prezzi dell’energia e del grano, effetti negativi che moltiplicanoquelli della pandemia. La nuova emergenza, afferma la Presidente del Senato Elisabetta Casellati, intervenuta a Manduria (Taranto) ai forum in Masseria, impone che: “L’Europa deve pensare ad un piano Marshall. Diversamente questa crisi rischia di pesare su alcuni Paesi più che su altri e così non può essere”. Senza scelte precise si rischia di affossare inesorabilmente le aree più deboli, incluso il Meridione, che è quella più povera e sottosviluppata dell’UE. Si impone di mettere in campo ulteriori risorse economiche che, secondo la Ministra Mara Carfagna, l’UE deve captare emettendo bond europei finalizzati acontrastare le rovinose conseguenze della guerra. In questo scenario di girone dantesco il PNRR, nato per porre rimedioalla Pandemia, arranca, non tutti gli obbiettivi fissati sono stati raggiunti, mancano alcune riforme ritenute necessarie dall’Europa per il trasferimento delle risorse finanziarieall’Italia, quali la riforma del catasto immobiliare e dellepensioni. Ancor oggi la pianta organica dei comuni meridionali e sottodimensionata non solo per il blocco del turnover ma anche per l’impossibilità di sostituire il personale in pensione a causa del predissesto finanziario. Il concorso per l’assunzione del personale a tempo determinato per i comuni del Sud, programmato dai Ministri Brunetta e Carfagna, non ha coperto tutti i posti, rendendo arduo l’obbiettivo per gli enti locali meridionali di impegnare tutte le risorse indicate nel PNRR. Come uno sciacallo, il sindaco di Milano Giuseppe Sala si è lanciato sulla preda moribonda, proponendo che i denari inutilizzati siano destinati ai comuni che hanno la capacità di programmare e di spendere i soldi del PNRR nell’interesse dei cittadini. Il solito razzismo miope che la dice lunga sul fatto che oggi il Paese è veramente unito e coeso, in realtà è frantumato in tante piccole patrie, in competizione tra loro, che ritengono vetusto il principio di uguaglianza e di solidarietà in una comunità globalizzata che impone la legge della giungla.

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Antonio Bianco : Non illudiamo i Meridionali con l’Alta Velocità

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L’Italia è spezzata in due, i collegamenti ferroviari tra il Sud ed il Nord sono interrotti tra Paola ed Amantea, in provincia di Cosenza, a causa della caduta di un container sui binari la cui rimozione è resa difficile per le forti raffiche di vento. Rai Calabria, da Paola, effettua un servizio con le interviste e le pacate rimostranze dei passeggeri che denunciano l’interruzione della linea ferroviaria appena il mal tempo imperversa. Tra il 21° e 23° secondo del filmato del 14 gennaio 2025, il cronista cita l’Alta Velocità (il servizio è di Iacopo Catarsi e riproduco le testuali parole: “le cancellazioni per l’Alta Velocità sono continue…”), fatto non rispondente al vero in quanto l’Alta Velocità si ferma a Napoli e non prosegue verso il Meridione, lasciando inalterato il gap infrastrutturale dei collegamenti ferroviari tra le due aree del Paese. I tempi di percorrenza ferroviari della tratta tirrenica da Reggio Calabria a Napoli, paragonati a quelli tra Napoli e Milano, per la stessa distanza, sono circa il doppio. Tant’è che si vorrebbe progettare un nuovo tracciato dell’Alta Velocità, tra le due citate città, tutt’ora rimasto nel seno degli Dei. L’Italia va riunificata partendo dalla realtà dei fatti, in mancanza dei quali diventa difficile rimette insieme i cocci di un Paese arlecchino. Vengono riconosciuti i diritti di cittadinanza e civili a geometria variabile, legati al luogo di residenza. I meridionali emigrano in cerca di lavoro o per curarsi, hanno pochissimi esili nido pubblici, una sanità mal ridotta, un welfare inesistente e muoiono, in media, tre o quattro anni prima che nel resto del Paese. Almeno non li illudiamo con l’inesistente alta velocità ferroviaria tra Napoli e Reggio Calabria.

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Pallavolo Campionato Serie D maschile – Torna a giocare in casa il GSA ARIANO

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 Sabato 18 gennaio 2025 alle ore 18.00 al Palasport il team arianese scende in campo con i  salernitani   del PESSY per una gara valida a  determinare le prime due posizioni  del girone.

Dopo l’inattesa sconfitta rimediata  a Battipaglia , la compagine del Tricolle ha perso il primo posto a vantaggio proprio dei prossimi avversari  che conducono al vertice  con due punti di distacco. La prossima gara rivestirà  grande importanza sia  per la conquista della  vittoria che per la classifica , giocatori e staff tecnico del GSA ne sono consapevoli e preparano al meglio l’appuntamento.

Gli allenatori Giulio Filomena e Nico Medici  chiedono alla  squadra di lasciare da parte l’ultimo risultato e continuare a credere nelle proprie possibilità per seguire l’obiettivo promozione.

Sarà un impegno delicato per capitan Santosuosso e compagni che attendono l’occasione per riscattarsi

con un successo e riprendere  il comando della graduatoria.

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Sotto il tricolore diritti a geometria variabile legati al luogo di residenza

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Il 7 gennaio è stata ricordata la festa del tricolore,evento celebrato dal presidente delle Repubblica Mattarella che nel suo discorso ricorda che:“riassume la nostra identità di popolo”. Parole sacre che forse stridono con la realtà. In Italia i meridionali migrano per cercare lavoro e per curarsi, muoiono, in media, tre/quattro anni prima rispetto al resto d’Italia, non hanno mezzi di trasporto urbani efficienti né l’alta velocità, che si ferma a Napoli, pochi gli asili nido gestiti dai comuni, il welfare è un sogno e leinfrastrutture sono inadatte a ricevere gli investimenti industriali nazionali e stranieri. Inoltre il reddito pro-capite è la metà e la disoccupazione è doppia rispetto al Nord mentre è aumentata la povertà assoluta delle famiglie meridionali. Sullo stesso territorio, sotto la stessa bandiera convivono cittadini con diritti a geometria variabile, diritti negati a 19 milioni di persone da tutti i partiti che negli ultimi venti anni hanno governato il paese. Forse hanno messo in pratica il teorema di Guido Tabellini, già rettore della Bocconi, che sul quotidiano Il Foglio scriveva: “Le politiche più efficaci per avvicinare l’Italia all’Europa sono anche quelle che aumentano la distanza tra Milano e Napoli, tra aree avanzate e arretrate del Paese”. In poche parole: ognuno per sé e Dio per tutti.

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