Politica
La nevrosi da elezioni ad Ariano.
Da un nostro lettore riceviamo e pubblichiamo:
Se i comunicati che leggo sui social network e sui siti locali arianesi di news rappresentano i prodromi di quello che accadrà durante la campagna elettorale penso che siamo messi molto male. Le elezioni prossime amministrative sembrano essere diventate l’assalto all’albero della cuccagna delle ambizioni frustrate di un nugolo di personaggi privi, da come si presentano, di idee e di preparazione che, insieme al vaghissimo concetto di rinnovamento, sono il denominatore comune di queste pseudo aggregazioni. Più che una sensazione, si ha quasi la certezza di un manipolo di individui pronti a cavalcare la tigre della polverizzazione politica in atto nel Paese e nella nostra Città. Sono tutte persone stimabili ma, prese dalla foga del momento, riempiono pagine e pagine di internet e di giornali locali di espressioni che altro non sono se non la negazione di un’idea, possibile ispiratrice di un percorso concreto, quindi realizzabile, per la crescita del nostro territorio. L’assenza di una qualsiasi forma di consapevolezza verso se stessi, lo si evince anche dalla scrittura, quindi di onestà intellettuale, scopre in ognuno di questi soggetti, un modello preoccupante di egocentrismo, collimante con un complesso di superiorità morale con dei tratti, molto, molto marcati di mitomania. Abbandonato (forse mai preso in considerazione) un qualsiasi elemento costruttivo, intorno al quale far crescere un’idea – e tutti sappiamo quanto essa sarebbe vitale per Ariano – e intorno ad essa aggregare, attraverso un processo dialettico, tutte le realtà sociali della nostra Città, ci si scanna intorno al nome o ai nomi di coloro che dovrebbero rappresentarci in un momento così drammatico per le sorti, oso dire, per la vita di ognuno di noi. Movimenti che affermano di rappresentare il nuovo, il rinnovamento, lacerati dal “chi rappresenta chi e che cosa”, ossessionati da ortotteri che certificano aggregazioni più simili a favi che a organizzazioni politiche, giovani ambiziosi pescati nel cilindro delle opportunità e sponsorizzati da vecchi notabili della politica cui le sorti di Ariano rappresentano il mezzo per la realizzazione di obiettivi personali e familiari mascherati da interessi pseudo culturali la cui unica peculiarità è rappresentata da una singolare tanto originale quanto criticata dicotomia. individui senza alcun senso della democrazia, privi di radicamento in una qualsivoglia organizzazione politica ma, convinti di essere anch’essi unti del Signore, rispondono signorsì alla chiamata del feudatario, veloci a raccogliere le briciole dell’ambizione dalla tavola del potente; infine, un coacervo di individui che hanno difficoltà anche a scrivere il proprio nome e cognome, pronti a dar pugna per la conquista dello scranno più alto del Comune di Ariano aizzati da un delirio di onnipotenza alimentato da un qualche disturbo neuronale o da un fatale, nefasto, onirico morbo. E i partiti cosidetti tradizionali? Aspettano il momento propizio per sfruttare al massimo le peculiarità (negative) che li hanno contraddistinti in questi anni: il clientelismo, il sogno di un posto di lavoro, la soluzione individualistica di un problema, la promessa effimera di uno straccio di visibilità e via via elencando all’infinito. “Le monde a changé. Le rêve est fini!!”, “Il mondo è cambiato. Il sogno è finito”. Siamo certi che tutto questo possa condurci a una rinascita, a trovare le radici dei problemi e a scoprire una prospettiva nuova per Ariano? Sono dannatamente convinto di no. Le imprese artigiane, l’edilizia, il recupero degli uffici perduti, la pessima qualità della vita, la scomparsa assoluta della parola cultura, il significato di nuove generazioni, del tempo perduto irrimediabilmente dietro l’angoscia dell’assenza di una via d’uscita per la maggior parte di donne, ragazzi, di persone di mezz’età colpiti nella dignità e costretti, loro malgrado, ad accettare di nascosto e a capo chino, il pacco viveri che i parroci e altre associazioni (meritevoli della mia stima più grande) porgono a coloro per i quali il giorno è diventato una notte cupa. Il tempo di farci la guerra fra noi, per pura ambizione, è sfumato e ne abbiamo pochissimo per cercare di recuperare il poco che si è salvato ma che sta andando a male. Smettiamola con lo scrivere corbellerie sui giornali e su internet. Tutti coloro che ambiscono al fardello dell’amministrare, perché è solo una grande responsabilità, si palesino e soprattutto rendano chiari i loro progetti, espongano semplicemente come intendono gestire e far crescere Ariano. Lasciamo da parte i musei e dabbenaggini simili: affrontiamo le cose da fare concretamente. La disoccupazione, la salute, la qualità della vita, la cultura, l’agricoltura, la viabilità e la manutenzione di tutto ciò che è pubblico, i trasporti, il sistema per migliorare l’aspetto della nostra Città, come applicare le semplici regole del comportamento civile e come farle rispettare, la condizione giovanile, come curare meglio l’istruzione e la manutenzione delle scuole, le pari opportunità, la condizione delle donne, la possibile infiltrazione della criminalità organizzata sul nostro territorio, il rapporto con le chiese e con tutte le associazioni di volontariato, le opportunità offerte dall’Europa e il rapporto con i rappresentanti che abbiamo eletto in Europa e al Parlamento nazionale, i grandi problemi legati all’energia e all’ecologia. È solo un piccolo elenco dei problemi non solo di Ariano ma di tutta l’Irpinia senza volerci spingere oltre. Ma tutto questo non è un programma politico – amministrativo: è semplicemente quello che tocchiamo giorno dopo giorno appena poggiamo i piedi a terra. “Siamo incazzati neri e tutto questo non lo accetteremo più” e allora, vi prego, da oggi in poi regaliamoci un metodo nuovo di far politica e affrontare i problemi. Promettiamo a noi stessi che prima di fare una proposta la vaglieremo accuratamente, ne verificheremo la possibilità di realizzazione e la concretezza, attraverso gli strumenti legali e finanziari, attenderemo al giudizio dei cittadini, cercheremo il confronto a ogni costo evitando di favorire qualcuno, anche involontariamente, danneggiando altri, guarderemo le proposte e non la loro provenienza: scrolliamoci di dosso questa forma di avversione e di idiosincrasia politica verso chi non la pensa come noi, mettiamo da parte la presunzione che ognuno di noi inevitabilmente si porta appresso e riconosciamo la bontà di una soluzione da qualsiasi parte arrivi.
Lello Castagnozzi
Attualità
La lega marcia, mentre l’opposizione tace sulla Questione Meridionale e sul referendum
La Corte Costituzionale ha assestato un duro colpo alla legge 86/2024 targata Calderoli, ha cassato sette commi e indicato cinque prescrizioni a cui attenersi per riscrivere il testo. La casa è abbattuta ma non polverizzata, e Calderoli è ben determinato a modificare la legge in parlamento. I rilievi della Consulta sono chiari: non si possono trasferire intere materie ma solo specifiche funzioni, la richiesta va motivata e sempre che lo Stato Centrale non sia in grado di svolgere questa funzione nel rispetto del principio di sussidiarietà; la delega al governo per la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) non può essere generica; i LEP non possono essere definiti e rivisti con DPCM (Decreto Presidente Consiglio dei Ministri); deve essere eliminato il criterio della spesa storica e le regioni sono obbligate a rispettare il patto di stabilità al fine di prevenire inefficienze di sistema e la crescita della spesa pubblica; il parlamento non può solo ratificare le intese, fra il governo e le regioni, ma deve approvarle e rinviarle per un nuovo esame. Le opposizioni esultano, manca, però, un’azione volta a rimettere al centro dell’agenda politica la Questione meridionale, causa ed effetto delle disuguaglianze tra le due aree del paese. Né l’opposizione ha riaffermato la necessità che il referendum, richiesto da oltre 1,2 milioni di cittadini, sia celebrato, in tal modo, si impedisce ai cittadini di partecipare al dibattito pubblico sul regionalismo differenziato, sin ad ora, svolto solo nelle sedi istituzionali oppure nelle segrete stanze. In tal modo il silenzio dell’opposizione rafforza la proposta del governo Meloni di ritenere oramai inutile il referendum e non pongono in campo l’offensiva per spazzare via lo Spacca Italia.
Attualità
INDAGINE DI MERCATO ………. NUOVI LOCALI- INPS
In data 7.11.2024 la Direzione Regionale Campania ha pubblicato un avviso pubblico di indagine di mercato nuova sede INPS da condurre in locazione passiva ARIANO IRPINO- GROTTAMINARDA da destinare a nuova sede dell’agenzia territoriale INPS.
Siamo meravigliati di questo bando improvviso poiché i locali attualmente occupati sono di proprietà del Comune di Ariano Irpino,che già in passato ha provveduto a modificare la struttura secondo le esigenze della della Direzione Regionale Campania.
Dalla descrizione sintetica di ricerca è assurdo leggere che la nuova struttura dovrà ospitare 12 postazioni lavoro per una utenza stimata di 30 persone al giorno piu locali adibiti ad archivio preferibilmente piano terra con servizi igienici e depositi interrati.
Tutte queste caratteristiche sono rispettate nella sede attuale, quale sia stato il vero movente che ha spinto la Direzione Regionale della Campania a promuovere la ricerca di una nuova collocazione anche fuori i confini di Ariano Irpino sede storica da oltre 50 anni??
Non mi sembra ci sia tutta questa esigenza di ampliamento di struttura visto l’utilizzo di prenotazione obbligatoria per l’utenza, e lo smart- working con lavoro da casa per i dipendenti.
Facciamo:
APPELLO
al Sindaco Franza e l’intera Amministrazione ,di attivarsi con sollecitudine affinchè non ci sia l’ulteriore chiusura di un ufficio pubblico ai danni della collettività e degli esercizi commerciali.
CHIEDIAMO
-Se l’Amministrazione abbia già preso qualche iniziativa per far rimanere gli uffici nei locali attuali ?;
-Se l’ Amministrazione era stata avvertita della pubblicazione di questo avviso di ricerca e quali erano le motivazioni?
-Se l’indagine di ricerca nuovi locali, era dovuta per una questione economica e se l’Amministrazione ha pensato di abbassare o eliminare del tutto il fitto concedendo i locali in uso gratuito pur di non perdere il servizio pubblico ?.
Il Circolo di Fratelli D’Italia si attiverà con ogni iniziativa utile sia a livello locale che Regionale affichè la sede INPS di Ariano Irpino non sia spostata in altro Comune.
IL PRESIDENTE DEL CIRCOLO FDI
Attualità
“Elezioni USA” la nota di Louis Stanco, segretario M.A.P.S.
Dalle sconfitte elettorali ho la parvenza che non si abbia più la voglia di imparare nulla, secondo l’assunto “ Se non ho vinto è perché lui è peggio di me”, come se fosse un ossimoro.
“Vincere è per i perdenti.”
Per le mie sensibilità politiche, ovviamente non è un “buongiorno politicamente parlando”.
Tuttavia, questa mattina dai sostenitori della Harris e dagli esponenti del centrosinistra italiano, ho notato vari post dove si elencano le gaffe di Trump, le sue frasi sessiste, razziste, omofobe e via discorrendo.
Nulla di si dice sul dato del voto popolare , dove Trump vince per la prima volta, oltre che al senato e quindi nel voto dei grandi elettori, prende tutto.
Al pari, nessuna ammenda o autocritica sull’operato dell’ormai precedente amministrazione Biden-Harris che evidentemente non è stato premiato.
Bene, questo che ormai è il solito “riduzionismo semplicista” con cui si commentano le sconfitte elettorali non è funzionale alla sinistra, in nessun posto del mondo.
Sarebbe buona regola dopo una sconfitta elettorale complimentarsi con l’avversario e meditare.
Per provare a vincere alla prossima tornata elettorale.
Per i democratici di tutto il mondo, per il centro- sinistra Italiano sarebbe auspicabile prediligere, nuovamente come interlocutore privilegiato l’operaio, il ceto medio-basso e le periferie, non solo l’intellettuale occhialuto e supponente.
Questa demonizzazione del popolo, talora elitistica, mi rimanda a Alexis de Tocqueville quando diceva “ disprezzo e temo la folla”.
Il popolo è sovrano e la struttura del sistema elettorale americano è espressione di democrazia.
Il popolo non è mai stupido, è che va compreso, per poter vincere.
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