Attualità
La sanità non può essere privatizzata
La sanità deve rimanere pubblica, non si può abdicare alla logica di mercato ed alla privatizzazione selvaggia che specula sulle malattie delle persone più fragili. Non si può accettare la mancanza del personale medico e paramedico necessaria a garantire la continuità assistenziale. Milioni di cittadini vivono nell’angoscia di non poter ricevere cure appropriate e tempestive a cause di lunghe liste di attesa, condizione oramai cronica del SSR meridionale. La situazione della sanità è ulteriormente resa precaria dall’esodo dei medici e dei paramedici che migrano nelle strutture sanitarie del Centro-Nord, meglio attrezzate e capaci di pagare stipendi più alti. La miscellanea di fattori negativi delle regioni Meridionali riduce, se non addirittura elimina, la possibilità di garantire i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) ai cittadini, dal Sud al Nord, isole incluse, con prestazioni sanitarie di cura e di assistenza uniformi su tutto il territorio nazionale. La realtà parla un’altra lingua, la migrazione sanitaria è quotidiana, decine di miglia di cittadini meridionali si recano nelle regioni del Centro-Nord per ricevere cure tempestive. Il caregiver è costretto ad onerosi esborsi per alloggio e vitto fuori sede, nel contempo,la regione di residenza deve versare la retta per la prestazione sanitaria erogata che, per la Campania, ammonta a circa 380 milioni di euro ogni anno. Somma sottratta al SSR e che poteva essere utilizzata per l’acquisto di macchinari ovvero per rendere efficiente il SSR campano. L’Italia delle disuguaglianze sanitarie è il frutto della riforma del titolo V della Costituzione approva nel 2001 con la quale si mise in atto il regionalismo differenziato sanitario, oggi riproposto dalla legge Calderoli, approvata dal governo Meloni, per tutta la pubblica amministrazione. Se non verrà messo in campo il federalismo cooperativo eliminando quello competitivo che premia solo le regioni migliori ed abbandona gli altri al loro destino, si renderanno definitive le disuguaglianze ed i meridionali saranno costretti a migrare sia per il lavoro che per curarsi. Va corretta subito la rotta, diversamente ci avvieremo verso la balcanizzazione del paese.
Attualità
Provincia – Obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali sulle strade provinciali e regionali dell’Irpinia
La Provincia di Avellino ha disposto, con ordinanza del dirigente del settore Viabilità, l’obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali (da neve) o altri mezzi antisdrucciolevoli omologati ed idonei ad essere prontamente utilizzati, ove necessario, durante il periodo compreso tra la data odierna e il 15 Aprile 2025, per tutti i veicoli a motore, esclusi i ciclomotori a due ruote, i motocicli e i velocipedi, in transito lungo i tratti delle strade provinciali e regionali ricadenti nel territorio della provincia di Avellino.
Attualità
Avanti tutta con il referendum abrogativo
Salvini e Zaia, forse affetti da analfabetismo di ritorno, vogliono portare avanti il loro disegno di spaccare l’Italia, ignorano sia Consulta che ha demolito la legge Calderoli, sia la Cassazione che rende ammissibile il referendum abrogativo, non possono impunemente sbeffeggiare le istituzioni reputando uno scherzo di carnevale le decisioni assunte dalle supreme corti. Qualcuno dovrebbe fermare il duo Salvini-Zaia, è in gioco la credibilità della Meloni e del governo che hanno prestato giuramento sulla Costituzione. La legge Calderoli è un orrore Costituzionale, viola il principio di uguaglianza e di solidarietà, declassa la Questione Meridionale ad affare locale che dovranno risolvere gli amministratori meridionali, ritenuti la causa e l’effetto del problema. I fatti, le relazioni del Parlamento, l’Ufficio dei Conti Pubblici territoriali hanno smentito la narrazione della Lega, infatti l’applicazione del criterio della spesa storica ha consentito al Nord di ottenere un maggior gettito dallo Stato Centrale di oltre 60 miliardi, fatto che ha consentito di finanziare il tempo prolungato nella scuola dell’obbligo, di costruire gli asili nido, di offrire l’alta velocità, diffusa in tutta l’Italia settentrionale, servizi quasi completamente negati ai meridionali. Si celebri il referendum contro la legge Calderoli e, senza perder tempo, si inizi la battaglia per riunificare il paese affinché tutti i cittadini, inclusi i meridionali, si sentano fratelli e non fratellastri d’Italia.
Attualità
Provincia – Nuova tariffa per lo smaltimento dei rifiuti, ai Comuni rimborso per un milione di euro
Il presidente Buonopane: “Risparmi anche per i cittadini”
“Oltre un milione di euro di risparmio per i Comuni sullo smaltimento dei rifiuti, che si traduce in una riduzione della Tari per i cittadini”. Il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, comunica che l’Ato ha validato la nuova tariffa proposta dalla società provinciale IrpiniAmbiente Spa.
La tariffa regolata produce uno sconto di circa il 9% sul precedente importo. Si passa da 220 euro a tonnellata a 200,70 euro per quanto riguarda la frazione indifferenziata trattata allo Stir di Pianodardine, con applicazione retroattiva al primo gennaio 2024, comportando così una ricaduta di risparmio in tariffa Tari per i cittadini irpini.
La somma complessiva che verrà restituita ai Comuni supera il milione di euro. Questo importo sarà distribuito in misura proporzionale con note di credito per le amministrazioni in regola con i pagamenti a IrpiniAmbiente. Per gli enti morosi si adotterà una compensazione debiti-crediti.
“Non si può non evidenziare lo straordinario lavoro che sta portando avanti il management di IrpiniAmbiente, con l’amministratore unico Claudio Crivaro – dichiara il presidente Buonopane -. La nuova tariffa, la cui proposta è stata inviata all’Ato lo scorso ottobre e ora finalmente è stata validata, è frutto di una virtuosa gestione della società. Come si ricorderà, è stato già dimezzato il costo per lo smaltimento della frazione umida (che è sceso da poco più di 200 euro a circa cento euro), mentre per il vetro IrpiniAmbiente ottiene da qualche mese un rimborso. E ciò a differenza di quanto accadeva in passato, quando la società sborsava risorse importanti a favore delle aziende che si occupano del recupero e riciclo. Tutto questo, unito al know how e alla forza lavoro, fa di IrpiniAmbiente un esempio di società pubblica che funziona. Ovviamente, si può sempre migliorare. In tal senso, sono in campo altre azioni promosse dal dottore Crivaro e dal suo staff. A lui e a tutti i lavoratori il nostro ringraziamento”.
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