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Attualità

Le donne sono più istruite ma nella sanità i ruoli apicali spettano agli uomini

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La parità dei ruoli apicali nel settore della sanità, tra gli uomini e le donne, è ancora lontana dall’essere raggiunta. Openpolis – fondazione indipendente – parla chiaro: il ministero della salute non ha nominato nessuna donna a capo dipartimento. Il 39,7% delle donne riveste ruoli apicali nelle ASL, i direttori amministrativi donne sono il 42% e solo il 25% svolge il ruolo di direttore generale. Eppure il numero delle donne al di sotto dei 69 anni iscritte all’ordine dei medici si attesta al 52% nonostante ciò, la sanità è gestita, in larga parte, da uomini. La situazione non è tutta uguale nelle singole regioni: in Toscana il 57% di donne ricopre ruoli apicali, nelle Marche il 50%, nelle altre la percentuale è intorno al 40%, mentre in Campania al 34,8%. Disparità di trattamento inaccettabili considerando che le donne sono più istruite degli uomini, infatti nella fascia di età 25- 64 anni le donne laureate sono il 23,5% a fronte del 17,1% degli uomini. Nelle discipline “STEM” (Science, Technology, Engineering, Mathematics) le percentuali si invertono: 16,6% donne, 34,5% uomini. Nelle Regioni del Sud la popolazione residente è risultata mediamente meno istruita di quella del Centro Nord: il 38,1% ha il diploma di scuola secondaria superiore e il 16,8% ha la laurea, contro il 45% dei diplomati e il 21,2% dei laureati nel Centro Nord. Disparità, forse, dovuta alle differenze socio-economiche esistenti tra le due aree del paese. Infatti il reddito del meridione è la metà e la disoccupazione è doppia rispetto a quella del Nord. Ciò si riflette sulla differenza delle percentuali di diplomati e laureti tra sud e Nord, dovuta anche all’incremento dei costi per l’scrizione alla scuola superiore e universitaria.  Inoltre, negli ultimi 20 anni, si è avuta la riduzione del sostegno economico alle famiglie, essendo stati ridotti i fondi per le borse di studio erogati dalle università del Sud. La sinergia negativa di questi due fattori ha comportato che molti giovani meridionali sono nell’impossibilità di iscriversi persino ai corsi delle università pubbliche. Lo Stato deve offrire identiche opportunità a tutti prescindendo dal sesso e dalla collocazione geografica. Non si può parlare di uguaglianza sostanziale, se non si eliminano gli ostacoli di ordine economico e sociale che ne impediscono la concreta applicazione (art. 3 della Costituzione).

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Antonio Bianco : Non illudiamo i Meridionali con l’Alta Velocità

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L’Italia è spezzata in due, i collegamenti ferroviari tra il Sud ed il Nord sono interrotti tra Paola ed Amantea, in provincia di Cosenza, a causa della caduta di un container sui binari la cui rimozione è resa difficile per le forti raffiche di vento. Rai Calabria, da Paola, effettua un servizio con le interviste e le pacate rimostranze dei passeggeri che denunciano l’interruzione della linea ferroviaria appena il mal tempo imperversa. Tra il 21° e 23° secondo del filmato del 14 gennaio 2025, il cronista cita l’Alta Velocità (il servizio è di Iacopo Catarsi e riproduco le testuali parole: “le cancellazioni per l’Alta Velocità sono continue…”), fatto non rispondente al vero in quanto l’Alta Velocità si ferma a Napoli e non prosegue verso il Meridione, lasciando inalterato il gap infrastrutturale dei collegamenti ferroviari tra le due aree del Paese. I tempi di percorrenza ferroviari della tratta tirrenica da Reggio Calabria a Napoli, paragonati a quelli tra Napoli e Milano, per la stessa distanza, sono circa il doppio. Tant’è che si vorrebbe progettare un nuovo tracciato dell’Alta Velocità, tra le due citate città, tutt’ora rimasto nel seno degli Dei. L’Italia va riunificata partendo dalla realtà dei fatti, in mancanza dei quali diventa difficile rimette insieme i cocci di un Paese arlecchino. Vengono riconosciuti i diritti di cittadinanza e civili a geometria variabile, legati al luogo di residenza. I meridionali emigrano in cerca di lavoro o per curarsi, hanno pochissimi esili nido pubblici, una sanità mal ridotta, un welfare inesistente e muoiono, in media, tre o quattro anni prima che nel resto del Paese. Almeno non li illudiamo con l’inesistente alta velocità ferroviaria tra Napoli e Reggio Calabria.

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Pallavolo Campionato Serie D maschile – Torna a giocare in casa il GSA ARIANO

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 Sabato 18 gennaio 2025 alle ore 18.00 al Palasport il team arianese scende in campo con i  salernitani   del PESSY per una gara valida a  determinare le prime due posizioni  del girone.

Dopo l’inattesa sconfitta rimediata  a Battipaglia , la compagine del Tricolle ha perso il primo posto a vantaggio proprio dei prossimi avversari  che conducono al vertice  con due punti di distacco. La prossima gara rivestirà  grande importanza sia  per la conquista della  vittoria che per la classifica , giocatori e staff tecnico del GSA ne sono consapevoli e preparano al meglio l’appuntamento.

Gli allenatori Giulio Filomena e Nico Medici  chiedono alla  squadra di lasciare da parte l’ultimo risultato e continuare a credere nelle proprie possibilità per seguire l’obiettivo promozione.

Sarà un impegno delicato per capitan Santosuosso e compagni che attendono l’occasione per riscattarsi

con un successo e riprendere  il comando della graduatoria.

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Sotto il tricolore diritti a geometria variabile legati al luogo di residenza

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Il 7 gennaio è stata ricordata la festa del tricolore,evento celebrato dal presidente delle Repubblica Mattarella che nel suo discorso ricorda che:“riassume la nostra identità di popolo”. Parole sacre che forse stridono con la realtà. In Italia i meridionali migrano per cercare lavoro e per curarsi, muoiono, in media, tre/quattro anni prima rispetto al resto d’Italia, non hanno mezzi di trasporto urbani efficienti né l’alta velocità, che si ferma a Napoli, pochi gli asili nido gestiti dai comuni, il welfare è un sogno e leinfrastrutture sono inadatte a ricevere gli investimenti industriali nazionali e stranieri. Inoltre il reddito pro-capite è la metà e la disoccupazione è doppia rispetto al Nord mentre è aumentata la povertà assoluta delle famiglie meridionali. Sullo stesso territorio, sotto la stessa bandiera convivono cittadini con diritti a geometria variabile, diritti negati a 19 milioni di persone da tutti i partiti che negli ultimi venti anni hanno governato il paese. Forse hanno messo in pratica il teorema di Guido Tabellini, già rettore della Bocconi, che sul quotidiano Il Foglio scriveva: “Le politiche più efficaci per avvicinare l’Italia all’Europa sono anche quelle che aumentano la distanza tra Milano e Napoli, tra aree avanzate e arretrate del Paese”. In poche parole: ognuno per sé e Dio per tutti.

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