Attualità
Lettera di una professoressa ai dirigenti
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Cari dirigenti,
provo una certa emozione ad utilizzare un titolo così allusivo per il mio scritto, visto che fa riferimento ad una delle voci più autentiche e forti nel panorama italiano degli anni in cui il nostro paese faceva i conti con la modernizzazione e i cambiamenti epocali che travolgevano anche la vecchia scuola settaria italiana, aprendo la strada ai Decreti Delegati che rispondevano al quesito fondante della scuola pubblica italiana: diritto allo studio a tutti e scuola di tutti. Don Lorenzo Milani attraverso un linguaggio nuovo traghettava la scuola verso un approdo già segnato dalla Costituzione, quello del diritto allo studio, e ne indicava la strada. Nel noto aforisma: Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali, si ravvisa un’indicazione politica di enorme portata. Esso significa ridisegnare una società che tenga conto dell’individuo, dei suoi bisogni e che risponda a quei bisogni con giusti mezzi. Nell’aforisma si nasconde l’etica della “cura” dell’altro e la responsabilità verso il prossimo.
Esso, nella scuola, produce una profonda rivoluzione che implica il pieno riconoscimento dell’altro, dei suoi limiti, dei suoi bisogni e delle sue aspettative; la scuola così si pone all’ascolto, decodifica messaggi, acquisisce nuovi strumenti, acuisce i suoi sensi e pone basi etiche alle sue azioni.
Come si trasformano, oggi, in carne e sangue le parole di don Milani?
Nell’impegno costante e, straordinario oggi, a creare le condizioni perché tutti abbiano un’opportunità quella di accedere agli strumenti per mettersi in relazione con la scuola.
Avere accesso agli strumenti significa avere a disposizione un device, una connessione e una formazione iniziale o, per i più fortunati, avanzata per l’uso dello strumento tecnologico che è, per chi vive in una condizione di distanziamento sociale, l’unica modalità di accesso alla scuola, divenuta virtuale a causa della pandemia.
Garantire il diritto allo studio è uno dei pilastri della nostra società e oggi coinvolge tutte le famiglie in modo dirompente. In ogni casa impera il bisogno di connessione e di strumenti ciò è talvolta fonte di stress e preoccupazione per le famiglie stesse.
Il ministero ha messo a disposizione delle somme, probabilmente insufficienti, ma adeguate a dare una risposta immediata come hanno fatto alcuni istituti del nostro territorio: fornire la scheda di un provider, tablet e computer in dotazione delle scuole in comodato d’uso e, a somme accreditate, notebook nuovi.
La pandemia ci ha insegnato che il diritto allo studio si concretizza con il possesso degli strumenti tecnologici e le conoscenze informatiche adeguate degli alunni e delle famiglie.
Le famiglie hanno bisogno della scuola per rafforzare il ruolo genitoriale perché diventeranno gli insostituibili aiutanti dei docenti e della loro azione didattico – formativa. Illecito immaginare che il lock down possa fermare il futuro che si costruisce attraverso la mediazione continua e insostituibile del docente e né è immaginabile che le trasmissioni televisive possano sostituirsi all’aula anche se virtuale. Non ci sono più alibi, è necessaria l’acquisizione di solide competenze informatiche e di patenti per chiunque rivesta dei ruoli più che mai dirigenziali. Non sarà facile colmare il ritardo, ma la scuola ha raccolto la sfida e nessuno può sottrarsi.
Cari dirigenti Li ringrazio vivamente per lo sforzo di garantire a tutti i loro studenti il diritto allo studio avendo favorito l’accesso alle tecnologie e avendo messo in campo le soluzioni prima mai percorse ed energie inimmaginabili. Grazie
Appello ai dirigenti che pensano di poter aspettare che la pandemia si esaurisca e poi si ritorni normalmente in classe perché sono convinti che, come tutte le cose brutte, prima o poi passi e che questi siano giorni di pausa determinati da causa di forza maggiore. Peccato! Perché avete perso un’occasione, quella di essere vicino ad una comunità che soffre, avete perso l’occasione di dimostrare che l’intelligenza è la capacità di trovare soluzioni mai neanche immaginate. Avete perso l’occasione di assolvere al compito primario a cui siete chiamati cioè di mettere in campo le competenze necessarie per far crescere la comunità di cui fate parte e di creare una comunità educante che si prenda cura dell’altro quando serve.
Grazie don Milani
Attualità
Coppa Italia TPRA (Federazione Italiana Tennis-Padel) al Club La Tartaruga
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Il settore Tpra della FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) presenta la “Coppa Italia TPRA Tennis 2025”
L’obiettivo è quello di coinvolgere nell’attività, NUOVI giocatori amatoriali, quindi anche nuovi tesserati, coinvolgendoli tramite i circoli, i maestri etc.
Come sappiamo, il fattore squadra, spesso rappresenta una forte motivazione alla partecipazione.
La formula è molto coinvolgente:
– 1^ FASE REGIONALE.
FASE PROVINCIALE. Le prime 2 squadre di ogni girone accederanno al tabellone ORO, le altre al tabellone ARGENTO.
MASTER PROVINCIALE. Si giocherà con tabellone ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO. Le squadre finaliste dei tabelloni accederanno al Master Regionale.
MASTER REGIONALE. Si giocherà con tabelloni ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO. Le squadre vincitrici accederanno al Master Nazionale.
– 2^ FASE NAZIONALE
Si giocherà con tabelloni ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO.
Il Club La Tartaruga, Presieduto da Lucia Scrima, partecipa alla Coppa Italia categoria femminile competizione che prevede la disputo 2 singolari e un doppio al meglio di tre set ai 6 games con “vantaggio Tpra” e tie-break a 7 punti sul punteggio di 5 giochi pari, in sostituzione dell’eventuale terzo set si disputa un match tie-break a 7 punti.
Domani domenica 23 febbraio 2025 alle ore 10:00 si disputa la prima giornata sui campi in sintetico di Contrada Carpiniello le ragazze del Club La Tartaruga affrontano il TC Cesinali.
Il Club La Tartaruga Ariano Irpino schiera Manuela Leo (capitano) – Graziella Barrasso – Federica Capobianco – Veronica Di Maggio – Greta Fino – Giuseppina Florenzano – Roberta Morelli e Raffaella Zecchino.
Il Panathlon Club Ariano Irpino, Associazione Internazionale Benemerita del Coni che promuove l’etica e la lealtà nello Sport,attribuirà il premio “Fair Play” al termine delle varie fasi della Coppa Italia.
Attualità
Forza Italia Ariano incontra il Ministero della Giustizia : passi avanti per la riapertura di un secondo Tribunale in provincia di Avellino
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Roma, 17.02.2025– Una delegazione di Forza Italia di Ariano Irpino, guidata dal Segretario cittadino Avv. Giancarlo Giarnese e composta dagli Avv. Giancarlo Di Gregorio, Avv. Crescenzo Perrina e Arch. Alessandro Moschillo, è stata ricevuta questa mattina al Ministero della Giustizia dal Capo di Gabinetto del Ministro Nordio, Dott.ssa Bertolozzi. Al centro dell’incontro, la possibilità di riaprire un secondo tribunale in Provincia di Avellino.
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Durante la riunione, la delegazione irpina ha presentato una relazione dettagliata sul progetto, accompagnata dal deliberato dei Sindaci dell’Area Vasta adottato il 13 febbraio scorso. Un documento che testimonia il forte sostegno istituzionale e territoriale all’iniziativa.
Dal confronto è emersa una notizia di grande rilievo: il Governo sta lavorando a un Progetto di Legge che, oltre a stabilizzare i tribunali abruzzesi, prevederà la riapertura di quattro tribunali soppressi nel 2012 e conferirà una delega all’Esecutivo per individuare i criteri utili alla riattivazione di altre sedi giudiziarie, con particolare attenzione alle aree interne.
La volontà dell’Esecutivo di superare la riforma della geografia giudiziaria del 2012 rappresenta un segnale positivo per il territorio irpino. Il Capo di Gabinetto ha già fissato un nuovo incontro dopo l’estate per discutere più concretamente della proposta di un secondo tribunale in provincia di Avellino.
Attualità
Attività Libero Professionale Intramoenia (ALPI), il grimaldello per privatizzare la Sanità
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Le liste di attesa sono la fotografia del Sistema Sanitario italiano, finanziato con prelievi fiscali sui redditi dei pensionati, lavoratori e liberi professionisti, eroga prestazioni sanitarie in tempi biblici, anche otto /nove mesi, che compromettono le condizioni di salute della persona ammalata. Tant’è, che, il cittadino, per ottenere prestazioni sanitarie in tempi ragionevoli, si rivolge all’Attività Libero Professionale Intramoenia (ALPI) che, in regime ambulatoriale, eroga prestazioni specialistiche e/o attività diagnostico strumentale, interventi chirurgici in regime di ricovero ordinario o di Day Hospital/Surgery, prestate dal personale della dirigenza medica e sanitaria in regime di esclusività. Per incanto nello stesso ospedale, reparto, ambulatorio e l’identico medico la prestazione sanitaria viene erogata in poche settimane, imponendo al cittadino di pagare tra le 100/120 euro che in regime ordinario, se fosse esente dal pagare il ticket sanitario, sarebbe stata totalmente a carico del SSN. Forse la mancata riduzione dei tempi di attesa per le visite specialistiche va trovata nella volontà di introdurre, in modo silente, non certo in punta di piedi, la privatizzazione del SSN? Giulio Andreotti, affermava: “a pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”. Le liste di attesa sono il tema irrisolto sul quale si è cimentato in estate il governo Meloni, ben sapendo che il personale sanitario è sotto organico, sono insufficienti le risorse finanziarie per gli straordinari, è inadeguata la protezione dalle aggressioni degli operati sanitari nei reparti del pronto soccorso. Nel frattempo milioni di cittadino, pur esenti da ticket sanitario, sono sottoposti ad ulteriori esborsi di denari che il rapporto della Fondazione Gimbe/2024 e l’ISTAT/2023, hanno quantificato nella percentuale del 26%, con spese dirette o intermediate, quest’ultime erogate dalle assicurazioni sanitarie. Il piano del governo è chiaro: ridurre la presenza dello Stato a tutto vantaggio della sanità privata e delle assicurazioni sanitarie. Non possiamo rimanere con le mani in tasca, bisogna impedire la lenta agonia del SSN.
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