Attualità
Licia Morsa, CGIL funzione pubblica, sul Frangipane: tentiamo un dialogo con la Morgante, che ci ignora

Licia Morsa CGIL Funzione Pubblica: “proviamo a dialogare con il direttore della Asl, ma non ci risponde”.
Dopo l’intervista al direttore sanitario del Frangipane, Angelo Frieri, ho tentato di parlare con due medici, seppur in tempi diversi, per verificare le criticità dell’ospedale, ma entrambi si sono sottratti. Il primo, pur essendosi detto disponibile, al momento dell’intervista, prima ha respinto la telefonata, poi mi ha inviato un messaggio per rinviare: ancora attendo. Il secondo, mi ha risposto che si era informato e non gli era stato concesso di rilasciare l’intervista. Se non ci sono problemi, come sostengono alcuni che invece le interviste le rilasciano, proprio per smentire le criticità, perché non se ne può parlare con la stampa e in ultima analisi, con i cittadini, che hanno diritto di sapere come vanno le cose? Praticare la trasparenza da parte di un’istituzione, equivale a ottenere la fiducia, ma se non si può conoscere la verità, quale fiducia si potrà mai meritare? Ho deciso di approfondire e così, ho chiamato una sindacalista addentro alla questione, Licia Morsa, da ottobre 2018, Segretario provinciale della Funzione Pubblica CGIL di Avellino.
Quali sono a oggi le principali criticità in Provincia di Avellino e dell’Ospedale Frangipane di Ariano?
Non sono un medico e non posso dare una risposta scientifica. Ricopro il ruolo di Segretario da un anno e mezzo e ho trovato una sanità in ginocchio: le criticità erano già abbastanza evidenti prima dell’emergenza. Parliamo di carenza assoluta di personale a causa del blocco delle assunzioni, derivanti sia da norme governative, sia dal commissariamento regionale. Una volta usciti da quest’ultimo, stavamo mettendoci al lavoro per il reclutamento del personale, ma con tempi molto lenti, poiché abbiamo avuto l’autorizzazione del Governo per le nuove assunzioni con il decreto Madia. Come CGIL Funzione pubblica abbiamo dovuto insistere molto per far avviare la macchina, sia per le stabilizzazioni previste dalla Madia, che per i bandi per il reclutamento di personale: infermieri, OSS, medici, e tutto quello che occorre per la sanità pubblica.
Il 26 marzo i Responsabili delle UU.OO. del Frangipane scrivevano al Presidente della Giunta regionale campana e al Prefetto di Avellino, lamentando molte criticità, tra cui: “carenza di dispositivi di protezione personale, rischi per quello operante nelle aree Covid-19; assenza di una quotidiana e capillare sanificazione ambientale e di una corretta e periodica disinfezione di tutti gli ambienti interni ed esterni; assenza di formazione per tutto il personale esposto in prima linea, nonché di formazione per la corretta vestizione e svestizione di DPI; assenza di figure professionali specifiche”. Crede che ora queste faccende siano state risolte?
Assolutamente no, perché le poche decine di unità di personale assunte nell’ultima settimana, sono insufficienti a garantire il servizio. Sono stati chiusi dei reparti e quel personale è stato dislocato nei reparti Covid. Questo aspetto lo abbiamo contestato, poiché è venuto meno il servizio abituale: le altre patologie, diverse dal Covid, non si sono certo fermate. Abbiamo chiesto al direttore generale di continuare a garantire quei servizi. Parliamo ad esempio, della maternità( n.d.r.: in queste ore parzialmente riaperta). Faccio un passo indietro: da febbraio stiamo cercando di avere un dialogo con il direttore generale, passiamo giornate a inviare note attraverso le quali denunciamo delle criticità o proviamo a fare delle proposte migliorative dell’organizzazione. Non abbiamo mai ricevuto risposta alcuna e questo, soprattutto in questa fase delicata, è ancora più offensivo, perché quei lavoratori così come prevede la Costituzione, hanno diritto alla rappresentanza sindacale, che in questa fase hanno invece completamente cancellato! Pertanto andiamo avanti con le nostre note e cerchiamo di essere incisivi, persino alzando il tono: da una ventina di giorni, ogni nota viene spedita anche alla Prefettura e alla Giunta regionale. Non vogliamo fare come qualche altro sindacato, costretto a chiedere l’intervento della Procura, per fatti che potrebbero invece essere risolti, parlando, dialogando, spiegando…
Come mai la Morgante non vi risponde?
Diciamo che questo atteggiamento lo aveva anche prima: rispondeva solo se proprio era costretta dalla norma, dalla necessità della contrattazione. Dal 20 febbraio, dopo i fatti della Lombardia, abbiamo scritto una prima nota in cui chiedevamo sia al Moscati che alla Asl, di costituire un comitato per affrontare l’emergenza in provincia di Avellino. Nessuna risposta, finché non abbiamo alzato i toni, minacciando la proclamazione dello stato di agitazione: siamo molto equilibrati ad Avellino, non vogliamo arrivare allo sciopero, ma in qualche modo dobbiamo farci ascoltare. Con la minaccia dello stato di agitazione, il Prefetto finalmente ci ha convocati in videoconferenza e l’incontro è durato oltre 3 ore. Le risposte da parte del direttore generale della Asl non sono state per niente soddisfacenti, mentre il direttore generale del Moscati è venuto più preparato, con in numeri alla mano e ha dato risposte più concrete.
A suo avviso il direttore generale ha intorno una squadra in grado di consigliarlo? Per esempio, il 118 si rapporta col paziente, ma non coi medici di base che ne conoscono la storia: oltre alla Prefettura, neanche il direttore generale, li ha convocati?
Di sicuro non c’è stato quel raccordo che noi all’inizio avevamo chiesto. Ogni direzione all’interno della Asl, non si raccorda con le altre, manca la comunicazione. In tal modo gestire diviene molto più complicato.
Il personale sanitario spostato da altri settori all’area Covid senza una formazione, può sapere come comportarsi e come difendersi?
No, perché proviene da altri reparti: è chiaro che nessun operatore era pronto all’emergenza. Peraltro prenderlo non su base volontaria, non è stata una buona operazione. Nel contempo, c’è da dire che ci si è ritrovati nella necessità di far fronte ai numerosi pazienti provenienti dal Minerva. Gli operatori, sulla cui responsabilità di lavoratori si è contato molto, si sono rimboccati le maniche e non hanno protestato, anche se avrebbero potuto.
Ho sentito di personale che lavora con camici usa e getta, altro che li lava con la candeggina per poterli riutilizzare, altro ancora che utilizza i sacchi della spazzatura per proteggersi: le pare normale?
Assolutamente no, anche se viene regolarmente smentito dal direttore sanitario di presidio e dallo stesso direttore generale. Arrivano di continuo voci di dispositivi di protezione che non ci sono, operatori che litigano tra loro perché talvolta spariscono. Leggevo proprio ieri un articolo del direttore della Farmacia, che diceva che i dispostivi ci sono, vengono regolarmente forniti, ma a me non risulta questo.
A proposito, il 13 aprile, il responsabile della Farmacia e quello del Pronto soccorso del Frangipane, hanno smentito l’on. Generoso Maraia che aveva denunciato la mancanza di presidi di protezione individuale. Hanno dichiarato: “È tutto falso, la situazione è sotto controllo… L’Asl ci ha sempre garantito tutto l’occorrente per poter operare al meglio. Nessuno di noi ha mai dichiarato cose simili…[…]. Anche il Tociluzimab arriva con regolarità: e allora perché affermare queste falsità che in questo momento tendono ad infangare la struttura ospedaliera arianese che tutto il personale, insieme al direttore generale stanno difendendo a denti stretti.” Sono gli stessi medici che il 26 marzo avevano firmato il documento sulle criticità: in poco più di 15 giorni è possibile che sia stato messo tutto a posto?
Preferirei non entrare in queste contraddizioni. Di sicuro i lavoratori nostri iscritti, così come i non iscritti, mi riferiscono che i dispositivi non ci sono tutti i giorni e vanno in giro in altri reparti a farseli prestare. E questo è grave, perché in un reparto Covid, i lavoratori dovrebbero poter lavorare in sicurezza, in tranquillità, perché è umano avere timore. Consideriamo inoltre che tornano a casa, hanno una propria vita, una famiglia e, oltre a infettarsi loro, possono infettare gli altri.
Il 3/04/2020 è stato diffuso un codice disciplinare del direttore generale che, tra l’altro, vieta di usare informazioni acquisite durante il lavoro e di esprimere opinioni: è per evitare che il personale riveli verità scomode?

La nota disciplinare inoltrata al personale dal direttore generale, dr.ssa Maria Morgante, il 3/04/20
Il problema non lo risolvono vietando ai lavoratori di parlare, ad esempio, con la CGIL. Come non si risolve tenendo nascoste le criticità, anzi, ribadisco la necessità soprattutto in questa fase, di collaborare. È fondamentale la collaborazione tra il datore di lavoro e il sindacato. Noi rappresentiamo e parliamo con i lavoratori, che sono le prime sentinelle di quello che accade nel luogo di lavoro, per cui andremmo ascoltati. Il provvedimento disciplinare inviato dalla direzione in piena crisi, è stato intempestivo e di cattivo gusto, teso a spaventare: minacciare quei lavoratori che stanno lavorando, solamente basandosi sulla responsabilità soggettiva, è davvero di cattivo gusto. Peraltro, il codice disciplinare era stato già notificato qualche mese fa, correttamente, poiché è una norma di legge prevista anche nel contratto, tanto che nessuno aveva detto nulla.
D’accordo sulla fedeltà all’azienda, ma se uno vuol esprimere un’opinione, possibile debba essere censurato?
Non è fattibile: dovesse accadere, dovesse arrivare un provvedimento a un lavoratore, noi lo difenderemo, senza alcun dubbio. Stiamo attendendo: il direttore generale durante la videoconferenza si disse disponibile al confronto, ma nonostante da quel giorno abbiamo inviato altre note, anche per fare i test sierologici, non abbiamo ottenuto risposte. Ciò che notiamo è un cambiamento: non rispondono, ma dopo qualche ora attuano ciò che abbiamo chiesto. È qualcosa, ma non ce lo vogliono riconoscere.
Come valuta la questione test sierologici e tamponi?
L’Asl ha provveduto a fare a quasi tutti gli operatori del Frangipane e del Criscuoli i test sierologici, ma su quelli non c’è garanzia rispetto all’esito, per cui, siamo intervenuti richiedendo i tamponi, soprattutto a seguito delle disposizioni interne da parte del direttore sanitario, che prevedevano che anche in caso di positività, il lavoratore dovesse continuare a lavorare e, dopo qualche giorno, rifare il test sierologico. Glielo abbiamo contestato e così, almeno per i lavoratori che conosciamo e sono risultati positivi al sierologico, hanno provveduto al tampone. Cosa diversa invece accade al Moscati, dove stanno provvedendo a fare entrambi i test a pochissima distanza l’uno dall’altro. Il test sierologico può servire a capire statisticamente, come il virus interviene nel nostro organismo, ma per sapere se si è positivi è importante il tampone, che, dato che si tratta di operatori sanitari, è previsto sia dall’ordinanza regionale, che dall’ultimo decreto governativo. Insomma, abbiamo dovuto contestare anche questo, quando dovrebbe essere l’Asl a garantire il servizio sul territorio e non io sindacalista, a spiegare come fare.
Tornerà l’ospedale di Ariano ad avere tutti i suoi reparti o questa è l’occasione per il suo smantellamento?
Mi auguro di no, perché sarebbe un suicidio per queste zone. Mi auguro che sia passato il tempo in cui dimostrare alla Regione che siamo efficienti, bravi a risparmiare. Smantellare i servizi sarebbe grave. Ciò che mi stupisce e mi chiedo spesso, è il motivo del rallentamento: avendo avuto tutte le autorizzazioni, perché non viene reclutato il personale?
Durante l’intervista il direttore sanitario del Frangipane, mi ha detto che hanno avuto difficoltà a reperire personale…
Non è proprio vero: hanno inteso assumere personale non dipendente, ma autonomo, a partita Iva. Lo stesso direttore generale, durante la videoconferenza, ha riferito che avevano risposto all’avviso 500 infermieri e circa 600 OSS. Persone che hanno partecipato, mi hanno informata che l’avviso prevede 30 € lordi all’ora, mentre al momento della sottoscrizione del contratto, pare che al lavoratore vengano offerti 17 € lordi l’ora, elevabili a 23. Parliamo di ragazzi neolaureati, magari non di Ariano, che dovranno spostarsi, trovare un alloggio, affrontare spese, ma soprattutto mettersi a disposizione per un reparto pericoloso e per un breve periodo. Non si comprende come mai l’Asl abbia deciso di assumere soltanto a partita Iva, visto che c’è una graduatoria disponibile di infermieri già pronta, al Moscati, da cui persino presidi sanitari napoletani hanno attinto. Ci sono ancora mille infermieri disponibili, ma la Asl ha deciso di non attingere a quella graduatoria. Ho chiesto al direttore generale come mai: non me l’ha saputo dire. Inoltre il contratto è per tre mesi, mentre nelle altre aziende i contratti li stanno facendo per un anno: tutt’altro scenario di proposta lavorativa. Servirebbe molto personale lavorativo e non si sa per quanto tempo, giacché non sappiamo quanto servirà per uscire da questa pandemia.
E per quanto riguarda i medici?
Dicono di non trovarne. Mi era già noto, poiché ho seguito per un paio d’anni la medicina penitenziaria: per i 4 istituti penitenziari dicevano di non riuscirne a trovare. Per forza: i contratti proposti, anche in quel caso,erano a due o tre mesi.
A proposito, ci sono contagiati nelle carceri irpine?
Non lo sappiamo perché non hanno ancora effettuato i test. Nell’istituto di Bellizzi, una comunità di 600 detenuti, più 300 dipendenti, ieri sono arrivati i test, ma la Asl non sta provvedendo a effettuarli: il medico in servizio si rifiuta, non c’è un coordinamento. Dovrò sollecitare anche questo: è fuori da ogni logica avere i test e non effettuarli. Per il carcere di Ariano Irpino, non se ne sono preoccupati affatto: il direttore è assente, molti dipendenti sono di Ariano, si è nella zona rossa. Avevo chiesto alla Asl di verificare anche per le RSA (Residenze per anziani), visto che ha la competenza sulla prevenzione e sulla sicurezza, ma anche in quelle stanno provvedendo a fare i test sierologici a rilento. Ieri li hanno fatti al centro di riabilitazione Don Gnocchi, dove ci sono 110 posti letto: sono in attesa dell’esito.
Per leggere l’intero documento del 26 marzo inoltrato dai medici del Frangipane, da noi pubblicato, questo il link: https://www.arianonews24.it/emergenza-covid-19-i-dirigenti-medici-del-frangipane-scrivono-a-de-luca-e-al-prefetto/
Attualità
Un farmaco per tutti

L’apertura della farmacia solidale nell’Ospedale dell’Annunziata di Napoli, offre una risposta concreta alle persone in condizioni di fragilità che si rivolgono alla Curia ed alle parrocchie per l’acquisto di farmaci costosi. Fu inaugurata dall’Arcivescovo di Napoli Crescenzo Sepe convinto sostenitore del principio di sussidiarietà coniugato con la solidarietà, binomio inscindibile che impone ad ognuno di noi di fare la sua parte in quanto: “Non si può morire perché non si hanno i soldi per comprare i medicinali”.
Quest’iniziativa meritoria nasce con la sottoscrizione del protocollo d’intesa tra la Diocesi di Napoli, il Santobono-Pausilipon, l’ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli, presieduto da Vincenzo Santagada, e la Federfarma Napoli.
Saranno recuperati i farmaci ed i presidi medico chirurgici, non scaduti, donati da privati o aziende farmaceutiche. Le farmacie aderenti all’iniziativa sono ricomprese in un elenco, in particolare, quella di Sant’Anastasia, in provincia di Napoli, sita in Via Sandro Pertini nn. 13, 15 e 17, intitolata “Santa Maria al Boschetto”, di recente apertura, che ha aderito all’iniziativa, la quale, come le altre farmacie, catalogherà i farmaci sui quali sarà apposta la dicitura donati e non vendibili al pubblico.
Attualità
Coppa Italia TPRA (Federazione Italiana Tennis-Padel) al Club La Tartaruga

Il settore Tpra della FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) presenta la “Coppa Italia TPRA Tennis 2025”
L’obiettivo è quello di coinvolgere nell’attività, NUOVI giocatori amatoriali, quindi anche nuovi tesserati, coinvolgendoli tramite i circoli, i maestri etc.
Come sappiamo, il fattore squadra, spesso rappresenta una forte motivazione alla partecipazione.
La formula è molto coinvolgente:
– 1^ FASE REGIONALE.
FASE PROVINCIALE. Le prime 2 squadre di ogni girone accederanno al tabellone ORO, le altre al tabellone ARGENTO.
MASTER PROVINCIALE. Si giocherà con tabellone ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO. Le squadre finaliste dei tabelloni accederanno al Master Regionale.
MASTER REGIONALE. Si giocherà con tabelloni ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO. Le squadre vincitrici accederanno al Master Nazionale.
– 2^ FASE NAZIONALE
Si giocherà con tabelloni ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO.
Il Club La Tartaruga, Presieduto da Lucia Scrima, partecipa alla Coppa Italia categoria femminile competizione che prevede la disputo 2 singolari e un doppio al meglio di tre set ai 6 games con “vantaggio Tpra” e tie-break a 7 punti sul punteggio di 5 giochi pari, in sostituzione dell’eventuale terzo set si disputa un match tie-break a 7 punti.
Domani domenica 23 febbraio 2025 alle ore 10:00 si disputa la prima giornata sui campi in sintetico di Contrada Carpiniello le ragazze del Club La Tartaruga affrontano il TC Cesinali.
Il Club La Tartaruga Ariano Irpino schiera Manuela Leo (capitano) – Graziella Barrasso – Federica Capobianco – Veronica Di Maggio – Greta Fino – Giuseppina Florenzano – Roberta Morelli e Raffaella Zecchino.
Il Panathlon Club Ariano Irpino, Associazione Internazionale Benemerita del Coni che promuove l’etica e la lealtà nello Sport,attribuirà il premio “Fair Play” al termine delle varie fasi della Coppa Italia.
Attualità
Forza Italia Ariano incontra il Ministero della Giustizia : passi avanti per la riapertura di un secondo Tribunale in provincia di Avellino

Roma, 17.02.2025– Una delegazione di Forza Italia di Ariano Irpino, guidata dal Segretario cittadino Avv. Giancarlo Giarnese e composta dagli Avv. Giancarlo Di Gregorio, Avv. Crescenzo Perrina e Arch. Alessandro Moschillo, è stata ricevuta questa mattina al Ministero della Giustizia dal Capo di Gabinetto del Ministro Nordio, Dott.ssa Bertolozzi. Al centro dell’incontro, la possibilità di riaprire un secondo tribunale in Provincia di Avellino.

Durante la riunione, la delegazione irpina ha presentato una relazione dettagliata sul progetto, accompagnata dal deliberato dei Sindaci dell’Area Vasta adottato il 13 febbraio scorso. Un documento che testimonia il forte sostegno istituzionale e territoriale all’iniziativa.
Dal confronto è emersa una notizia di grande rilievo: il Governo sta lavorando a un Progetto di Legge che, oltre a stabilizzare i tribunali abruzzesi, prevederà la riapertura di quattro tribunali soppressi nel 2012 e conferirà una delega all’Esecutivo per individuare i criteri utili alla riattivazione di altre sedi giudiziarie, con particolare attenzione alle aree interne.
La volontà dell’Esecutivo di superare la riforma della geografia giudiziaria del 2012 rappresenta un segnale positivo per il territorio irpino. Il Capo di Gabinetto ha già fissato un nuovo incontro dopo l’estate per discutere più concretamente della proposta di un secondo tribunale in provincia di Avellino.
-
Attualità3 settimane fa
Maltrattamenti in famiglia – Condannato a due anni 55enne arianese
-
Attualità4 settimane fa
L’Alta Velocità da Napoli a Reggio Calabria “non s’ha da fare, né domani né mai”
-
Attualità4 settimane fa
Forza Italia: il trasferimento del mercato è una condanna alla desertificazione del centro storico
-
Attualità2 settimane fa
Forza Italia Ariano incontra il Ministero della Giustizia : passi avanti per la riapertura di un secondo Tribunale in provincia di Avellino
-
Attualità3 settimane fa
Attività Libero Professionale Intramoenia (ALPI), il grimaldello per privatizzare la Sanità
-
Attualità2 settimane fa
Coppa Italia TPRA (Federazione Italiana Tennis-Padel) al Club La Tartaruga
-
Attualità4 settimane fa
CGIL Irpina in lutto per la scomparsa di Franco Gentilucci
-
Attualità3 settimane fa
Ariano alla BIT Milano 2025 con la Rievocazione Storica del Dono delle Sante Spine