Attualità
L’Irpinia verso le regionali – Sardine d’Irpinia :”meno selfie più politica, le nostre richieste ai candidati irpini”
Contrasto al calo demografico, salvaguardia ambientale, lotta alla camorra, investimenti nel comparto della sanità e tutela del lavoro. Sono questi gli impegni che come sardine chiediamo ai candidati irpini che scenderanno in campo per rappresentare il nostro territorio nei prossimi cinque anni tra i banchi del consiglio regionale.
L’ultimo dato che emerge dallo studio sui cambiamenti demografici in Europa a cura dell’Eurostat è preoccupante. L’Irpinia in 8 anni ha perso il 5% della popolazione. Siamo sicuri che se si avesse contezza anche delle migliaia di giovani che lasciano la nostra terra per studio e per lavoro, ma che non rinunciano alla residenza, il numero sarebbe ancora più alto. La crisi demografica si fa sentire soprattutto nell’alta Irpinia dove ci sono paesi che hanno perso anche il 20% del totale della popolazione. Questo calo può portare solo ad una cosa: la scomparsa dei vecchi borghi.
Ogni anno la nostra provincia perde oltre 3 mila abitanti che scelgono di risiedere in luoghi dove ci sono più occasioni, più servizi e più opportunità di lavoro. Soprattutto con l’avvicinarsi delle campagne elettorali non si contano le tavole rotonde e gli incontri sul tema delle aree interne. Le risposte però sono sempre insufficienti e i pochi spunti interessanti restano lettera morta. Non esiste una strategia chiara per rilanciare il turismo e per creare un piano infrastrutturale che faccia uscire l’Irpinia dall’isolamento. Le grandi opere a macchia di leopardo e le piccole iniziative di promozione territoriale non possono essere esaustive per risanare un territorio in grave difficoltà.
Ora che sta per iniziare la campagna elettorale per le regionali ai candidati chiediamo degli impegni precisi e delle risposte chiare. Quali azioni si intendono introdurre per contrastare il continuo spopolamento? Quali risposte per mettere in azione un progetto serio per lo sviluppo turistico della provincia? Perché la regione Campania ha destinato solo 600 mila euro all’Irpinia dei fondi POC Turismo su oltre 50 milioni di euro stanziati? Come si intende salvaguardare il patrimonio ambientale del territorio rispondendo al contempo alle nuove sfide infrastrutturali che il progresso impone? Si intende contrastare seriamente l’inquinamento ambientale causato dalle polveri sottili e dagli scarichi abusivi che sempre più spesso sversano materiale nocivo nei nostri torrenti, dalla solofrana al calore irpino passando per il fiume sabato ed il fenestrelle?
Domande chiare a cui chiediamo risposte. Il futuro della Campania e dell’Irpinia passano per le scelte politiche della prossima classe dirigente che si ritroverà a governare questo territorio per i prossimi cinque anni. Assodato che la deriva sovranista è il nostro primo obiettivo da contrastare, ci rivolgiamo quindi ai candidati dell’area di centrosinistra che ci rappresenta. Il nostro voto non può più essere dato sulla fiducia o soltanto teso a contrastare Salvini e le destre, perché il problema della Campania ed il problema dell’Irpinia va ben oltre il triste radicamento della Lega Nord in una terra che fino a pochi anni fa veniva insultata e maltrattata dagli stessi esponenti leghisti che oggi si ergono a tronfi difensori del territorio mentre in parlamento portano avanti l’idea di quel regionalismo differenziato che farebbe sprofondare il mezzogiorno in una crisi ancora più acuta.
Proprio per contrastare la propaganda d’odio delle destre vanno date risposte anche sulla sicurezza dei cittadini, che, fino a prova contraria, non viene messa in pericolo solo da sparuti episodi di violenza imputabili a cittadini extracomunitari (che vanno comunque condannati), come la propaganda delle destre vuole raccontare, ma è messa in pericolo giornalmente soprattutto dalla camorra che è ben radicata sul nostro territorio. Anche ad Avellino, anche se sembra silenziosa. L’ultimo rapporto semestrale della DIA evidenzia che anche in Irpinia la criminalità si infila negli enti locali e negli appalti pubblici ed il pericolo di infiltrazioni al tempo della pandemia è ancora più alto e sono in aumento anche i reati ambientali in una provincia che fa del verde il suo fiore all’occhiello. La problematica della criminalità organizzata non è, però, assolutamente una peculiarità solo irpina. Non a caso dall’ultimo rapporto di “Avviso pubblico” emerge una Campania con il drammatico primato di prima regione per numero di intimazioni a sindaci, consiglieri e vigili. Un attacco alle istituzioni che non possiamo tollerare in un territorio già morente che chiede a gran voce proprio la presenza dello Stato per tutelare quelle porzioni di popolazione che vivono in maniera più accentuata il problema delle diseguaglianze sociali.
In Irpinia una fetta della popolazione è costretta a spostarsi anche per curarsi. L’uscita dal commissariamento è senza dubbio un buon risultato ma se il prezzo è stato portare al minimo i finanziamenti alla sanità, con i conseguenti tagli ed i successivi disagi patiti dalla popolazione più esposta, allora è fuor di dubbio che dei provvedimenti per tornare a puntare sullo sviluppo della sanità in Irpinia vanno intrapresi. La dismissione dell’ospedale di Bisaccia, del pronto soccorso di Solofra e le difficoltà del presidio ospedaliero di Sant’Angelo dei Lombardi gravano in maniera enorme sulle spalle dei cittadini che spesso si ritrovano a dover effettuare veri e propri viaggi della speranza nelle strutture di Avellino e di Ariano Irpino già sature ed in difficoltà, a maggior ragione dopo aver affrontato l’emergenza Covid che è stata superata grazie all’abnegazione di medici ed infermieri che hanno lavorato fino allo stremo per coprire le mancanze strutturali e materiali che si sono verificate soprattutto nelle prime settimane dell’emergenza.
Risposte chiare vanno date soprattutto sul tema del lavoro. I disagi sociali provocati dalla mancanza di una occupazione stabile si ripercuotono inevitabilmente sulle fasce più deboli della popolazione ed il rischio di cadere nella trappola della criminalità organizzata è altissimo. Non possiamo non far notare il silenzio politico e istituzionale sulla vicenda Novolegno. L’ennesima fabbrica che ha chiuso i battenti in Irpinia, lasciando in strada oltre cento operai. Negli scorsi mesi abbiamo provato a dare risalto alla loro vertenza ma le risposte dalla politica non si sono rivelate efficienti. L’incontro promesso al MISE non c’è mai stato ed i lavoratori sono stati letteralmente scaricati e lasciati in balìa del loro destino. Il calo occupazionale, le difficoltà delle piccole e medie imprese ed il crollo del prodotto interno lordo della nostra provincia sono cause imputabili anche alle conseguenze del calo demografico e dell’età media della popolazione che risulta essere la più alta dell’intera regione.
La crisi provocata dalla pandemia da Covid-19 ha sicuramente inasprito queste problematiche che non potranno essere risolte solo dai bonus a pioggia elargiti in queste settimane se dietro non esiste una programmazione a lungo termine sugli obiettivi da raggiungere. Sono queste le tematiche che da sardine chiediamo di trattare ai candidati irpini in vista del prossimo appuntamento elettorale regionale.
Essere sardine significa essere persone che non si accontentano, significa non rassegnarsi a una politica fatta di propaganda, di vuoti e di lontananza, significa saper dire una parola in meno e tendere un orecchio in più. Per questo chiediamo meno selfie e più politica.
Attualità
Educare alla parità di genere – tra pari”, domani la presentazione del progetto presso la Sala Conferenze del Palazzo degli Uffici
L’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino venerdì 22 novembre 2024 alle ore 10,30 presso la sala Conferenze del Palazzo degli Uffici presenta un progetto che si rivolge agli studenti della scuola secondaria di II grado per Educare alla parità attraverso l’ innovazione didattica, dal titolo “Educare alla parità di genere – tra pari”.
Il progetto didattico “Educare alla parità di genere – tra pari” presentato dalla dott.ssa Rossella Schiavo, responsabile del Centro Antiviolenza ANANKE dell’Ambito Territoriale A1 con sede ad Ariano, ha lo scopo di prevenire atti di violenza contro le donne attraverso percorsi educativi e formativi destinati alle studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di II grado di Ariano in via sperimentale e nella forma di ricerca – azione.
Il progetto prevede di coinvolgere un numero di studenti delle classi terze e dopo la formazione essi stessi opereranno nei gruppi di studenti del proprio istituto secondo il modello didattico “pear to pear”.
L’iniziativa nasce dall’intesa tra gli Assessorati all’istruzione e alle Politiche Sociali, l’Azienda Speciale consortile per le politiche sociali dell’Ambito Territoriale A1 e le scuole superiori di Ariano. Dopo la sperimentazione il progetto sarà esteso alle altre scuole del territorio.
Dopo i saluti di:
Enrico Franza
Sindaco di Ariano Irpino
Laura Cervinaro
Consigliera Provinciale
Augusto Morella
Presidente Azienda speciale consortile per la gestione delle politiche sociali Provincia di Avellino n. A1
Pasqualino Molinario
Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ariano Irpino
Grazia Vallone
Assessore all’Istruzione e alle Politiche Giovanili del Comune di Ariano Irpino
Interverranno:
Rossella Schiavo
Psicologa – Azienda speciale consortile Avellino A1 – Sportello “Ananke”
Tiziana Aragiusto
Dirigente Scolastica, reggente ISS “De Gruttola”
Massimiliano Bosco
Dirigente Scolastico, ISS “Ruggero II”
Giovanni Mingione
Dirigente Scolastico, reggente Liceo “P. P. Parzanese”
Interventi degli studenti
Attualità
Rsu Ispettorato del Lavoro: solidarietà alle colleghe aggredite a Sirignano, necessario garantire sicurezza dei dipendenti
La Rappresentanza sindacale unitaria dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Avellino, composta da Mario D’Andrea, Carminantonio Vacchiano e
Maria Luisa Candela, nell’esprimere piena solidarietà alle due colleghe aggredite nei giorni scorsi in un’attività commerciale di Sirignano, mentre svolgevano il proprio lavoro, approfittando della presenza in città di alti dirigenti dell’ente, giunti appositamente presso la sede dell’ufficio per manifestare la vicinanza dell’amministrazione per quanto successo e approfondire la vicenda, ha avuto un confronto con il direttore centrale Vigilanza e Sicurezza del Lavoro dell’Ispettorato nazionale, dott. Aniello Pisanti, con il direttore interregionale Inl, dott. Giuseppe Patania, e con il direttore dell’Ispettorato territoriale di Avellino, dott. Francesco Damiani, che nella mattinata di ieri si sono incontrati, a Palazzo di governo, con il Prefetto, Rossana Riflesso.
L’intento della Rsu è individuare soluzioni idonee a gestire una situazione che ormai sta diventando insostenibile per gli ispettori che quotidianamente, nello svolgere le proprie mansioni, si imbattono in situazioni rischiose, diventando nei fatti lo sfogatoio di tensioni sociali, ma anche i destinatari di atteggiamenti e comportamenti incivili e aggressivi, da parte di alcuni degli utenti sottoposti a controlli.
Per quanto ci riguarda, abbiamo quindi chiesto maggiore attenzione e tutela anche per il personale adibito al front office, che costantemente deve rapportarsi con il malcontento dell’utenza, che non di rado degenera in invettive e minacce all’indirizzo degli addetti.
Da parte dei tre dirigenti abbiamo registrato ampia disponibilità a recepire le nostre osservazioni e ad intrattenere un confronto costante, in un’ottica di collaborazione costruttiva, nell’interesse esclusivo dei dipendenti degli uffici, in modo che possano svolgere le proprie funzioni istituzionali nella massima tranquillità.
Venendo al grave espisodio occorso alle colleghe, l’altro giorno, quando le due ispettrici del lavoro si sono presentate e qualificate all’atto dell’accesso ispettivo, il titolare della ditta ha reagito con violenza contro una di loro, strattonandola con forza mentre stava procedendo all’identificazione di una lavoratrice, impedendole di raccoglierne le dichiarazioni, in modo da agevolarne l’allontanamento, anche su energico invito della madre di quest’ultimo, presente nel negozio. Nonostante le ispettrici abbiano immediatamente chiesto l’intervento dei Carabinieri della stazione di Baiano, tramite il 112, che sono sopraggiunti in loco, il titolare della ditta e i suoi congiunti hanno ripetutamente oltraggiato e aggredito verbalmente le ispettrici del lavoro, rovesciando persino il tavolo sul quale stavano redigendo il verbale, colpendo così ad una mano una delle colleghe, procurandole una frattura ad un dito. Si è pertanto reso necessario l’intervento dei sanitari, anche a causa di un malore accusato dall’ispettrice colpita, a seguito della situazione, e il trasporto presso il Pronto Soccorso dell’azienda ospedaliera Moscati di Avellino, dove i medici hanno riscontrato la frattura alla mano e un innalzamento della pressione arteriosa, con una prognosi di 25 giorni.
A seguito di quanto è successo, ci è stato riferito che sarà convocato, in tempi brevi, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, con l’obiettivo di garantire un maggiore supporto all’attività ispettiva, in termini di forze dell’ordine.
Attualità
La lega marcia, mentre l’opposizione tace sulla Questione Meridionale e sul referendum
La Corte Costituzionale ha assestato un duro colpo alla legge 86/2024 targata Calderoli, ha cassato sette commi e indicato cinque prescrizioni a cui attenersi per riscrivere il testo. La casa è abbattuta ma non polverizzata, e Calderoli è ben determinato a modificare la legge in parlamento. I rilievi della Consulta sono chiari: non si possono trasferire intere materie ma solo specifiche funzioni, la richiesta va motivata e sempre che lo Stato Centrale non sia in grado di svolgere questa funzione nel rispetto del principio di sussidiarietà; la delega al governo per la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) non può essere generica; i LEP non possono essere definiti e rivisti con DPCM (Decreto Presidente Consiglio dei Ministri); deve essere eliminato il criterio della spesa storica e le regioni sono obbligate a rispettare il patto di stabilità al fine di prevenire inefficienze di sistema e la crescita della spesa pubblica; il parlamento non può solo ratificare le intese, fra il governo e le regioni, ma deve approvarle e rinviarle per un nuovo esame. Le opposizioni esultano, manca, però, un’azione volta a rimettere al centro dell’agenda politica la Questione meridionale, causa ed effetto delle disuguaglianze tra le due aree del paese. Né l’opposizione ha riaffermato la necessità che il referendum, richiesto da oltre 1,2 milioni di cittadini, sia celebrato, in tal modo, si impedisce ai cittadini di partecipare al dibattito pubblico sul regionalismo differenziato, sin ad ora, svolto solo nelle sedi istituzionali oppure nelle segrete stanze. In tal modo il silenzio dell’opposizione rafforza la proposta del governo Meloni di ritenere oramai inutile il referendum e non pongono in campo l’offensiva per spazzare via lo Spacca Italia.
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