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Attualità

MANCATA RIAPERTURA REPARTO DI GERIATRIA. AL MOSCATI A RISCHIO IL DIRITTO ALLA SALUTE DEI PAZIENTI

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Da circa due mesi il reparto di Geriatria dell’Azienda Moscati è chiuso; convertito ad inizio marzo in unità operativa Covid a causa dell’aggravarsi dell’emergenza pandemica nella nostra provincia, ad oggi non ancora riattivato poiché sembra   manchino in Azienda Dirigenti Medici Geriatri.

Siamo preoccupati per la mancata riapertura e ancor di più delle indiscrezioni che trapelano, secondo le qualipotrebbe addirittura delinearsi la chiusura definitiva del reparto.

La Direzione Strategica del Moscati con questa scelta priverà la nostra provincia, che ha un ampio bacino di popolazione anziana, di un reparto fondamentale come la Geriatria, ledendo il diritto alla salute dei pazienti anziani e fragili.

In questi giorni tali pazienti stanno già vivendo sulla propria pelle le conseguenze di questa chiusura venendo dirottati per giorni sulle barelle del Pronto Soccorso in attesa di un posto letto. Come è stato possibile non rimediare alla carenza di Medici Geriatri?

Cosa c’è veramente dietro la chiusura della UOC Geriatria?

Sono trascorsi mesi dalle nostre denunce, ma ci duole constatare che l’operato dell’attuale Direzione Medica di Presidio, diretta dal Dott. Castaldo, continui a far acqua da tutte le parti con decisioni scellerate che hanno contribuito a trasformare il Pronto Soccorso in un Lazzaretto con pazienti anziani privati di unadeguata e dignitosa assistenza. V

edere questi pazienti posizionati per giorni su una barella in PS rappresenta il fallimento della gestione organizzativa del Moscati che ha in questo Direttore di Presidio il suo protagonista, in negativo, e che tuttavia continua a restare al suo posto grazie ad una Direzione Generale spettatrice e colpevolmente assente.

Non escludiamo nei prossimi giorni manifestazioni di protesta al fine di sensibilizzare le istituzioni e la cittadinanza tutta per le gravi lesioni al diritto alla salute sancito dalla Costituzione cui stiamo assistendo.

                                                 

                                                                                 

                                   

                                                                           Segretario Territoriale NurSind                                                          Romina Iannuzzi  

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Provincia – Obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali sulle strade provinciali e regionali dell’Irpinia

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La Provincia di Avellino ha disposto, con ordinanza del dirigente del settore Viabilità, l’obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali (da neve) o altri mezzi antisdrucciolevoli omologati ed idonei ad essere prontamente utilizzati, ove necessario, durante il periodo compreso tra la data odierna e il 15 Aprile 2025, per tutti i veicoli a motore, esclusi i ciclomotori a due ruote, i motocicli e i velocipedi, in transito lungo i tratti delle strade provinciali e regionali ricadenti nel territorio della provincia di Avellino.

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Avanti tutta con il referendum abrogativo

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Salvini e Zaia, forse affetti da analfabetismo di ritorno, vogliono portare avanti il loro disegno di spaccare l’Italia, ignorano sia Consulta che ha demolito la legge Calderoli, sia la Cassazione che rende ammissibile il referendum abrogativo, non possono impunemente sbeffeggiare le istituzioni reputando uno scherzo di carnevale le decisioni assunte dalle supreme corti. Qualcuno dovrebbe fermare il duo Salvini-Zaia, è in gioco la credibilità della Meloni e del governo che hanno prestato giuramento sulla Costituzione. La legge Calderoli è un orrore Costituzionale, viola il principio di uguaglianza e di solidarietà, declassa la Questione Meridionale ad affare locale che dovranno risolvere gli amministratori meridionali, ritenuti la causa e l’effetto del problema. I fatti, le relazioni del Parlamento, l’Ufficio dei Conti Pubblici territoriali hanno smentito la narrazione della Lega, infatti l’applicazione del criterio della spesa storica ha consentito al Nord di ottenere un maggior gettito dallo Stato Centrale di oltre 60 miliardi, fatto che ha consentito di finanziare il tempo prolungato nella scuola dell’obbligo, di costruire gli asili nido, di offrire l’alta velocità, diffusa in tutta l’Italia settentrionale, servizi quasi completamente negati ai meridionali. Si celebri il referendum contro la legge Calderoli e, senza perder tempo, si inizi la battaglia per riunificare il paese affinché tutti i cittadini, inclusi i meridionali, si sentano fratelli e non fratellastri d’Italia.

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Provincia – Nuova tariffa per lo smaltimento dei rifiuti, ai Comuni rimborso per un milione di euro

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Il presidente Buonopane: “Risparmi anche per i cittadini”

“Oltre un milione di euro di risparmio per i Comuni sullo smaltimento dei rifiuti, che si traduce in una riduzione della Tari per i cittadini”. Il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, comunica che l’Ato ha validato la nuova tariffa proposta dalla società provinciale IrpiniAmbiente Spa.

La tariffa regolata produce uno sconto di circa il 9% sul precedente importo. Si passa da 220 euro a tonnellata a 200,70 euro per quanto riguarda la frazione indifferenziata trattata allo Stir di Pianodardine, con applicazione retroattiva al primo gennaio 2024, comportando così una ricaduta di risparmio in tariffa Tari per i cittadini irpini.

La somma complessiva che verrà restituita ai Comuni supera il milione di euro. Questo importo sarà distribuito in misura proporzionale con note di credito per le amministrazioni in regola con i pagamenti a IrpiniAmbiente. Per gli enti morosi si adotterà una compensazione debiti-crediti.

“Non si può non evidenziare lo straordinario lavoro che sta portando avanti il management di IrpiniAmbiente, con l’amministratore unico Claudio Crivaro – dichiara il presidente Buonopane -. La nuova tariffa, la cui proposta è stata inviata all’Ato lo scorso ottobre e ora finalmente è stata validata, è frutto di una virtuosa gestione della società. Come si ricorderà, è stato già dimezzato il costo per lo smaltimento della frazione umida (che è sceso da poco più di 200 euro a circa cento euro), mentre per il vetro IrpiniAmbiente ottiene da qualche mese un rimborso. E ciò a differenza di quanto accadeva in passato, quando la società sborsava risorse importanti a favore delle aziende che si occupano del recupero e riciclo. Tutto questo, unito al know how e alla forza lavoro, fa di IrpiniAmbiente un esempio di società pubblica che funziona. Ovviamente, si può sempre migliorare. In tal senso, sono in campo altre azioni promosse dal dottore Crivaro e dal suo staff. A lui e a tutti i lavoratori il nostro ringraziamento”.

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