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Meetup M5Stelle Ariano : “Emergenza loculi e affare Cimitero: basta con i giochi di potere, si facciano gli interessi dei cittadini”

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Dal Meet up M5Stelle Ariano, riceviamo e pubblichiamo:

 

Da qualche giorno è apparsa sul sito del Comune di Ariano la Delibera del 13 Gennaio 2017 con ad oggetto l’Ampliamento del cimitero. I membri del meet up M5Stelle Ariano ritengono questo documento essenziale per comprendere cosa vuole fare l’amministrazione rispetto a un problema che finora ha fatto registrare diversi fallimenti politici con conseguenti disagi per la collettività.
I cittadini di Ariano stanno vivendo sulla propria pelle una crisi di cui poco si parla o di cui le Istituzioni ne parlano travisando completamente la realtà.
Negli ultimi 10 anni i familiari dei defunti, al dolore per la perdita del proprio caro hanno dovuto unire quello determinato dall’impossibilità di trovare un loculo definitivo. In questo modo oltre a complicare l’esistenza di chi rimane si nega anche ai morti il sacrosanto diritto di “riposare in pace”: sono numerosissime le famiglie che non sanno a chi Santo votarsi pur di ottenere un loculo definitivo dato che quelli provvisori sono finiti. L’aggettivo provvisorio unito al sostantivo loculo è un vero e proprio pugno nello stomaco a un’intera comunità. I nostri amministratori sono stati capaci di rendere precaria anche la morte, come se non bastassero le tribolazioni offerte dalla vita. La politica locale non comprende questo dramma, divenuto ormai collettivo.
Dove risiede il motivo di tutto ciò? Risiede nel palazzo del Comune dove di sicuro non sono stati fatti gli interessi dei cittadini anzi è stato fatto l’esatto contrario, sono stati danneggiati i cittadini più bisognosi.
A sostegno di quanto affermiamo basta citare la deliberazione n.2 del 12 Febbraio 2014 dall’Autorità  Nazionale Anti Corruzione secondo cui il Comune di Ariano, in accordo con la ditta vincitrice dell’appalto, ha modificato le condizioni poste a base di gara e quindi l’accordo non rispettava la Legge in materia di Appalti pubblici.
Guarda caso queste modifiche danneggiano proprio quei cittadini che hanno meno soldi considerato che dal progetto posto a gara vengono eliminati i 535 loculi posti più in alto e quindi con un minor costo per chi doveva acquistarli (1,600,00 euro) e allo stesso tempo se ne progettano di nuovi a un maggior costo facendo così lievitare i costi dell’opera.
L’unico vero motivo per cui in otto anni non si realizza l’Ampliamento del cimitero è questo ed è stato creato dal Comune in accordo con la ditta. 
Non siamo noi ad affermarlo bensì la stessa Autorità Anti Corruzione quando, nella sua delibera inviata al Comune, sottolinea, testuali parole “ l’impossibilità per i cittadini di acquistare alle previste condizioni più economiche appare, infatti, modificare una delle condizioni dell’offerta.” 
Come faccia il Sindaco a difendere un simile progetto ai danni dei cittadini è per noi un mistero. Nonostante lo Stop dell’ANAC del 2014 e un silenzio durato più di 2 anni l’attuale amministrazione vuole portare  in porto un progetto modificato più volte e in modo sbagliato.
L’anticorruzione è stata chiara, non sono sufficienti gli impegni e le buone intenzioni del Comune per iniziare l’Opera. Ci saremmo augurati che i tre anni trascorsi avrebbero portato consiglio e invece sembra che ci sia stato solo il tentativo di far dimenticare a chi indaga i ridicoli impegni presi dall’amministrazione, in sede di audizione presso il Consiglio dell’Autorità, a garantire“ un’adeguata attenzione alle esigenze sociali dei cittadini meno abbienti” e ritenuti dalla stessa Autorità. “argomenti non idonei a superare la predetta criticità”.
Le nostre preoccupazioni sulla strada intrapresa dal Sindaco diventano un vero e proprio incubo se si pensa che il titolare dell’ATI costruzioni è Giovanni Spinosa, arrestato nell’inchiesta sugli appalti dell’ANAS. A Maggio 2016 abbiamo chiesto al Sindaco chiarimenti sulla dichiarazione antimafia relativa alla ditta vincitrice dell’appalto ma come potete immaginare non abbiamo ricevuto alcuna risposta.
A questo punto interviene lo stravolgimento della realtà attuato dalla politica che invece di confrontarsi con lo Stop imposto dall’Anticorruzione preferisce confrontarsi con la ditta che ha vinto l’appalto. Nella deliberazione di Giunta del 13 Gennaio scorso si legge che il problema non sta nel fatto che sono stati cancellati dal progetto i loculi meno costosi della 5^ e 6^ fila e che il prezzo del progetto è salito dai 6 Milioni del 2008 agli attuali 8 Milioni di euro. Nulla di tutto ciò, il vero problema, che si vuol far credere ai cittadini, per il Sindaco sta nel possibile ricorso che la ditta  ATI Spinosa può intendere contro il Comune nel caso in cui l’Opera non venisse eseguita.
Su questo specifico punto nessuna critica da parte dell’opposizione, nonostante anche un bambino si renderebbe conto che non c’è nulla di logico in quello che si è affermato in Consiglio comunale. Logica vuole che la Ditta ATI Spinosa se proprio ha intenzione di ricorrere contro qualcuno deve farlo contro l’Autorità Anti Corruzione che ha bloccato il contratto stipulato con il Comune. Gli amministratori conoscono molto bene questa verità eppure fanno finta di ignorarla. Non è nostro compito capire quali sono i motivi che spingono Gambacorta a insistere affinché si realizzi un progetto a dir poco anomalo. Nostro dovere è invece dire tutta la verità ai cittadini: per realizzare l’Ampliamento dell’area cimiteriale occorre fare una nuova gara d’appalto. In questo modo verrebbe ristabilita la legalità e costruiti i loculi in tempi brevi, a cifre vantaggiose per tutti. Tutto ciò è possibile e non è di difficile realizzazione se si fanno gli interessi dei cittadini. Le parole del Sindaco, riportate nel resoconto stenografico del Consiglio comunale di Gennaio lasciano poco spazio all’immaginazione; si preferisce continuare a rimescolare le carte e a tirar fuori dal cilindro magico nuovi prezzi dell’opera che per Gambacorta deve essere di 7 Milioni di euro nonostante la certificata “sorpresa geologica” grazie alla quale in passato si era potuto stravolgere tutto. determinando l’incremento a 8 milioni. Queste scelte dell’amministrazione non porteranno alla realizzazione del nuovo cimitero e di quei loculi così necessari e urgenti da non consentire più ulteriori giochi di potere.
La nostra inchiesta sul cimitero continuerà e nei prossimi giorni saranno resi pubblici nel dettaglio i risultati”.
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Liste di attesa: i soliti proclami

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Il governo Meloni agli inizi dell’estate scorsa sbandierò (vedi il mio articolo pubblicato da “Il Confronto, Rivista on line) ai quattro venti il programma con il quale avrebbe ridotto, in tempi rapidi, le liste di attesa. L’allarme è lanciato dalpresidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, il quale mette a fuoco il ritardo nell’approvazione dei decreti attuativi previsti dal DL 73/2024 sulle liste d’attesa, convertito dalla Legge 107/2024″. Sin ad ora, è stato adottato solo 1 dei 6 decreti attuativi. La riforma prevede un’integrazione del Cup delle strutture pubbliche con quelle accreditare dal SSR per migliorare le prenotazioni e l’offerta agli utenti, ed una nuova metodologia per individuare il fabbisogno reale del personale,passaggio fondamentale per le assunzioni, decreti ancora di là da venire. A fronte di tanti proclami estivi, non si comprende come potrebbero essere azzerate le liste di attesa se mancano circa 4 mila medici di Medicina di Emergenza-Urgenza (MEU). Circa 1033 medici hanno lasciato i PS, 467 nuovi ingressi coprono appena il 45% di medici dedicati a questo reparto. Per coprire i turni si è provveduto all’utilizzo di medici di altri reparti (29%), contratti atipici (54%), specializzandi di emergenza urgenza (32%), cooperative (28%), i medici non MEU comandati dalla direzione (20%). La tragica realtà è sotto i nostri occhi, il Tribunale dei diritti del malato ha denunciato che almeno 300 mila persone hanno atteso 3 giorni prima di avere un posto letto. L’amarezza delle parole del presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, sono rilanciate dall’Agenzia Ansa: “le riforme annunciate restano un esercizio retorico se non tradotte in azioni concrete, mentre il raggiungimento di risultati parziali è solo una magra consolazione politica, priva di reali benefici per la società”, (Redazione Ansa, 29 gennaio 2025).

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Marco La Carità nominato Componente Esecutivo Regionale di ANCI Campania in quota Forza Italia

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Napoli, 30 gennaio 2025 – Marco La Carità, Consigliere Comunale di Ariano Irpino, è stato nominato Componente Esecutivo Regionale di ANCI Campania, incarico di rilievo all’interno dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.

La nomina, firmata dal Presidente Carlo Marino, si inserisce in un’ottica di rafforzamento della governance dell’ANCI Campania, con l’obiettivo di garantire un maggiore coinvolgimento nella fase istruttoria e operativa dell’Associazione.

Marco La Carità assumerà questo ruolo in quota Forza Italia, rappresentando il partito all’interno dell’organo esecutivo regionale. La sua esperienza amministrativa e il suo impegno politico saranno fondamentali per affrontare le sfide dei Comuni campani e promuovere soluzioni efficaci per il territorio.

“Sono onorato di questa nomina e pronto a mettere a disposizione le mie competenze per supportare i Comuni della nostra Regione”, ha dichiarato La Carità.

Forza Italia conferma così la sua presenza attiva in ANCI Campania, con l’obiettivo di garantire una rappresentanza forte e incisiva per gli amministratori locali.

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GAP Nord – Sud e Regionalismo Differenziato

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A Cercola, in provincia di Napoli, prosegue il dibattito di Città Futura, ubicata in C.so Domenico Ricciardi 261, sul rilancio della Questione Meridionale e delle sperequazioni tra le due aree del paese.  All’incontro di domenica 2 febbraio 2025 alle ore 11,00 parteciperà il Senatore Peppe De Cristofaro di Sinistra Italiana, il Consigliere Comunale di Città Futura Marco Picardi, il Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese e il giornalista e saggista Salvatore Lucchese, Direttore Responsabile della rivista laica e progressista “Meridione/Meridiani”

il Sud ha avuto, negli ultimi due anni, una crescita del PIL superiore al Nord ma, in realtà, i meridionali vivono con il reddito che è la metà e la disoccupazione doppia rispetto al Nord. Hanno servizi pubblici inadeguati, molto costosi, poco frequenti, in particolar modo in provincia, scarsamente calibrati ai bisogni che li costringe a rivolgersi al privato. Inoltre la crescita dell’occupazione al Sud, così come ha ribadito lo Svimez, è basata sul lavoro “cosiddetto povero” con un salario da part time ma, che, in realtà, impegna il lavoratore full time senza la possibilità di un progetto di vita futura e privo di sufficienti garanzie per la sua incolumità psico-fisica.  

Siete tutti invitati

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