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Attualità

Morti bianche, prosegue la mattanza

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Nulla è cambiato, prosegue la mattanza, nemmeno il lockdown ha arrestato le “morti bianche”. La nuda statistica riporta in modo gelido la morte di almeno tre lavoratori al giorno sul posto di lavoro. L’emozione viaggia nell’etere dura il tempo di un servizio in TV che preannuncia le immancabili indagini della Procura della Repubblica.  Senza cerimonie di Stato si versano lacrime di coccodrillo, vuote parole accompagnano l’appello di Mattarella al ministro del lavoro Orlando che fa vaghe promesse sapendo di non poterle mantenere. Il silenzio uccide ancor di più delle parole, non si possono accettare le morti bianche” come un evento necessario a garantire la produzione mettendo in cantina le leggi che impongono stringenti regole per garantire  l’incolumità del lavoratore. Pur di essere competitivi sul mercato europeo e quello mondiale, si spinge sulla deregolamentazione, si risparmia sulla sicurezza  e la formazione. Ciò che conta è far aumentare la produttività ed i guadagni dell’imprenditore, la persona è solo un fattore della produzione, come il capitale e le materie prime, sostituibile in ogni momento tenuto conto dell’abbondanza della mano d’opera dovuta alla disoccupazione che nel Meridione supera il 20%. Il doppio rispetto  al Nord. Il lavoratore è impotente ed è costretto ad accettare in silenzio lavori pericolosi sperando che non suoni la campana dell’ultimo giro. Il balbettio del governo è assordante, prospetta da anni l’assunzione di circa duemila ispettori  del lavoro ma resta succube dei diktat della Confindustria, capeggiata da Bonomi, che punta alla massimizzazione dei guadagni ed alla riduzione dei costiimponendo al governo tempi e regole in spregio alla vita umana, che è sacra e inviolabile. I palazzi del potere, la chiesa e la società civile, sono anestetizzati dalle identiche notizie divenute oramai pane quotidiano dove si muore per il fuoco amico. In questo scenario di guerra non dichiarata l’Inail segnala che nei primi sei mesi del 2021 sono deceduti 538 lavoratori mentre le denunce per malattie professionali, nei primi quattro mesi del 2021, sono 24 mila con un incremento del 43% rispetto al 2020. Costi che impattano pesantemente  sul bilancio dello Stato e che potrebbero essere ridotti al minimo se vi fossero costanti controlli da parte dell’Ispettorato ed una seria lotta al lavoro nero.

Non possiamo accettare la mattanza, occorrono fatti, non parole vuote.

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Provincia – Obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali sulle strade provinciali e regionali dell’Irpinia

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La Provincia di Avellino ha disposto, con ordinanza del dirigente del settore Viabilità, l’obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali (da neve) o altri mezzi antisdrucciolevoli omologati ed idonei ad essere prontamente utilizzati, ove necessario, durante il periodo compreso tra la data odierna e il 15 Aprile 2025, per tutti i veicoli a motore, esclusi i ciclomotori a due ruote, i motocicli e i velocipedi, in transito lungo i tratti delle strade provinciali e regionali ricadenti nel territorio della provincia di Avellino.

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Attualità

Avanti tutta con il referendum abrogativo

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Salvini e Zaia, forse affetti da analfabetismo di ritorno, vogliono portare avanti il loro disegno di spaccare l’Italia, ignorano sia Consulta che ha demolito la legge Calderoli, sia la Cassazione che rende ammissibile il referendum abrogativo, non possono impunemente sbeffeggiare le istituzioni reputando uno scherzo di carnevale le decisioni assunte dalle supreme corti. Qualcuno dovrebbe fermare il duo Salvini-Zaia, è in gioco la credibilità della Meloni e del governo che hanno prestato giuramento sulla Costituzione. La legge Calderoli è un orrore Costituzionale, viola il principio di uguaglianza e di solidarietà, declassa la Questione Meridionale ad affare locale che dovranno risolvere gli amministratori meridionali, ritenuti la causa e l’effetto del problema. I fatti, le relazioni del Parlamento, l’Ufficio dei Conti Pubblici territoriali hanno smentito la narrazione della Lega, infatti l’applicazione del criterio della spesa storica ha consentito al Nord di ottenere un maggior gettito dallo Stato Centrale di oltre 60 miliardi, fatto che ha consentito di finanziare il tempo prolungato nella scuola dell’obbligo, di costruire gli asili nido, di offrire l’alta velocità, diffusa in tutta l’Italia settentrionale, servizi quasi completamente negati ai meridionali. Si celebri il referendum contro la legge Calderoli e, senza perder tempo, si inizi la battaglia per riunificare il paese affinché tutti i cittadini, inclusi i meridionali, si sentano fratelli e non fratellastri d’Italia.

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Attualità

Provincia – Nuova tariffa per lo smaltimento dei rifiuti, ai Comuni rimborso per un milione di euro

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Il presidente Buonopane: “Risparmi anche per i cittadini”

“Oltre un milione di euro di risparmio per i Comuni sullo smaltimento dei rifiuti, che si traduce in una riduzione della Tari per i cittadini”. Il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, comunica che l’Ato ha validato la nuova tariffa proposta dalla società provinciale IrpiniAmbiente Spa.

La tariffa regolata produce uno sconto di circa il 9% sul precedente importo. Si passa da 220 euro a tonnellata a 200,70 euro per quanto riguarda la frazione indifferenziata trattata allo Stir di Pianodardine, con applicazione retroattiva al primo gennaio 2024, comportando così una ricaduta di risparmio in tariffa Tari per i cittadini irpini.

La somma complessiva che verrà restituita ai Comuni supera il milione di euro. Questo importo sarà distribuito in misura proporzionale con note di credito per le amministrazioni in regola con i pagamenti a IrpiniAmbiente. Per gli enti morosi si adotterà una compensazione debiti-crediti.

“Non si può non evidenziare lo straordinario lavoro che sta portando avanti il management di IrpiniAmbiente, con l’amministratore unico Claudio Crivaro – dichiara il presidente Buonopane -. La nuova tariffa, la cui proposta è stata inviata all’Ato lo scorso ottobre e ora finalmente è stata validata, è frutto di una virtuosa gestione della società. Come si ricorderà, è stato già dimezzato il costo per lo smaltimento della frazione umida (che è sceso da poco più di 200 euro a circa cento euro), mentre per il vetro IrpiniAmbiente ottiene da qualche mese un rimborso. E ciò a differenza di quanto accadeva in passato, quando la società sborsava risorse importanti a favore delle aziende che si occupano del recupero e riciclo. Tutto questo, unito al know how e alla forza lavoro, fa di IrpiniAmbiente un esempio di società pubblica che funziona. Ovviamente, si può sempre migliorare. In tal senso, sono in campo altre azioni promosse dal dottore Crivaro e dal suo staff. A lui e a tutti i lavoratori il nostro ringraziamento”.

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